L'ex direttore dell'FBI di Miami coinvolto nell'

assassinio del Pubblico Ministero Anderson

G.I. - J.G.ALLARD 29/11/05

 

Il Nuevo Herald di Miami ha rivelato nella sua edizione del 10 novembre scorso che, secondo “un testimone del Governo del Venezuela nell’ambito dell’indagine sulla morte del Procuratore Danilo Anderson”, l’ex direttore del FBI di Miami, Héctor Pesquera, che ordinò, organizzò e realizzò l’arresto di cinque cubani che trasformò in spie in un grande show mediatico, avrebbe partecipato a una riunione a Panama nella quale è stato pianificato l’assassinio dell’alto funzionario venezuelano.

 

Con questa informazione, il quotidiano di Miami ha confermato quanto pubblicato su GI in diverse opportunità dopo l’assassinio, che segnalava i legami di Pesquera con vari complici del crimine.

 

In un testo firmato dai giornalisti Gerardo Reyes e Casto Ocando, il Nuevo Herald ha precisato che questo testimone ha assicurato che “un direttore del FBI di cognome Pesquera e un funzionario della CIA, che ha identificato come Morrison, hanno partecipato a una riunione a Panama nella quale è stato pianificato l’assassinio del funzionario”.

 

Il quotidiano identifica questo “testimone chiave della Procura” come

 

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Giovani José Vásquez de Armas, un “medico colombiano militante delle Autodifese Unite della Colombia (AUC)” e sostiene che la riunione si è svolta “tra il 4 e il 6 settembre del 2003 a Darien, una provincia panamense confinante con la Colombia”.

 

Il Nuevo Herald indica poi che Héctor Pesquera, direttore della divisione di Miami del FBI fino al dicembre del 2003 e attualmente consulente dell’Ufficio dell’Ufficiale Giudiziario della contea Broward (BSO) per la sicurezza dei porti e degli aeroporti, si è rifiutato di commentare il tema attraverso l’intermediario di Elizabeth Calzadilla, portavoce del BSO.

 

Calzadilla ha detto al quotidiano che Pesquera “non sta facendo commenti su temi estranei al suo lavoro in BSO” anche se, come si sa, ha partecipato in passato a numerosi programmi radiotelevisivi attaccando Cuba e seduto accanto a cubano-americani legati al terrorismo contro l’Isola.

 

Il quotidiano sottolinea che, secondo Vásquez, hanno partecipato alla riunione Patricia Poleo come rappresentante del Movimento Libertà; Salvador Romaní, vecchio estremista cubano-venezuelano attualmente residente a Miami; gli ex poliziotti Rolando Guevara, Otoniel Guevara e Pedro Lander; l’attore Orlando Urdaneta e il capitano Luis García – legato al gruppo terrorista di Miami Comando F4 di Rodolfo Frometa, tollerato dall’FBI - e Israel Pincheski “come rappresentante dei banchieri”.

 

“Lì è stato discusso il piano, sostenuto dal FBI, dalla CIA e da alcuni presidenti di mezzi di comunicazione, per eliminare Chávez dal Governo. In quella riunione è stato detto che l’obiettivo finale era uccidere il presidente Chávez, il Procuratore e un famoso leader dell’opposizione chiamato Mendoza” ha dichiarato Vásquez secondo il quotidiano.

 

Ha anche precisato che la seconda riunione si è svolta a Miami e la terza a Maracaibo (Venezuela) il 3 o il 4 marzo in un appartamento delle AUC.

 

Il Procuratore Danilo Anderson è morto a Los Chaguaramos (Caracas) il 18 novembre 2004, quando la sua automobile è stata distrutta da una bomba composta da esplosivo C-4 e da una potente magnetite, un tipo di ordigno utilizzato in numerose occasioni dai terroristi cubano-americani.

 

Il 23 novembre la polizia venezuelana ha scoperto in casa della madre dell’avvocato Antonio López, uno dei cospiratori, un vero e proprio arsenale con 20 Kg di esplosivo C-4, una mina anticarro, vari fucili e un ordigno simile a quello utilizzato per assassinare il Procuratore Anderson.

 

Antonio López ha consegnato a Pedro Lander, formatosi anni fa nella DISIP, gli esplosivi con i quali ha fabbricato la bomba.

 

I fratelli Rolando e Otoniel Guevara sono stati catturati la notte del 26 novembre presso la città di Valencia da un commando della Guardia Nazionale. Alcuni giorni dopo, Juan Bautista Guevara è stato sorpreso in un motel di Acarigua con una rivoltella 9mm, una granata e 3.000 dollari.

 

Poco prima della sua morte, il Procuratore assassinato aveva citato circa 400 persone che avevano sostenuto il colpo di Stato capeggiato dall’imprenditore Pedro Carmona, attualmente rifugiato in Colombia.

 

Nel corso del 2004 GI ha pubblicato notizie segnalando che il 23 giugno 2001 gli uomini di Héctor Pesquera, noto per la sua complicità con la mafia cubano-americana di Miami, hanno arrestato in un centro commerciale di quella città José Guevara, un ex agente dei Servizi Segreti venezuelani.

 

Noto come attivista anti-Chávez, José Guevara stava cercando allora, assieme a suo cugino “Otoniel” Guevara di recuperare milioni di dollari ricattando l’ex capo dei Servizi Segreti peruviani, Vladimiro Montesinos, allora fuggiasco dalla giustizia del suo paese.

