L’assassinio del procuratore

Anderson in Venezuela

Il risultato di anni di tolleranza verso il terrorismo in Florida

 

J.G. ALLARD (Granma Internacional), 24 nov.2004

 

I terroristi di Miami “non sono una priorità” per l’FBI, ha affermato Judy Oribuela, portavoce dell’ufficio di Miami del Federal Bureau of Investigation, in un’intervista pubblicata dal ‘Sun Sentinel’. L’assassinio a Caracas del procuratore venezuelano Danilo Anderson ha appena dimostrato, con tutto il suo orrore, il risultato di questa politica di tolleranza da parte delle autorità.

 

“Nel Sud della contea di Miami-Dade un gruppo di persone mascherate usano armi di grande potenza e si addestrano”, raccontava questo stesso articolo (pubblicato il 6 aprile 2003) dell’importante quotidiano della Florida del Sud sul campo di addestramento che mantiene, nella zona di Everglades, il gruppo terroristico cubano-americano ‘Comandos F-4’, diretto dal noto delinquente Rodolfo Frómeta.

 

Va segnalato che questo gruppo, che non è “una priorità” per l’FBI, si vanta sul suo sito Internet di insegnare alle reclute, tra le altre cose, le tecniche per l’uso di cariche di esplosivo militare fatte detonare da un telecomando.

 

Alcuni mesi prima, in un dispaccio del 4 settembre 2002, datato da Miami, l’agenzia spagnola EFE aveva già reso noto che “un capitano ritirato della Guardia Nazionale del Venezuela” aveva fatto conoscere “a Miami un’alleanza con un gruppo di esiliati cubani”.

 

Il dispaccio precisava che “indossando l’uniforme della Guardia Nazionale del suo paese, nella sede del gruppo di esiliati cubani ‘Comandos F-4’, il militare Luis Garcia Morales, in rappresentanza della Giunta Patriottica Venezuelana”, aveva dichiarato di aver iniziato a coordinare le azioni con i terroristi di Miami.

 

“MISSIONE SEGRETA” A WASHINGTON

 

Il 29 gennaio 2003, in un articolo intitolato Miami’s Little Havana Finds New Foe in Venezuela Leader (La piccola Avana di Miami ha un nuovo nemico nel leader del Venezuela), pubblicato da ‘The Wall Street Journal’, appare fino a dove arriva la criminale inerzia dell’FBI.

 

Frometa: contra cubanoQuel giorno, il quotidiano della comunità finanziaria statunitense ha descritto come a Miami Frómeta, il capo dei ‘Comandos F-4’, potesse concedersi il lusso di annunciare impunemente, assieme al capitano golpista venezuelano Luis Eduardo Garcia, la creazioneGarcia: contras venezuelano di un’alleanza civile-militare proponentesi “il rovesciamento dei presidenti Fidel Castro ed Hugo Chávez”.

 

L’articolo, firmato dal giornalista José de Córdoba, precisa che Garcia faceva parte del gruppo di militari golpisti che, nel giorno del colpo di Stato dell’11 aprile 2002, cercò di rovesciare il Governo costituzionale di Hugo Chávez e che “assaltarono il palazzo presidenziale da un ingresso posteriore”.

 

Il ‘Journal’ cita poi un “altro militare dissidente” (da notare l’uso di questa parola, sempre conveniente), il maggiore Juan Diaz Castillo, che offrì, “in una sala piena di cronisti di lingua spagnola” una conferenza stampa, nella quale attaccò violentemente il presidente Chávez.

 

“Dopo la conferenza stampa, il maggiore Diaz Castillo è volato fino a Washington per lavorare ad una misteriosa ‘missione’ segreta, ha detto il capitano Garcia”, scrive testualmente il famoso quotidiano nordamericano.

 

COSA SONO I ‘COMANDOS F-4’?

 

Il terrorista dichiarato Rodolfo Frómeta ha al suo attivo un lungo elenco di attività contro Cuba, organizzate da Miami. Già nel 1981, quando apparteneva ad ‘Alpha 66’, fu inviato a Cuba per compiere un’operazione terroristica. Arrestato dalle autorità cubane, fu dichiarato colpevole e condannato a dieci anni di reclusione.

 

Nel 1994, tornato a Miami, Frómeta venne arrestato assieme ad altri sei individui, questa volta nel Golfo del Messico, da una pattuglia della Guardia Costiera statunitense. Nell’imbarcazione che occupava furono scoperte 50 armi, 26.000 cartucce e varie migliaia di dollari. Il personaggio in questione ammise spontaneamente che stava dirigendosi assieme ai suoi uomini in territorio cubano per compiere attacchi terroristici.

 

Le autorità nordamericane NON ritennero quindi necessario accusare Frómeta di alcun crimine, nonostante la sua confessione ed i suoi precedenti.

 

Nel giugno dello stesso anno, Rodolfo Frómeta fu nuovamente arrestato assieme ad un altro veterano terrorista di ‘Alpha 66’, Fausto Merimont, mentre comprava ad un agente doppio della polizia federale un missile antiaereo Stinger, tre missili anticarro M-72, esplosivi C-4 ed un lanciagranate.

