CONDANNATI GLI ASSASSINI DEL MAGISTRATO CHE INDAGAVA SUL
GOLPE DEL 2002
CHIESTA
L'ESTRADIZIONE DAGLI USA PER ALTRI DUE COINVOLTI
22.12.
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Il giudice
Luis Cabrera del tribunale penale di Caracas ha condannato ad alte pene
detentive tre imputati accusati di aver assassinato il 18 novembre 2004 il
pubblico ministero Danilo Anderson, che stava indagando sul tentato colpo di
tato dell’11 aprile 2002.
I tre uomini - accusati di aver posizionato sotto la vettura di Anderson cariche esplosive la cui deflagrazione ferì il magistrato, morto carbonizzato nell’incendio della sua stessa automobile - sono Juan Guevara, condannato a 30 anni di reclusione, e i suoi cugini Rolando e Otoniel (27 anni di prigione per entrambi), tutti ex-dirigenti della polizia di sicurezza venezuelana (Disip) negli anni precedenti all’elezione di Hugo Chávez.
Sono tuttora sotto processo, invece, i presunti mandanti dell’omicidio, un gruppo di esponenti dell’opposizione venezuelana tra cui la giornalista Patricia Poleo, al momento transfuga, l’ex-generale golpista Eugenio Añez, il banchiere Nelson Mezerhane e Salvador Romaní, figlio dell’omonimo capo anticastrista cubano. Gli ultimi due hanno ottenuto ieri il beneficio della libertà condizionata.
Danilo Anderson stava indagando, al momento del suo omicidio, su circa 300 persone considerate coinvolte nel tentativo di golpe dell’aprile 2002; secondo la procura, l’omicidio del magistrato sarebbe stato pianificato in due riunioni di anti-chavisti svoltesi a Panama e a Miami, negli Stati Uniti, dove risiederebbero altri due presunti autori materiale dell’attentato contro il magistrato e per i quali le autorità venezuelane hanno sollecitato a quelle statunitensi l’estradizione.