Vicepresidente ecuadoriano ringrazia il popolo dell’Isola
|
||
22 ottobre '09 - Ventura de Jesús www.granma.cu (PL)
|
||
“Invio un messaggio di ringraziamento molto cordiale al popolo cubano che come i suoi governanti è molto amabile e solidale”, ha detto il vicepresidente ecuadoriano, Lenín Moreno Garcés, che ha visitato l’Isola per quattro giorni.
Poco prima di partire, nel pomeriggio di mercoledì 21, dall’aeroporto Internazionale Juan Gualberto Gómez di Varadero, il visitatore ha detto di sentirsi molto contento per la visita compiuta e d’aver consegnato una distinzione molto sentita e molto affettuosa del popolo ecuadoriano al Comandante in Capo, Fidel Castro, per tutta una vita di solidarietà, per essere gestore e fomentatore di un programma significativo e prioritario che si sta svolgendo in Ecuador, chiamato Missione Solidale Manuela Espejo.
Si tratta d’una missione che conta sull’apporto decisivo dei medici cubani, che percorrono tutto il paese per ubicare geograficamente tutte le persone con handicap, sviluppando anche uno studio per l’assistenza presente e futura.
Lenin Moreno Garcés ha ringraziato la Rivoluzione bolivariana ed il presidente Hugo Chávez per l’aiuto finanziario che permette di sviluppare questo nobile e umano progetto, oltre ai programmi di beneficio sociale che il governo del suo paese ha intrapreso.
Il Vicepresidente ecuadoriano durante il suo soggiorno nell’Isola ha incontrato le autorità cubane ed ha visitato la Scuola Speciale “Solidarietà con Panama”, dove studiano bambini con handicap differenti, ed ha constatato i progressi della medicina cubana in aspetti come la genetica clinica.
Nilo Díaz Fundora, presidente dell’Assemblea Provinciale del Poder Popular, ha accompagnato il vicepresidente dell’Ecuador alla partenza.
Fidel ha ricevuto Lenín Moreno Garcés vicepresidente dell’Ecuador Il leader della Rivoluzione decorato con l’Ordine Manuela Espejo
Il leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, ha incontrato fraternamente Sua Eccellenza, il Signor Lenín Moreno Garcés, vicepresidente della sorella Repubblica dell’Ecuador.
In un animato dialogo, Fidel e l’alto dirigente ecuadoriano hanno analizzato la situazione internazionale ed in particolare quella dell’America Latina; hanno approfondito lo stato della crescente collaborazione dei due paesi, e in maniera speciale la sfera della sanità Lenín Moreno ha ringraziato a nome del suo governo e del suo popolo il ruolo dei medici cubani, dei genetisti e dei tecnici che partecipano alla Missione Manuela Espejo.
Durante l’incontro, e a proposito della Missione, il dirigente ecuadoriano ha consegnato al Comandante in Capo l’Ordine Manuela Espejo, consegnato dalla vicepresidenza ecuadoriana, quale giusto riconoscimento del ruolo svolto dal compagno Fidel nella realizzazione dell’importante missione sociale che si sta svolgendo in Ecuador.
|
||
Il Vicepresidente ecuadoriano nella Scuola “Solidarietà con Panama”
|
||
21 ottobre '09 - Diana Castaños www.granma.cu (PL)
|
||
Il vicepresidente della Repubblica dell’Ecuador, Lenín Moreno Garcés, ha vistati la Scuola Speciale “Solidarietà con Panamá”, dove studiano bambini con differenti handicap.
Durante la sua visita nel centro, Moreno ha vistato le varie installazioni ed ha parlato con i bambini, mostrando molto interesse in come la scuola tratta le limitazioni fisiche e motorie di ognuno dei piccoli e il lavoro che si realizza con i genitori e le famiglie.
In una dichiarazione alla stampa, il vicepresidente ecuadoriano ha definito meravigliosa la Missione Manuela Espejo, che si sta sviluppando nel suo paese, con l’aiuto solidale di Cuba, per incontrare ed assistere le persone con limitazioni fisico - motorie.
“I cubani devono essere molto contenti per avere un governo e un popolo così solidali con le fasce più sensibili delle società! Io sono molto felice che la Rivoluzione cubana stia avanzando a passi da gigante e questa scuola ne è un esempio”, ha dichiarato.
Hanno partecipato all0incontro Ida Hilda Escalona del Toro, presidentessa Nazionale dell’Associazione Cubana degli Handicappati (ACLIFIM), con Esther La O Ochoa, master in Educazione Speciale, direttrice della scuola, con alti funzionari dell’Ecuador e la moglie del Vicepresidente, Rocío González.
