|Panama 4 giugno 2007 |www.granma.cubaweb.cu (PL)|

Il Venezuela respinge,

 

all'OSA, ingerenza USA

 

 


 

Il cancelliere Nicolás Maduro ha, in modo

L’America Latina non è più il loro cortile dietro casa, ha affermato Chávez

 

Gli USA volevano ripetere la manovra

contro il Guatemala del 1954

 

18 giugno (PL) – L’America Latina non è più il cortile dietro casa dell’impero nordamericano ha assicurato il presidente venezuelano, Hugo Chávez, analizzando la sconfitta di Washington in una riunione della Organizzazione degli Stati Americani, OEA. Chávez ha indicato che nella riunione della OEA realizzata a Panama, gli USA pretendevano di ripetere il modello applicato in Guatemala nel 1954, ottenendo una condanna internazionale, per poi sottomettere la nazione con un attacco armato.

Ha ricordato che allora gli USA ottennero per consenso una condanna del governo di Jacobo Arbenz e che poi eliminarono quel governo, che aveva applicato misure come la ripartizione della terra agli indigeni e ai contadini e che cercava la giustizia sociale.

"Qualsiasi somiglianza a quello che hanno cercato di fare contro il Venezuela non è una pura coincidenza: è la linea dell’impero", ha detto Chávez in un discorso tenuto a Maracaibo, a 400 KM a ovest di Caracas, durante l’inaugurazione di un complesso termoelettrico.

Tutti i paesi dell’emisfero hanno lasciato solo l’impero nell’incontro di Panama e neanche il Canada ha accompagnato la proposta imperialista di condannare il Venezuela.

"Come sono cambiati i tempi! Non siamo più il cortile dietro casa dell’impero nordamericano e questi sono ottimi segnali per nostri popoli e per il futuro. Il popolo venezuelano e i popoli dell’America Latina stanno riprendendo il concetto d’indipendenza e di unità"!

Chávez ha segnalato che gli USA hanno organizzato una campagna mondiale perchè nell’uso della sua sovranità e della legge, come molti altri governi, il Venezuela non ha rinnovato la concessione a una TV privata, ma al di là di alcune dichiarazioni, l’impero non è riuscito a far condannare internazionalmente il Venezuela ed è stato sconfitto di nuovo.

Ora emerge la verità: se in alcune opportunità ci sono state democrazie e rispetto per i diritti umani in Venezuela, questo è adesso.

 

Stampa venezuelana sottolinea il fallimento degli USA nell’OSA


(Prensa Latina) Il fallimento degli Stati Uniti nel suo tentativo di condannare il Venezuela nell'Assemblea Generale dell'OSA che si svolge in Panama, concentra oggi l'attenzione di tutti i mezzi giornalistici di questo paese sud-americano.
Il tema appare nelle prime pagine dei principali giornali e negli spazi più importanti delle stazioni radiofoniche e della televisione; tutti emergono che la segretaria di Stato nordamericana, Condolezza Rice, è rimasta isolata nel forum dei cancellieri.
La funzionaria ha attaccato Caracas chiedendo un'analisi sulla recente decisione delle autorità venezuelane di non rinnovare la concessione di uso dello spazio radioelettrico al canale privato Radio Caracas Televisione (RCTV).
Immediatamente, il ministro degli esteri del Venezuela, Nicolas Maduro ha accusato la delegazione statunitense di violentare il programma della riunione.
Nonostante, ha precisato che il suo paese ha preso una decisione democratica, legale e costituzionale di creare una nuovo televisione, di servizio pubblico, per rompere il monopolio e la vecchio copertura di comunicazione ed aprire le porte agli esclusi.
Le dichiarazioni del cancelliere sono state utilizzate oggi nella maggioranza dei titolari della stampa locale, in questione l'affermazione che è inaccettabile l'interventismo degli Stati Uniti (Panorama).
Altre intestazioni dicono non siamo paesi tutelati (Radio Nazionale del Venezuela) e Condolezza Rice ha abbandonato l’assemblea dell'OSA sola e sconfitta nella sua difesa di RCTV (Venezuelana di Televisione).

 

energico, condannato l'intervento degli Stati Uniti negli affari interni del Venezuela e denunciato un nuovo piano di destabilizzazione contro il governo del presidente Hugo Chávez.

