Le minacce contro Cuba emesse nelle ultime ore di
venerdì dal governo degli Stati Uniti e dai gruppi anticubani radicati a
Miami ripetono i vecchi errori che li condussero al fallimento, come
accade da molte decadi.
Le analisi, generalmente fallite, degli strateghi nordamericani
considerarono ora la congiuntura esistente per la malattia del
presidente Fidel Castro, come favorevole per rinnovare in pubblico il
loro proposito di liquidare il processo vigente in Cuba.
Dichiarazioni dello stesso presidente statunitense, George W. Bush,
parlarono ancora sulla disposizione di Washington di applicare il piano
con l'annesso segreto che secondo gli analisti contiene progetti
clandestini e violenti.
Senza preoccuparsi per le accuse di ingerenza, Bush patrocina un governo
cubano di transizione ed ignora la validità delle misure adottate
d'accordo con la Costituzione nazionale per la delegazione temporanea
delle funzioni fatta da Fidel Castro.
Si deve ricordare che Raul Castro è il primo vicepresidente del paese,
ratificato dal Parlamento e nell'area politica occupa il ruolo di
Secondo Segretario del Partito Comunista di Cuba dalla creazione del suo
Comitato Centrale, nel 1965.
Parallelamente, i principali porta voci delle organizzazioni di Miami
appoggiati dalla Casa Bianca parlarono di una certa incertezza e di
anelate ribellioni militari e civili a Cuba che nessuno ha mai visto e i
giornalisti stranieri accreditati qui sono testimoni di questo fatto.
Le dichiarazioni rilasciate davanti alle televisioni dopo una
riunione di questi gruppi con Bush sono una copia esatta di quelli
realizzati durante quasi mezzo secolo dagli stessi personaggi o dai loro
discendenti.
Come nelle anteriori opportunità, i loro autori, imitando lo struzzo
quando nasconde la sua testa sotto la sabbia, si rifiutano di
riconoscere la verità del panorama presente, che è davanti ai loro
occhi.
La situazione di normalità registrata a Cuba, e l'appoggio della
popolazione al proclama emesso da Fidel Castro, materializzati
negli impegni di incrementare la produzione ed avanzamento nei programmi
sociali e nella difesa, costituiscono la realtà attuale.
Inoltre, i
minacciosi avversari sembrano dimenticare che i loro
tentativi realizzati nel passato, materializzati in aggressioni dirette,
non solo culminarono in un fallimento, ma provocarono anche un
rinvigorimento e un approfondimento della rivoluzione.
I cubani affrontarono vittoriosamente, praticamente dallo stesso 1959,
un'offensiva terroristica di grande portata con perdita di vite e beni,
organizzata ed auspicata dalla CIA, con appoggio delle amministrazioni
nordamericane.
Le sabbie di Playa Giron, nell'occidentale provincia di Matanzas, furono
scenario, nel 1961, dei combattimenti nei quali i cubani respinsero
l'invasione di un esercito addestrato ed armato dagli Stati Uniti e
sbarcato con appoggio delle loro forze armate regolari.
I membri delle milizie popolari liquidarono sulle montagne dell'Escambray,
nel centro di Cuba, i gruppi preparati dalla stessa CIA per provocare la
destabilizzazione ed il terrore tra il contadini della zona.
Milioni di cubani sfidarono il pericolo mortale di una guerra nucleare
nell'ottobre del 1962 per difendere, durante la Crisi dei Missili, il
loro diritto all'autodeterminazione e sovranità.
Uno dopo un altro, centinaia di complotti per uccidere Fidel Castro ed
altri dirigenti furono smascherati e sconfitti dai servizi segreti dello
Stato, malgrado, nella loro preparazione, parteciparono gli specialisti
più celebri degli Stati Uniti in questo campo.
Il grado di organizzazione ed efficienza raggiunto dalle forze armate
cubane e per la loro strategia di difesa con la partecipazione di tutta
la popolazione, si prepara ora a combattere contro coloro che pretendono
ignorare molti capitoli della storia dell'ultimo mezzo secolo.
Ig/jrr