La Scuola Solidarietà con Panama, ubicata nel municipio di Boyeros, fu inaugurata nel 1989 da Fidel e fa parte del gruppo di 409 scuole speciali presenti in tutto il territorio dell’Isola.
|
||
Il Vicepresidente del Consiglio di Stato Esteban Lazo riceve il Vicepresidente dell’Ecuador |
||
20 ottobre '09 - www.granma.cu
|
||
Il vice Presidente del Consiglio di Stato, il compagno Esteban Lazo Hernández, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri, l’Eccellentissimo Signore Lenín Moreno Garcés, viice Presidente della Repubblica dell’Ecuador, che realizza una visita ufficiale nel nostro paese.
In un ambiente cordiale e amichevole, entrambe le parti hanno analizzato lo stadio di sviluppo delle relazioni bilaterali, ed hanno rinnovato l’interesse di continuare a propulsore e diversificare i vincoli tra i nostri paesi, così come di rafforzare la collaborazione nei settori come quello della salute e dell’educazione, discutendo inoltre di temi di carattere regionale ed internazionale.
Entrambi i dirigenti hanno convenuto sulla necessità di lavorare per l’unità delle nostre nazioni, come elemento indispensabile per affrontare le sfide che impone la crisi economica globale, i cui effetti ricadono con maggiore forza sul mondo sottosviluppato.
Il Vice Presidente ecuadoriano ha riconosciuto l’appoggio cubano agli sforzi dell’attuale Presidente Correa per portare avanti un progetto sociale che permetta una migliore qualità della vita per i cittadini del suo paese ed ha ringraziato la formazione di centinaia di professionisti sull’isola, che contribuiranno al progresso nella sua nazione.
Il compagno Lazo, da parte sua, ha ringraziato la solidarietà del popolo fratello nella lotta contro l’embargo e per la liberazione dei Cinque cubani antiterroristi arrestati negli Stati Uniti.
In vice Presidente dell’Ecuador era accompagnato dall’Eccellentissimo Sr. Universi Zambrano Romero, Ambasciatore dell’Ecuador a Cuba.
Hanno accompagnato il Vice Presidente cubano, Marcelino Medina González, vice ministro primo delle Relazioni Estere, ed altri funzionari del Ministero. |
||
Il Vicepresidente dell’Ecuador ringrazia per la cooperazione
|
||
19 ottobre '09 - Juan Diego Nusa Peñalver www.granma.cu |
||
Lenín Moreno Garcés, vicepresidente dell’Ecuador, ha dichiarato, giungendo a L’Avana, che la sua visita ufficiale ha l’obiettivo di ringraziare nella forma più sentita il popolo ed il governo di Cuba per la collaborazione con la campagna molto speciale che si sta svolgendo nella nazione sudamericana, chiamata Missione Solidale Manuela Espejo.
“Si tratta d’una missione che sta percorrendo praticamente tutto il paese per ubicare con tutti i dettagli le persone con handicaps”, ha detto.
Lenín Moreno Garcés è stato ricevuto dalla vice ministra Ana Teresita González Fraga, al suo arrivo all’aeroporto internazionale José Martí, a L’Avana, ed ha segnalato, parlando alla stampa, che il governo del presidente Chávez ha contribuito ugualmente a questo nobile sforzo, con l’apporto di 21 milioni di dollari per gli aiuti tecnici indirizzati alle persone con difficoltà di questa natura. Ha spiegato che sono anche stati unificati gli sforzi per realizzare il progetto dei Ministeri ecuadoriani di Salute, Casa ed Inclusione Economica e Sociale, tra le varie entità.
Moreno, che è anche presidente del Consiglio Nazionale per gli handicap, ha detto che per la prima volta nella sua patria un programma copre e agisce integralmente per dare una soluzione alle persone che soffrono alcun tipo di handicap e per la difesa dei loro diritti dimenticati sino ad oggi.
La Missione Solidale Manuela Espejo è a sua volta un’iniziativa del programma "Ecuador Sin Barreras", fomentato dalla Vicepresidenza della Repubblica, il cui obiettivo è determinare le cause degli handicap, identificare ed analizzare questa popolazione da un punto di vista biologico, sociale, clinico e genetico.
La finalità è adeguare le politiche sociali dello Stato, perchè coprano molteplici aree come la salute, l’educazione ed il benessere sociale.
Cuba contribuisce all’impegno con una brigata formata da 239 collaboratori professionisti in genetica, neuropediatria, neurofisiologia ed altre specialità della salute.
