PARLANDO CON IL DIRETTORE DEI TEMI MULTILATERALI DEL MINISTERO DEGLI ESTERI
L'immenso prestigio di Cuba nella
Commissione dei Diritti Umani
I commenti sull'inserimento dell'Isola nel Gruppo sulle Situazioni.
Il 61 Periodo sarà la prova del fuoco per la CDH.
M. CASTAÑEDA 22/02/05
Il Gruppo Latino - Americano e dei Caraibi nella Commissione dei Diritti Umani (CDH) dell'ONU, ha riconosciuto all'unanimità l'immenso prestigio di Cuba dopo un decennio di lavoro dell'Isola in questa entità.
Juan Antonio Fernandez ha reiterato l’importanza del Gruppo delle Situazioni, che precede d'immediato la Commissione dei Diritti Umani.
La notizia ha fatto scorrere l'inchiostro dei mezzi di comunicazione controllati dai centri del potere e i commenti si sono succeduti protestando per la presenza cubana in questo Gruppo.
Perché una reazione così forte?
La ragione l’ha spiegata a Granma Internacional un giovane diplomatico cubano, le cui risposte fluide, agili e incisive, come capo della delegazione nei Periodi 59 e 60 della CDH, sono state molto apprezzate.
Si tratta di Juan Antonio Fernandez, direttore dei Temi Multilaterali del MINREX.
G.I.: - Che cos'é il Gruppo delle Situazioni? -
J.A.F.: - Il Gruppo delle Situazioni é un elemento nel procedimento confidenziale della CHD, per conoscere le denunce d' individui, gruppi o organizzazioni in relazione a presunte violazioni.
Precede la denuncia alla Commissione. Precede questo Gruppo quello delle Comunicazioni, dove Cuba é presente con l'esperto Miguel Alfonso Martin -
G.I. : - Quali sono le sue funzioni? -
J.A.F. : - Il Gruppo delle Situazioni viene a conoscenza delle raccomandazioni del primo Gruppo delle Comunicazioni, le analizza, le considera ed ha poi varie opzioni: lasciarle pendenti per cercare altre informazioni o rimetterle alla Commissione. A loro volta gli elementi da seguire per le analisi sono vari .
Si deve dimostrare un quadro di violazioni gravi, di massa e continuate contro i diritti umani. Non sono denunce isolate che formano una situazione che si possa considerare grave, massiccia e sistematica.
Il Gruppo prende le sue decisioni e rimette le considerazioni alla CDH che, nel periodo ordinario che sta per cominciare, dal 14 marzo al 21 aprile, dedica due sessioni per seguire le raccomandazioni e decidere. Il Gruppo delle Situazioni ha molta importanza perché é la porta d'ingresso alla CDH.-
G.I.: - Chi sono i membri che la formano? -
J.A.F.: - E'formata da cinque paesi, uno per ogni gruppo regionale. Erano già stati eletti quattro paesi tra la fine del 2004 e il principio del 2005; il gruppo africano ha scelto lo Zimbabwe; l'Europa occidentale e altri stati l'Olanda; l'Europa orientale l'Ungheria; Asia e Oceania l'Arabia Saudita. Mancava solo l'elezione del gruppo latino americano. La nostra candidatura era stata presentata un anno fa e si aspettava solo la decisione del Gruppo Latino Americano e dei Caraibi che aveva un pò di ritardo non esente da manovre semi occulte della quali siamo poi venuti a conoscenza, da parte di alcune potenze estranee alla regione, che avevano interesse a non far eleggere Cuba.
Finalmente il Gruppo Latino - Americano ha deciso all'unanimità, due settimane fa su proposta dell'Argentina, coordinatrice del gruppo. La candidatura di Cuba é stata approvata e si é completata l'elezione.-
G.I.: - L'elezione ha provocato diverse reazioni, ce le commenta? -
J.A.F.: - Dopo l'elezione di Cuba abbiamo letto nella stampa controllata dai grandi centri di potere, con varie dichiarazioni di certe organizzazioni che si chiamano non governative ma che così non sono, anzi, sono una chiara facciata della CIA, e mi riferisco esattamente a RSF (Reporters senza Frontiere e Human Right Watch) includendo il portavoce del dipartimento di stato nordamericano, che hanno espresso critiche assurde e frasi insultanti sulla partecipazione di Cuba e dello Zimbabwe nella CDH.
