CUBA 2006:

Grandi anniversari e nuove idee
 


28/03/2006 di Marzio Castagnedi



Dal 1959 a Cuba ogni anno ha un suo nome proprio.

 

Il primo fu intitolato al trionfo della rivoluzione, poi venne quello della riforma agraria, poi l'anno della alfabetizzazione. Negli anni recenti si sono ricordati i 5 eroi prigionieri dell'impero e l'alternativa bolivariana per le Americhe.

 

Il 19 aprile prossimo si celebrano i 45 anni dalla vittoria di Playa Giròn, quando alla baia dei porci (mai nome fu più appropriato) i mercenari che tentarono lo sbarco a Cuba furono rovinosamente battuti in 72 ore. Oltre 1500 uomini perfettamente armati (e pagati dalla Cia),sbarcati da 4 navi e con la copertura di trenta cacciabombardieri tentarono l'invasione a playa Giròn e playa Larga cercando di formare una testa di ponte per poi chiamare alla controrivoluzione e un intervento militare totale dall'estero(gli Usa). Ma i miliziani cubani guidati da Fidel Castro in persona fermarono gli invasori penetrati per 25 chilometri e li ricacciarono in mare. 450 fuggirono su una nave, 115 morirono in battaglia e gli quasi mille furono presi prigionieri. I cubani ebbero 135 caduti i cui nomi sono incisi in una stele davanti al bel museo di playa Larga ricco di molte foto, documenti e armi della battaglia.


Nel 2006 a Cuba, alla fine di novembre, si celebra anche la spedizione del Granma, la vecchia barca di 22 metri sulla quale Castro e Ernesto Guevara e altri 80 ribelli tentarono l'"invasione" di Cuba dopo sette giorni di navigazione provenienti dal Messico. Fu un'impresa incredibile, memorabile e unica. Ottantadue uomini che in due anni di guerriglia batterono l'esercito batistiano forte di 40mila soldati, blindati e bombardieri forniti dagli Usa. Ma Fidel poté contare sull'appoggio della popolazione e la rivoluzione vinse all'inizio del 1959. Certo, ci saranno grandi feste a Cuba per questi due storici anniversari e il 2006 poteva essere intitolato a Playa Giròn, la prima sconfitta militare statunitense in America latina, o alla straordinaria e fondamentale impresa del Granma.

 

Invece il 2006 è stato intitolato, con realismo e spirito pragmatico, "l'anno della rivoluzione energetica in Cuba". Si è praticamente posto fine alla lunga stagione dei seri problemi energetici nell'isola dopo i due recenti anni difficili. Alle sette grandi centrali termoelettriche bisognose di frequenti manutenzioni, sono stati affiancati centinaia di gruppi elettrogeni che possono  entrare in funzione nelle ore di maggior consumo e di difficoltà impreviste. Nello scorso dicembre erano installati 154 gruppi elettrogeni nella provincia di Pinar del Rio e altre centinaia vengono piazzati in altre province in oriente come in quella di Holguin. Si è poi diffusa la produzione elettrica coi pannelli solari e gli impianti eolici. Sole e vento abbondano in Cuba, e vanno sfruttati adeguatamente per la produzione di energia pulita. Gia nei villaggi sulla Sierra Maestra da anni piccoli abitati e scuole di montagna sono alimentate dall'energia di batterie a pannelli solari. Recentemente Cuba ha anche acquistato dalla Cina 20 grandi locomotori ferroviari e oltre 1000 tra autobus e pullman.

 

Cuba, piccola e povera e sottoposta a vari e pesanti embarghi e blocchi economici, ha comunque raggiunto posizioni sociali preminenti nei Caraibi e in America latina. La più alta durata di vita media,76 anni,la più bassa mortalità infantile, inferiore al 6 per mille, alto tasso di scolarità e istruzione e assenza di qualsiasi lavoro minorile, notevole diffusione della cultura,stato sociale diffuso.

 

Cuba risponde con la sua battaglia di idee alle campagne mondiali di disinformazione e calunnie contro di essa.

 

Le idee, dice Fidel Castro, alla fine sono più forti degli embarghi dei blocchi e delle minacce esterne. Cuba resiste da oltre 15 anni alla sparizione dell'Urss e del campo socialista dell'Europa dell'est, e rilancia in America latina alleata e ispiratrice della grande avanzata a sinistra di tante nazioni del continente verso una più grande indipendenza politica ed economica.

 

Il dominio Usa sull'America latina è ormai storia di ieri.