Cinque accuse contro Ferro ma nessuna per terrorismo
22 maggio 2006 J.G.Allard
Robert Ferro, il cubano-americano arrestato in California e trovato in possesso di 1.571 mitragliatori, granate e fucili – la più grande quantità di armi sequestrate nella storia degli USA, secondo le stesse autorità federali – è stato formalmente imputato di cinque capi d’accusa per possesso illegale di armi, ha riportato il quotidiano californiano ‘The Los Angeles Times’ sabato 20 maggio.
Ma la Procura federale non ha formulato alcuna accusa di “cospirazione per commettere atti di terrorismo”, nonostante le confessioni del detenuto, che ha dichiarato agli investigatori che stava preparando un’azione contro Cuba.
Alcuni sospetti sono stati accusati negli ultimi tempi di fronte ai tribunali di “cospirazione per commettere atti di terrorismo” ma, scandalosamente, i procuratori federali di Bush non sono stati finora capaci di portare di fronte ai tribunali gli autori di atti di terrorismo contro Cuba, nè gli individui che predicano l’uso del terrore o sostengono il terrorismo contro l’Isola.
Ferro, ex ufficiale delle Forze Speciali dell’esercito statunitense, ha confessato di appartenere al gruppo terroristico Alpha 66.
Il sessantunenne Ferro è detenuto, senza possibilità di ottenere la libertà su cauzione, nel centro di detenzione di West Valley, situato a Rancho Cucamonga. Mercoledì dovrà nuovamente comparire di fronte alla Corte federale del Distretto di Riverside.
Diverse delle armi sequestrate erano possedute illegalmente. Ogni capo d’accusa implica una sentenza che può arrivare a 10 anni di carcere.
Il gruppo terroristico (tollerato) Alpha 66, ha negato da Miami che l’individuo appaia “nella lista dei suoi 50.000 membri” (sic). Ma l’avvocato dell’accusato, Wayne M. Rozemberg, ha segnalato in diverse occasioni alla stampa locale che il gruppo ha adottato questa posizione per proteggere la “segretezza” dell’organizzazione.
Il gruppo terroristico cubano-americano, che dispone di diversi uffici a Miami, ha al suo attivo un lungo curriculum di azioni criminali contro Cuba, anche in California dove dispone di un “rappresentante ufficiale”, Miguel Talleda.
Diversi noti terroristi di Miami, tra i quali René Cruz Cruz, Ernesto Díaz Rodríguez, Eusebio de Jesus Peñalver Mazorra, Angel Francisco D’Fana (o De Fana) Serrano, Jorge “Guiro” Barrego Amat, Alfredo Menocal, Frank Castro, Orlando Atienza, Rafael Rodríguez, Ramón Rodríguez e Guillermo Novo Sampol sono stati implicati in azioni terroristiche commesse nella costa ovest degli Stati Uniti.
Peñalver Mazorra, coinvolto anche in un complotto per uccidere il presidente venezuelano Hugo Chávez, è morto giovedì scorso a Miami all’età di 71 anni.
Lo stesso Ferro venne accusato all’inizio degli anni Novanta di dirigere un campo paramilitare situato in un allevamento di polli della località californiana di Pomona con lo scopo di “addestrare alcuni messicani all’invasione di Cuba”.
Ferro afferma questa volta categoricamente che Alpha 66 ha pagato le armi, stando ad un documento giudiziario depositato presso la corte.
Contemporaneamente all’incriminazione di Robert Ferro un tribunale della Florida ha annunciato che non esaminerà prima di luglio la causa del boss mafioso Santiago Álvarez e del suo socio Osvaldo Mitat, accusati del possesso di varie armi automatiche. Il loro amico e complice Luis Posada Carriles ha cambiato strategia e adesso si rifiuta di testimoniare di fronte al giudice federale Kohn.
Alpha 66, da dopo la morte del suo ex leader Nazario Sargen, è diretta dal sessantaseienne Ernesto Díaz Rodríguez, che continua a ripetere impunemente appelli all’uso della violenza contro Cuba, burlandosi clamorosamente delle leggi nordamericane e internazionali contro il terrorismo, senza che le autorità intervengano.
Diverse convenzioni internazionali proibiscono non solo di commettere atti di terrorismo e di cospirare per commetterli, ma anche di raccogliere fondi o risorse per la realizzazione di tali atti o per il semplice sostegno ad organizzazioni che vi sono dedite, a livello nazionale e internazionale, cosa che negli USA avviene impunemente ogni giorno, specialmente in Florida quando si tratta di Cuba.
Lo stesso presidente nordamericano ha inviato il 2 giugno 2005 ad Alpha 66 una lettera di ringraziamento per il suo “appoggio” ed ha invitato vari dei suoi membri a partecipare ad incontri alla Casa Bianca.
Nel frattempo, Cinque cubani che si infiltrarono in questi gruppi, ai quali il klan Bush ha dato copertura, permangono sequestrati in cinque diverse carceri in territorio nordamericano.
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