La vergognosa

storia dell'OSA

Creazione e percorso dell'Organizzazione degli Stati Americani. Contesto storico della sua comparsa e fondamenti giuridici, politici ed ideologici in cui si costituì. Ruolo svolto nella regione.

 

 

22 maggio '09 - O.S.Serra www.granma.cubaweb

 

 

Dal loro decollo come nazione, gli Stati Uniti d'America hanno  sempre contrapposto gli ideali di unità ed integrazione latino-americana la loro pretesa di dominio continentale e di ambizioni ben espresse il 2 dicembre 1823 nella famosa Dottrina Monroe, riassunta nella frase "l'America agli americani".

 

Solo nell'ultimo quarto del XIX secolo questa filosofia ha potuto realizzarsi, quando l'industria statunitense crebbe come nessun'altra fino a raggiungere la condizione di potenza in rapida ascesa, con la quale pretendeva non solo il dominio del continente, ma che creava le condizioni per lanciarsi nella lotta per una nuova distribuzione del mondo.

 

Già alla fine del 1889, il governo degli Stati Uniti convocava la prima Conferenza Panamericana, che fu il punto di partenza del "panamericanismo", visto come il dominio economico e politico dell'America sotto la presunta "unità continentale." Ciò implicava un aggiornamento della Dottrina Monroe nel momento in cui il capitalismo nord americano arrivava alla sua fase imperialista. José Martí, che fu testimone eccezionale della nascita del mostro imperialista, si chiedeva a proposito di quella conferenza: Con chi allearsi, nel meglio della gioventù nella battaglia che gli Stati Uniti stanno preparando a sferrare al resto del mondo? E aveva ragione. Tra il 1899 e il 1945, durante otto conferenze simili, tre riunioni di consultazione e varie conferenze su temi particolari, si andò stabilendo il progressivo avanzamento della penetrazione economica, politica e militare degli Stati Uniti in America Latina.

 

 

Auge del Panamericanismo Monroista

 


Alla fine della II Guerra Mondiale, da cui gli Stati Uniti uscirono beneficiati, inizia una fase di auge del Panamericanismo e del Sistema Interamericano che va dalla Conferenza di Chapultepec, nel 1945, passando per la creazione dell'OSA, nel 1948, fino all'invasione della Repubblica Dominicana, nel 1965, consolidando la subordinazione dei governi del continente alla politica estera degli Stati Uniti

Così, la Conferenza Interamericana sui Problemi della Guerra e la Pace, di Chapultepec, nel marzo del 1945, ebbe un obiettivo politico definito: allineare i paesi della regione per affrontare il processo che   sarebbe venuto con la creazione delle Nazioni Unite.

 

Come risultato, nella conferenza di San Francisco, nell'aprile 1945, in cui si fonda l'ONU, la diplomazia nord americana, con il sostegno dei paesi latino-americani, difese l' "autonomia" per il Sistema Interamericano e ottenne che nell'articolo 51 della Carta dell'organizzazione mondiale si preservasse la soluzione di controversie attraverso metodi e sistemi di "americani". 
 

L'interpretazione data dal Consiglio Direttivo dell'Unione Panamericana è che detta Carta nacque compatibile con il Sistema Interamericano e  la Dichiarazione di Chapultepec.
 

Nell'agosto 1947, la Conferenza Panamericana di Rio de Janeiro approvò una risoluzione che diede origine agli strumenti che diedero vita alla clausola di permissività strappata all'ONU: il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), che riaffermava il principio di "solidarietà" continentale impugnato da Washington per affrontare qualsiasi situazione che ponesse in pericolo la "sua pace ", in America, ed adottare le misure necessarie, compreso "l'uso della forza". Con il TIAR si impone la volontà yankee nel continente, che costituendo una minaccia permanente per la sovranità dei paesi latino-americani.