Cuba parla con voce personale e credo che la cosa più importante nella nostra elezione sia il riconoscimento del ruolo e del prestigio dell'Isola nella Commissione come il fatto che parliamo con voce propria, con assoluta indipendenza e libertà e che la nostra presenza nella CDH per un decennio è stata il risultato di una posizione sempre verticale di difesa delle cause più giuste che questa Commissione considera; e di condanna, questo sì, dell'immensa politicizzazione della doppia facciata e dell'ipocrisia che segna il lavoro della CDH.
Dagli anni 90 sino ad oggi la CDH ha mostrato una forte e crescente carenza di credibilità, riconosciuta da tutti, credo.
Le migliaia di denunce per le torture a Guantanamo e ad Abu Ghraib.
Non sono fortuite tutte queste critiche e preoccupazioni. Nel passato, quando i grandi centri di potere, i paesi occidentali e gli USA potevano manipolare con maggior facilità tutti questi meccanismi, quando il Gruppo delle Situazioni si dedicava unicamente a realizzare raccomandazioni su presunte violazioni dei diritti umani nei paesi del sud, sempre, come Cuba, condannati nella CDH, nessuno si preoccupava per niente, ma poi le cose sono cambiate e il Gruppo oggi si presenta con centinaia e anche migliaia di denunce su quello che accade e viene visto da tutta l'opinione pubblica mondiale!
Con le gravissime violazioni dei diritti umani che si commettono in quel che il Comandante (il Presidente Fidel Castro) ha definito un centro internazionale di torture, nella base navale illegale di Guantanamo, in territorio cubano, le aberranti pratiche di tortura e i maltrattamenti nelle prigioni di Abu Ghraib, nell'Iraq occupato.
Sono giunte anche centinaia di denunce per la difesa dei nostri Cinque Eroi da ogni parte del mondo, perché é una causa che interessa molti numerosi settori e i gruppi di solidarietà mondiale con Cuba.
Il Gruppo ha denunciato numerose violazioni dei diritti umani nei paesi industrializzati, associate al razzismo, all'odio xenofobo crescente nel mondo sviluppato, alla politica contro l'immigrazione che lacera i diritti umani e la discriminazione contro le minoranze e i popoli indigeni.
Adesso sono preoccupati.
Sono preoccupati per la presenza di Cuba in questo Gruppo delle Situazioni, perché chi deve stare sul banco degli accusati sono loro e poi vedremo il risultato finale delle denunce, chi a favore e chi contro. -
IL PRESTIGIO DI CUBA NELLA CDH
G.I.: - Cuba é prestigiosa nella CDH. Che cosa si dice a proposito? -
J.A.F.: - Che non é un paese condannato, ma che abbiamo un enorme prestigio, non come gli USA che sono stati espulsi dalla Commissione e poi hanno avuto lo scanno in regalo per non venire sottoposti a votazione... noi siamo sempre stati eletti.-
G.I.: - Come si presenta questo 61 periodo di sessioni della CDH? -
J.A.F.: - Si tratta di un periodo molto complesso. La CDH sta vivendo una grave crisi d'identità e credibilità per l'ipocrisia e la doppia facciata con la quale ha attuato. Cuba lo ha denunciato negli ultimi 15 anni e sembra che questo sia giunto a orecchie ben ricettive.
Nella relazione inviata al Segretario Generale della ONU dal Gruppo di Alto Livello sulle minacce, le sfide e i cambiamenti, si dice a proposito della CDH: Negli ultimi anni una minor credibilità e una minore professionalità si sono fatte notare, sottolineando la mancanza di capacità della CDH nel disimpegnare le sue funzioni...
La Commissione non può essere credibile se si considera che applica diverse misure trattando questioni di diritti umani! Se mancassero prove sulla caduta della CDH eccone una.
LA PROVA DEL FUOCO PER LA CDH
Questo periodo sarà la prova del fuoco per la CDH e si vedrà come si può avanzare nella rettificazione smettendola con le condanne selettive. Nello scorso periodo per esempio, non si riuscì nemmeno a riunirsi per dibattere sull'aggressione in Iraq!
Il progetto di Cuba sulla situazione dei prigionieri di Guantanamo resta pendente e le torture sono sistematiche...-
G.I.: - Ci può anticipare come parteciperà Cuba? -
J.A.F.: - Siamo pronti ad affrontare di nuovo le manovre contro la nostra Isola e siamo pronti a difendere la verità. Presenteremo distinti progetti sul diritto all'alimentazione, contro il debito estero, di condanna per l'uso dei mercenari, per il diritto alla pace e la denuncia permanente sulla situazione dei Cinque Eroi detenuti negli Stati Uniti.