In che maniera il
Venezuela mantiene accesi i camini in Massachussets?
è la frase che si può leggere in un avviso
a tutta pagina in un importante
quotidiano degli Stati Uniti. L'annuncio é stato pubblicato da PDVSA, la
compagnia di petrolio statale del Venezuela, e per CITGO, la sua dipendenza
stabilita a Houston.
L'avviso descrive un programma, incoraggiato dal presidente del Venezuela,
Hugo Chávez, per vendere combustibile di riscaldamento scontato alle comunità
di scarse risorse di Boston, il sud del Bronx e qualunque altra parte degli
Stati Uniti, uno dei gesti più ironici mai registrati nel dialogo
nord-meridionale.
L'accordo si concretò dopo che un gruppo di senatori statunitensi inviò una
lettera alle nove industrie petrolifere più importanti chiedendogli che
donassero una porzione dei loro recenti guadagni record per aiutare i
residenti poveri a coprire le loro spese di riscaldamento. L'unica risposta fu
quella di CITGO.
Negli Stati Uniti, i commenti dell'accordo si formulano malvolentieri. Alcuni
dicono che Chavez, che ha accusato l'amministrazione di George W. Bush di
cercare di abbattere il suo governo, è animato da fini politici a differenza,
per esempio, dei programmi di puro aiuto umanitario dell'Agenzia
Internazionale di Sviluppo degli Stati Uniti.
Il
combustibile per riscaldamento offerto da Chávez è una delle molte sfide ai
programmi della gran strategia di Washington che stanno sorgendo in America
Latina. Le rumorose proteste durante il viaggio di Bush in novembre del 2005
al Forum delle Americhe, in Argentina, mostrano l'ampiezza del dilemma.
Dal Venezuela fino all'Argentina, l'emisfero sud americano sta andando via
completamente fuori di controllo, con governi di centro-sinistra. Compreso in
America Centrale che ancora soffre gli effetti della guerra del terrore del
presidente Ronald Reagan, appena si può mantenere sotto controllo.
Nel Cono Meridionale, le popolazioni indigene sono diventate molto più attive
ed influenti, particolarmente in Bolivia ed Ecuador, entrambi i produttori
importanti di energia, già sia opponendosi alla produzione di petrolio e gas o
sostenendo che deve essere controllato a scala locale. Alcuni stanno perfino
stimolando una nazione indigena in America del Sud.
Nel frattempo l'integrazione economica interna si sta rafforzando, investendo
l'isolamento relativo che incominciò con la conquista spagnola. Ed ancora di
più, l'interazione sud-meridionale sta crescendo, con le principali potenze
(Brasile, Africa del Sud, India) al comando, specialmente in temi economici.
L'America Latina nella sua totalità sta incrementando il commercio ed altre
relazioni con l'Unione Europea e con la Cina. E benché si siano registrati
alcune retrocessioni, è possibile un'espansione, specialmente per gli
esportatori di materie prime, come Brasile e Cile. Di tutti i paesi
latinoamericani, il Venezuela è probabilmente quello che ha forgiato relazioni
più strette con la Cina. Attualmente progetta di vendere crescenti quantità di
petrolio a Pechino come parte di un sforzo per ridurre la sua dipendenza da un
governo statunitense ostile.
Per
certo, il problema più spinoso nella regione per Washington è il Venezuela che
provvede quasi ad un 15% dell'importazione di petrolio agli Stati Uniti.
Chavez, eletto nel 1998, esibisce il tipo di indipendenza che gli Stati Uniti
traducono come sfida con l'alleato di Chávez: Fidel Castro.
Nel 2002, Washington abbracciò la visione di democrazia del presidente Bush
appoggiando un colpo militare che abbatté brevemente il governo di Chavez.
L'amministrazione di Bush, tuttavia, dovette fare una retromarcia dovuto
all'opposizione al golpe in Venezuela ed in tutta l'America Latina.
Accentuando le afflizioni di Washington, le relazioni tra Cuba e Venezuela
sono molto vicine: Il petrolio del Venezuela ed i camini di Massachussets.