 

Come nota, tra il 30 marzo e il 2 maggio 1948 la Conferenza Internazionale Americano di Bogotà, diede vita all'Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Nel mezzo di questa riunione è assassinato il leader liberale colombiano Jorge E. Gaitan, molto popolare, fatto che causò una grande insurrezione conosciuta come il Bogotazo brutalmente repressa e che servì a manipolare il corso e l'esito della Conferenza, perché gli USA promossero la minaccia che significavano per la democrazia l' "avvento" dell'Unione Sovietica e del comunismo, che furono incolpati per le morti durante il Bogotazo.

Ma sia la Conferenza di Rio come quella di Bogotà coincisero con un'acutizzazione dei problemi economici in America Latina, i cui paesi - entusiasmati con il Piano Marshall per l'Europa - cominciarono a chiedere un piano d'assistenza per la regione. Ma lo stesso segretario di stato, George Marshall, s'incaricò di ingannarli.

Dalla discussione ed adozione della Carta dell'OSA sorse un ampio documento di 112 articoli, firmato senza riserve dai ventuno paesi partecipanti in Bogotà. La Carta faceva suoi alcuni dei principi cardini e giusti del diritto internazionale ed equo, tuttavia, su istanza di Washington, furono introdotte disposizioni che trasferirono all'OSA i principali postulati del TIAR, per cui, dalla sua nascita l'OSA è lo strumento giuridico ideale per la dominazione statunitense nel continente.

 

La sua retorica diplomatica relativa ai principi di indipendenza e sovranità delle nazioni e dei diritti umani e dei popoli, sono rimasti come lettera morta.

 

 

Pagine di un pretesto sanguinoso
 


Nel 1954 il Guatemala fu invaso da forze mercenarie organizzate dalla CIA, che rovesciarono il governo di Jacobo Arbenz. L'OSA si era già prestata ad approvare una risoluzione che introduceva la variante dell'intervento collettivo regionale, in espressa violazione della stessa Carta e dell'ONU.

 

Di fronte al fatto compiuto, l'organismo si limitò a "lasciar fare" agli USA e ritardò l'esame della situazione, ignorando gli interessi del paese aggredito.

 

L'attuazione rispetto a Cuba, dal trionfo della Rivoluzione, il sostegno all'invasione della Baia dei Porci, nel 1961, le azioni d'ordine politico-diplomatico per isolare il paese, si conclusero con l'espulsione di Cuba, nel gennaio 1962, e la rottura delle relazioni diplomatiche dei paesi della regione con l'Avana, mostrando un livello di putridume tale che mise in dubbio l'onorabilità stessa dell'organizzazione.
 

Nell' aprile 1965 i marine yankee sbarcarono a Santo Domingo yankee per impedire l'imminente vittoria del movimento popolare costituzionalista sulle forze della razione militarista.

 

L'OSA inviò nella capitale dominicana il suo Segretario generale, l'uruguaiano José A. Mora, con l'apparente proposito di ottenere una tregua tra i belligeranti, mentre l'Organo di Consultazione ritardava una decisione per facilitare che le forze militari yankee prendessero il controllo della situazione.

 

Dopo molteplici operazioni gli Stati Uniti ottennero, con uno stretto margine di voti, l'approvazione di una risoluzione che dispose la creazione di una Forza Interamericana di Pace, realizzando, per la prima volta sotto il marchio dell'OSA, un intervento collettivo in un paese dell'area.

L'OSA, che aveva tra i suoi postulati fondamentali il principio di non intervento di nessuno Stato negli affari interni degli altri, continuava nella crisi di credibilità.


Nel marzo 1982 vi fu l'intervento britannico che diede inizio alla Guerra delle Malvinas e alla prima aggressione di una potenza extra-continentale ad un paese del Sistema Interamericano, che, secondo il TIAR, doveva convocare la solidarietà  continentale con l'aggredito. E...? gli Stati Uniti appoggiarono politicamente e militarmente la Gran Bretagna e imposero sanzioni economiche contro l'Argentina. E l'OSA? ritardò la sua reazione, poi adottò una tiepida risoluzione chiedendo la cessazione del conflitto e solo un mese più tardi condannò l'attacco armato ed esortò gli Stati Uniti a revocare immediatamente le misure applicate all' Argentina ".