Il Vicepresidente ecuadoriano, durante il soggiorno nell’Isola, svolgerà una fitta agenda di lavoro che includerà interviste con rappresentanti del governo cubano.
|
||
Raúl ha parlato in una manifestazione di massa a Quito “A 200 anni dall’inizio delle lotte per l’indipendenza, viviamo una situazione molto simile”
|
||
11 agosto 2009 - J.M.Blandino www.granma.cu (AIN)
|
||
“Me ne vado molto allegro ed emozionato”, ha detto Raúl la notte di lunedì 10 a circa 3000 abitanti di Quito, parlando di questa indimenticabile ed intensa visita in Ecuador, la prima del presidente cubano in questa fraterna nazione sudamericana.
Raúl, Chávez e Zelaya sono stati ricevuti da un’ovazione quando sono giunti nello stadio olimpico Atahualpa per la manifestazione che ha celebrato la vittoria delle elezioni dell’aprile scorso. Correa li ha accolti con “Viva Cuba, Venezuela e Honduras! Viva Fidel, il Che e Raúl!”, assecondato da tutti gli uomini e le donne che colmavano lo stadio.
Prima ha parlato Chávez, combinando musica, poesia e verbo, con molto spirito patriottico e rivoluzionario, e la denuncia delle aggressioni che soffrono attualmente i popoli del continente, facendo vibrare la folla.
Poi ha parlato Zelaya, che ha denunciato di nuovo i maltrattamenti che soffre il suo popolo dopo il colpo di Stato reazionario ed ha ringraziato per la solidarietà.
Quindi Rafael Correa ha invitato il presidente cubano a prendere il microfono.
Raúl ha ricordato che l’Ecuador, ed in particolare Quito, ha l’onore d’avere iniziato il movimento indipendentista americano che fu poi seguito da Venezuela, Argentina e Colombia e da molti altri paesi del continente.
“Il flusso ed il riflusso della storia hanno fatto sì che oggi, a 200 anni dall’inizio di quelle lotte per l’indipendenza, viviamo una situazione simile per i gravi problemi ed i pericoli che i nostri popoli devono affrontare”, ha detto.
“I recenti movimenti popolari a favore della giustizia sociale e la vera sovranità hanno come contropartita i tentativi disperati degli oligarchi locali e dei loro padroni stranieri per rovesciare le conquiste dei popoli”.
Raúl ha ricordato le azioni della reazione contro il Venezuela, la Bolivia, ed ora contro Honduras ed ha allarmato che queste aggressioni continueranno nella misura in cui crescono le forze popolari.
“L’installazione di basi militari degli Stati Uniti in America Latina non è casuale e non è per lottare - come dicono – contro il traffico delle droghe o le guerriglie”, ha sottolineato.
Raúl ha fatto un breve riassunto delle aggressioni sofferte dal popolo cubano dal 1959 ed ha dichiarato che senza il deciso appoggio della gran maggioranza del popolo, la Rivoluzione non avrebbe potuto resistere.
Infine ha terminato complimentandosi con il presidente Correa per la sua decisione di porsi al servizio dei suoi compatrioti ed ha ratificato la decisione cubana di appoggiare il popolo dell’Ecuador.
Il presidente Correa ha riassunto la vibrante giornata, ringraziando il suo popolo per il trionfo ottenuto e confermando l’impegno di continuare a lavorare a beneficio dei più umili compatrioti.
“Neanche un passo indietro! Hasta la victoria siempre! Venceremos!”, ha concluso.
LA CERIMONIA UFFICIALE
Il Presidente cubano e la sua delegazione sono giunti alla sede dell’Assemblea Nazionale, dove si è svolta la cerimonia ufficiale della nomina del Presidente Rafael Correa Delgado, alla quale hanno assistito altri otto Capi di Stato e di governo, molti vicepresidenti ed altre importanti personalità politiche di numerose nazioni ed organismo internazionali.
È stata una cerimonia commovente e simbolica. Il discorso pronunciato dal Presidente Correa in questo inizio del suo secondo mandato costituisce un bilancio di quanto ottenuto e conquistato sino al presente e la chiara esposizione dei principali obiettivi e compiti della Rivoluzione Cittadina che lui guida.
“Molto serio, emotivo e persuasivo”, sono stati gli aggettivi che ha pronunciato Fidel dopo il discorso di Correa, in un messaggio che ha inviato, con un abbraccio al popolo dell’Ecuador.
Raúl ha dato queste informazioni ed ha assicurato che questo intervento farà storia. Poi i capi di governo ed i segretari generali degli organismi internazionali presenti sono andati nel Palazzo di Governo, al pranzo offerto dal presidente ecuadoriano.
