"Mantenevamo Jorge informato di tutto, non era estraneo
a niente", ha dichiarato José Antonio "Toñín" Llama, riferendosi al defunto
capo della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), Jorge Mas Canosa,
in nuove dichiarazioni, fatte al corrispondente newyorkese di un giornale
spagnolo.
Fino al 1992, "la FNCA si dedicava sola all'intrigo (lobby), ma non
concludeva nulla", ha esposto Llama che ha ripetuto che il suo "gruppo
bellico" fu formalmente creato in una convenzione della FNCA.
Conversando con Idoya Noain, corrispondente del giornale catalano El
Periodico, a New York, Llama ha insistito per implicare Mas Canosa, il
fondatore onnipotente del gruppo, del quale fu il braccio destro fino alla
sua morte.
"Quando ci riunivamo con Mas Canosa egli diceva 'voglio che tu ti occupati
di questo, tu di quello.... Fai i piani e finanziali.' Io non gli dicevo mai
di no", rivela "Toñín" Llama.
Dalla sua creazione da parte di Jorge Mas Canosa, sotto orientazione
della CIA, la FNCA é stata utilizzata da tutte le amministrazioni
nordamericane come il suo interlocutore privilegiato nella comunità
cubano-americana, fino alla creazione di un gruppo rivale, il Consiglio per
la Libertà di Cuba, nel 2001.
"Il gruppo bellico fu scelto da Jorge. E quando si formò mi disse 'io voglio
che tuo stia lì' che porti a termine la prima operazione che la metta sulla
carta e che, tra tutti voi, la finanziate. Tutti dicemmo di sì", ricorda
Llama in questo articolo intitolato: "Tensione a Miami tra i detrattori del
regime de L'Avana".
Il giornale segnala come Llama cita nella
sua minaccia di domanda Francisco José Hernández, attuale presidente della
FNCA, Erelio Peña, Luis Prieto, Horacio García ed Elpidio Núñez.
"La passione della mia vita sarebbe stata ammazzare Fidel Castro" disse
Llamma, senza il minimo timore della giustizia nordamericana.
Llama ha dichiarato alcuni giorni fa, al libello miamense El Nuevo Herald,
che "il passato 19 luglio gli fecero visita, nella sua casa del sudovest di
Miami, due agenti di polizia che l'intervistarono sul caso "coi quali ebbe
una conversazione che si prolungò per due ore".
Secondo fonti della polizia ottenute dal giornale, l'interrogatorio di Llama
fu condotto da Omar Vega, agente speciale FBI, e Jorge L. González, della
Polizia di Miami. Ambedue appartengono al JTTF, "un gruppo composto da varie
agenzie federali, statali e locali sotto la supervisione dell' FBI".
Secondo le anteriori dichiarazioni di Llama, la FNCA acquisì, nel momento
dei fatti citati, un elicottero da carico, 10 aeroplani ultraleggeri con
comando a distanza, sette imbarcazioni ed abbondante materiale esplosivo con
l'obiettivo esplicito di realizzare azioni terroristiche contro Cuba. Quei
piani non poterono svilupparsi a causa dell'imprevista cattura, da parte
della Guardia costiera nordamericana, nel 1997, dello yacht La Speranza,
fatto per il quale proprio Llama fu accusato e dopo prosciolto, grazie alla
Procura ed all'FBI.
La Polizia Federale era allora comandata, in Portorico, dall'agente speciale
Héctor Pesquera, che
successivamente divenne capo dell' FBI di Miami e perseguito ossessivamente
gli
antiterroristi cubani
infiltrati nei
circoli estremisti di Miami.
UNA MANOVRA ISPIRATA DA MIAMI
Con un altro stratagemma, ben strano, il cui obiettivo è provocare la
conclusione immediata dei procedimenti contro
Robert
Ferro,
il cubano americano arrestato in California col più imponente arsenale
privato della storia degli USA, i suoi avvocati pretendono dimostrare che
l'ordine giudiziale sia stato emesso in maniera illegale.
Se la Corte ammette quella pretesa, afferma la stampa locale, questa
decisione provocherebbe immediatamente la fine del caso. Ferro ha ora come
consulente della sua squadra di difesa Arturo Hernández, un avvocato mafioso
di Miami che già rappresenta legalmente, con Eduardo Soto,
Santiago Álvarez ed Osvaldo
Mitat.
I
difensori di Ferro, che dice appartenere al gruppo terroristico
Alpha-66,
affermano che l'ordine fu emesso a
partire dalla testimonianza di un ex cognato di Frank Beltran, arrestato per
aver sparato contro la moglie ed un ufficiale di polizia.
In un tentativo, abbastanza strampalato, di liberare il loro cliente, gli
avvocati affermano che questo informatore fu anteriormente condannato, due
volte, per abusare sessualmente di bambini e che denunciando Ferro tentava
di salvarsi da una terza accusa criminale che lo avrebbe trasformato in
delinquente abituale.
RECLAMERANNO DOCUMENTI SEGRETI
Dentro questa manovra, destinata a spaventare la Procura federale, c'é
l'annuncio degli
avvocati del terrorista,
allo scopo di preparare la difesa, di
una mozione giudiziale con la richiesta della consegna di documenti
governativi segreti.
La mozione non precisa di che segreti di Stato si tratti. Ferro ha
dichiarato dal suo arresto che parte del suo pericoloso arsenale proveniva
proprio dal governo nordamericano, questo stesso governo che ha appena
emesso una versione aggiornata del suo piano di annessione di Cuba la cui
parte più importante è
SEGRETA.
Il caso Ferro assomiglia a quello di René Cruz Cruz, detenuto con suo
figlio, di uguale nome, il 16 dicembre 1995 per contrabbando di armi da
guerra non registrate destinate a realizzare atti violenti. Alcune settimane
più tardi, risultava libero da qualunque accusa per uno di quei "miracoli",
quando convengono, propri dell'apparato giudiziale nordamericano.
LA STAMPA SI PRESTA ALLA MANOVRA
Il caso Ferro, nonostante essere spettacolare per il numero di armi scoperte
e l'appartenenza confessa di Ferro ad Alpha 66, è stato seppellito dalla
"grande" stampa commerciale degli Stati Uniti: la sua precedente
comparizione per sollecitare l'uscita su cauzione non ottenne un centimetro
quadrato nel principale giornale californiano The Los Angeles Times.
Alcuni giorni fa, Ferro si presentò davanti al giudice, per richiedere la
sua liberazione su cauzione, qualcosa che in qualunque altro paese
sembrerebbe assurdo se si considera che fu arrestato — in piena "guerra"
contro il terrorismo — con 1571 mitragliatrici, granate e fucili.
In allegati depositati davanti alla Corte, gli avvocati del membro confesso
di Alpha 66 invocarono tutta una serie di pretesti per tirare fuori il loro
cliente dalla prigione... fino ad affermare che suo bisnonno fu "maggiore
generale" nell'esercito cubano ciò che non ha nessuno riscontro storico.
Tuttavia, i vincoli tra Ferro ed i capi di Alpha 66 continuano a trovar
conferme, mentre i legami tra la cupola del gruppo terroristico,
Luis Posada Carriles
e Santiago Álvarez
sono già ben documentati perfino negli archivi dell' FBI.
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