Il Piano Bush di "Assistenza ad una Cuba Libera"
 

Bush ed i suoi

 

valori familiari
 

 

R.Alarcon de Quesada 24 luglio 2006 - www.granma.cubaweb.cu

 

 

"Se questa fosse una dittatura, sarebbe molto più facile, se io fossi il dittatore"
George W.


Il piano per l'annessione di Cuba pubblicato da Bush nel maggio 2004 incluse, tra le
molte altre  cose, dure restrizioni in materia di visite, rimesse e spedizioni che colpiscono gravemente le famiglie cubane. La Relazione promossa il 10 luglio di quest'anno ratifica quel Piano e rinforza, ancora più, quelle crudeli proibizioni.

Ricordiamo che, conformi al suo Piano, i cubani residenti negli Stati Uniti sono stati privati del limitato diritto, che fino allora avevano, di visitare, solo una volta all'anno, i loro parenti in Cuba. A partire da quella data devono sollecitare ed ottenere un permesso speciale per poterlo fare, a patto che tra una visita e la seguente siano trascorsi per lo meno tre anni. Come se questo fosse poco, Bush si arrogò la facoltà di ridefinire il concetto di famiglia escludendo zii, nipoti, cugini ed altri parenti. Come se possedesse un'autorità divina decise — perché gli venne la voglia — che la famiglia é ridotta solo ai coniugi, ai genitori e figli e nonni e nipoti.

I parenti — ristretti di questo modo — per di più potrebbero essere autorizzati ad incontrarsi solo una volta ogni tre anni e per un massimo di due settimane. Furono eliminati completamente i chiamati permessi umanitari; in tal maniera hanno impedito di viaggiare a varie persone che desideravano accompagnare un malato grave o assistere all'esequie della madre.

Tutte queste misure sono discriminatorie e chiaramente contrarie alla Costituzione e alla legalità nordamericana. I cubani ed i loro discendenti, radicati negli Stati Uniti, sono trattati come se fosse persone inferiori, alle quali sono imposte limitazioni ai loro diritti individuali che non esistono per nessun altro segmento della popolazione di quel paese.

Non c'è nulla di simile per nessuno altro. Non esiste nessuna altra disposizione che regoli i vincoli degli altri abitanti del nord america coi paesi da dove essi,
o i loro ascendenti, emigrarono. Come si sa, salvo quello che rimane delle popolazioni aborigene, tutti gli altri arrivarono o, nel caso degli schiavi africani, furono obbligati a farlo, da qualche altro paese.

La burocrazia federale non si occupa nella maniera più assoluta di quante volte qualcuno visita il paese dei suoi antenati, o quante rimesse spedisca ai parenti, o che cosa invia e a chi. I cubani sono ovviamente vittime di una discriminazione che solo a loro é imposta e con la quale li si è trasformati in un gruppo speciale fuori dalla protezione della Costituzione e delle leggi.

Quando,
nel 2004, cominciarono ad applicarsi queste misure  ci furono incidenti nell'aeroporto di Miami. Allora, a fatica, sfuggì all'indignazione popolare un personaggino, della fauna batistiana, promotrice dell'inumana politica. Trascorsero due anni nei quali non sono mancate le proteste e neanche il pianto, il dolore e la rabbia.

L'arciconservatore Bush che si suppone debba promuovere, al di sopra di tutto, la santità della famiglia ed i suoi valori, il demagogo che qualche volta disse "la famiglia è il posto dove la nostra nazione trova la speranza", si scaglia con furia hitleriana contro la famiglia cubana.

La Relazione di quest'anno si congratula per le sofferenze che ha causato. Con totale sfrontatezza afferma, a pagina 29, che "queste misure hanno avuto successo e dobbiamo continuare implementandole".

Ma non solo questo. Nella pagina seguente annuncia che a partire da ora le applicherà con maggiore rigore. Per ciò creerà un gruppo speciale che unificherà le azioni dei diversi meccanismi repressivi nordamericani. Inoltre emette una direttiva per "dare corso ad investigazioni criminali, includendo accuse davanti ai tribunali" per possibili violazioni alle sue arbitrarie restrizioni in materia di viaggi a Cuba. Allo stesso tempo, aggiunge nuove proibizioni riguardo le rimesse ed i servizi che possano utilizzare coloro che sono autorizzati a visitare i loro parenti in Cuba.

Fino al 10 luglio i supposti violatori potevano essere oggetto di una multa ma,  da quella data, si minaccia con la prigione coloro che siano accusati di essere "coinvolti nell'organizzare o facilitare operazioni relazionate con viaggi non autorizzati a Cuba."

Anni fa la Corte suprema riconobbe che viaggiare a Cuba era un diritto dei nordam
ericani. Ora Bush, il piccolo, cerca di trasformarlo in un'attività criminale specialmente concepita per punire le famiglie cubane. Il dittatorello, frattanto, ogni volta che può, abbandona il lavoro per andare a saltellare a Miami con la sua illimitata parentela.