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Gli Stati Uniti sono rimasti senza pretesti
per mantenere il blocco
Dopo aver dedicato a Fidel la vittoria ottenuta da Cuba nella Commissione dei Diritti Umani (CDH è la sigla in spagnolo), il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque ha sottolineato che l’amministrazione Bush è rimasta adesso senza pretesti per mantenere il blocco economico, finanziario e commerciale imposto all’Isola per quasi mezzo secolo.
Si è posto fine a 20 anni di pressioni, ricatti e istigazioni degli Stati Uniti contro Cuba su questo terreno, ha detto Pérez Roque, aggiungendo che è un omaggio della diplomazia cubana a Vilma Espín, l’eroina della Rivoluzione morta pochi giorni fa.
Ha aggiunto che questa volta le pressioni di Washington sono arrivate ad estremi inauditi: vari funzionari nordamericani in Europa e la segretaria di Stato Condoleezza Rice; lo stesso presidente Bush per telefono...
Ma la delegazione canadese, assieme a quella statunitense, tedesca e della Repubblica Ceca, sono rimaste isolate di fronte ad un gruppo di 26 paesi, i due terzi.
Il ministro degli Esteri ha indicato che nemmeno le nazioni dell’Unione Europea hanno potuto rompere il consenso ed hanno votato a favore di Cuba.
Ha considerato curiosa la situazione creata adesso dal blocco comunitario, d’accordo sul fatto che non ci sono ragioni che giustifichino il mantenimento dell’Isola sotto il controllo della CDH e ha detto di aspettarsi nuovi passi di rettifica nel futuro.
Si è riferito in questo senso alla necessità di abolire la cosiddetta posizione comune dell’UE, adottata nel 1996 su richiesta dell’ex capo del governo spagnolo José María Aznar e redatta da funzionari nordamericani, nonché le sanzioni imposte nel 2003, sospese dal 2005.
Il nuovo Consiglio dei Diritti Umani, attualmente presieduto dal Messico, ha respinto questa politica di persecuzione e ricatto contro Cuba, ha detto. Ha definito la posizione della delegazione messicana un gesto d’amicizia che si distingue dalla posizione assunta dal precedente governo di questo paese.
Ha puntualizzato che gli USA non si sono candidati ad entrare a far parte della nuova commissione perchè sapevano che, con il voto segreto, non avrebbero ottenuto il sostegno necessario ad occupare un seggio.
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