Prima d’entrare nell’edificio, Raúl ha salutato il popolo che spontaneamente si era riunito lì.
L’INCONTRO CON CHÁVEZ
Nel pomeriggio Raúl ha incontrato il presidente del Venezuela, Hugo Chávez Frías. Il fraterno e caldo incontro ha fatto il punto su temi vincolati alle strette relazioni che esistono tra i due paesi e sulla situazione internazionale.
LA CAPPELLA DELL’ UOMO
“È la prima volta che vengo in Ecuador e questo è il primo luogo che visito”, ha detto Raúl a Pablo Guayasamín, figlio dell’indimenticabile amico di Cuba Oswaldo Guayasamín, e presidente della Fondazione che porta il nome dello straordinario pittore ecuadoriano.
Il presidente cubano, con la delegazione, ha reso omaggio al grande artista e combattente per i diritti dei poveri, vicino all’Albero della Vita, ai cui piedi riposano le sue ceneri come quelle del rivoluzionario e scrittore Jorge Enrique Adoum e di Emilo Verdruga, nipote dei Guayasamín, morto in un incidente aereo.
All’entrata della residenza in cui viveva l’artista, Raúl è stato ricevuto dalla vedova Marujita e da un numeroso gruppo di figli, nipoti e altri familiari.
“ È molto bello averla qui, percorrendo gli stessi luoghi che Fidel ha visitato 7 anni fa”, è stato ripetuto diverse volte.
Il percorso della Cappella dell’Uomo, un vero inno in omaggio all'essere umano e soprattutto ai poveri e all’incessante lotta per la vita, è durato circa un’ora.
La Cappella dell’Uomo è un forte grido di denuncia contro l’oppressione e l’ingiustizia, grido che si trova in ogni opera di questo uomo straordinario che un giorno disse: “ Io ho pianto perchè non avevo le scarpe, fino a quando ho visto un bambino che non aveva i piedi”.
OMAGGIO A MARTÍ NELLA METÁ DEL MONDO
La fitta agenda è continuata con una visita alla città Metà del Mondo, dove, sopra la linea che marca la latitudine zero della Terra si eleva una torre di 30 metri nella quale ha sede il Museo delle Etnie e le Nazionalità che popolano l’Ecuador.
A pochi metri da questo originale monumento, il luogo più visitato del paese, c’è la piazza Josè Martí, dove la delegazione ha reso omaggio all’Eroe Nazionale cubano assieme ad una rappresentazione dei lavoratori dell’ambasciata cubana, ai collaboratori ed ai loro familiari, che sono stati con il presidente cubano per alcuni minuti.
|
||
Il Presidente cubano Raúl Castro è in Ecuador Assisterà alla seconda nomina Presidenziale di Rafael Correa
|
||
10 agosto 2009 - www.granma.cu (AIN) |
||
Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, è arrivato a Quito, guidando la delegazione cubana che parteciperà alla cerimonia della nomina ufficiale del Presidente eletto dell’ Ecuador, Rafael Correa Delgado, che avverrà oggi nella capitale ecuadoriana. Integrano la delegazione dell’Isola, Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli Esteri, ed Eusebio Leal Spengler, Storiografo della capitale.
Il ministero degli Esteri della nazione ha confermato la presenza dei presidenti dei Bolivia, Evo Morales; del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva; del Perù, Alan García; del Nicaragua, Daniel Ortega; del Paraguay, Fernando Lugo; del Venezuela, Hugo Chávez, e della Guayana, Bharrat Jagdeo, come le presidentesse dell’Argentina, Cristina Fernández, e del Cile, Michelle Bachelet.
Assisteranno alla cerimonia dell’inizio del secondo mandato di Correa anche il presidente della Repubblica Arabe Saharaui Democrática (RASD), Mohamed Abdelaziz, e il deposto presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya con i vicepresidenti dell’Uruguay, Rodolfo Nin Novoaun;dell’ Algeria, Abdelkader Bensalah; del Guatemala, Rafael Espada; della Repubblica Dominicana, Rafael Albuquerque, e il Príncipe delle Asturie, Felipe di Borbone, rappresentante della Spagna.
Il ministro degli Esteri ecuadoriano, Fander Falconí, ha detto che il suo paese vive un momento storico di triple celebrazione: il Bicentenario del Primo Grido d’Indipendenza; l’ inizio del secondo Governo di Correa, e il passaggio della presidenza pro tempore di UNASUR dal Cile all’Ecuador.
