La vergognosa storia dell'OSA Creazione e percorso dell'Organizzazione degli Stati Americani. Contesto storico della sua comparsa e fondamenti giuridici, politici ed ideologici in cui si costituì. Ruolo svolto nella regione. |
22 maggio '09 - O.S.Serra www.granma.cubaweb
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Dal loro decollo come nazione, gli Stati Uniti d'America hanno sempre contrapposto gli ideali di unità ed integrazione latino-americana la loro pretesa di dominio continentale e di ambizioni ben espresse il 2 dicembre 1823 nella famosa Dottrina Monroe, riassunta nella frase "l'America agli americani".
Solo nell'ultimo quarto del XIX secolo questa filosofia ha potuto realizzarsi, quando l'industria statunitense crebbe come nessun'altra fino a raggiungere la condizione di potenza in rapida ascesa, con la quale pretendeva non solo il dominio del continente, ma che creava le condizioni per lanciarsi nella lotta per una nuova distribuzione del mondo.
Già alla fine del 1889, il governo degli Stati Uniti convocava la prima Conferenza Panamericana, che fu il punto di partenza del "panamericanismo", visto come il dominio economico e politico dell'America sotto la presunta "unità continentale." Ciò implicava un aggiornamento della Dottrina Monroe nel momento in cui il capitalismo nord americano arrivava alla sua fase imperialista. José Martí, che fu testimone eccezionale della nascita del mostro imperialista, si chiedeva a proposito di quella conferenza: Con chi allearsi, nel meglio della gioventù nella battaglia che gli Stati Uniti stanno preparando a sferrare al resto del mondo? E aveva ragione. Tra il 1899 e il 1945, durante otto conferenze simili, tre riunioni di consultazione e varie conferenze su temi particolari, si andò stabilendo il progressivo avanzamento della penetrazione economica, politica e militare degli Stati Uniti in America Latina.
Auge del Panamericanismo Monroista
Come risultato, nella conferenza di San
Francisco, nell'aprile 1945, in cui si fonda l'ONU, la diplomazia nord
americana, con il sostegno dei paesi latino-americani, difese l' "autonomia"
per il Sistema Interamericano e ottenne che nell'articolo 51 della Carta
dell'organizzazione mondiale si preservasse la soluzione di
controversie attraverso metodi e sistemi di "americani".
L'interpretazione data dal
Consiglio Direttivo dell'Unione Panamericana è che detta Carta nacque
compatibile con il Sistema Interamericano e la Dichiarazione di Chapultepec.
Nell'agosto 1947, la Conferenza Panamericana di Rio de Janeiro approvò una risoluzione che diede origine agli strumenti che diedero vita alla clausola di permissività strappata all'ONU: il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), che riaffermava il principio di "solidarietà" continentale impugnato da Washington per affrontare qualsiasi situazione che ponesse in pericolo la "sua pace ", in America, ed adottare le misure necessarie, compreso "l'uso della forza". Con il TIAR si impone la volontà yankee nel continente, che costituendo una minaccia permanente per la sovranità dei paesi latino-americani.
Come nota, tra il 30 marzo e il
2 maggio 1948 la Conferenza Internazionale Americano di Bogotà, diede vita
all'Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Nel mezzo di questa riunione
è assassinato il leader liberale colombiano
Jorge E. Gaitan, molto popolare, fatto che causò una grande insurrezione
conosciuta come il Bogotazo brutalmente repressa e che servì a manipolare il
corso e l'esito della Conferenza, perché gli USA promossero la minaccia che
significavano per la democrazia l' "avvento" dell'Unione Sovietica e del
comunismo, che furono incolpati per le morti durante il Bogotazo.
La sua retorica diplomatica relativa ai principi di indipendenza e sovranità delle nazioni e dei diritti umani e dei popoli, sono rimasti come lettera morta.
Pagine di un pretesto
sanguinoso
Di fronte al fatto compiuto, l'organismo si limitò a "lasciar fare" agli USA e ritardò l'esame della situazione, ignorando gli interessi del paese aggredito.