Maduro intervenendo nella XXXVII assemblea generale dell'Organizzazione di Stati Americani (OSA) ha affermato che le dichiarazioni della segretaria di Stato Condoleezza Rice costituiscono un "interventismo inaccettabile negli affari interni di una nazione" e in tale maniera le respingiamo.

Il ministro davanti alle segnalazioni della Rice sulla decisione sovrana di Caracas di non rinnovare la concessione al canale privato RCTV ha manifestato che il Venezuela é una nazione libera ed indipendente.

Per il ministro bolivariano l'OSA dovrebbe  analizzare la situazione alla frontiera tra Stati Uniti e Messico. Quanti latinoamericani sono perseguiti, cacciati, torturati ed assassinati ai confini tra le due nazioni.

Ora si sta costruendo il muro dell'indegnità, l'America latina deve alzare la sua voce contro quel monumento alla violazione dei diritti umani.

Ha continuato affermando che l'OSA dovrebbe creare una commissione speciale per visitare la prigione di Guantánamo, territorio al sudest di Cuba occupato illegalmente dagli USA, dove il Pentagono mantiene in forma subumana un numero indeterminato di persone.

Ha domandato alla Rice quanti carcerati ci sono in quel territorio, chi sono, come li hanno sequestrati, hanno diritto alla difesa, hanno il dovuto processo? uomini e donne senza nome e senza volto.

"Se di diritti umani parliamo, dovrebbe farsi una revisione profonda delle violazioni, a cui i latinoamericani e caraibici, per decadi, sono stati sottoposti" da parte dei successivi governi nordamericani.

Qui stesso, ha enfatizzato, a solo 10 minuti da questa sala, nel quartiere di El Chorillo migliaia di civili furono assassinate in un'invasione infame, lanciata dalla Casa Bianca nel 1989.

Il cancelliere ha richiesto il rispetto della sovranità del Venezuela; che é una democrazia pienamente consolidata, con più libertà di espressione che molti dei paesi che tentano di inalberare questa bandiera.

Allo stesso tempo ha notato che il Venezuela non è una nazione sotto tutela, per cui - ha risaltato - non accettiamo condizioni e tanto meno da Washington la cui amministrazione ha partecipato a tutti i piani di destabilizzazione contro il governo bolivariano.

Ha denunciato davanti all'assemblea che é in opera un nuovo piano contro Chávez appoggiato dagli Stati Uniti ma, che anche questo, sarà sconfitto.

 

 

|14 maggio 2007 |S.Lamrani* www.prensa-latina.it|

Le manovre dell'OSA e di

 

Washington contro Caracas

 

 

 


Nell’aprile del 2007, messa sotto pressione da Washington, la Commissione Interamericana dei diritti umani (CIDH) dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), ha deciso di aprire un'investigazione contro il Venezuela per un “attentato alla libertà di espressione”. La CIDH si riferisce alle aggressioni delle quali sarebbero stati vittime alcuni giornalisti dei canali di televisione golpisti RCTV e Globovision, durante il colpo di Stato, che d'altra parte avevano appoggiato, contro il presidente Hugo Chavez nell’aprile del 2002. Cinque anni dopo i fatti, la Commissione, improvvisamente, ha considerato che le denunce erano ammissibili (1).

La CIDH è stata in silenzio dopo il golpe dell’11 aprile 2002, nel quale varie persone sono state assassinate selvaggiamente. Invece di pronunciarsi sulle massicce violazioni dei diritti umani che sono seguite al golpe di Stato che ha destituito Chavez per 48 ore, ha preferito al contrario dare credito alle denunce che ha presentato l'opposizione, responsabile della rottura dell'ordine costituzionale. In realtà, il timing (momento opportuno) di questo procedimento, con motivazioni politicanti, è intimamente legato alla decisione del governo venezuelano di non rinnovare la concessione audiovisiva a RCTV, che terminerà il 27 maggio 2007.

Il presidente Chavez non ha tardato a reagire per denunciare l'ipocrisia della CIDH che, secondo lui, non dispone di nessuna autorità morale “per emettere alcun giudizio relativamente a temi costituzionali del Venezuela [...], perché ha appoggiato sfacciatamente col suo silenzio la violazione dei diritti umani durante il colpo di Stato nell’aprile del 2002”. Ha anche criticato la mancanza di indipendenza della Commissione, le cui istruzioni “ubbidiscono agli interessi dell'amministrazione Bush”. “Come possono pensare con proprietà, quando non si sono pronunciati davanti ai fatti incostituzionali ed immorali del golpe di Stato?”, ha discusso
(2).