In occasione del passaggio della presidenza di UNASUR, si svolgeranno riunioni dei ministri degli Esteri dei paesi sudamericani.
|
||
Bicentenario dell'Indipendenza dell’Ecuador
|
||
7 agosto 2009 - www.granma.cu (PL) |
||
L'orgoglio ecuadoriano per il Grido dell’Indipendenza di 200 anni fa, è stato ricordato dallo scrittore Universi Zambrano, Ambasciatore dell'Ecuador in Cuba, in una conferenza sulla storica data.
L'Associazione cubana delle Nazioni Unite è stata la sede nella quale il diplomatico ha affermato che il 10 agosto 1809 si accese la fiamma libertaria, “Che ora coincide con il Bicentenario e la presa di possesso del nuovamente eletto presidente del paese, Rafael Correa, come riaffermazione, della vera democrazia partecipativa”.
“Correa è un degno discendente dell'eminente Eloy Alfaro ed ha dato continuità alle sue idee”, ha sottolineato, dopo aver descritto il panorama dalla fondazione di Quito, la disubbidienza popolare e la lotta, ed i leader più impegnati nella ricerca dell'indipendenza, per secoli.
Zambrano ha affermato che in questi anni si sono rafforzate le relazioni tra Cuba e l’Ecuador, ed ha ricordato le radici storiche e culturali che uniscono i due popoli.
In un momento della sua dissertazione, alla quale hanno assistito alcuni ambasciatori di vari paesi e numerosi invitati, ha sottolineato la sua convinzione che il duro blocco degli Stati Uniti contro Cuba sarà eliminato, e che è un privilegio ed un continuo apprendistato il suo soggiorno nell'Isola, paese solidale e fraterno, che ha tanto aiutato l'Ecuador.
In accordo con le informazioni delle agenzie di stampa, Fander Falconì, ministro degli Affari Esteri dell'Ecuador, ha annunciato che 14 Capi di Stato assisteranno il prossimo lunedì 10 alla presa di possesso del nuovamente eletto, presidente Rafael Correa.
La cerimonia coinciderà con la celebrazione a Quito del Bicentenario del Primo Grido di Indipendenza ed inoltre si svolgerà un Vertice della Unione delle Nazioni del Sud-America (UNASUR), quando la presidentessa cilena, Michelle Bachelet, consegnerà la presidenza pro tempore dell'organismo a Correa. Durante la gestione dell'Ecuador si prevede la creazione di quattro nuovi Consigli dell'organismo.
|
||
A Cuba il ministro degli Esteri ecuadoriano
|
||
29 aprile 2009 - www.granma.cu
|
||
Il ministro degli Esteri ecuadoriano, Fander Falconi, è arrivato nei giorni scorsi a Cuba per partecipare alla riunione ministeriale del Movimento dei Paesi Non Allineati (MNOAL).
Falconi interverrà a nome dei ministri degli Esteri e dei capi delegazione dei paesi dell’America Latina ed i Caraibi, ha informato un comunicato del Ministero.
Falconi parlerà sulla necessità di edificare una nuova architettura finanziaria, sulla corresponsabilità delle istituzioni subregionali in questo ambito e difenderà il rafforzamento del multilateralismo, basato nei principi originari del MNOAL, precisa il comunicato.
La crisi finanziaria internazionale, l’iniziativa ecologica di questo paese andino di non estrarre petrolio in cambio di una compensazione economica e la costruzione di un mondo multipolare più giusto e solidario centreranno ugualmente l’intervento del ministro.
E’ previsto che, durante la riunione, Falconi incontri diversi omologhi dell’America Latina e d’Europa.
L’incontro dei paesi Non Allineati a Cuba, che terminerà domani, cerca di definire posizioni di fronte la crisi economica internazionale.
|
||
Intervista esclusiva del Presidente dell’Ecuador a Granma
Non è con più capitalismo, con più neoliberismo, con più mercati che si risolveranno i problemi dell’America Latina
|
||
12 gennaio '09 - O.S.Serra www.granma.cu
|
||
Dopo la laurea con menzione speciale del tribunale accademico, ritardò il suo sogno di divenire master o frequentare un dottorato per andare a 3.600 metri sul livello del mare, nella zona di Zumbahua, paese del cantone Pujilí in provincia di Cotopaxi.
Lì lavorò i campi e fu maestro, dando lezioni di matematica elementare e organizzò microimprese agricole.
