Reporter
Senza Frontiere non sa oramai che cosa inventare nella sua guerra di
disinformazione contro il governo democratico e popolare del presidente
venezuelano Hugo Chavez. Mentre si suppone che l'organizzazione parigina si
occupi solo della libertà di stampa, in realtà porta a termine un accanito
combattimento politico contro il governo bolivariano. Meno di dieci giorni dopo
avere distillato numerose bugie in una lettera aperta
(1), RSF torna alla carica e si
pronuncia apertamente contro la riforma costituzionale che si sottomise a
referendum il 2 dicembre 2007
(2).
“Alla vigilia della votazione Reporter Senza Frontiere manifesta la sua
preoccupazione relativa a due articoli del nuovo testo, pericolosi per la libertà
di stampa”, afferma l'organizzazione che dirige Robert
Menard. “L’attuale riforma […] snaturizza pericolosamente l'intestazione
iniziale, attraverso gli articoli 337 e 338, e minaccia la libertà di stampa”,
afferma RSF
(3). Vediamo qual è la realtà.
L'Articolo 337 afferma che:
“Il presidente o la presidentessa della Repubblica, in un consiglio dei
Ministri, potrà decretare gli stati di eccezione. Si qualificano espressamente
come tali le circostanze di ordine sociale, economico, politico, naturale o
ecologico che colpiscano gravemente la sicurezza della Nazione, delle
istituzioni e dei cittadini e delle cittadine al cui rispetto risultino
insufficienti le facoltà delle quali si dispone per fare fronte a tali fatti. In
tale caso, potranno essere ristrette o sospese temporaneamente le garanzie
consacrate in questa Costituzione, salvo quelle riferite al diritto alla vita,
la proibizione della tortura, l'incomunicabilità, la scomparsa forzosa, il
diritto alla difesa, all'integrità personale, ad essere giudicato o giudicata
dai suoi giudici naturali ed a non essere condannato o condannata a pene che
eccedano i trenta anni”
(4).
Come può constatarsi facilmente, non c'è niente, al contrario, che nell'Articolo
337 attenti alla libertà di stampa, come afferma RSF. L'articolo in questione
perfino precisa che in nessun caso, sotto nessuna circostanza, il diritto alla
vita, la proibizione della tortura, l'incomunicabilità, la scomparsa forzosa, il
diritto alla difesa, all'integrità personale, ad essere giudicato o giudicata
dai suoi giudici naturali ed a non essere condannato o condannata a pene che
eccedano i trenta anni possono mettersi in tessuto di giudizio. Conviene
segnalare che lo stato di eccezione non si è mai instaurato da quando Hugo
Chavez è al potere dal 1998
(5).
Anche l'Articolo 338 della riforma venezuelana è chiaro. Qui lo riporto
integralmente:
“Potrà decretarsi lo stato di allerta quando esista la possibilità certa ed
imminente che succeda una situazione capace di generare catastrofi, calamità
pubbliche o altri avvenimenti simili, col fine di prendere le misure previe e
necessarie per proteggere la sicurezza dalla Nazione o dei suoi cittadini e
cittadine.
Potrà decretarsi lo stato di emergenza quando si producano catastrofi, calamità
pubbliche o altri avvenimenti simili che mettano seriamente in pericolo la
sicurezza della Nazione o dei suoi cittadini e cittadine.
Potrà decretarsi lo stato di emergenza economica quando si suscitino circostanze
economiche straordinarie che colpiscano gravemente la vita economica della
Nazione.
Potrà decretarsi lo stato di commozione interna o esterna in caso di conflitto
interno o esterno che metta in pericolo la sicurezza della Nazione, dei suoi
cittadini e delle sue cittadine o delle sue istituzioni.
Gli stati di allerta, di emergenza, di emergenza economica e di commozione
interna o esterna dureranno finché si mantengano le cause che li motivarono.”
Così come è palese, in nessun caso non si fa nessun riferimento ad un eventuale
attentato contro la libertà di stampa.
Quale è la realtà in Francia? Secondo la legge n°. 55-385 del 3 aprile 1955 che
si applicò in Francia sotto il governo di Jacques Chirac, dal novembre del 2005
al febbraio del 2006 durante la ribellione dei sobborghi, “la dichiarazione
dello stato di emergenza dà poteri al prefetto il cui dipartimento si senta
totale o parzialmente compreso in una circoscrizione prevista nell'articolo 2
per:
1º Proibire la circolazione delle persone o dei veicoli nei posti ed alle ore
fissati dall'ordine governativo;
2° Istituire, per ordine governativo, zone di protezione o sicurezza dove il
soggiorno delle persone sia regolato;
3° Proibire il soggiorno, in tutto o parte del dipartimento, a qualunque
persona che pretenda di mettere in ogni modo intoppi all'azione dei poteri
pubblici” (Articolo 5).
