La CNN e
“l’anticastrista”
I. O. Rugeles 22 ottobre 2005
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Affermiamo
che ci sentiamo obbligati, come accade a tutti i venezuelani, a vedere i suoi
programmi informativi perché sfortunatamente - in questa America Latina
manchiamo, per ora, visto che presto ci sarà
TELESUR - di un'emittente televisiva
che parli per i propri popoli e che sia vera, onesta e che non manipoli o tagli
l’informazione con l’unico obiettivo di confondere ed ingannare l’utenza.
In questi giorni, davanti al caso di Luis Posada Carriles, ci ha estremamente
disturbato - e abbiamo sentito che lo stesso accadeva a molta altra gente, tanto
nell’ambito lavorativo e professionale come nella comunità - che la CNN quando
dà informazioni, nei suoi notiziari, su questo personaggio (particolarmente
abbiamo ascoltato quelli condotti da Patricia Janiot e Daniel Vioto) lo
qualifica di “anticastrista” e si cura molto di non utilizzare il nominativo che
gli va a pennello, quello di “terrorista”.
Domandiamo a questa catena dei media, una della maggiore del mondo: perché, per
esempio, quando trasmette notizie o informazione su Bin Laden o Musad Zarqawi,
non li chiamano “antibushisti”?
In tutta questa faccenda per quale fine si truccano gli avvenimenti nei quali
questo personaggio è stato un attore? E’ per caso con lo scopo di cambiare, a
Posada Carriles, la sua condizione di confesso e contumace assassino e
torturatore - almeno durante gli ultimi quarantacinque anni, in tutto il nostro
Continente come agente coperto della CIA - con quella di un coraggioso
“patriota” che lotta per la libertà di Cuba?
E’ necessario avere molto presente che questo soggetto non solo ha pianificato e
organizzato l'esplosione dell’aereo DC8 della
Cubana de Aviación nel 1976, con 73 passeggeri a bordo, il che lo qualifica già
come uno dei più atroci sanguinari che l’umanità abbia partorito, ma che
ha compiuto innumerevoli attività, ugualmente criminose, al servizio della CIA,
che includono, tra altri fatti abominevoli:
^ il collocamento, alla fine della decade degli anni 90, di bombe in diversi posti turistici di Cuba, con saldo di morti, feriti e importanti danni materiali;
^ l’assassinio di diplomatici cubani presso l’ONU;
^ il mostruoso crimine dell’assassinio dell'ex-cancelliere cileno Orlando Letelier e quello della sua segretaria in una strada del centro della capitale nordamericana con lo scoppio di una bomba collocata nella sua automobile;
^ l’assassinio e la tortura di centinaia di carcerati politici venezuelani quando, senza perdere i propri nessi con la CIA, esercitò le funzioni di Jefe de Operaciones y Prevención de la DISIP, durante i governi di Rafael Caldera e Carlos Andrés Pérez (1.967/74) ;
^ il ruolo
che ha giocato in America centrale, come figura portante, nella tortura ed
assassinio di patrioti salvadoregni e, allo stesso tempo, addestratore e
fornitore di armi alla Contra nicaraguese negli sforzi di Washington per
distruggere la rivoluzione sandinista.
In effetti, il prontuario criminoso di Posada Carriles è enorme e il
governo di Bush lo sa; contemporaneamente è stato uno degli agenti speciali con
maggiori “meriti” del massimo organismo della sicurezza degli Stati Uniti, la
CIA, poiché ha compiuto con successo le missioni che gli furono assegnate. Chi
dirigeva questo corpo quando fu minatol’aereo della Cubana, così come
l’assassinio di Letelier e della sua segretaria, era Bush padre.
D’altra parte, secondo documenti che circolano nella rete, la persona che
ha organizzato la fuga di Posada del carcere di San Juan de los Morros e lo ha
condotto in Honduras per incorporarlo negli sforzi, che da questo paese, si
articolavano in favore della Contra per far cadere il governo Sandinista, è
l’agente della CIA Félix Rodríguez Mendigutía, che é stato suo compagno nella
guerra del Vietnam.
Inoltre questo Rodríguez é stato uno dei funzionari dell’Agenzia che godeva della maggiore fiducia del vecchio Bush e, d’allora, professano una grande amicizia.
E’ rilevante aggiungere che questo soggetto é
stato colui che, il 9 ottobre 1973, nella scuola del villaggio de La Higuera,
ordinò di sparare, sotto il collo in modo che sembrasse una ferita in
combattimento, al Che Guevara. Di ciò rimane, alla storia, la testimonianza del
corrispondente del The Guardian, l’inglese Richard Gott, che scrisse che
all’arrivo del corpo del Che a Vallegrande, l’operazione fu lasciata nelle mani
di un uomo in divisa, la cui descrizione corrisponde a Félix Rodríguez.
Per tali ragioni sosteniamo la tesi che, davanti ad una straordinaria pressione
nazionale e internazionale, in favore dell'estradizione di Posada in Venezuela,
non è scartabile che il governo nordamericano opti per “suicidarlo”, unica
formula, di sicuro successo, che garantisca, che questo personaggio, non
sciolga mai la lingua.