Sentendogli dire che quella è stata una delle migliori esperienze della sua vita, nessuno si può stupire se oggi il Presidente Rafael Correa Delgado, sottoscrive le idee del socialismo del XXI secolo e lo definisce come la supremazia dell’essere umano sul capitale; che dichiari immorale e illegittimo il debito estero del suo paese, sostenendo il concetto espresso dal nostro Comandante in Capo Fidel da più di 20 anni : che i nostri popoli l’hanno già pagato molte volte.
Questa modestia e preoccupazione per il suo popolo, per l’America Latina e una visibile emozione quando parlava di Cuba, erano evidenti durante l’intervista esclusiva che ha concesso a Granma, rubando tempo al suo intenso programma di visite realizzate la scorsa settimana nel nostro paese e che per temi si può riassumere in:
CUBA
La storia è stata testimone dell’avvicinamento dei nostri popoli e delle relazioni eccellenti. Abbiamo avuto un presidente che è il miglior riferimento per la nostra Rivoluzione Cittadina, che fu Eloy Alfaro. Lui reclamò dalla corona spagnola l’indipendenza di Cuba, ed era anche disposto a mandare un distaccamento di soldati a Cuba. Conobbe José Martí e si scrissero. Il padre di uno dei nostri Eroi nazionali, Alfredo Calderón, era cubano.
Molti dei nostri uomini di Stato e di riferimento storico, come Vicente Rocafuerte e Juan Montalvo, vissero a L’Avana o vi passarono.
Poi nel 1959 la Rivoluzione cubana ha fatto sì che si guardasse questa terra con orgoglio. Poi le pressioni degli Stati Uniti condussero ad una rottura delle relazioni diplomatiche nel 1961, ma le relazioni tra i popoli fratelli continuarono.
Dal 1979, quando si riannodarono, abbiamo sviluppato un forte vincolo a tutti i livelli, ma con il nostro governo si sono approfondite molto di più le relazioni grazie alle coincidenze ideologiche, per le cose in comune che abbiamo.
LA SUA VISITA
Ovviamente questa visita aiuta a rafforzare sempre più le relazioni. Ed è nostro dovere ottenere cose concerete. Ci sono stati viaggi precedenti, visite di Stato, di presidenti della Repubblica; sono stati firmati degli accordi, ma il risultato fu zero, mentre questa volta compiremo le cose. Ci sono aree nelle quali possiamo avere scambi fruttiferi di cooperazione, per esempio, nell’impressionante sviluppo che ha Cuba nell’educazione la sanità e la biotecnologia.
Abbiamo sentito il grande apprezzamento che esiste per l’Ecuador e per il nostro governo, ed è reciproco.
Abbiamo vissuto momenti molti emozionanti, come l’8 gennaio, quando nella cerimonia di celebrazione del 50º anniversario dell’arrivo di Fidel a L’Avana ho conversato con i familiari dei Cinque Eroi cubani reclusi negli Stati Uniti. Io non sapevo che si trovavano lì con noi, ma conosco bene il caso e quanto disumane e ingiuste sono le condanne drastiche inflitte.
Ho avuto la grandissima opportunità di fronte alle mogli, madri e figlie, di testimoniare loro la mia solidarietà e l’impegno che l’Ecuador farà tutto quello che potrà per continuare a denunciare questo caso, facendo pressioni perchè si correggano queste ingiustizie.
Sarà indimenticabile l’emozione provata nel condividere con coloro che assaltarono la Caserma Moncada, coloro che vennero nel Granma, con gli Eroi della Carovana della Libertà, con i familiari del Che, tutti lì con il Comandante Raúl Castro...
Più che parlare, ho trasmesso loro l’orgoglio e l’ammirazione che sentiamo per loro, per l’onore d’averli conosciuti.
L’AMERICA LATINA OGGI, POLITICA, SOCIALE ED ECONOMICA
Insisto nell’idea che l’America Latina non sta vivendo un’epoca di cambi, ma un cambio d’epoca. Si lei paragona l’America Latina di oggi, i suoi governanti, i suoi leaders con l’America Latina di 10 anni fa, la differenza è enorme. Si ricordi dell’America Latina dei Menem, dei Color de Mello, di Fujimori, di Jorgito Endara a Panamá... oggi abbiamo governi più autonomi, più sovrani, più progressisti. I governi neoliberisti sono crollati come castelli di sabbia; qualcuno sopravvive ma, in generale, si sono viste molte vittorie successive di governi della sinistra.
Questo fa sì che si coincida in molte cose e, come non era mai avvenuto prima, si vivano una volontà e uno spirito d’integrazione, ma un’integrazione che dobbiamo rendere concreta in molti fatti tangibili e a beneficio dei nostri popoli. In questo senso c’è un’America Latina più unita, con più coincidenze, con più spirito integratore e una mostra palpabile di tutto questo è stata la riunione di Salvador de Bahía, dove Cuba è entrata nel Gruppo di Río e questo 10 anni fa era impensabile perchè si doveva chiedere il permesso al potere del nord.
