Con quale titolo morale ci può condannare
il paese che sta ospitando Posada Carriles?
Il rappresentante cubano
nella Commissione sui Diritti Umani definisce questo organismo
Ginevra, 14 aprile 2005
"Gli Stati Uniti hanno dovuto gettare la maschera ed assumersi direttamente la vergognosa responsabilità di presentare una relazione contro Cuba, non avendo trovato nessuno che lo facesse al loro posto" ha messo in risalto giovedì Juan Antonio Fernández, rappresentante di Cuba nel 61° ciclo di sessioni della cosiddetta Commissione sui Diritti Umani che ha sede nella città svizzera di Ginevra.
Il diplomatico cubano ha segnalato che quel che stava avvenendo era credibile soltanto perché stiamo parlando della commissione della menzogna e dell’ipocrisia, dove il maggiore e più contumace violatore dei diritti umani nel mondo ha presentato una relazionucola che non dice niente ma che permette di puntare il dito contro Cuba. "E’ penoso", ha aggiunto, "il triste ruolo dei suoi complici, come la zoppicante Unione Europea, incapace di articolare una politica indipendente dal suo potente alleato e che adesso si sta servendo anche di ex paesi socialisti, passati da un’orbita satellitare al SATELLITARISMO globale.
Juan Antonio ha messo in risalto il sostegno riscosso da Cuba tra i popoli e gli intellettuali, come prova del quale ha menzionato il documento "Fermiamo una nuova manovra contro Cuba", firmato da più di 4000 prestigiose personalità, compresi sei premi Nobel.
"Quali titoli morali può avere per condannare Cuba", si è chiesto, "il paese che sta ospitando nel suo territorio il pericoloso Luis Posada Carriles, mentre sottopone a crudeli condizioni di carcerazione i Cinque Giovani cubani combattenti contro il terrorismo?"
"Cuba non si stancherà di lottare", ha affermato, "non si arrenderà. Non farà mai concessioni. Non tacerà mai, nemmeno in questa Commissione di potenti, dove ripugnano tanta ipocrisia, paure e complicità. Saremo sempre al fianco di coloro che non si rassegnano, che scommettono sul valore delle idee e dei principi, che non rinunciano al sogno di conquistare tutta la giustizia per tutti in un mondo migliore".
Grazie alle complicità ed alle pressioni, minacce, ricatti e corruzioni di ogni tipo, la risoluzione presentata dall’Amministrazione yankee contro Cuba è stata approvata da Germania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Canada, Corea del Sud, Costa Rica, USA, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Guatemala, Honduras, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Romania ed Ucraina, 21 voti in totale.
Dei 32 paesi restanti hanno votato contro Cina, Congo, Cuba, Egitto, Eritrea, Etiopia, Guinea, India, Indonesia, Kenya, Malaysia, Nigeria, Qatar, Russia, Sudafrica, Sudan e Zimbabwe; mentre si sono astenuti Argentina, Bhutan, Brasile, Burkina Faso, Ecuador, Gabon, Mauritania, Nepal, Pakistan, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Sri Lanka, Swaziland e Togo.
PRIMI SOSTEGNI INTERNAZIONALI A CUBA
Prensa Latina ha reso noto che Il Centro per l’Azione Legale sui Diritti Umani (CALDH) del Guatemala ha considerato inaccettabile che, in conseguenza delle pressioni economiche degli Stati Uniti, il Governo guatemalteco abbia sostenuto all’ONU una risoluzione contro Cuba.
Anche il partito d’opposizione Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca (URNG), ha indicato in un comunicato che la votazione del Governo del Guatemala a favore della risoluzione anticubana lo ha privato di "una straordinaria opportunità" per porre fine alla sua sottomissione a Washington.
Da La Paz, PL ha reso noto che il leader del Movimento al Socialismo (MAS) boliviano, Evo Morales, ha respinto la condanna a Cuba e ne ha denunciata l’imposizione da parte degli USA che, loro si, meritano di venire condannati per la loro flagrante violazione dei diritti umani, soprattutto in Iraq.
Il leader indigeno boliviano Felipe Quispe ha considerato che la risoluzione anticubana serve alla politica statunitense di ostilità contro l’Isola e che i paesi che l’hanno sostenuta sono stati manovrati da Washington, che pretende di liquidare Cuba perché è un paese socialista.
RISOLUZIONI CONTRO IL SUD
Sempre PL ha reso noto che la Commissione sui Diritti Umani ha adottato altre risoluzioni contro paesi del Terzo Mondo come la Birmania e la Repubblica Popolare Democratica di Corea, nonché contro la Bielorussia, promosse dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
In cambio, quello di Washington è l’unico voto contrario ad
una risoluzione di condanna delle azioni repressive di Israele contro i
palestinesi e si è aggiunto a quelli dell’Unione Europea, Giappone ed Australia
contro un’altra, proposta dalla Libia, sulle esecuzioni extragiudiziarie
perpetrate dallo stesso Israele.