Con la consegna formale di fucili di fabbricazione russa alla Forza Armata
Nazionale, il Venezuela fa un passo avanti nella sua politica di rinnovazione
militare che il presidente Hugo Chávez considera di carattere assolutamente
difensivo.
Secondo fonti militari si trovano già nel paese i primi 30mila AK-47 di un
lotto di 100mila, acquisiti per sostituire i vecchi fucili belga FAL, di quasi
mezzo secolo di uso. Quest'anno si spera anche di ricevere 17 elicotteri russi
MI-17, MI-26 e MI-35, destinati alle zone confinanti, particolarmente la linea
di più di duemila chilometri con la Colombia, dove operano gruppi di
paramilitari e narcotrafficanti.
Il processo di rinnovazione si aggiunge ad una nuova dottrina militare
promossa dal governo di Chavez, il cui centro è l'articolazione delle forze
regolari con la popolazione nella difesa della sovranità nazionale.
Con la maggiore riserva di idrocarburi del mondo (se si aggiunge il greggio
pesante e super-pesante in processo di certificazione), le autorità hanno
notato l'intenzione degli Stati Uniti di controllare questa risorsa strategica
in costante diminuzione.
Le
autorità respingono che la rinnovazione sia parte di una corsa militarista. Il
paese è un territorio di pace, assicurò il Comandante Generale dell'Esercito,
Raúl Baduel, durante l'inaugurazione martedì della mostra Expo-esercito 2006.
In questa esposizione si mostrano per la prima volta le armi russe appena
acquisite insieme al resto dell'equipaggiamento e della tecnologia utilizzati
dai componenti della Forza Armata Nazionale.
La rinnovazione delle forze militari venezuelane include l'acquisto dalla
Spagna di otto imbarcazioni da ricognizione e 12 aeroplani e la possibile
acquisizione di un numero non determinato di aeroplani russi
Sukhoi.
L'acquisizione delle aeronavi russe si aggiunge nel contesto di pressioni
degli Stati Uniti, denunciate dalle autorità venezuelane, per ostacolare il
mantenimento degli aeroplani F-16 di fabbricazione nordamericana sui quali
conta il paese.
Secondo alcune versioni, le autorità statunitensi non solo interruppero la
consegna dei pezzi di ricambio per gli aeroplani, ma ostacolano il
mantenimento fondamentale alle imbarcazioni, perfino in paesi alleati agli
Stati Uniti.
Nel corso di un processo di recupero della sovranità nazionale e di impulso
alla tendenza integrazionista regionale, il presidente Chavez ha denunciato
l'esistenza di piani statunitensi contro il paese.
Davanti a questa prospettiva le autorità venezuelane considerano
imprescindibile raggiungere un alto livello difensivo, capace di dissuadere un
nemico esterno da attaccare la nazione, davanti alle enormi perdite che
implicherebbe un'azione di questo tipo per l'aggressore.
Chavez, che spinge la nuova politica difensiva di carattere civico militare,
ricorda a Washington che un attacco significherebbe una sconfitta costosa per
l'invasore, anche se fosse necessario sviluppare una guerra in tutto il paese
per 100 anni.
Per il vicepresidente José Vicente Rangel, la congiunzione Forza Armata-Popolo
Venezuelano è un rango caratteristico di quello che è oggigiorno lo sviluppo
istituzionale della Repubblica. Secondo la sua opinione, anche la strategia
concorda con una caratteristica di molti paesi, dove i limiti tra uniformati e
la società civile sono spariti.
Ig/ml