 

Ed ancora nell'ottobre 1983 un colpo di stato militare rovesciò il primo ministro granadino Maurice Bishop, che fu assassinato per mano dei golpisti.

 

Anche a Granada gli Stati Uniti inviarono una forza d'invasione di 1900 marine che presero il controllo dell'isola. Il principio di non intervento perse nuovamente il suo significato. Nell'OSA la maggioranza approvò questa azione come una "misura preventiva" mentre altri la condannarono.

 

Finalmente si condannò l'invasione come violatrice della Carta di Bogotà.

 

 

La bancarotta del Panamericanismo
 

 

La fine della chiamata Guerra Fredda e la disintegrazione dell'Unione Sovietica cambiarono la geopolitica mondiale e l'OSA, come richiesto dagli Stati Uniti, cercò di riorganizzarsi in modo da essere più fedele alle oligarchie, per cui iniziò, nel 1991, a promuovere i precetti della democrazia rappresentativa borghese e del neoliberismo.

 

Sotto queste bandiere sono nati i Vertici delle Americhe, su iniziativa degli Stati Uniti, che assegnarono nuovi compiti all'organizzazione.

 

In quel momento risalta la creazione della Carta Democratica Interamericana, nel 1992, che portò a livello di trattato l'imposizione dell'unipolarismo alla regione, vale a dire l'OSA non cambiò il suo volto, tanto che di fronte del colpo di stato militare, ad Haiti, che depose il presidente Jean Bertrand Aristide, esibì lo stesso grado di incapacità e putrefazione delegando il tema al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che approvò una forza militare multinazionale guidato da chi? Ma dagli Stati Uniti...

 

Già in pieno XXI secolo, a nessuno restano dubbi sull' irrilevanza, l'obsolescenza e il discredito di un'organizzazione che è stata complice dei grandi crimini di Stato avvenuti in America Latina e Caraibi nella seconda metà del XX secolo. Anche se in certe occasioni gli Stati Uniti l'hanno messa da parte, ma mai scartata; la necessitano viva al fine d'influire e di dividere la regione e frenare la consacrazione del suo unico, inevitabile e vero destino storico: l'integrazione martiana e bolivariana dei suoi popoli.

 

 

La vergognosa storia dell'OSA (II parte, 29 maggio)

L'OSA contro Cuba. Complicità e legittimazione interamericana nelle aggressioni USA contro il popolo cubano. La lotta di Raúl Roa per la dignità
 

 

 
 

Il 18 marzo 1959, a soli due mesi e mezzo dalla vittoria popolare del primo gennaio, il nuovo Ambasciatore di Cuba presso l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Raúl Roa García, esponeva la posizione che definiva, per il futuro,la relazione tra la trionfante Rivoluzione e l'organismo emisferico: [...] Per molti anni non si era sollevata e ascoltata la voce genuina di Cuba nel Consiglio dell'OSA. [...] Non risulta ozioso ricordarlo perché é una novità storica e evidente incoraggiamento per i popoli ancora oppressi. La caduta di una tirannia mediante l'azione armata non è un evento insolito nella nostra America; lo è, tuttavia, quello che ha rovesciato Fulgencio Batista a Cuba.
 

Tale posizione cubana partiva dalla conoscenza, da parte del suo vertice rivoluzionario, sulla già per allora, breve e triste storia della OSA,al servizio degli  Stati Uniti, che dal gennaio 1959 avevano messo a punto un piano per utilizzare l'organizzazione contro la Rivoluzione e il nostro popolo. Fino ad allora, nessun meccanismo multilaterale o regionale aveva inflitto o trattato d'infliggere più danno a un paese che quelli dell'OSA a Cuba.

