Llama insiste nelle sue denunce

Che cosa manca

ancora all'FBI?
 

17 agosto 2006 - J.G.Allard www.granma.cu

 

Omaggio alle vittime cubane del terrorismo

 

 

"Mantenevamo Jorge informato di tutto, non era estraneo a niente", ha dichiarato José Antonio "Toñín" Llama, riferendosi al defunto capo della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), Jorge Mas Canosa, in nuove dichiarazioni, fatte al corrispondente newyorkese di un giornale spagnolo.

Fino al 1992, "la FNCA si dedicava sola all'intrigo (lobby), ma non concludeva nulla", ha esposto Llama che ha ripetuto che il suo "gruppo bellico" fu formalmente creato in una convenzione della FNCA.

Conversando con Idoya Noain, corrispondente del giornale catalano El Periodico, a New York, Llama ha insistito per implicare Mas Canosa, il fondatore onnipotente del gruppo, del quale fu il braccio destro fino alla sua morte.

"Quando ci riunivamo con Mas Canosa egli diceva 'voglio che tu ti occupati di questo, tu di quello.... Fai i piani e finanziali.' Io non gli dicevo mai di no", rivela "Toñín" Llama.


i tre porcellini: Aznar, Canosa, LlamaDalla sua creazione da parte di Jorge Mas Canosa, sotto orientazione della CIA, la FNCA é stata utilizzata da tutte le amministrazioni nordamericane come il suo interlocutore privilegiato nella comunità cubano-americana, fino alla creazione di un gruppo rivale, il Consiglio per la Libertà di Cuba, nel 2001.

"Il gruppo bellico fu scelto da Jorge. E quando si formò mi disse 'io voglio che tuo stia lì' che porti a termine la prima operazione che la metta sulla carta e che, tra tutti voi, la finanziate. Tutti dicemmo di sì", ricorda Llama in questo articolo intitolato: "Tensione a Miami tra i detrattori del regime de L'Avana".

 

Il giornale segnala come Llama cita nella sua minaccia di domanda Francisco José Hernández, attuale presidente della FNCA, Erelio Peña, Luis Prieto, Horacio García ed Elpidio Núñez.

"La passione della mia vita sarebbe stata ammazzare Fidel Castro" disse Llamma, senza il minimo timore della giustizia nordamericana.

Llama ha dichiarato alcuni giorni fa, al libello miamense El Nuevo Herald, che "il passato 19 luglio gli fecero visita, nella sua casa del sudovest di Miami, due agenti di polizia che l'intervistarono sul caso "coi quali ebbe una conversazione che si prolungò per due ore".

Secondo fonti della polizia ottenute dal giornale, l'interrogatorio di Llama fu condotto da Omar Vega, agente speciale FBI, e Jorge L. González, della Polizia di Miami. Ambedue appartengono al JTTF, "un gruppo composto da varie agenzie federali, statali e locali sotto la supervisione dell' FBI".

Secondo le anteriori dichiarazioni di Llama, la FNCA acquisì, nel momento dei fatti citati, un elicottero da carico, 10 aeroplani ultraleggeri con comando a distanza, sette imbarcazioni ed abbondante materiale esplosivo con l'obiettivo esplicito di realizzare azioni terroristiche contro Cuba. Quei piani non poterono svilupparsi a causa dell'imprevista cattura, da parte della Guardia costiera nordamericana, nel 1997, dello yacht La Speranza, fatto per il quale proprio Llama fu accusato e dopo prosciolto, grazie alla Procura ed all'FBI.

La Polizia Federale era allora comandata, in Portorico, dall'agente speciale
Héctor Pesquera, che successivamente divenne capo dell' FBI di Miami e perseguito ossessivamente gli antiterroristi cubani infiltrati nei circoli estremisti di Miami.

 

 

UNA MANOVRA ISPIRATA DA MIAMI

 

 

Con un altro stratagemma, ben strano, il cui obiettivo è provocare la conclusione immediata dei procedimenti contro Robert Ferro, il cubano americano arrestato in California col più imponente arsenale privato della storia degli USA, i suoi avvocati pretendono dimostrare che l'ordine giudiziale sia stato emesso in maniera illegale.

Se la Corte ammette quella pretesa, afferma la stampa locale, questa decisione provocherebbe immediatamente la fine del caso. Ferro ha ora come consulente della sua squadra di difesa Arturo Hernández, un avvocato mafioso di Miami che già rappresenta legalmente, con Eduardo Soto,
Santiago Álvarez ed Osvaldo Mitat.

I difensori di Ferro, che dice appartenere al gruppo terroristico Alpha-66, affermano che l'ordine fu emesso a partire dalla testimonianza di un ex cognato di Frank Beltran, arrestato per aver sparato contro la moglie ed un ufficiale di polizia.

In un tentativo, abbastanza strampalato, di liberare il loro cliente, gli avvocati affermano che questo informatore fu anteriormente condannato, due volte, per abusare sessualmente di bambini e che denunciando Ferro tentava di salvarsi da una terza accusa criminale che lo avrebbe trasformato in delinquente abituale.

 

 

RECLAMERANNO DOCUMENTI SEGRETI
 


Dentro questa manovra, destinata a spaventare la Procura federale, c'é l'annuncio degli avvocati del terrorista, allo scopo di preparare la difesa, di una mozione giudiziale con la richiesta della consegna di documenti governativi segreti.

La mozione non precisa di che segreti di Stato si tratti. Ferro ha dichiarato dal suo arresto che parte del suo pericoloso arsenale proveniva proprio dal governo nordamericano, questo stesso governo che ha appena emesso una versione aggiornata del suo piano di annessione di Cuba la cui parte più importante è
SEGRETA.

Il caso Ferro assomiglia a quello di René Cruz Cruz, detenuto con suo figlio, di uguale nome, il 16 dicembre 1995 per contrabbando di armi da guerra non registrate destinate a realizzare atti violenti. Alcune settimane più tardi, risultava libero da qualunque accusa per uno di quei "miracoli", quando convengono, propri dell'apparato giudiziale nordamericano.

 

 

LA STAMPA SI PRESTA ALLA MANOVRA
 


Il caso Ferro, nonostante essere spettacolare per il numero di armi scoperte e l'appartenenza confessa di Ferro ad Alpha 66, è stato seppellito dalla "grande" stampa commerciale degli Stati Uniti: la sua precedente comparizione per sollecitare l'uscita su cauzione non ottenne un centimetro quadrato nel principale giornale californiano The Los Angeles Times.

Alcuni giorni fa, Ferro si presentò davanti al giudice, per richiedere la sua liberazione su cauzione, qualcosa che in qualunque altro paese sembrerebbe assurdo se si considera che fu arrestato — in piena "guerra" contro il terrorismo — con 1571 mitragliatrici, granate e fucili.

In allegati depositati davanti alla Corte, gli avvocati del membro confesso di Alpha 66 invocarono tutta una serie di pretesti per tirare fuori il loro cliente dalla prigione... fino ad affermare che suo bisnonno fu "maggiore generale" nell'esercito cubano ciò che non ha nessuno riscontro storico.

Tuttavia, i vincoli tra Ferro ed i capi di Alpha 66 continuano a trovar conferme, mentre i legami tra la cupola del gruppo terroristico,
Luis Posada Carriles e Santiago Álvarez sono già ben documentati perfino negli archivi dell' FBI.