Nel sociale credo che manchi molto e non otterremo molto sino a che continueranno gli stessi modelli di prima, perchè non è con più capitalismo, con più neoliberismo, con più mercato che daremo soluzioni a queste cose. L’America Latina necessita un modello alternativo e in alcuni paesi come Ecuador, Paraguay, Bolivia e Venezuela, si sta cercando d’applicarlo.
Nel sociale, disgraziatamente, credo che l’America Latina non abbia fatto grandi passi avanti e dovremo avanzare molto più rapidamente. Nell’economia ugualmente abbiamo sempre sistemi molto vulnerabili, molto dipendenti, e ci costa cara per esempio una crisi che non abbiamo provocato noi e di cui non siamo gli autori nè i complici, anzi, forse siamo le principali vittime di questa crisi.
La grande sfida è creare modelli più autonomi e meno vulnerabili, uno sviluppo davvero endogeno e come parte essenziale di questa strategia andare ad una integrazione regionale che ci renda meno vulnerabili ai fattori esterni.
Credo che la politica stia cambiando, ma nel sociale e nell’economia abbiamo davvero molto da fare.
I PROCESSI D’INTEGRAZIONE NELLA REGIONE
Stanno accadendo cose molto positive ed io pongo sempre l’esempio di UNASUR, perchè è uno dei tentativi d’integrazione della maggior portata, cioè non solo dei paesi della zona delle Ande o dei paesi del Cono Sur, ma di tutta l’America del Sud e perchè - forse è la cosa più importante - si differenzia dai processi come la Comunità Andina delle Nazioni - CAN - e il MERCOSUR che sono stati costruiti solo su un piano commerciale, in forma praticamente esclusiva, basicamente facendo grandi mercati. UNASUR vuole un’integrazione completa nel sociale, nella politica e anche nell’istituzionale.
Per esempio include la cittadinanza regionale, i sistemi di sicurezza comune, le politiche sociali comuni, una politica economica comune, le strategie comuni in organismi multilaterali. Magari potessimo, in tempi brevi, costruire questa nuova struttura, come architettura finanziaria regionale con una Banco di Sviluppo e con un Fondo di Riserva, con una moneta comune... È un tentativo d’integrazione che va molto al di là del piano commerciale e questo per l’America Latina è molto positivo.
L’ECUADOR DI FRONTE ALLE ELEZIONI DEL PROSSIMO APRILE
Noi stiamo sempre guardando il nemico come dico sempre e l’ho detto anche al comandante Raúl Castro. La borghesia cubana se ne andò dal paese e i nemici, in generale, sono al di fuori del paese e molto chiaramente identificati. In Ecuador la borghesia è nel paese e cerca di rallentare tutti i processi di cambio da dentro e attraverso una detta stampa libera che in verità è la stampa in funzione di certi privilegi e interessi; attraverso presunte camere di produzione, attraverso certi settori della chiesa, attraverso presunte organizzazioni sociali. Il nostro processo ha meno di due anni e non ci si immagina tutti gli ostacoli e gli attacchi che abbiamo dovuto affrontare.
La stessa crisi economica di cui parliamo viene usata adesso contro il popolo, con le invenzioni e tutte le falsità e le menzogne da parte di questa stampa che all’ 80% è contro di noi, di queste cupole di questi gruppi pseudo sociali.
Prendono uno che è disoccupato e gli dicono che la colpa è del governo e che lo faranno diventare ricco, etc. Il panorama è complesso e sarà difficile. Stanno facendo l’impossibile per destabilizzarci, l’impossibile per farci perdere nelle elezioni: questa è la sfida, ma la nostra risposta sarà più democrazia. Metteremo i nostri incarichi a disposizione del popolo ecuadoriano tutte le volte che sarà necessario. Il nostro alto indice di popolarità dice che siamo un governo con un gran capitale politico, che ha risvegliato un grande appoggio popolare. Lo sappiamo, ma non ci possiamo ingannare: tutto questo potrebbe cambiare e non sarà un processo facile. L’oligarchia sa che sta per essere sconfitta e i gruppi d potere sanno che stanno per essere battuti nei successivi processi elettorali in Ecuador e pongono tutta la carne al fuoco, per cercare di destabilizzare il governo e farci perdere nelle elezioni.