La posizione parziale della CIDH mostra disgraziatamente fino a che punto dipende dall'influenza della Casa Bianca. In effetti, è sorprendente vedere come questa Commissione dell'OSA possa accusare le autorità venezuelane di certe aggressioni sporadiche delle quali sono state vittime alcuni professionisti dei mezzi privati, quando si è sempre rifiutata di condannare la chiusura della catena pubblica Canale 8 che hanno ordito i golpisti nell’aprile del 2002 e le conseguenti violenze che hanno generato. Mediante questa azione col timing dubbioso, la CIDH si presta alla campagna ostile contro il governo bolivariano e ha appena perso la poca credibilità che le rimaneva.
 


Il tema RCTV

 


La decisione del governo venezuelano di non rinnovare la concessione alla RCTV è un'azione perfettamente legale poiché lo spettro delle onde hertziane appartiene allo Stato. Inoltre la popolazione, che ha ancora fresca nella memoria la partecipazione attiva di questo canale nei sanguinanti eventi dell’aprile del 2002, ha appoggiato ampiamente questa posizione. Numerosi osservatori si sono meravigliati del fatto che i quattro principali canali di informazione privata Univision, Globovision, RCVT e Televen, tutti complici del colpo di Stato che ha diretto Washington, non si siano nazionalizzati.

Effettuando un flagrante atto di ingerenza nei temi interni di un paese vicino, il Senato cileno ha approvato una risoluzione esigendo alla sua presidentessa, Michelle Bachelet, che protestasse contro la mancata rinnovazione della concessione a RCTV davanti all'OSA. L'accordo sottoscritto per 18 voti contro 6 denuncia “la trasgressione della libertà di pensiero e di espressione”, senza menzionare in nessun modo l'implicazione del canale negli avvenimenti del 2002. L'adozione di questo testo effettuata da un Senato dominato da una maggioranza di destra è poco sorprendente, secondo il presidente Chavez: “Si tratta della stessa destra che ha applaudito il golpe di Stato” del 2002, “quell'estrema destra che ci odia”
(3). Questo virulento scambio ha suscitato certe tensioni tra le due nazioni (4).

Jesse Chacon, ministro del Potere Popolare per le Telecomunicazioni e l'Informatica, ha spiegato che il mancato rinnovo della concessione a RCTV era un fatto naturale ed inesorabile. In effetti, come dicono gli articoli 1 e 4 del Regolamento sulle Concessioni per le Televisioni e le Radiodiffusioni, l'accordo che si è firmato il 27 maggio 1987 con RCTV per una durata di 20 anni termina il 27 maggio 2007. Lo spazio radioelettrico che occupa attualmente RCTV si destinerà ad un nuovo canale pubblico come all'articolo 108 della Costituzione che stipula che lo Stato “garantirà i servizi pubblici di radio e televisione e le reti di biblioteche e di informatica, col fine di proporzionare l'accesso universale all'informazione”
(5).

Chacon insiste precisamente sul fatto che non si tratta di una decisione politica: “Se si trattasse di una decisione politica, il 14, 15 o 16 aprile [2002] qui si sarebbe aperto un procedimento amministrativo e si sarebbero chiusi tutti i canali di televisione, perché i venezuelani sappiamo come hanno partecipato attivamente al colpo di Stato dell’11 aprile”. Il ministro ha sottolineato che i tempi erano cambiati dal 1987 e che ora si dava priorità al servizio pubblico di informazione
(6).

La RCTV, oltre alla sua partecipazione nel golpe del 2002, è il canale di televisione che è stato più sanzionato nella storia del Venezuela. Dalla sua creazione nel novembre del 1953, è stata sanzionata dalle autorità per lo meno sei volte. Nel 1976, sotto il primo governo di Carlos Andres Perez, la RCTV è stata chiusa per tre giorni per violare la legge sui programmi televisivi. Nel 1980, anche il governo di Luis Herrera Campins ha decretato una chiusura di 36 ore per le stesse ragioni. In 1981, la RCTV è stata chiusa per 24 ore per divulgare scene di carattere pornografico. Sotto il secondo governo di Carlos Andres Perez, la RCTV è stata sanzionata per un giorno per diffondere propaganda commerciale a beneficio del consumo del tabacco. Nel 1991, la Corte Suprema di Giustizia ha proibito un programma non conforme alla legislazione. Alla fine, nel 2002, sotto il governo di Chavez, la RCTV è stata condannata ad una severa multa per accordo illecito con gli altri canali di televisione e violazione delle regole di concorrenza
(7).