La cosiddetta "questione cubana" occupò l'ordine del giorno della OSA e, in conformità con gli interessi degli Stati Uniti, iniziò a gettare le basi per l'isolamento politico-diplomatico di Cuba e l'attivazione della Trattato interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), nel tentativo di "legittimare" una aggressione militare diretta contro Cuba.

 

Nell'agosto 1959, i Governi di Brasile, Cile, Perù e Stati Uniti sollecitarono la convocazione di una Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri per affrontare la situazione nei Caraibi. La Rivoluzione aveva promulgato la Prima Legge di Riforma Agraria, eliminando i grandi latifondi, tra cui quelli della United Fruit, in cui avevano interessi economici i fratelli Allan Dulles, Segretario di Stato, e Foster Dulles, capo della CIA.

La V Riunione di Consultazione, a Santiago del Cile, non adottò nessun documento che condannasse il nostro paese, ma creò "il "quadro concettuale" che servirà ai fini della politica yankee contro Cuba, istituì la Commissione Interamericana dei Diritti Umani, e la Commissione Interamericana della Pace ricevette nuovi poteri, che formavano parte della strategia di creazione e perfezionamento degli strumenti che saranno fondamentali, entro l'OSA,per l'attuazione delle direttrici yankee contro Cuba.

 
Le riunioni avvenivano una dopo l'altra e Roa, prevedendo gli obiettivi di tali incontri sui Caraibi, dichiarò, in primo luogo a Washington: Il governo di Cuba è convinto che tutte queste accuse mirano a creare, verso Cuba, un ambiente internazionale ostile, e organizzare, in Cuba, un complotto internazionale di tipo interventista, al fine di interferire, ostacolare o impedire lo sviluppo della Rivoluzione cubana. Quindi concludeva, in San Jose, le sue parole con una accusa rivelatrice: Se di giustizia si tratta, dovrebbe condannarsi congiuntamente sia Trujillo e sia il governo degli Stati Uniti.
 


Congiura e rivendicazione a San José
 

 

Dal 22 al 29 agosto 1960 si tenne a San José, Costa Rica, la VII Riunione di Consultazione. Tra i punti all'ordine del giorno appariva il rafforzamento della solidarietà continentale e del sistema interamericano, specialmente davanti alle minacce di intervento extracontinentale, e la considerazione delle tensioni internazionali esistenti nella regione dei Caraibi, al fine di garantire l'armonia, l'unità e la pace dell'America, tra altri.
 

La Riunione adottò una Dichiarazione che nei suoi paragrafi operativi 4 e 5 dichiarava che... il Sistema Interamericano é incompatibile con qualsiasi forma di totalitarismo e che la democrazia solo raggiungerà pienamente i suoi obiettivi nel continente quando tutte le repubbliche americane conformino la loro condotta ai principi enunciati nella Dichiarazione di Santiago del Cile e tutti gli Stati membri dell' Organizzazione regionale hanno l'obbligo si sottoporsi alla disciplina del sistema interamericano, volontariamente e liberamente concordate e che la più ferma garanzia della sua indipendenza politica proveniva dall'obbedienza alle disposizioni della Carta dell'Organizzazione degli Stati Americani.

 

A San José si istituirono le condizioni necessarie, conformi ai voleri yankee, per imporre l'esclusione del governo cubano. Nella protesta, annunciando la decisione di ritirarsi da quel vergognoso conciliabolo, il cancelliere Roa sentenziò, con una memorabile e potente frase, la definitiva rottura con l'OSA: [...] I governi latinoamericani hanno lasciato Cuba  sola. Io vado con il mio popolo e con il mio popolo se ne vanno anche i popoli della nostra America.

In risposta ai risultati della Riunione di San José, più di un milione di cubani riuniti nella Piazza della Rivoluzione, in una storica Assemblea Generale del Popolo di Cuba, adottarono la I Dichiarazione di L'Avana, con cui si respinsero le pretese egemoniche gli Stati Uniti contro Cuba, la sua politica di isolamento e il servilismo dell'OSA davanti a queste falsità.
 