Questi governi praticano il sistema del baratto, ognuno appoggiandosi sui suoi
punti forti. Il Venezuela vende petrolio a sotto prezzo mentre Cuba organizza
programmi di alfabetizzazione e salute, ed invia migliaia di maestri e medici
che, come in altre parti, lavorano nelle aree più povere, che erano state
previamente trascurate.
I progetti uniti di Cuba e Venezuela stanno avendo anche un impatto
considerabile in altri paesi dei Caraibi, dove, sotto un programma chiamato
Operazione Miracolo, medici cubani provvedono attenzione a persone
che non avevano speranze di riceverla, con fondi proporzionati dal Venezuela.
Chavez ha guadagnato più di una volta le elezioni e referendum monitorati da
organizzazioni internazionali, a dispetto dell'opprimente ed infiammata
ostilità dei mezzi di comunicazione.
L'appoggio al governo eletto è aumentato durante gli anni di Chavez. Il
veterano giornalista Hugh O'Shaughnessy, in una relazione dell'Irish Times,
spiega: In Venezuela, dove l'economia del petrolio ha prodotto una rutilante
élite di supermilionari, una quarta parte di coloro che hanno meno di 15 anni
sono affamati, per esempio, e il 60% della gente al di sopra dei 59 anni di
età non ha nessuna entrata.
Meno del 5% della popolazione gode della previdenza sociale. Solamente ora col
presidente Chavez... la medicina ha cominciato ad essere qualcosa di tangibile
per una maggioranza povera nella ricca ma profondamente divisa società
venezuelana (...) da quando arrivò al potere in elezioni democratiche ed
incominciò a trasformare il settore della salute e dell'assistenza sociale che
ha soddisfatto in malo modo la popolazione in massa, il progresso è stato
lento, ma percettibile... il Venezuela si sta unendo ora al
Mercosur,
il blocco leader di commercio dell'America del Sud che include già
l'Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay e presenta un'alternativa al
chiamato Trattato Libero di Commercio delle Americhe (ALCA), patrocinato dagli
Stati Uniti.
Quello che sta in gioco nella regione, come in tutte le altre parti del mondo,
sono modelli sociali ed economici alternativi. Movimenti popolari enormi e
senza precedenti si sono sviluppati per espandere l'integrazione attraverso le
frontiere andando oltre i programmi economici per abbracciare i diritti umani,
le inquietudini sull'ecosistema, l'indipendenza culturale ed i contatti da
popolo a popolo. Sono chiamati ridicolamente "antiglobalizzazione" perché
favoriscono una globalizzazione diretta in favore degli interessi dei popoli,
non a quelli degli investitori o a quelli delle istituzioni finanziarie.
I problemi degli Stati Uniti nelle Americhe si estendono tanto al nord come al
sud. Per ragioni ovvie, Washington ha cercato di fidarsi più del Canada, del
Venezuela e di altre fonti di petrolio che non corrispondano al Medio Oriente.
Ma le relazioni del Canada con gli Stati Uniti sono più tese e combattive come
mai prima come risultato, tra altri temi, del rifiuto di Washington alle
decisioni del NAFTA che favoriscono il Canada.
Come Joel Brinkley informa nel The New York Times, parzialmente come
risultato, il Canada sta lavorando molto forte per costruire la sua relazione
con la Cina e alcuni funzionari dicono che il Canada deve passare una porzione
significativa del suo commercio, particolarmente il petrolio, dagli Stati
Uniti verso la Cina. Gli Stati Uniti hanno bisogno di vero talento per
alienare perfino il Canada.
Tuttavia, solamente la politica di Washington in America Latina sta
incrementando l'isolamento degli Stati Uniti. Un esempio recente: per 14 anni
seguiti, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite votò contro il bloqueo
commerciale degli Stati Uniti contro Cuba. Nella più recente votazione, l'8
novembre 2005, la risoluzione fu approvata da 182 paesi. Quattro votarono
contro: Stati Uniti, Israele, Isole Marshall e Palau. Micronesia si astenne.
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L'autore è professore di
linguistica nell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts. Intellettuale
compromesso, ha preso da tempo posizione contro l'imperialismo statunitense.
Il presente articolo é tratto da Redvoltaire.