22/03/2005
tratto da www.radiocittaperta.it
su Cuba manipolati dai
media
Il rapporto di Amnesty Internacional evidenzia come la
situazione dei diritti umani a Cuba sia utilizzata a fini politici dai media e
dal governo statunitense che invece fingono di ignorare tanto Guantanamo come la
situazione cinese. Mentre a Ginevra sarà presentata una risoluzione contro Cuba,
nessuna risoluzione sarà presentata contro la Cina, né, ovviamente, contro gli
Stati Uniti.
di Gennaro Carotenuto
Amnesty Internacional merita il massimo rispetto. L'Ambasciata
statunitense
all'Avana ne merita ben poco. Per una volta però i dati tra questi due enti
coincidono quasi perfettamente. A Cuba ci sarebbero 75 prigionieri politici
secondo l'Ambasciata e 71 prigionieri politici secondo Amnesty Internacional.
Anche un solo prigioniero d'opinione è troppo, ma a questa cifra vanno sottratte
alcune decine di unità. Sono le persone arrestate e condannate perché in
processi alla luce del sole è stato dimostrato che queste sono state iscritte a
libro paga dell'Ambasciata. L'Ambasciata stessa ammette pubblicamente di
distribuire almeno 2 milioni di dollari statunitensi al mese ai "dissidenti". E
se ne vanta esercitando il potere di corruzione che i ricchi sanno di detenere
nei confronti dei poveri. Questi ricevono stipendi medi di 2000 dollari in un
paese dove un primario d'ospedale prende 30 dollari al mese. Chiunque in Italia
o negli Stati Uniti ricevesse, da un paese che si considera nemico del proprio,
dei fondi pari a 70 volte lo stipendio di un primario ospedaliero (in Italia in
proporzione farebbero un sontuoso appannaggio di circa 300.000 Euro al mese!)
sarebbe giudicato da un tribunale militare e condannato in Italia all'ergastolo
e negli Stati Uniti alla pena di morte per alto tradimento.
E' difficile sapere tra i 71 considerati prigionieri politici da Amnisty, quanti
siano i dissidenti veri e propri e quanti siano i traditori. Solo per comodità
supponiamo che siano la metà. Anche se Amnistia, giustamente, non può
permettersi di fare questa divisione, è politicamente corretto farla e i
traditori comunque non possono essere considerati prigionieri politici. E'
chiaro invece che proprio in questo modo viene oscurata il fatto che a Cuba
esiste una dissidenza che però non è disposta a farsi corrompere dal governo
degli Stati Uniti, che quindi a questo non interessa e che per questo paga un
prezzo due volte più alto.
A Cuba
restano
quindi 30-40 persone la detenzione delle quali è intollerabile.
Il rapporto di Amnesty Internacional denuncia che almeno
una persona sia stata malmenata in carcere e ne cita il nome. Questo è
preoccupante e disgusta ed è giusto chiedere conto di questo ai responsabili
cubani. Ma contemporaneamente
non ci può non sorprendere il vero chiasso che si fa sulla situazione dei
diritti umani a Cuba rispetto al resto del mondo.
Una persona detenuta malmenata è una persona malmenata di troppo. Ma per quanti
altri paesi Amnesty Internacional trova spazio per citare nomi e cognomi delle
persone malmenate? In quanti paesi le persone malmenate, torturate, assassinate
sono così tante da essere impossibile citarle?
Quante persone sono state malmenate nel 2004 nelle carceri italiane? Una,
nessuna, centomila?
Continuando a leggere il rapporto di Amnesty, nella breve paginetta che lo
compone, questo trova spazio per esprimere preoccupazione per il fatto che non a
tutti questi detenuti sia 'sempre' garantito il cambio delle lenzuola.
Anche questo dispiace, ma è possibile che nel mondo si organizzino fiaccolate
per il cambio regolare delle lenzuola dei detenuti a Cuba?
