|
|
Terroristi
Chi sono i terroristi di
Miami che sostengono i
mercenari a Cuba? ha trascorso 40 anni ponendo bombe |
28/11/11 - Lazaro Barredo Medina http://cambiosencuba.blogspot.com/ Tratto da Granma
|
Di nuovo appare in scena
"Ramoncito" e il suo movimento
"Democrazia", orchestrando
una nuova
Sánchez Rizo si compiace del
casino che è l'invenzione
della flottiglia, un modo
ideale per provocare un
incidente e come aveva detto
"per vedere se questi
stupidi yankee si decidano di
porre termine con Castro", mentre per
gli stanchi contribuenti della
guerra contro il comunismo, è un'azione
più sicura, nei nuovi tempi,
da quando vennero a "passare
il pennello".
"Ramoncito", come lo chiamano
tutti i vecchi capi vecchi della
mafia terrorista di Miami, è
stato il "delfino" della
guerra terrorista ed era un
bambino viziato dai capi
delle principali
organizzazioni anticastriste
e anche dalla giustizia
USA.
Nacque nel municipio
Colon, in provincia di Matanzas, Cuba, nel 1954,
l'anno dopo gli eventi dell'assalto alla caserma Moncada,
e andò a Miami nel 1967,
dove fu ammesso "sulla
parola".
Miami era allora un focolaio di
azioni contro la Rivoluzione
e "Ramoncito"
trovò
rapidamente impiego in quella
crociata, perché certo é il fatto che
da quando emigrò negli Stati
Uniti ha vissuto delle
operazioni contro Cuba.
Nel 1970 si arruola nelle
sue due prime
organizzazioni di carattere terrorista: il
Fronte di Liberazione
Nazionale
Cubano (FLCN) e
Alpha 66,
che fu diretta, fino alla sua
recente morte, dal suo
socio Andres Nazario Sargen.
E subito ebbero inizio le
sue avventure criminali.
A suo 'merito' si contano
l'organizzazione di più di
venti attacchi contro
imbarcazioni e
missioni diplomatiche cubane.
La sua prima attività
terroristica fu la sua
attiva partecipazione, nello
stesso
1970, all'affondamento delle
barche da pesca Plataforma I e IV vicino alle
Bahamas, ferendo due
pescatori, così come la
promozione dei rapimenti in
Venezuela, Messico e Stati
Uniti.
In quel periodo fu arrestato,
per la prima volta, in un
campo di
Alpha 66 in
possesso di armi da
combattimento, ma
ricevette da un giudice
compiacente solo la condanna ad un
anno di detenzione da
compiere in libertà
vigilata.
Nel suo delirio di
grandezza, s'ingegnò a
convertirsi in un "leader" della
sua prima organizzazione
terroristica denominata
"Giovani della Stella".
Tra le azioni portate a
termine
dagli assassini di tale
violenta formazione furono, per esempio,
l'attentato dinamitardo effettuato
nell'aeroporto internazionale di
Miami il 17 ottobre 1975 o
l'atto barbarico eseguito
nel settembre 1978
quando, quattro cittadini
statunitensi, furono
assassinati nell'esplosione
in volo di un piccolo aereo
diretto a Cuba.
Secondo di
Orlando Bosch Avila
"Ramoncito"
aspirava ad un maggior
protagonismo e così si
unisce al
CORU
(Coordinamento delle
Organizzazioni
Rivoluzionarie Unite) dove ha
stretti contatti con il suo
capo
Orlando Bosch Avila.
Nel 1979, il Federal Bureau
of Investigation degli Stati
Uniti (FBI) identifica Ramón
Saúl Sánchez Rizo come il
vice capo di questo
gruppo.
Il CORU realizzò più di 90
attacchi terroristici contro
installazioni cubane in diversi
paesi, incluso all'interno gli
stessi Stati Uniti, il più
noto dei quali la mostruosa
esplosione dell'un aereo
civile
di linea
della Cubana sulle Barbados,
dove trovarono la morte 73 persone.
