LA STORIA MAI RACCONTATA

 

6 novembre '09 - www.granma.cu Ricardo Alarcón de Quesada Fonte Canter Punch 

 

 

Più di sette mesi dopo che i Cinque venissero arrestati ed accusati, il Governo degli Stati Uniti presentò un nuovo capo d’accusa. Anche questo fu di “cospirazione”, ma, stavolta era per omicidio di primo grado e fu presentato specificatamente contro uno solo dei Cinque: Gerardo Hernández Nordelo.

 

La nuova accusa apparve successivamente ad una campagna pubblica attivamente proposta a Miami da parte di “giornalisti” al soldo del Governo nordamericano, che includeva reportage circa riunioni in luoghi pubblici con la partecipazione di leader ben noti nell’esilio cubano, procuratori degli Stati Uniti e funzionari dell’FBI, nelle quali si discutevano apertamente le accuse contro Gerardo.

 

Ciò si convertì in una chiara pretesa dei gruppi più violenti della città e divenne il fulcro dell’attenzione dei media locali.

 

Il Governo cedette a tale pretesa ed introdusse il Secondo Atto Accusatorio Sostitutivo la cui differenza essenziale con il primo consisteva nell’aggiunta del “crimine” alla lista delle imputazioni contro Gerardo. Si trattò di una concessione politica ai terroristi anti-cubani, in cerca di vendetta per l’abbattimento, il 24 febbraio del 1996, ad opera delle Forze Aeree Cubane, dei due aerei (Modello 02 utilizzati dalle Forze Aeree degli Stati Uniti, prima durante la guerra in Vietnam, e poi in El Salvador) pilotati da membri di un feroce gruppo anti-cubano, fatto che aveva avuto luogo due anni prima che i Cinque fossero detenuti, quando questi aerei si trovavano all’interno dello spazio aereo cubano.

 

Di fatto, il momento individuato fu molto sospetto. D’accordo con l’informazione somministrata dal Governo nel giudizio, l’FBI aveva scoperto la natura reale della missione rivoluzionaria di Gerardo a Miami, e controllava le sue comunicazioni con La Avana almeno da un paio di anni prima dell’abbattimento dei due aerei.

 

Perchè questo incidente fosse stato il risultato di una “cospirazione”, della quale Gerardo fu l’attore chiave, perché non fu arrestato nel 1996? Perché questo tema non fu neppure menzionato nel settembre del 1998, quando venne detenuto ed accusato per la prima volta?

 

 Basulto

Gli aerei appartenevano ad un gruppo diretto da José Basulto, un veterano della CIA coinvolto in molte azioni paramilitari dal 1959 ad oggi, inclusa l’invasione della Baia dei Porci ed una serie di attentati alla vita di Fidel Castro.

 

Nei 20 mesi che precedettero l’incidente, questo gruppo aveva violato lo spazio aereo cubano in ben 25 occasioni, ognuna delle quali denunciata dal Governo cubano.

 

Dopo molti tentativi diplomatici il Governo degli Stati Uniti si dimostrò recettivo. Iniziò una ricerca introno a questi voli, sollecitando l’aiuto di Cuba nella consegna di particolari di precedenti provocazioni, notificando il ricevimento degli stessi, e ringraziandola per questo. Il 24 febbraio del 1996, tali procedimenti amministrativi non erano ancora stati completati, ma al Sr. Basulto venne ritirata la licenza di pilota da parte dell’Amministrazione Federale dell’Aviazione (FAA) e così non poteva più volare (almeno legalmente).

 

I provocatori avevano, però, indolentemente annunciato che avrebbero continuato ad effettuare voli illegali all’interno dello spazio aereo cubano, ed assicurarono addirittura, che l’Isola, che stava in quel momento affrontando la sua peggior crisi – peggiore in termini economici, della Grande Depressione, secondo un rapporto delle Nazioni Unite – non sarebbe stata capace di rispondere alle loro incursioni illegali. In gennaio, il Sr. Basulto portò con sé un equipe della trasmittente NBC da Miami, che filmò e trasmise il modo in cui stavano volando al di sopra del centro di Città dell’Avana, lanciando propaganda ed altri materiali.

 

Cuba, allora, rese nota la sua decisione di non tollerare oltre tali provocazioni, inviò le relative notifiche a chi di competenza, incluso il Governo degli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato e la FAA, che, a sua volta, avvisò Basulto ed il suo gruppo di astenersi da tali voli.

 

La presunta “cospirazione” fu una vera e propria monumentale stupidità, incomprensibile per qualsiasi mente razionale. L’ipotesi era che il Governo cubano aveva deciso di provocare una guerra totale contro gli Stati Uniti, una battaglia militare che, ovviamente, avrebbe portato ad un terribile colpo non solo per il Governo stesso, ma per tutta la Nazione ed il suo popolo.

 

In ogni reato la motivazione è sempre un fattore decisivo. Quale avrebbe potuto essere la motivazione di Cuba per provocare un evento di queste dimensioni esattamente nel momento, 1996, di maggior rischio per la sopravvivenza del nostro Paese, senza alleati, né tanto meno amici, in un mondo ed in un emisfero totalmente governato dagli Stati Uniti?

 

Cuba fece esattamente il contrario. Denunciò più e più volte ogni provocazione alla FAA ed all’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (OACI, l’istituzione vincolata alle Nazioni Unite che si incarica di queste tematiche) ed inviò una decina di note diplomatiche al Dipartimento di Stato. Ma Cuba fece ancora di più: realizzò il suo maggior sforzo per arrivare al più alto livello dell’amministrazione nordamericana, la Casa Bianca – cercando di prevenire altri incidenti.

 

Il numero di gennaio del 1998 della rivista The New Yorker dedicato a Cuba in occasione della visita del Papa, includeva un serio articolo nel quale si può trovare un ricordo piuttosto obiettivo di questi sforzi. (Carl Naguin, Annals of Diplomacy Backfire, The New Yorker, January 26, 1998, http://www.newyorker.com/archive/1998)

 

Sì, ci fu una cospirazione che provocò la tragedia del 24 febbraio del 1996. Ma fu unicamente un lavoro degli stessi gruppi di Miami, che hanno scatenato una campagna terrorista durata mezzo secolo contro Cuba, la stessa squadriglia che, più tardi, avrebbe sequestrato Elián González, un bambino di 6 anni. Fatti dei quali tutti loro sono usciti impunemente.