 

Nascosto nel quartiere 23 gennaio di Caracas, dove Oto Daniel “Otoniel” e José Guevara lo avevano portato, Montesinos tentava disperatamente tramite i suoi sequestratori di recuperare parte dei 38 milioni che aveva depositato in una banca delle Isole Cayman, la Pacific Industrial Bank.

 

Secondo la visione addolcita, riassunta e censurata che poi avrebbe dato Pesquera alla stampa di Miami Guevara, dopo tre ore di interrogatorio negli uffici del FBI a North Dade, è stato autorizzato a contattare i suoi complici a Caracas e presto si è messo d’accordo con Pesquera per consegnare Montesinos non alla polizia venezuelana, ma all’Ambasciata del Perù in quella città.

 

Stranamente, Pesquera ha dichiarato al Herald che Guevara “ha tradito” Montesinos e ha accettato di consegnarlo all’Ambasciata peruviana a Caracas.

 

Pesquera ha appoggiato l’operazione del ricattatore per consegnare la sua vittima, contattando il Governo peruviano senza avvertire quello del Venezuela.

 

La Direzione dei Servizi Segreti Militari (DIM) del Venezuela, venuta a conoscenza della presenza di Montesinos, ha frustrato i piani di Pesquera e di Guevara arrestando il peruviano per rimpatriarlo il giorno seguente.

 

Per ragioni ancora non chiarite, Pesquera non solo ha messo Guevara in libertà senza averlo accusato d’estorsione, ma gli ha anche concesso lo status di testimone di un crimine, cosa che gli ha permesso di rimanere negli USA... mentre tentava di riscuotere la ricompensa milionaria offerta dal Governo del Perù per la cattura di Montesinos.

 

Il 19 novembre 2001, il Nuevo Herald di Miami ha pubblicato un servizio di AFP intitolato Montesinos farà diventare ricco uno dei suoi sequestratori, dove viene segnalato che, tra gli altri, José Guevara Chacón continuava a reclamare da Miami la ricompensa offerta dal Governo peruviano.

 

Nel novembre del 2002 la parlamentare venezuelana Cilia Flores aveva dichiarato in un’intervista concessa al sito web europeo Voltaire che “Montesinos era stato ‘seminato’ in Venezuela dalla CIA”.

 

Secondo un articolo del giornalista venezuelano Gerardo Hernández, pubblicato da mesi sul quotidiano Panorama, dei 1,2 milioni di dollari che gli autori intellettuali dell’assassinio di Anderson hanno depositato a nome di José Guevara a Miami per compiere l’attentato terroristico avvenuto a Caracas, 600.000 sono andati nelle tasche di questo ex poliziotto dei Servizi Segreti venezuelani.

 

Il giornalista precisava che è stato possibile sapere “tramite una fonte di polizia legata al caso” che l’organizzazione diretta dal cugino di José Guevara, l’ex poliziotto Rolando Guevara, aveva già ricevuto per questo crimine la metà dei soldi. La cifra è stata depositata in un conto depositato in una banca di Weston, nel sud del Florida. Secondo l’indagine, José Guevara è servito da ponte per far arrivare un primo esborso di 600.000 dollari.

 

Vari agenti del Corpo delle Indagini Scientifiche, Penali e Criminali (CICPC) del Venezuela, hanno trovato nella casa di Rolando Guevara, situata nella zona residenziale Morichal del quartiere La Alameda “ricevute telefoniche, documenti inviati e ricevuti per fax, depositi bancari e documenti bancari”.

 

Vari testimoni assicurano di aver visto per tre giovedì consecutivi Juan Bautista Guevara all’Istituto Universitario della Polizia Scientifica (LUPOLC), dov’è avvenuto l’attentato. Ma non solo. Il giorno stesso dell’attentato il veicolo del sospettato si è schiantato contro la macchina di un funzionario della polizia che stava uscendo dalle lezioni.

 

Il vicepresidente del Venezuela José Vicente Rangel ha detto in diverse opportunità di sospettare che gli autori intellettuali facciano parte di un’organizzazione controllata da Miami.

 

Héctor Pesquera ha gestito per anni il piano d’impunità della Casa Bianca a favore dei gruppi terroristici di Miami.

 

Pesquera è lo stesso “SAC” (Special Agent in Charge) FBI di Miami che per mesi si presume non abbia sospettato della presenza a pochi chilometri dal suo ufficio di 14 dei 19 terroristi di Al Qaeda che stavano preparando gli attentati dell’11 settembre mentre egli perseguiva e arrestava cinque combattenti antiterroristi infiltrati in gruppi estremisti di Miami e organizzava il processo politico che ha portato alla loro condanna.

 

Portoricano di quelli che assimilano il potere federale nordamericano, questo ex capo del controspionaggio è stato capo del FBI a Puerto Rico e lì ha preparato la liberazione dei terroristi di Miami coinvolti nel caso dello yacht La Esperanza, catturati dalla Guardia Costiera mentre si stavano recando nell’Isola Margarita (Venezuela) per compiere un attentato contro il Presidente di Cuba.

 

Legato personalmente a capi terroristi di Miami come José Basulto e Horacio García, Pesquera conosce ogni particolare delle cospirazioni contro Cuba e il Venezuela architettate nella metropoli della Florida mentre egli dirigeva la Polizia Federale.