Alla fine degli anni 70,
anche Sánchez Rizo
addestrava
vari elementi
controrivoluzionari in un
accampamento in Nicaragua, al
fine
di realizzare azioni
contro navi mercantili
cubane, partecipa all'assassinio del giovane
Carlos Muñiz Varela, a Portorico e integra
il
gruppo, che nel 79, organizza
un attentato alla Sezione di
Interessi di Cuba a
Washington e realizza un altro
tentativo di assassinare
l'allora ambasciatore di Cuba alle Nazioni Unite, Raul
Raul Roa
Kourì.
Nei primi mesi dell'80,
"Ramoncito" vuole continuare a
"giocare al duro" e fonda
e dirige il gruppo
terroristico Organizzazione
per la Liberazione di Cuba (OPLC),
che seminerà il terrore fino al
1984.
In quegli anni anche aderirà,
come specialista in
esplosivi, alla temibile
organizzazione
Omega-7. Diversi rapporti declassificati dell'FBI delineano la pericolosità di questo terrorista. Uno di loro, per esempio, da conto che nel dicembre 1980, ore dopo l'esplosione di una bomba nel consolato cubano a Montreal, fermano al confine tra il Canada e gli Stati Uniti i presunti colpevoli: Pedro Crispín Remón Hernández y Ramón Saúl Sánchez Rizo.
Nel 1984, "Ramoncito" è
condannato ad una pena di
quattro anni di carcere per
aver rifiutato di comparire
davanti a un Gran Giurì a New York
che cercava di
chiarire le attività di
Omega-7.
E' scarcerato nel 1986, due
anni prima della scadenza
della sanzione.
Non pochi esperti concordano
nel segnalare che
l'intensificazione degli
attentati all'interno degli
Stati Uniti alla fine degli
anni 70 e
primi anni 80, determinò
che alcune di queste persone
di origine cubana tanto
vincolati alla "guerra
sporca" della CIA furono
considerati una minaccia
alla sicurezza nazionale. A
partire dalla metà degli
anni 80 era in marcia il
proposito dei
neoconservatori, che avevano
portato Ronald Reagan al
potere, di garantire
un'immagine rinnovata e
sicura, per la società
nordamericana, di quella
emigrazione cubana tanto
associata al terrorismo.
Quando "Ramoncito" uscì
di prigione fu "congelato" per un pò.
Tentò la fortuna come
dipendente, come
commerciante e persino come
guidatore di un
rimorchio di gru per auto.
Ma non era fatto per questo.
Il crollo del campo
socialista servì da stimolo
per rivitalizzare l'attività
controrivoluzionaria contro
Cuba, in generale,
ricominciarono la violenza e
il terrorismo e modificò
,all'interno della mafia
stessa, la nozione di riarticolazione con i gruppi
che verso l'interno dell'isola
potenziavano altra forma di
sovversione contro il
processo rivoluzionario.
"Ramoncito", se
ben ritornò a tentare i
vecchi e comuni cammini
incorporandosi prima al suo
vecchio gruppo, l'Organizzazione
per la Liberazione di Cuba,
cercò poi di risorgere come
"leader" al
costituire un
altro gruppo chiamato Commissione Nazionale
Cubana e finì sotto
l'ombrello del traditore Hubert Matos in Cuba
Indipendente e Democratica
(CID), organizzazione a cui
i nordamericani stavano dando
molti soldi e lì condusse il
rimbombante Gruppo di Azioni
Navali, dove sostenne la
strategia di riunire nel suo
seno terroristi impiegati ad
agire
violentemente contro Cuba.
Provocare
tensioni tra Cuba e
gli Stati Uniti
La sua "grande occasione"
per rilanciarsi di fronte
alla
comunità cubano-americana
di Miami come "leader"
la ebbe
durante i disordini
provocati dalla firma degli accordi
migratori tra Cuba e
gli Stati Uniti il 1 maggio 1995.
Il giorno successivo, 2
maggio, fu arrestato,
ma fu subito rimesso in
libertà nonostante il fatto
che l'FBI sapesse che aveva un
gran numero di armi.
Organizza la prima flottiglia il 13 luglio dello
stesso anno, il cui velato
interesse era quello di creare
un conflitto con la continua
violazione delle acque
territoriali e dello spazio
aereo cubano.
E' dimostrato che Sánchez
Rizo e
José Basulto
sono
stati due nemici giurati di
questi accordi
migratori e si sono
costantemente impegnati a
sabotarli.