 

L'espulsione e il tentativo di isolarci
 

 

Nel dicembre 1961 il Consiglio Permanente dell'OSA deciso, su richiesta della Colombia, di convocare l'VIII Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri per il gennaio 1962 (dal 22 al 31) a Punta dell'Est, dove si adotteranno nove risoluzioni, quattro di esse contro Cuba, ma la IV era il "gioiello" dell'OSA, intitolata Esclusione dell'attuale Governo di Cuba dalla sua partecipazione al sistema Interamericano, che era la massima aspirazione yankee per delegittimare nel campo politico e diplomatico la Rivoluzione. La risoluzione fu approvata con 14 voti favorevoli (gli Stati Uniti dovettero comprare il voto di Haiti per ottenere il maggioranza minima), uno contro - Cuba - e sei astensioni: Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Ecuador e Messico. Le ultime due nazioni espressero che l'espulsione di uno Stato membro non poteva realizzarsi perché non vi era stata una precedente revisione della Carta dell'Organizzazione.
 

L'allora presidente, Osvaldo Dorticós, innalzò la bandiera che era stata in precedenza innalzata, in quello stesso scenario, dal Cancelliere della dignità Raúl Roa: [...] Se ciò che si pretende è che Cuba si sottometta alle decisioni di un paese potente se ciò che si cerca é che Cuba capitoli, rinunci alle aspirazioni di benessere,progresso e pace che animano la sua rivoluzione socialista e ceda la sua sovranità, se l'intenzione é che Cuba volti le spalle a paesi che hanno dimostrato una sincera amicizia e giusto rispetto, se, in una parola, si cerca di schiavizzare un paese che ha conquistato la sua libertà, dopo un secolo e mezzo di sacrifici, sappiate una volta per tutte: Cuba non capitolerà. [...] Siamo venuti convinti che si prenderà una decisione contro Cuba, ma che ciò non pregiudicherà lo sviluppo della nostra Rivoluzione. Siamo venuti per passare da accusati ad accusatori, per accusare il colpevole qui, che non è altro che il governo imperialista degli Stati Uniti. [...] l'OSA diventa incompatibile con la liquidazione del latifondo, con la nazionalizzazione dei monopoli imperialisti, con l'uguaglianza sociale, con il diritto all'educazione, con la liquidazione dell' analfabetismo [...] e in questo caso  Cuba non deve stare nell'OSA. [...] potremo non stare nell'OSA ma Cuba socialista starà in America, potremo non stare nell'OSA ma il governo imperialista degli Stati Uniti continuerà ad avere, a 90 miglia dalle sue coste, una Cuba rivoluzionaria e socialista[...].

 

Sconfitto a Giron nel 1961, falliti i piani dell'operazione Mongosta, che portarono alla Crisi di Ottobre del 1962, con il blocco economico, finanziario e commerciale già proclamato e con bande terroristiche combattenti nelle montagne dell'Escambray, agli Stati Uniti mancava solo internazionalizzare la sua spregevole politica, per la quale si avvalse della IX Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri a Washington nel luglio 1964, mediante una risoluzione ispirata al TIAR, che aveva già sostituito la Carta dell'OSA, disponendo che i governi degli Stati Americani rompessero le loro relazioni diplomatiche o consolari con il Governo di Cuba. Solo il Messico mantenne una posizione degna e non si piegò ai disegni dell'impero.
 


La Carta Democratica e il fallimento

di una cattiva politica
 

 

Proprio l'11 settembre 2001, quando crollavano le torri gemelle a New York, fu promulgata la Carta Democratica Interamericana, la più recente e velata manovra yankee, nell' OSA, contro Cuba, che stabilì le regole che erano costretti a seguire i paesi per essere membri del blocco emisferico. Prima non potevano essere marxista-leninista, ora dovevano adottare come requisito la democrazia rappresentativa borghese ed il "Dio Mercato". Fondamentalmente, si promuoveva, in modo simile, l'esclusione di Cuba.