Il presidente Chavez ha riaffermato che la decisione che si è presa in quanto alla RCTV è irrevocabile. Ora, il secondo canale del paese si userà “in beneficio della nazione e non contro la dignità dei venezuelani”
(8).



Ostilità crescente di Washington



Il leader venezuelano ha anche accusato il governo degli Stati Uniti di stimolare l'opposizione interna in vista di una destabilizzazione del paese. Una relazione recente del Dipartimento di Stato accusava Chavez, che ottenne circa 12 vittorie elettorali democratiche successive dal 1998, di rappresentare una “minaccia per la democrazia venezuelana”.

L'amministrazione Bush che ha tentato varie volte di abbattere il presidente bolivariano, non apprezza le politiche indipendenti del Venezuela ed i suoi successi sociali, che installano un pericoloso precedente nel continente. Ha dimostrato chiaramente che pensa di disfarsi dell'uomo più popolare dell'America Latina
(9).

Incoraggiati dalle dichiarazioni di Washington, i settori estremisti dell'opposizione venezuelana non hanno tardato a reagire. Il 26 aprile 2007, una nuova bomba scoppiava vicino all'ambasciata della Bolivia a Caracas, causando importanti danni materiali, e portando ad undici il numero di attentati terroristi che si sono commessi negli ultimi mesi. Varie persone sono state arrestate, tra loro due avvocati, Luis Alberto Rodriguez e Diana Carolina Mora Herrera, che hanno collocato gli esplosivi
(10).

Gli Stati Uniti non hanno mai scartato un eventuale assassinio del presidente Hugo Chavez. Dalla sua elezione, le guardie del corpo per la sua sicurezza personale sono state rafforzate straordinariamente ed i servizi di intelligenza hanno sventato vari piani di attentati. Washington che ha appena liberato il Bin Laden latinoamericano, Luis Posada Carriles, un terrorista responsabile, tra l’altro, di 73 assassini, ha lanciato un segnale chiaro a Caracas. L'eliminazione fisica di Hugo Chavez è all'ordine del giorno
(11).

 

 


Note:

(1) Gerardo Reyes, «Comisión de la OEA demanda a Venezuela», El Nuevo Herald, 27 aprile 2007.

(2) Agencia Bolivariana de Noticias, «CIDH está imposibilitada moralmente para emitir juicio sobre Venezuela», 27 aprile 2007.

(3) El Nuevo Herald, «El Senado chileno protesta por cierre de Radio Caracas», 13 aprile 2007.

(4) Associated Press, «Gobierno chileno rechaza críticas de Chávez», 13 aprile 2007.

(5) Agencia Bolivariana de Noticias, «Decisión de no renovar concesión a RCTV es un hecho natural e inexorable», 29 marzo 2007.

(6) Agencia Bolivariana de Noticias, «Cierre de RCTV no responde a una decisión política», 29 marzo 2007.

(7) Agencia Bolivariana de Noticias, «RCTV ha sido el canal más sancionado en Venezuela», 29 marzo 2007.

(8) Agencia Bolivariana de Noticias, « Presidente Chávez: Quedan pocos días al canal de la oligarquía apátrida», 1 maggio 2007.

(9) Associated Press, «Chávez acusa a EEUU de estimular conspiraciones en Venezuela», 12 aprile 2007.

(10) Associated Press, «Detienen abogada por atentado a embajada en Caracas», 27 aprile 2007.

(11) Associated Press, «Chávez acusa a EEUU de nuevo complot en su contra», 1 maggio 2007; Agencia Bolivariana de Noticias, «Presidente Chávez denuncia reactivación de planes de magnicidio», 1 maggio 2007.
 


 

*Salim Lamrani è scrittore, professore ed investigatore francese ed è specializzato nelle relazioni di Cuba e Stati Uniti. Collabora abitualmente con Rebelion. La traduzione è di Ida Garberi