Sia il Movimento Democrazia come
Hermanos al rescate
hanno concentrato tutti i
loro sforzi per provocare
tensioni tra i governi
degli Stati Uniti e
Cuba, per promuovere
attività terroristiche e
ripetuti appelli alla
disobbedienza della comunità
cubana presente a Miami.
Nel novembre 1995 fu
arrestato per interrompere
le attività della Sezione di
Interessi di Cuba a
Washington.
In quell'occasione fu
inviato dalle autorità
statunitensi ad effettuare
un test psicologico.
È stato tra i leader delle
attività realizzate dalla mafia di
Miami che incoraggiò
il rapimento del bambino
cubano Elián González e
inventò quanti imbrogli
fosse
possibile per,
illegalmente e in violazione
di ogni norma
internazionale, tenere
lontano il bambino da suo
padre e dalla sua
Patria. Insieme con altre organizzazioni che compongono l'estrema destra anticubana a Miami, pianificò e incitò alla disobbedienza civile per impedire l'esecuzione della decisione del INS (Servizio d'Immigrazione) di consegnare il bambino rapito a suo padre.
Nell'agosto 2000, Sánchez
Rizo è stato convocato
davanti a un giudice per
assembramento illegale,
disobbedienza e ostruzione della
via, dopo gli scontri
per le strade di Miami
dei fanatici oppositori alla restituzione
del ragazzo cubano.
Tuttavia, nulla successe all'istigatore.
Un mese prima, Ramon Saul fu arrestato dalla
Guardia Costiera USA per
aver violato le dodici
miglia e penetrato in acque
cubane in palese
disubbidienza
di un ordine esecutivo
presidenziale, ma ancora una
volta venne rilasciato
immediatamente, ma questa
volta gli fu
confiscata la barca.
Un anno dopo, nel luglio
2001, fu arrestato di nuovo
al ripetere la violazione
del decreto presidenziale
USA.
Ma fu solo due mesi dopo, a
settembre, che le
autorità degli Stati Uniti
presentarono contro di lui
un'accusa legale per
la costante
violazione delle
acque cubane.
Infine, nonostante la
presentazione a suo carico
di varie accuse per aver
violato le acque cubane, il
15 maggio 2002, una giuria di
Miami assolse Ramón Saúl
Sánchez Rizo.
Dopo aver trascorso diversi
mesi senza lavorare e vivere
con i proventi del Movimento
Democrazia, il suocero decise
di impiegarlo, anche
se temporaneamente, nel suo
negozio di scarpe
ortopediche e di moda
"Alicia Shoes", senza
molta
intensità, perché
Ramon Saul ha
alcuni problemi a un braccio
dopo un incidente in una
delle sue avventure.
Il 23 settembre 2003, Ramón
Saúl Sánchez Rizo è citato
per essere illegale negli
Stati Uniti, non avendo dato
alcuna cittadinanza né
residenza permanente.
In base alle nuove leggi
antiterrorismo le
norme sull'immigrazione
prevedono l'espulsione degli
stranieri che hanno scontato
pene in carcere per un grave
crimine.
L'arrogante
personaggio s'innervosì dopo l'11
settembre e decise di
regolarizzare la sua situazione con
urgenza.
Ha vissuto con notevole impunità quasi 40 anni negli
Stati Uniti.
Ma il giorno che si é presentato
alle autorità migratorie riapparve
il
suo voluminoso fascicolo e
come ha
scritto un collega, ebbe
la brutta sorpresa di
sentire i funzionari
federali annunciargli che
era arrestato.
Comunque, conoscendo la
"carta bianca" che
hanno i
cubani servitori della "causa" a "Ramoncito"
ciò non preoccupò più di
tanto. La detenzione fu
breve, anzi lo aiutò per
fargli pubblicità.
Tutto ciò che fecero fu
compiere,
nuovamente, la
formalità di citarlo per un'altra comparizione dinanzi a un
giudice, ma questo già lo
hanno fatto
così tante volte che l'unica
cosa da rimpiangere è stata
la perdita di tempo.
Infatti, poche settimane più
tardi un tribunale
gli riconoscerà il diritto di
rimanere negli Stati Uniti... |
|