Ma la Rivoluzione é entrata nel XXI secolo vincente rispetto al più lungo e cruento assedio che popolo alcuno abbia conosciuto nella storia dell'umanità. E' un simbolo che i poteri imperiali non sono assoluti né eterni. La nobiltà e la volontà del nostro popolo è riconosciuta in tutto il pianeta. L'OSA ha fallito miseramente.

Cuba ha fluenti relazioni diplomatiche con tutte le nazioni dell'emisfero ed è stata acclamata nel Gruppo di Rio, perché nessun popolo del continente ci ha mai escluso. Il nostro Paese non si spaventò, non esitò, non cambiò una virgola della sua decisione sovrana, non negoziò la sua libertà, sua indipendenza e sua libera autodeterminazione. Non si tratta di una posizione estrema, é un principio, e fu fissato da Raul Roa nell'agosto 1959 quando disse: [...] La Rivoluzione Cubana non sta alla destra o alla sinistra di nessuno: è davanti a tutti, con una posizione propria e inconfondibile. Non é terza né quarta né quinta posizione. E'la nostra posizione.

 

 

La vergognosa storia dell'OSA (III parte, 29 maggio)

 

La fine del Ministero delle Colonie degli Stati Uniti. L'OSA deve essere smantellata come l'unica opzione liberatrice

 

 

Il 2 settembre 1960, dopo il coronamento della congiura dell'OSA contro Cuba, a San José, il Comandante in Capo convocò il popolo di Cuba nella Magna Assemblea Generale celebrata in Piazza della Rivoluzione José Martí e lesse lo storico proclama noto come Prima Dichiarazione di L'Avana, in cui ottavo e ultimo comma, definiva:

 

[...] L'Assemblea Generale Nazionale del Popolo di Cuba riafferma la sua fede che l'America Latina marcerà presto, unita e vincitrice, libera da vincoli che convertono le sue economie in ricchezza trasferite all'imperialismo nord americano e che le impediscono di far udire la sua vera voce nelle riunioni dove cancellieri addomesticati, fanno il coro infamante al padrone dispotico. Ratifica, quindi, la sua decisione di lavorare per il comune destino latinoamericano che permetterà ai nostri paesi di edificare una solidarietà vera, fondata sulla libera volontà di ognuno di essi e le aspirazioni congiunte di tutti. Nella lotta per questa America Latina liberata, di fronte alle voci obbedienti di coloro che usurpano la loro rappresentanza ufficiale, sorge ora, con invincibile potenza, la voce genuina dei popoli, voce che si apre il passo dalle viscere delle miniere di carbone e di stagno, dalle sue fabbriche e zuccherifici, dalle terre feudali, dove cholos, gauchos, jibaros, eredi di Zapata e Sandino, impugnano le armi della loro libertà, voce che risuona nei suoi poeti e romanzieri, nei suoi studenti, nelle sue donne e nei suoi bimbi, nei suoi anziani. A questa voce sorella, l'Assemblea Generale Nazionale del Popolo di Cuba, risponde: ¡Presente! Cuba non mancherà. Cuba è qui oggi per ratificare, davanti all'America Latina e al mondo, come un impeno storico, il suo dilemma irrinunciabile: Patria o Morte.

Tra gli applausi e l'approvazione di più di un milione di braccia, Fidel disse: [...] Ora manca qualcosa. E con la Dichiarazione di San Jose, cosa ne facciamo? il popolo coralmente: La stracciamo! La stracciamo! Prese tra le sue mani quella vergognosa Dichiarazione e la stracciò davanti della folla. Le cose erano chiarite tra Cuba e l'OSA. Le parole finali della Dichiarazione di L'Avana erano la premonizione di ciò che sarebbe successo quasi mezzo secolo più tardi, la Rivoluzione cubana assisteva all'ultimo rantolo di organizzazione è si prestò per il lavoro sporco di becchino imperiale.
 


