Il Governo venezuelano contro

i tentativi di destabilizzazione

 

 

Caracas, 9 nov. (PL). - Il Governo venezuelano applicherà tutto il peso della legge contro coloro che tenteranno di destabilizzare il paese, ha avvertito mercoledì il vicepresidente José Vicente Rangel.

 

Durante un omaggio al Procuratore Generale Danilo Anderson, assassinato un anno fa, Rangel ha denunciato che stanno continuando i piani di violenza dei sostenitori dell’opposizione. Anderson è morto il 18 novembre 2004, quando una bomba è scoppiata nel veicolo sul quale viaggiava. Coloro che lo hanno assassinato sono gli stessi che hanno partecipato al colpo di Stato dell’aprile 2002, al sabotaggio petrolifero e alla collocazione di bombe nelle ambasciate di questa capitale, ha affermato.

 

Rangel ha sostenuto che, prima della morte del magistrato, questi settori hanno lanciato una campagna mediatica contro di lui, perchè stava indagando sui partecipanti alla rivolta contro il presidente Hugo Chávez.

 

Il Vicepresidente ha sottolineato che perfino dopo l’assassinio, Anderson è stato calunniato e diffamato per tentare di screditare il suo lavoro.

 

Dobbiamo abbattere il fascismo e gli avventurieri. La disgiuntiva è chiara: da una parte coloro che pretendono di ignorare la Costituzione e le leggi e dall’altra coloro che le accettano, ha detto. Rangel ha difeso l’indagine sul caso, a carico della Procura. Sono iniziati il processo e gli arresti, ha aggiunto e i grandi mass-media privati stanno lanciando una campagna di discredito.

 

Il Procuratore Generale della Repubblica Isaías Rodríguez ha sottolineato che nel passato la giustizia in Venezuela era un privilegio delle elìtes.

 

Finora sono stati accusati come autori materiali del crimine i fratelli Rolando e Otoniel Guevara, il loro cugino Juan Bautista Guevara, Johan Peña e Pedro Lander. I primi tre sono in prigione e gli altri due si trovano negli Stati Uniti, le cui autorità non si sono ancora pronunciate sulla richiesta d’estradizione presentata da Caracas.

 

La Procura ritiene presunti autori materiali la giornalista Patricia Poleo, l’imprenditore Nelson Mezerhane, il generale ritirato Eugenio Añez e l’avvocato d’origine cubana Salvador Romaní.

 

Rodríguez ha rivelato questo fine settimana che anche il capo del Comando Regionale numero uno, generale Jaime Escalante, si trova sotto indagine per il caso.