 

Questa volta l’immunità fu data dal giudice, che CONDONO' a Frómeta 41 mesi di carcere. Nel settembre 1997 il terrorista era di nuovo in giro, beneficiando della libertà provvisoria.

 

Alcune ore dopo la sua liberazione, Frómeta stava già cospirando assieme ad altri terroristi. Individui come Guillermo Novo Sampoll, sicario del CORU, assassino del dirigente cileno Orlando Letelier e poi detenuto a Panama assieme al capo terrorista Luis Posada Carriles o come Roberto Martín Pérez, allora responsabile delle attività terroristiche nel consiglio direttivo della Fondazione Nazionale Cubano-Americana.

 

Frómeta si è anche vantato per anni di essere il “socio forte” di Lincoln Diaz-Balart, congressista cubano-americano. Nel suo ufficio c’è una foto dove stringe la mano al politico. Un’amicizia terroristica che evita di menzionare, il cui padre fu il capo della ‘Rosa Blanca’, il primo gruppo terroristico creato dalla controrivoluzione già nel gennaio 1959.

 

Il 24 agosto del 1999, il ‘Quotidiano delle Americhe’ di Miami celebrò la “ripresa delle attività” dei ‘Comandos F-4’ “agli ordini di Rodolfo Frómeta” e la “distruzione” in territorio cubano di autobus, vagoni ferroviari e magazzini di tabacco. Il 12 gennaio 2001, Frómeta annuncia apertamente a Miami che erano stati distrutti altri “obiettivi militari” di questo tipo.

 

Rodolfo Frómeta comparve il 27 marzo 2001 nel processo-farsa contro i Cinque combattenti antiterroristi cubani arrestati dall’FBI mentre erano infiltrati in gruppi criminali di Miami. Lì confessò, senza la minor preoccupazione, tanto le sue attività di addestramento militare con ‘Alpha 66’ ed i ‘Comandos F-4’, quanto i tipi di armi ed esplosivi in mano ad ambedue le organizzazioni e le “incursioni” armate compiute contro Cuba.

 

Incredibilmente, questa confessione delle sue attività terroristiche non provocò la benché minima reazione da parte del FBI, il cui capo per la Florida del Sud, Héctor Pesquera, ufficiale corrotto legato alla mafia di Miami, dirigeva allora il processo politico assieme ai giudici.

 

IL FBI, CIECO, SORDO E MUTO

 

Conversando telefonicamente con ‘El Nuevo Herald’ dopo il vile assassinio del procuratore Anderson, il ministro venezuelano delle Comunicazioni e dell’Informazione Andrés Izarra, ha fatto riferimento ad un’intervista di Maria Elvira Salazar, nel suo programma di ‘Canal 22’, all’attore ed animatore venezuelano Orlando Urdaneta, che ha sostenuto che l’“unica via d’uscita” per il Venezuela è la “scomparsa fisica” del presidente Chávez.

 

Elvira Salazar ha dunque chiesto come potrebbe avvenire questa “scomparsa fisica” e Urdaneta ha risposto che questo doveva essere provocato “dai militari o dagli imprenditori... che dispongono del denaro per ingaggiare un commando israeliano”.

 

Non si ha notizia che il FBI abbia rivolto una qualche domanda a Urdaneta, che sta vivendo tranquillamente a Miami.

 

Il Ministro venezuelano ha anche menzionato un articolo del quotidiano di Caracas ‘Ultimas Noticias’, dove si rivela che i capi terroristi cubano-americani hanno messo a disposizione degli oppositori venezuelani “risorse, esperienza, strategie, sostegno logistico e contatti in tutto il territorio USA” e si segnala l’alleanza tra la Giunta Patriottica Venezuelana ed il F-4 di Rodolfo Frómeta.

 

La scandalosa tolleranza verso il terrorismo regnante nella Florida del Sud potrebbe essere documentata con molti altri elementi. Secondo Martin Sánchez, direttore di Venezuelanalysis.com, tra il 2002 ed il marzo 2004 sono stati lanciati 27 appelli al rovesciamento ed all’assassinio di Chávez attraverso i media radiotelevisivi di Miami.

 

Nonostante le innumerevoli prove presentate nel corso degli anni sulla tolleranza orientata dalle più alte autorità nordamericane e dei rapporti tra individui con precedenti terroristici e l’attuale Amministrazione, un funzionario anonimo del Dipartimento di Stato USA, intervistato da ‘El Nuevo Herald’ di Miami dopo il crimine di Caracas, ha dichiarato che “è ridicolo sostenere che il Governo degli Stati Uniti permette a terroristi di operare nel suo territorio".

 

Il Comandos F-4 dispone d'uffici a Miami. Furono visitati, in varie occasioni, dalla stampa. Stanno in 1412 W. Flagler S, ufficio A, secondo piano, e possono essere contattati ai telefoni, 305, 642-7790. Il gruppo dispone anche di una pagina web dove si vanta delle sue azioni terroristiche. Senza interferenza alcuna.