L'attuazione rispetto a Cuba, dal trionfo della
Rivoluzione, il sostegno all'invasione della Baia dei Porci, nel 1961, le
azioni d'ordine politico-diplomatico per isolare il paese, si
conclusero con l'espulsione di Cuba, nel gennaio 1962, e la rottura delle
relazioni diplomatiche dei paesi della regione con l'Avana, mostrando
un livello di putridume tale che mise in dubbio l'onorabilità stessa dell'organizzazione. Nell' aprile 1965 i marine yankee sbarcarono a Santo Domingo yankee per impedire l'imminente vittoria del movimento popolare costituzionalista sulle forze della razione militarista.
L'OSA inviò nella capitale dominicana il suo Segretario generale, l'uruguaiano José A. Mora, con l'apparente proposito di ottenere una tregua tra i belligeranti, mentre l'Organo di Consultazione ritardava una decisione per facilitare che le forze militari yankee prendessero il controllo della situazione.
Dopo molteplici operazioni gli Stati Uniti ottennero,
con uno
stretto margine di voti, l'approvazione di una risoluzione che dispose la
creazione di una Forza Interamericana di Pace, realizzando, per la prima volta sotto il
marchio dell'OSA, un intervento collettivo in un paese dell'area.
Ed ancora nell'ottobre 1983 un colpo di stato militare rovesciò il primo ministro granadino Maurice Bishop, che fu assassinato per mano dei golpisti.
Anche a Granada gli Stati Uniti inviarono una forza d'invasione di 1900 marine che presero il controllo dell'isola. Il principio di non intervento perse nuovamente il suo significato. Nell'OSA la maggioranza approvò questa azione come una "misura preventiva" mentre altri la condannarono.
Finalmente si condannò l'invasione come violatrice della Carta di Bogotà.
La bancarotta del
Panamericanismo
La fine della chiamata Guerra Fredda e la disintegrazione dell'Unione Sovietica cambiarono la geopolitica mondiale e l'OSA, come richiesto dagli Stati Uniti, cercò di riorganizzarsi in modo da essere più fedele alle oligarchie, per cui iniziò, nel 1991, a promuovere i precetti della democrazia rappresentativa borghese e del neoliberismo.
Sotto queste bandiere sono nati i Vertici delle Americhe, su iniziativa degli Stati Uniti, che assegnarono nuovi compiti all'organizzazione.
In quel momento risalta la creazione della Carta Democratica Interamericana, nel 1992, che portò a livello di trattato l'imposizione dell'unipolarismo alla regione, vale a dire l'OSA non cambiò il suo volto, tanto che di fronte del colpo di stato militare, ad Haiti, che depose il presidente Jean Bertrand Aristide, esibì lo stesso grado di incapacità e putrefazione delegando il tema al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che approvò una forza militare multinazionale guidato da chi? Ma dagli Stati Uniti...
Già in pieno XXI secolo, a nessuno restano dubbi sull' irrilevanza, l'obsolescenza e il discredito di un'organizzazione che è stata complice dei grandi crimini di Stato avvenuti in America Latina e Caraibi nella seconda metà del XX secolo. Anche se in certe occasioni gli Stati Uniti l'hanno messa da parte, ma mai scartata; la necessitano viva al fine d'influire e di dividere la regione e frenare la consacrazione del suo unico, inevitabile e vero destino storico: l'integrazione martiana e bolivariana dei suoi popoli.
La vergognosa storia dell'OSA (II parte, 29 maggio)
L'OSA contro Cuba. Complicità e
legittimazione interamericana nelle aggressioni USA contro il popolo cubano.
La lotta di Raúl Roa per la dignità
Il 18 marzo 1959, a soli due mesi e mezzo dalla
vittoria popolare del primo gennaio, il nuovo Ambasciatore di Cuba presso
l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Raúl Roa García, esponeva la
posizione che definiva, per il futuro,la relazione tra la trionfante
Rivoluzione e l'organismo emisferico: [...] Per molti anni non si era
sollevata e ascoltata la voce genuina di Cuba nel Consiglio dell'OSA. [...]
Non risulta ozioso ricordarlo perché é una novità storica e evidente
incoraggiamento per i popoli ancora oppressi. La caduta di una tirannia
mediante l'azione armata non è un evento insolito nella nostra America; lo
è, tuttavia, quello che ha rovesciato Fulgencio Batista a Cuba.
