16 settembre '06 - A.Musa

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Non vogliamo vendetta

 

chiediamo giustizia
 




L'indole terroristica dell'attuale Amministrazione degli Stati Uniti, la sua politica di protezione verso i più noti criminali sono state denunciate nella conferenza stampa offerta da Giustino di Celmo, padre di Fabio di Celmo, assassinato da una bomba, posizionata nell'Hotel Copacabana de l'Avana, da un mercenario salvadoregno pagato da Luis Posada Carriles.

Davanti a numerosi giornalisti della stampa nazionale ed estera é stata qualificata come immorale la richiesta di scarcerazione del noto criminale che — come ha ricordato Giustino in una lettera, il 14 cm, ad Alberto Gonzales, Pubblico Ministero Generale degli Stati Uniti — otto anni fa riconobbe, in dichiarazioni al giornale The New York Times, la sua colpa.

Come forse molti ricordano, in un momento dell'intervista, quando la giornalista domandò a Posada come si sentiva per la morte di Fabio, egli, senza nessun pudore, disse: "No. L'italiano stava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Io dormo come un bebé".

Giustino sottolinea nella sua missiva a Gonzales che: "L'uomo che espresse queste parole, assassino confesso di mio figlio, è  quello a cui vogliono dare la libertà. Stimato signore, non vogliamo vendetta, chiediamo giustizia".

La conferenza stampa é divenuta una totale denuncia del criminale Posada Carriles e dei suoi complici; i familiari delle vittime dell'esplosione dell'aeroplano civile delle Barbados espressero in una dichiarazione che a differenza dei parenti delle vittime dell'11 settembre che non conoscono l' "oscuro recapito" di Bin Laden, "noi sappiamo dove stanno gli assassini delle nostre famiglie, chi li protegge, chi offre loro rifugio".

Hanno osservato che oggi è più reale la possibilità che si commetta un nuovo affronto alla lotta reale contro il terrorismo, venendo a conoscenza che il magistrato federale Norbert Garney raccomandò al giudice federale Philips Martínez di rimettere in libertà Posada Carriles.

I parenti delle vittime dell'aeroplano delle Barbados esigono che l'amministrazione Bush faccia rispettare le proprie leggi ed i trattati internazionali di cui é firmataria.

Hanno concluso con le seguenti parole: "Non desisteremo dai nostri impegni perché i terroristi compaiano davanti alla giustizia… per respingere l'ipocrisia e la doppia morale del Governo degli Stati Uniti, che difende la supposta esistenza di un terrorismo buono ed un altro cattivo".