Questa legge dà al ministro dell'Interno i poteri di “Pronunciare
l'assegnazione di residenza in una circoscrizione territoriale o una località
determinata di tutte le persone che risiedono nella zona” (Articolo 6),
“Chiudere le sale degli spettacoli, vendite di alcolici e luoghi di riunione di
qualunque natura nelle zone determinate”, “Ordinare la perquisizione delle case
di giorno e di notte” (Articolo 8), e soprattutto “Abilitare le stesse autorità
a prendere tutte le misure per assicurare il controllo della stampa e delle
pubblicazioni di qualunque natura, come dei programmi radiofonici, delle
proiezioni cinematografiche e delle rappresentazioni teatrali” (Articolo 11)
(6).
Perché
RSF non si è mai ribellato contro la legge liberticida del 3 aprile 1955, che
attenta gravemente alla libertà di stampa in Francia ed anche contro le libertà
pubbliche ed individuali e che autorizza “alla giurisdizione militare di
incaricarsi dei crimini, come dei delitti che ne sono connessi e sono di
rilevanza penale”, perfino “dopo il sollevamento dello stato di urgenza”
(Articoli 12 e 13)?
(7). Perché non chiede la deroga di un
testo di eccezione contrario allo spirito democratico? Invece di fare una
crociata contro un attentato immaginario contro la libertà di stampa in un altro
continente, RSF non dovrebbe forse occuparsi delle violazioni di questa stessa
libertà nel territorio francese dove ha la sua sede?
Prendendosi gioco delle sue prerogative e burlandosi di ogni pretesa di
neutralità ed imparzialità, RSF adotta una posizione politica e si fa portavoce
dell'opposizione fustigando la riforma e mostrando così il suo vero viso: “Che
necessità aveva il presidente Hugo Chavez di intraprendere una riforma della
Costituzione che lui stesso fece approvare, correndo il rischio di aggravare
ancora di più le divisioni e la polarizzazione tra i cittadini del suo paese?”.
Menard qualifica la riforma come “inopportuna” e certifica che “la ratifica di
questa riforma potrebbe significare un cambio pericoloso per la libertà di
stampa”
(8) Di che legittimità dispone
l'organizzazione per immischiarsi nei temi interni della nazione bolivariana e
pronunciarsi sulla riforma? Per caso il popolo venezuelano non è sovrano?
RSF, inoltre, osa affermare che i canali privati Venevision e Televen “hanno
continuato ad evolvere verso una linea pro-governamentale
(9).
Basta consultare la web dei due canali per rendersi conto del carattere assurdo
di simile affermazione. Per esempio, nella sezione “Documenti importanti”,
Venevision pubblica la virulenta dichiarazione del sindacato patronale
venezuelano Fedecamaras (la Confindustria venezuelana, ndt) che si
oppone alla riforma e la definisce incostituzionale, [...] e fraudolenta e non
vacilla nel paragonarla ad un golpe di Stato contro la democrazia in Venezuela
(10); la dichiarazione dell’episcopato
venezuelano, che è anche lui in opposizione alla riforma che “restringe le
libertà e [che] rappresenta una retrocessione nella progressione dei diritti
umani [...] che vulnera i diritti fondamentali del sistema democratico e della
persona [...] [e che è] moralmente inaccettabile alla luce della dottrina
sociale della Chiesa” (11);
le parole del magnate della stampa Gustavo Cisneros, acerrimo oppositore di Hugo
Chavez
(12); le parole oltraggiose di José Luis
Rodriguez Zapatero durante il Forum Iberico-americano del 12 novembre 2007
(13); come un'esortazione pastorale
contro il governo (14).
Si può fare la stessa cosa con Televen, che pubblica le parole del presidente
colombiano Alvaro Uribe, che si pronuncia contro la riforma
(15) e
glorifica una manifestazione dell'opposizione a beneficio del “no”
(16). Si
potrebbero moltiplicare gli esempi. RSF non vacilla un'altra volta in assoluto
nel ricorrere alla bugia ed ingannare l'opinione pubblica.
L'organizzazione parigina non si trattiene qui e reitera la sua cantilena sul
supposto monopolio del quale disporrebbe il presidente venezuelano sui mezzi di
comunicazione, quando in realtà l’80% appartiene al settore privato
(17). D'altra parte, RSF evita
accuratamente di condannare l’appello contro Chavez, l’invito alla sua
uccisione, che lanciò il canale CNN in spagnolo il 28
novembre 2007. In effetti, il canale statunitense esibì un ritratto del leader
venezuelano sullo schermo con la domanda seguente: Chi l'ammazzò? Il presidente
del paese condannò l'azione: Sappiano i padroni della catena CNN che li cito per
istigare al mio omicidio in Venezuela. Denunciò il processo che qualificò come
una vera bomba di una guerra psicologica lanciato sul mondo, una vera
istigazione al mio assassinio.