Tale posizione cubana partiva dalla conoscenza, da parte del suo vertice
rivoluzionario, sulla già per allora, breve
e triste storia della OSA,al servizio degli Stati Uniti, che dal
gennaio 1959 avevano messo a punto un piano per utilizzare l'organizzazione
contro la Rivoluzione e il nostro popolo. Fino ad allora, nessun meccanismo
multilaterale o regionale aveva inflitto o trattato d'infliggere più danno a
un paese che quelli dell'OSA a Cuba.
Nell'agosto 1959, i Governi di Brasile, Cile, Perù
e Stati Uniti sollecitarono la convocazione di una Riunione di Consultazione
dei Ministri degli Esteri per affrontare la situazione nei Caraibi.
La Rivoluzione aveva promulgato la Prima Legge di Riforma Agraria,
eliminando i grandi latifondi, tra cui quelli della United Fruit, in cui avevano
interessi economici i fratelli Allan Dulles, Segretario di Stato, e Foster
Dulles, capo della CIA.
Dal 22 al 29 agosto 1960 si tenne a San José, Costa Rica, la VII Riunione
di Consultazione. Tra i punti all'ordine del giorno appariva il
rafforzamento della solidarietà continentale e del sistema interamericano,
specialmente davanti alle minacce di intervento extracontinentale, e la
considerazione delle tensioni internazionali esistenti nella regione dei
Caraibi, al fine di garantire l'armonia, l'unità e la pace dell'America, tra
altri.
La Riunione adottò una Dichiarazione che nei suoi paragrafi operativi 4 e 5
dichiarava che... il Sistema Interamericano é incompatibile con
qualsiasi forma di totalitarismo e che la democrazia solo raggiungerà pienamente i
suoi obiettivi nel continente quando tutte le repubbliche
americane conformino la loro condotta ai principi enunciati nella Dichiarazione di
Santiago del Cile e tutti gli Stati membri dell' Organizzazione regionale
hanno l'obbligo si sottoporsi alla disciplina del sistema interamericano,
volontariamente e
liberamente concordate e che la più ferma garanzia della sua indipendenza
politica proveniva dall'obbedienza alle disposizioni della Carta dell'Organizzazione
degli Stati Americani.
A San José si istituirono le condizioni necessarie, conformi ai voleri
yankee, per imporre
l'esclusione del governo cubano. Nella protesta, annunciando la decisione
di ritirarsi da quel vergognoso conciliabolo, il cancelliere Roa sentenziò,
con
una memorabile e potente frase, la definitiva rottura con l'OSA: [...] I
governi latinoamericani hanno lasciato Cuba sola. Io vado con il mio
popolo e con il mio popolo se ne vanno anche i popoli della nostra America.
Nel dicembre 1961 il Consiglio Permanente dell'OSA deciso, su richiesta
della Colombia, di convocare l'VIII Riunione di Consultazione dei
Ministri degli Esteri per il gennaio 1962 (dal 22 al 31) a Punta dell'Est,
dove si adotteranno nove risoluzioni, quattro di esse contro Cuba, ma la IV
era
il "gioiello" dell'OSA, intitolata Esclusione dell'attuale
Governo di Cuba dalla sua
partecipazione al sistema Interamericano, che era la massima
aspirazione yankee per delegittimare nel campo politico e diplomatico la
Rivoluzione. La risoluzione fu approvata con 14 voti favorevoli (gli Stati Uniti
dovettero comprare il voto di Haiti per ottenere il maggioranza minima), uno
contro - Cuba - e sei astensioni: Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Ecuador e
Messico. Le ultime due nazioni espressero che l'espulsione di uno Stato membro
non poteva realizzarsi perché non vi era stata una precedente revisione della
Carta dell'Organizzazione. L'allora presidente, Osvaldo Dorticós, innalzò la bandiera che era stata in precedenza innalzata, in quello stesso scenario, dal Cancelliere della dignità Raúl Roa: [...] Se ciò che si pretende è che Cuba si sottometta alle decisioni di un paese potente se ciò che si cerca é che Cuba capitoli, rinunci alle aspirazioni di benessere,progresso e pace che animano la sua rivoluzione socialista e ceda la sua sovranità, se l'intenzione é che Cuba volti le spalle a paesi che hanno dimostrato una sincera amicizia e giusto rispetto, se, in una parola, si cerca di schiavizzare un paese che ha conquistato la sua libertà, dopo un secolo e mezzo di sacrifici, sappiate una volta per tutte: Cuba non capitolerà. [...] Siamo venuti convinti che si prenderà una decisione contro Cuba, ma che ciò non pregiudicherà lo sviluppo della nostra Rivoluzione. Siamo venuti per passare da accusati ad accusatori, per accusare il colpevole qui, che non è altro che il governo imperialista degli Stati Uniti. [...] l'OSA diventa incompatibile con la liquidazione del latifondo, con la nazionalizzazione dei monopoli imperialisti, con l'uguaglianza sociale, con il diritto all'educazione, con la liquidazione dell' analfabetismo [...] e in questo caso Cuba non deve stare nell'OSA. [...] potremo non stare nell'OSA ma Cuba socialista starà in America, potremo non stare nell'OSA ma il governo imperialista degli Stati Uniti continuerà ad avere, a 90 miglia dalle sue coste, una Cuba rivoluzionaria e socialista[...].
