La biotecnologia cubana salva molte vite

Ma č proibita ai nordamericani malati

 

 

20 novembre 2009 - Mileyda Menéndez Dávila www.granma.cu

 

Solo una nazione al mondo non puň  beneficiarsi con gli indiscutibili risultati della biotecnologia cubana: gli Stati Uniti d’America.

 

Migliaia di cittadini nordamericani soffrono o muoiono por malattie come l’epatite B o l’ulcera del piede diabetico, per le quali Cuba ha efficaci rimedi.  Inoltre decine di scienziati non possono accedere a utilissimi scambi intellettuali promossi da quest’Isola.

 

La ragioni di queste limitazioni irrazionali le impone lo stesso governo statunitense, mantenendo il blocco ad ogni costi e questo ostacola  lo sviluppo bio-tecnologico di Cuba, ma non lo ferma.

 

La prova di questo č stato l’entusiasmo con cui 80 delegati stranieri hanno mostrato il proprio interesse, partecipando a decine di progetti di prima linea che si fomentano dai poli scientifici che sono stati rappresentati nel Congresso Biotecnologia Habana 2009, appena concluso dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri, José Ramón Fernández, accompagnato dal ministro di Salute, dottor José Ramón Balaguer.

 

Fernández ha risaltato la vocazione dell’industria scientifica e farmaceutica dell’Isola per la costruzione di un solido patrimonio di conoscenze al servizio dell’umanitŕ ed ha sottolineato che Cuba disegna e produce l’85% dei medicinali che si consumano nell’Isola, molti con brevetti riconosciuti e registrati da organismi internazionali, come la OMS, Organizzazione Mondiale della Salute.

 

Inoltre si tratta di generare  nuovi prodotti competitivi ed accessibili ai paesi del Terzo Mondo, dove hanno una forte impatto le malattie croniche come il cancro o le cardiovascolari o le infettive, come il dengue, il VIH, il virus del papilloma umano o l’epatite C.