I responsabili della CNN affermarono che si trattava di un errore, senza
spiegare perché l'immagine era rimasta tanto tempo sullo schermo
(18).
Willian Lara, Ministro del Potere Popolare per l'Informazione e la
Comunicazione, condannò le parole di Robert Menard: Reporter Senza Frontiere è
una marionetta parlante del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che riceve
un finanziamento con fondi federali del governo degli Stati Uniti e ha come
missione di aggredire frequentemente il Venezuela, specialmente il governo
venezuelano
(19).
In effetti, RSF è finanziato dalla
National Endowment for Democracy che non è altro che un ufficio schermo
della CIA, come hanno affermato alcune fonti al di sopra di ogni sospetto come
il New York Times ed Allen Weinstein, padre della legge che diede a luce
l'entità governativa (20).
Robert Menard non dirige un'associazione umanitaria. RSF è un'organizzazione al
servizio di Washington, dell'oligarchia venezuelana e dei poderosi del mondo.
Note:
(1) Reporteros sin Fronteras, «Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas
Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez»,
19 de noviembre de 2007. http://www.rsf.org/article.php3?id_article=24427 (sitio
consultado el 19 de noviembre de 2007).
(2) Reporteros sin Fronteras, «Referéndum constitucional: Reporteros sin
Fronteras teme que se produzca «’un giro peligroso para la libertad de prensa’»,
28 de noviembre de 2007. http://www.rsf.org/article.php3?id_article=24537 (sitio
consultado el 28 de noviembre de 2007).
(3) Reporteros sin Fronteras, «Referéndum constitucional: Reporteros sin
Fronteras teme que se produzca ‘un giro peligroso para la libertad de prensa’»,
op. cit.
(4) Artículo 337 de la reforma constitucional de 2007.
(5) ibd.
(6) Ley n°55-385 del 3 de abril de 1955. http://www.legifrance.gouv.fr/texteconsolide/PAEAX.htm
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(7) Ibid.
(8) Reporteros sin Fronteras, «Referéndum constitucional: Reporteros sin
Fronteras teme que se produzca ‘un giro peligroso para la libertad de prensa’»,
op. cit.
(9) Ibid.
(10) José Manuel González de Tovar, «Fedecámaras dice no a la reforma»,
Venevisión, 2 de noviembre de 2007. http://www.noticierovenevision.net/documentos/023_NOTA_fedecamaras_no_REFORMA.pdf
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(11) Arzobispos y obispos de Venezuela, «Exhortación del Episcopado Venezolano
sobre la propuesta de la Reforma Constitucional», Venevisión, 19 de octubre de
2007. http://www.noticierovenevision.net/documentos/071019_episcopado_reforma.htm
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(12) Gustavo Cisneros, «Libertad de prensa, democracia y competitividad»,
Venevisión, 21 de septiembre de 2007. http://www.noticierovenevision.net/documentos/Discurso_Miami.pdf
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(13) José Luis Rodríguez Zapatero, «Intervención del presidente José Luis
Rodríguez Zapatero durante la Cumbre Iberoamericana celebrada en Chile»,
Venevisión, 12 de noviembre de 2007. http://www.noticierovenevision.net/documentos/071112_intervencion_espana_cumbre.htm
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(14) Arzobispos y obispos de Venezuela, «Exhortación pastoral LXXXVIII Asamblea
Ordinaria Plenaria», Venevisión, 7 de julio de 2007.
http://www.noticierovenevision.net/documentos/070707_comunicado_exhortacion_pastoral.htm
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(15) Noticiero Televen, «Uribe advierte riesgos de reelección indefinida», 29 de
noviembre de 2007. http://www.televen.com/contenido.asp?codprograma=noticieromatutino&contenido=17594
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(16) Noticiero Televen, «El NO va por el reto de llenar la avenida Bolívar», 29
de noviembre de 2007. http://www.televen.com/contenido.asp?codprograma=noticieromatutino&contenido=17593
(sitio consultado el 1 de diciembre de 2007).
(17) Reporteros sin Fronteras, «Referéndum constitucional: Reporteros sin
Fronteras teme que se produzca ‘un giro peligroso para la libertad de prensa’»,
op. cit.
(18) Fabiola Sánchez, «Gobierno venezolano evalúa demanda contra CNN»,
Associated Press/El Nuevo Herald, 28 de noviembre de 2007.
(19) Venezolana de Televisión, «Reporteros sin Fronteras miente y difama», 28 de
noviembre de 2007.
(20) John M. Broder, «Political Meddling by Outsiders: Not New for U.S.», The
New York Times, 31 de marzo de 1997, p. 1; Allen Weinstein, Washington Post, 22
de septiembre de 1991.
*Salim Lamrani è professore, scrittore e giornalista francese, specialista delle
relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato i libri: Washington contre
Cuba (Pantin: Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face à l’Empire (Genève: Timeli,
2006) e Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises,
2006)
tradotto da Ida Garberi
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