Terapia contro il discredito

 

 

Screditata e svalutata, nel pieno crepuscolo dell' impero, ha trovato la sua salvezza in una iniziativa del Presidente William Clinton che, nel 1994, ha proposto gli incontri al vertice con tutti i capi di Stato e di Governo dell' Emisfero, la cui organizzazione,esecuzione e conduzione é stata assegnata all'Organizzazione degli Stati Americani, al fine di salvarla dall'inopia in cui era caduta.

Dopo il IV Vertice delle Americhe (Mar del Plata-2004), dove è stata sepolta l'Area di Libero Commercio delle Americhe, l'OSA ha ricevuto un altro colpo che ingrosserà la sua disastrosa eredità. Poi il suo silenzio di fronte all'
incursione colombiana in Ecuador il 1 marzo 2008, anche la scosse e come tante altre volte, il governo yankee ha difeso il fatto, mentre il Gruppo di Rio ha risposto per la esausta vecchia signora, lasciandola per sempre senza voce.

Durante il
V Vertice di Porto di Spagna, Trinidad e Tobago, nello scorso aprile, l'OSA non seppe neppure stare all'altezza delle circostanze negli eventi che hanno portato al massacro dei contadini di Pando, Bolivia, nel settembre 2008. Fu la giovane UNASUR la nuova voce vigorosa che vendicò i diritti degli ignorati di sempre. Una volta di più tacque quella che l'acuto Cancelliere della dignità, Raúl Roa García, qualificherà come "Ministero delle Colonie" degli Stati Uniti.

 

Di fronte a una realtà che già le é aliena, l'OSA si trovò di fronte alla solida posizione dei paesi della regione per l'ingiusta esclusione di Cuba dal conferenza trinitaria. Né lei né il suo segretario generale, il cileno Josè Miguel Insulza, hanno potuto evitare che la problematica della politica nord americana verso l'isola fosse il principale protagonista. Insulza, Fidel aveva avvertito, non aveva conoscenza del fatto che [...] E’ un po’ che il treno è passato, ed Insulza non l’ha ancora capito...

 

Ciò che li è accaduto ha dimostrato agli statunitensi (abituati a non imparare dai fallimenti) che America Latina e Caraibi vivono una realtà molto diverse dal 1960 e 1962 in cui la regione fungeva come docile scenario. L'OSA e il suo portavoce, Insulza, non l'hanno capito, e hanno ripetuto l'antica pratica di parlare in nome del padrone: "Gli Stati Uniti sono disposti a parlare con loro (Venezuela e Bolivia). Ma deve essere un dialogo senza condizioni. Molti dei problemi sorsero perché si posero condizioni. E questo è vero tanto nel caso di Cuba come con gli altri". Così ritornava su ciò che è stato il cuore delle travagliate relazioni tra Stati Uniti e la regione, compresa Cuba: un dialogo con condizioni imposte da Washington.
 

L'OSA ha imposto la doppia morale, la corruzione politica e amministrativa, fece ingovernabile le democrazie, le convertì in dittature e quando non le servirono più le riconvertì in democrazie più deboli e  più servili, poiché nella nuova era del neoliberismo, con i capitali oligarchici trans nazionalizzati, queste erano parte di una rete di potere modo molto più sofisticato, i cui fili non radicano necessariamente nelle Case del Governo o nei Parlamenti, ma nelle corporazioni del continente.
 


Sangue da tutti i pori
 

 

Washington e l'OSA furono coerenti con il loro tenebroso passato quando percepirono le prime minacce.

L'organizzazione che aveva favorito il colpo di stato del 1952 a Cuba, che è stata tanto vaga rispetto all'azione militare contro il governo costituzionale di Jacobo Arbenz in Guatemala, quella che ha sostenuto il satrapo Anastasio Somoza e nel 1961 non ha condannato l'invasione mercenaria a Cuba, mentre eludeva tutte le critiche al colpo di Stato contro il Presidente eletto dell'Ecuador Velasco Ibarra, è rimasta esattamente la stessa che patrocinava con la sua indulgenza l'invasione militare della Repubblica Dominicana nel 1965 e l'invio dei berretti verdi e  armi in Guatemala nel 1966, e in Bolivia nel 1967, mentre applaudiva la graduazione di centinaia di torturatori e  repressori nella Scuola delle Americhe nel Canale di Panama.
 

