Sentenza compiacente per un altro terrorista anticubano

 

Robert Ferro, quello

 

dell'arsenale

 

 

 

29 agosto 2007 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

Mentre cinque cubani restano in prigione per essersi infiltrati nella rete terroristica alla quale appartiene Robert Ferro, il cubano americano della California arrestato con l'arsenale privato più grande mai sequestrato nella storia degli Stati Uniti, è stato condannato ad appena cinque anni, alcuni mesi ed una multa.

Ferro che al momento del suo arresto ha confessato di appartenere al gruppo terrorista di Miami
Alpha 66 e dichiarato di avere accumulato 1600 armi in vista di organizzare azioni terroristiche contro Cuba, oltre a dirsi non solo autorizzato, bensì guidato dalla CIA, ha ricevuto una condanna a 65 mesi di detenzione ed una multa di 75000 dollari dalla giudice Virginia A. Phillips, della corte del distretto di Upland.

Secondo gli osservatori, è sicuro che la condanna di Ferro sarà ridotta prima di compiersi, mentre la multa rappresenta un'elemosina per questo commerciante, padrone di proprietà milionarie.

Pronunciata nei giorni finali dell'estate, un momento dell'anno che favorisce il silenzio mediatico, la sentenza, scandalosa quando si confronta ai quattro ergastoli e 75 anni di prigione applicati ai cinque cubani, ha ricevuto poca attenzione da parte della stampa nordamericana.

Benché vari capi terroristi abbiano preteso ignorare Ferro, il delinquente è stato difeso dall'avvocato mafioso Arturo Hernández, di Miami; lo stesso difensore di
Luis Posada Carriles, Santiago Álvarez Fernández-Magriñá ed altri capoccia del cartello di Miami.
 


ACCORDO CON LA PROCURA
 


Ferro ha accettato di riconoscere la sua colpevolezza dopo avere
negoziato la sua situazione con lo stesso Dipartimento di Giustizia di Alberto Gonzales, il socio di Bush, forzato a dimettersi per avere esercitato pressioni politiche sui suoi pubblici ministeri.

Ferro si é dichiarato colpevole lo scorso 15 giugno dopo un accordo col Dipartimento di Giustizia di Bush e Gonzales.

L'accusa si é ristretta allora... a 17 armi ed una granata, invece dell'arsenale di 1571 mitragliatrici, pistole, granate e munizioni che le autorità federali hanno trovato nell'intercapedine delle pareti ed in un piano della magione di Ferro in Upland.

Le armi da guerra trovate, riconosciute come tale dai periti della polizia, sono state dichiarate "da collezione" dai pubblici ministeri federali, sottomessi alle orientazioni di Bush e dei suoi collaboratori.

Ferro ha ammesso la sua colpevolezza su un unico reato "possesso di armi per un reo di delitto grave" quando la Procura ha annunciato di consolidare in un solo carico i sette che pesavano su lui.

Il terrorista si trovava detenuto, dall'aprile 2006, nel Centro Metropolitano di Detenzione di Los Angeles. Neppure un giorno ha passato nelle celle di confino mentre i Cinque cubani che cercavano di fermare i piani terroristici contro il loro paese hanno pagato con 17 mesi di incarceramento in condizioni subumane nel chiamato "Buco".
 


E CHE FINE HANNO FATTO I "DOCUMENTI DELLA CIA"?
 


Riprendendo la causa di Ferro, l'avvocato mafioso Arturo Hernández, in un primo momento, ha sollecitato la consegna di vari documenti segreti della CIA. Robert Ferro ha sempre sostenuto di avere accumulato la sua "collezione" di armi da guerra con l'aiuto dell'Agenzia Centrale di Intelligence (CIA).

L'organo federale di intelligence non ha mai negato le pretese del terrorista che nel 1992 era stato accusato di dirigere un campo paramilitare in una fattoria di polli nella località di Pomona. Ferro contrattava allora dei mercenari come lavoratori agricoli messicani.

In quella occasione, le autorità trovarono, oltre ad armi, cinque libbre di C-4, un potente esplosivo militare utilizzato frequentemente nel passato in attacchi ed attentati contro Cuba.

Il membro di Alpha 66
allora fu  riconosciuto colpevole e condannato, con compiacenza, a due anni di prigione.

Dichiarazioni di Ferro
, quando l'arsenale venne catturato, dove afferma che preparava una "invasione" dell'Isola con la "benedizione" del governo USA erano stati ottenute dagli investigatori dell'Agenzia di Alcool, Tabacco, Armi ed Esplosivi.

In quel momento, questi ufficiali dissero avere trovato fucili Uzis ed AK-47 nel bagno della stanza principale. Precisarono che la maggioranza delle armi ora dichiarate "da collezione"... si trovava con pettini interi, aggiungendo che il campo di tiro nella cantina era stato utilizzato recentemente, "con armi munite di silenziatori affinché i vicini non sapessero".

Dal suo ultimo arresto, nonostante la chiamata crociata antiterrorista della Casa Bianca, a dispetto delle armi catturate, la sua auto proclamata appartenenza ad Alpha 66 e la sua carriera di violenza terroristica, il californiano non risulta accusato di terrorismo e neanche di cospirazione per commettere atti di questo tipo.

Richiama attenzione che i casi "sensibili" di terroristi cubano americani sono gestiti direttamente da Washington, dalla Sezione Antiterrorista del Dipartimento di Giustizia che, paradossalmente, si rifiuta di emettere contro mafioso alcuno, un'imputazione che abbia a che vedere col terrorismo.

Mentre avviene l'uscita di scena di Gonzales per pressioni esercitate su una Procura sottomessa ai capricci del regime bushista, mai, dagli anni ottanta, è stato tanto evidente il livello di corruzione che regna nell'apparato giudiziale nordamericano davanti al terrorismo contro Cuba, solo uguagliato dal livello di impunità per chi si identifica all'uso del terrore contro l'Isola.

Si ignora, ad ora, a che pressioni siano e sono sottoposti i pubblici ministeri incaricati tanto della causa di Ferro come di Posada Carriles e dei suoi accoliti.

Nel caso dei Cinque, è dimostrato che la Procura ha sempre agito con un odio ed un'aggressività che corrisponde ad intenzioni chiaramente politiche, dallo stesso momento del loro arresto.