DISORDINI A SUCRE, PER L’ONU SONO “ATTI DI RAZZISMO”
Misna -
“Questi incidenti violenti sono incompatibili con il rispetto dei
diritti umani, violano la dignità umana, il diritto all’integrità
personale e il divieto di sottoporre una persona ad atti degradanti”:
così in una nota l’ufficio dell’Alto commissariato ONU per i diritti
umani in Bolivia ha condannato i disordini
avvenuti lo scorso fine-settimana nella città meridionale di Sucre,
nel dipartimento di Chuquisaca, dove le proteste dell’opposizione
contro l’annunciata visita, poi cancellata, del presidente Evo Morales
sono degenerate in attacchi a un gruppo di ‘campesinos’
filo-governativi con un bilancio di una cinquantina di feriti. La
rappresentanza delle Nazioni Unite “deplora in particolare la matrice
di discriminazione razziale riscontrata nei fatti accaduti”. Secondo
le ricostruzioni fornite da alcune fonti di stampa boliviane, sabato
un gruppo di giovani di Sucre, armati di pietre, bastoni e cartucce di
dinamite si è dapprima scontrato con polizia e militari, poi costretti
a ritirarsi su disposizione del governo per evitare ulteriori
violenze; nelle stesse circostanze almeno 30 contadini affiliati al
‘Movimiento al socialismo’ (Mas, governo) sono stati aggrediti, legati
e portati nella piazza principale di Sucre, dove sono poi stati
denudati, insultati e costretti a gridare proclami contro Morales e a
chiedere “perdono” per le tre vittime degli scontri avvenuti nella
stessa località nel novembre scorso dopo l'approvazione della bozza
della nuova Costituzione. Marianela Paco, giornalista della radio
comunitaria 'Aclo Sucre’, ha denunciato di essere stata aggredita da
esponenti del ‘Comité Interinstitucional de Chuquisaca’, che rivendica
tra l'altro la ‘restituzione’ dello status di capitale a Sucre, perso
un secolo fa durante la guerra civile a beneficio di La Paz. “Mi hanno
cosparso il corpo con alcool e ho temuto il peggio. Fortunatamente
qualcuno mi ha portato via trascinandomi fino a un’ambulanza della
Croce Rossa” ha detto Paco a ‘Radio Erbol’. Morales ha accusato
l’ex-presidente conservatore e capo dell’opposizione Jorge Quiroga,
due alti esponenti della coalizione di destra ‘Podemos’ - il
presidente del Senato Óscar Ortiz e il senatore Tito Hoz de Vila - e
il governatore del dipartimento centrale di Cochabamba, Manfred Reyes
Villa, di “incitamento alla violenza”.
|
Una marcia di protesta contro i politici conservatori e
quelli della detta Media Luna si svolgerà mercoledì 28, organizzata dai
membri della Centrale Operaia Boliviana - COB - ha segnalato la ABI, Agenzia
boliviana d’informazione.
La notizia è stata resa pubblica dal dirigente dell’entità,
Pedro Montes.
“Abbiamo convocato una grande marcia il 28, che si
concentrerà nel centro di La Paz, per condannare gli imprenditori e i
politicanti della Media Luna e per dire loro che non li sopportiamo più, con
la loro prepotenza”, ha affermato Montes.
“Questa protesta si deve alla stanchezza di lavoratori e
delle lavoratrici per l’atteggiamento di questi politici dell’opposizione
reazionaria, i prefetti dei dipartimenti e alcuni mezzi di comunicazione
che ingannano i lettori e la popolazione. Chiederemo al governo del
presidente Evo Morales che dia rapida soluzione ai temi politici del paese”
ha aggiunto il sindacalista.
Media Luna, viene chiamata la zona dei dipartimenti Beni,
Pando, Tarija e Santa Cruz, dove si concentra il 44% del PIL della Bolivia.
I prefetti di questa zona portano avanti un piano
separatista, convocando consultazioni illegali per far approvare presunti
statuti sull’autonomia.
Nel caso di Santa Cruz questo è avvenuto il
4 maggio, con una grande astensione della
popolazione e a cui sono seguiti gravi tafferugli soprattutto nella città di
Sucre.