Sconfitto a Giron nel 1961,
falliti i piani dell'operazione Mongosta, che portarono alla Crisi di Ottobre
del 1962, con il blocco economico,
finanziario e commerciale già proclamato e con bande terroristiche
combattenti nelle montagne dell'Escambray, agli Stati Uniti mancava
solo internazionalizzare la sua spregevole politica, per la quale si
avvalse della IX Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri a Washington nel
luglio 1964, mediante una risoluzione ispirata al TIAR, che aveva già
sostituito la Carta dell'OSA, disponendo che i governi degli Stati Americani
rompessero le loro relazioni diplomatiche o consolari con il Governo di Cuba.
Solo il Messico mantenne una posizione degna e non si piegò ai disegni dell'impero.
di una cattiva politica
Proprio l'11 settembre 2001, quando crollavano le torri gemelle a New York,
fu promulgata la Carta Democratica Interamericana, la più recente e
velata manovra yankee, nell' OSA, contro Cuba, che stabilì le regole che
erano costretti a seguire i paesi per essere membri del blocco emisferico. Prima non
potevano essere marxista-leninista, ora dovevano adottare come requisito
la democrazia rappresentativa borghese ed il "Dio Mercato".
Fondamentalmente, si promuoveva, in modo simile, l'esclusione di Cuba.
La vergognosa storia dell'OSA (III parte, 29 maggio)
La fine del Ministero delle Colonie degli Stati Uniti. L'OSA deve essere smantellata come l'unica opzione liberatrice
Il 2 settembre 1960, dopo il coronamento della congiura dell'OSA contro Cuba, a San José, il Comandante in Capo convocò il popolo di Cuba nella Magna Assemblea Generale celebrata in Piazza della Rivoluzione José Martí e lesse lo storico proclama noto come Prima Dichiarazione di L'Avana, in cui ottavo e ultimo comma, definiva:
[...] L'Assemblea Generale Nazionale del Popolo di Cuba riafferma la sua
fede che l'America Latina marcerà presto, unita e vincitrice, libera
da vincoli che convertono le sue economie in ricchezza trasferite all'imperialismo
nord americano e che le impediscono di far udire la sua vera voce nelle
riunioni dove cancellieri addomesticati, fanno il coro infamante al padrone
dispotico. Ratifica, quindi, la sua decisione di lavorare per il
comune destino latinoamericano che permetterà ai nostri paesi di
edificare una solidarietà vera, fondata sulla libera volontà di ognuno di
essi e le aspirazioni congiunte
di tutti. Nella lotta per questa America Latina liberata, di fronte alle voci
obbedienti di coloro che usurpano la loro rappresentanza ufficiale, sorge ora, con invincibile potenza, la voce
genuina dei popoli,
voce che si apre il passo dalle viscere delle miniere di carbone e di stagno,
dalle sue fabbriche e zuccherifici, dalle terre feudali, dove cholos, gauchos,
jibaros, eredi di Zapata e Sandino, impugnano le
armi della loro libertà, voce che risuona nei suoi poeti e
romanzieri, nei suoi studenti, nelle sue donne e nei suoi bimbi,
nei suoi anziani. A questa voce sorella, l'Assemblea Generale
Nazionale
del Popolo di Cuba, risponde: ¡Presente! Cuba non mancherà. Cuba è
qui oggi per ratificare, davanti all'America Latina e al mondo, come un
impeno
storico, il suo dilemma irrinunciabile: Patria o Morte.