E' intollerabile la presenza di detenuti politici, fosse anche uno, nelle
carceri cubane. Amnesty Internacional fa correttamente il proprio lavoro
denunciandolo. Ma a chiunque è intellettualmente onesto appare chiaro che, in un
mondo dove la tortura, la detenzione per motivi politici, la sparizione di
persone, sono pane quotidiano, il caso cubano sia di modestissima e marginale
entità.
Ma, rispetto a questi dati numerici, di fronte all'entità di queste violazioni,
i media di tutto il mondo, in maniera per nulla innocente, sovraespongono i dati
cubani travisandoli e facendo apparire Cuba per un arcipelago Gulag che esiste
solo nella mente degli uffici disinformazione del Dipartimento di Stato
statunitense.
A 46 anni dalla caduta della sanguinaria dittatura filostatunitense di Fulgencio
Batista, a Cuba non è mai stato violato l'Habeas Corpus di nessun detenuto. E'
l'unico paese del continente - forse insieme al Canada - e tra i pochissimi al
mondo, dove mai, mai è sparita una persona, libera o incarcerata, per motivi
politici. E' l'unico paese dove mai è stato assassinato un giornalista. E'
l'unico paese dove non è mai stato assassinato un sindacalista. Questo nel
continente dove le dittature fondomonetariste hanno nel frattempo creato tra
500.000 e un milione di desaparecidos. Fino ad un milione di persone sono
sparite nel nulla solo nel continente americano per motivi politici e
praticamente tutte sono state fatte sparire da regimi filostatunitensi. A Cuba,
Amnesty Internacional non denuncia e non ha mai denunciato l'uso della
tortura. Giova ricordare, perché le parole sono importanti, che i maltrattamenti
pur condannabili, sono incomparabili alla tortura. Né alla sparizione di
persone.
Giova inoltre ricordare che esiste un solo luogo a Cuba dove si tortura
quotidianamente, dove l'Habeas Corpus dei detenuti non è rispettato, dove nessun
trattato internazionale è rispettato. E questo luogo è la base militare illegale
statunitense di Guantanamo. Qui sono contenute in condizioni inumane e
degradanti 600 persone alle quali in oltre tre anni non è stato garantito alcun
rispetto dei loro diritti.
In questi giorni a Ginevra, come tutti gli anni, viene fatta presentare una
risoluzione di condanna contro Cuba per violazioni dei diritti umani. Viene
fatta presentare da un paese amico degli Stati Uniti a rotazione.
Quest'anno dovrebbe toccar ad uno dei paesi della nuova Europa di Donald
Rumsfeld, probabilmente la Repubblica Ceca. Contemporaneamente gli Stati Uniti
hanno già comunicato che non sono interessati alla presentazione di alcuna
risoluzione analoga contro la Cina, un paese dove i prigionieri politici sono
decine di migliaia, si tortura a man salva e si calcolano tra le 2 e le 10.000 le
condanne a morte eseguite ogni anno. Le violazioni cubane sono intollerabili,
quelle cinesi ci lasciano indifferenti, afferma così il governo di George W
Bush.
Basta ciò per confermare come gli Stati Uniti, il paese del Piano Condor e di
Abu Grahib, non abbiano alcuna autorità morale per parlare di democrazia e di
rispetto dei diritti umani. Conferma, una volta di più, che il controllo dei
mezzi di comunicazione di massa da parte di 8-10 gruppi multinazionali, tutti
interni alla logica neoliberale, e per i quali l'anomalia cubana è
intollerabile, sia uno dei problemi più gravi del pianeta. In questi giorni
tutti i giornali del mondo sono obbligati, è giusto visto che è notizia, a
scrivere della situazione dei diritti umani a Cuba. Il titolo risulta essere
sempre mille volte più roboante del testo..
Dalla FOX alla CNN, giù giù fino al TG2, riuscire a manipolare le informazioni
fino a far passare che il caso di una persona malmenata a Cuba sia più grave di
migliaia di condanne a morte eseguite in Cina, è francamente l'opera di grandi
artisti della disinformatia.
Su temi correlati vedi Dal Piano Condor ad Abu Grahib - Tutto conosciuto, tutto
già visto -
http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?id=90
di Gennaro Carotenuto