Contemplò i colpi di stato sponsorizzati dal governo degli Stati Uniti in Uruguay, Cile e Argentina. Tacque a fronte della morte di Salvador Allende,  a fronte dell'assassinio e la scomparsa di decine di migliaia di sud americani durante la tenebrosa Operazione Condor. Non promosse la pace in America Centrale negli anni Ottanta, in un conflitto che ha strappò circa un centinaio di migliaia di vite umane. Non sostenne le investigazioni per chiarire la sospetta morte del generale Torrijos a Panama, e i suoi ambasciatori neppure smisero di prendere il caffé durante le ingloriose invasioni di Grenada, nel 1983, e di Panama, nel 1989.

Ha fornito sostegno a Pedro "Il Breve" durante i difficili giorni vissuti in Venezuela nell'aprile 2002, a seguito del
tentativo di golpe, sconfitto dalla risposta esemplare del popolo che salvò il suo Presidente. Tutto ciò ha mostrato fino dove era capace di arrivare la sua ipocrisia e allineamento al potere imperiale, non accettando il carattere genuino del processo bolivariano venezuelano, che le aveva dato una lezione dritto là dove le faceva più male, sottoponendosi come nessun altro governo allo scrutinio dei suoi elettori e ad uscire vittorioso.

L'OSA impegnandosi a mettere in discussione la legittimità democratica delle elezioni al fine di promuovere la politica degli Stati Uniti di rovesciare la rivoluzione bolivariana, mise a nudo tutte la immoralità della famosa Carta Democratica.

Solo mancava a questa marcia cronologia il caso particolare della Bolivia, con abbondanti e chiari elementi di prova del coinvolgimento degli Stati Uniti in una guerra sporca per rovesciare Evo Morales, il primo presidente indigeno d'America.

All'OSA e al signor Insulza ebbero il "pudore" di evitare di chiamare le cose con il loro nome (colpo di stato, per esempio) e preferirono indicare con linguaggio arlecchinesco che [...] in Bolivia si é giunti ad un punto in cui o ci si accorda per un immediato cessazione delle ostilità e si passa alla negoziazione, o la situazione diventerà molto difficile [...]. Nella loro complicità per omissione, l'OSA ha ignorato le sufficienti prove del fatto che la DEA e la CIA, in Bolivia, erano dietro i piani di assassinio di Evo Morales.



Seppellire il pestilenziale cadavere
 

 

Vi sono troppi coinvolgimenti con la morte, il genocidio e la menzogna perché l'OSA sopravviva a questi tempi. E'un cadavere politico. Tuttavia, non mancano coloro che nel tentativo di resuscitare il morto, cercano di emendarlo sulla via di "perdonare la vita a Cuba". La realtà è che senza l'OSA, gli Stati Uniti perderebbero uno dei suoi principali strumenti politici e giuridici di controllo egemonico sull'emisfero occidentale.

Smantellarla e fondare una nuova organizzazione dei paesi latinoamericani e dei Caraibi, senza gli USA, è l'unico modo perché l'America Latina e Caraibi siano in grado di determinare il loro destino senza porre in pericolo la loro identità e avanzare  realmente verso una grande patria unita che Martí e Bolivar indicarono come meta storica.

Per quanto riguarda
Cuba, non ha bisogno dell'OSA. Non la vuole neppure riformata. Mai torneremo a questa vetusta casaccia di Washington, testimone di tante vergognose compre e tante umiliazioni. Raul lo espresse con le parole di Martí: Prima di entrare nell'OSA, prima si unirà il Mare del Nord con il Mare del Sud e nascerà un serpente da un uovo di aquila.