Screditata e svalutata, nel pieno crepuscolo dell' impero, ha trovato la sua
salvezza in una iniziativa del Presidente William Clinton che, nel 1994,
ha proposto gli incontri al vertice con tutti i capi di Stato e di
Governo dell' Emisfero, la cui organizzazione,esecuzione e conduzione é
stata assegnata all'Organizzazione degli Stati Americani, al fine di salvarla
dall'inopia in cui era caduta.
Di fronte a una realtà che già le é aliena, l'OSA
si trovò di fronte
alla solida posizione dei paesi della regione per l'ingiusta esclusione
di Cuba dal conferenza trinitaria. Né lei né il suo segretario generale,
il cileno Josè Miguel Insulza, hanno potuto evitare che la problematica della
politica nord americana verso l'isola fosse il principale protagonista. Insulza,
Ciò che li è accaduto ha dimostrato agli
statunitensi (abituati a non imparare dai fallimenti) che America Latina e Caraibi vivono
una realtà molto diverse dal 1960 e 1962 in cui la regione fungeva come docile scenario. L'OSA e il suo portavoce, Insulza, non
l'hanno
capito, e hanno ripetuto l'antica pratica di parlare in nome del padrone:
"Gli Stati Uniti sono disposti a parlare con loro (Venezuela e
Bolivia). Ma deve essere un dialogo senza condizioni. Molti dei problemi
sorsero perché si posero condizioni. E questo è vero tanto nel caso di Cuba
come con gli
altri". Così ritornava su ciò che è stato il cuore delle
travagliate relazioni tra Stati Uniti e la regione, compresa Cuba: un
dialogo con condizioni imposte da Washington.
L'OSA ha imposto la doppia morale, la corruzione politica e
amministrativa, fece ingovernabile le democrazie, le convertì in dittature
e quando non le servirono più le riconvertì in democrazie più deboli e
più servili, poiché nella nuova era del neoliberismo, con i capitali
oligarchici trans nazionalizzati, queste erano parte di una
rete di potere modo molto più sofisticato, i cui fili non radicano
necessariamente nelle Case del Governo o nei Parlamenti, ma nelle
corporazioni del continente.
Washington e l'OSA furono coerenti con il loro
tenebroso passato quando percepirono le prime minacce.
Contemplò i colpi di stato sponsorizzati dal governo degli Stati Uniti
in Uruguay, Cile e Argentina. Tacque a fronte della morte di Salvador Allende,
a fronte dell'assassinio e la scomparsa di decine di migliaia di sud americani
durante la tenebrosa Operazione Condor. Non promosse la pace in America
Centrale negli anni Ottanta, in un conflitto che ha strappò circa un
centinaio di migliaia di vite umane. Non sostenne le investigazioni per
chiarire la sospetta morte del generale Torrijos a Panama, e i suoi
ambasciatori neppure smisero di prendere il caffé durante le ingloriose invasioni di Grenada, nel 1983, e di Panama, nel 1989. All'OSA e al signor Insulza ebbero il "pudore" di evitare di chiamare le cose con il loro nome (colpo di stato, per esempio) e preferirono indicare con linguaggio arlecchinesco che [...] in Bolivia si é giunti ad un punto in cui o ci si accorda per un immediato cessazione delle ostilità e si passa alla negoziazione, o la situazione diventerà molto difficile [...]. Nella loro complicità per omissione, l'OSA ha ignorato le sufficienti prove del fatto che la DEA e la CIA, in Bolivia, erano dietro i piani di assassinio di Evo Morales.
Vi sono troppi coinvolgimenti con la morte,
il genocidio e la menzogna perché l'OSA
sopravviva a questi tempi. E'un cadavere politico. Tuttavia, non mancano
coloro che nel tentativo di resuscitare il morto, cercano di emendarlo
sulla via di "perdonare la vita a Cuba". La realtà è che
senza l'OSA, gli Stati Uniti perderebbero uno dei suoi principali
strumenti politici e giuridici di controllo egemonico sull'emisfero occidentale.
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