IL CHE ALL’ARRIVEDERCI
Realmente per me il Che è una cosa speciale È un riferimento, è uno dei grandi uomini che ha dato l’umanità. Per noi è stato molto rappresentativo, molto significativo, molto emozionate poter visitare questo Mausoleo pochi minuti prima dipartire da Cuba.
Che significa questo? Significa fare i conti con la storia, rendere omaggio a un gigante latinoamericano, ma anche ad un simbolo di quello che vuol’essere la Rivoluzione Cittadina in Ecuador. Questa grandezza di sacrificio all’estremo, dare tutto per gli ideali che ci sostengono, dare tutto per il servizio agli altri. Dare tutto per solidarietà: è un simbolo e un messaggio che la nostra Rivoluzione Cittadina è Alfarista, Bolivariana e anche Guevariana.
|
||
Il Socialismo del XXI secolo è un destino per l’America Latina
|
||
10 gennaio '09 - A.Mora e M.Lozano www.granma.cu
|
||
"L’America Latina ha un passato comune, ed è ora di cercare il nostro destino comune per porre le cose al loro posto”, ha affermato questo venerdì 9.
Rafael Correa, Presidente dell’Ecuador, durante una conferenza magistrale impartita nell’Aula Magna dell’ Università de L’Avana.
Erano presenti José Ramón Machado Ventura, Primo Vicepresidente di Cuba, con Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento, e Ricardo Cabrisas, vicepresidente del Consiglio dei Ministri.
Correa ha segnalato che sono necessarie nuove forme d’integrazione e che questa è un’opportunità per mettere le basi per una realtà diversa: il Socialismo del XXI secolo, alternativa radicalmente democratica, basata nell’equità, la giustizia sociale e l’umanesimo.
Si tratta d’una proposta in costante riformulazione e costruzione che eredita le conquiste del socialismo tradizionale, ma affronta con senso critico i dogmi e respinge le ricette generalizzatici e la standardizzazione, perchè riconosce le specificità di ogni società e cultura.
“Il Socialismo del XXI secolo proclama la supremazia del lavoro umano con l’obiettivo della produzione al disopra del capitale”, ha segnalato e inoltre ha detto che il debito estero dei paesi poveri non va pagato, perchè è illegittimo e corrotto.
Inoltre vanno sollecitate sanzioni per coloro che li hanno contrattati alle spalle del loro popolo; Correa ha chiesto di costituire il Banco di Sviluppo e il Fondo delle riserve regionali.
“L’entrata di Cuba nel Gruppo di Río formalizzata durante il Vertice di Salvador de Bahía, in Brasile, comincia a dare la forma definitiva al processo d’integrazione regionale che deve trasformarsi in azione concreta a favore dei nostri popoli” ha sottolineato il capo dello Stato ecuadoriano che ha ricordato i vincoli storici che uniscono Ecuador e Cuba ed ha definito il Trionfo della Rivoluzione cubana come il riferimento più importante per il movimento sociale nell’area.
“Amministrare per 50 anni un economia assediata a beneficio della maggioranza, non è solo un atto eroico, ma un’indicazione morale per tutti i popoli. Cuba avrà molti successi economici e sociali, oltre a quelli che ha già conquistato, quando sarà eliminato il blocco assurdo”, ha commentato.
Alla conclusione della sua dissertazione, Correa ha dialogato con studenti e professori delle due nazioni e Rubén Zardoya, rettore dell’Università de L’Avana gli ha consegnato la targa commemorativa del 280º Anniversario della casa di alti studi.
Hanno anche
partecipato
Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento, e Ricardo Cabrisas, vicepresidente
del Consiglio dei Ministri.
|
||
Cuba
ed Ecuador intraprendono un rinnovato cammino di solidarietà e
cooperazione
|
||
9 gennaio '09 - A.Mora e M.Lozano www.granma.cu
|
||
I risultati di questa prima visita ufficiale a Cuba del presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, che ha l'obiettivo di ampliare i legami di solidarietà tra le due nazioni, cominciano ad essere visibili, con la sottoscrizione di importanti accordi di collaborazione.
Dopo il ricevimento e le conversazioni ufficiali nel Palazzo della Rivoluzione, Correa insieme al Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha presieduto la firma di nove accordi diretti a rafforzare la cooperazione e stimolare lo scambio d’esperienze tra i due paesi
Sono stati firmati i memorandum d’intesa, uno sullo stabilimento del sistema di consultazioni politiche, che garantirà l'efficace scambio tra i due Ministeri degli Esteri su argomenti bilaterali, regionali o internazionali d’interesse comune; e l’altro per i negoziati d’ampliamento e rafforzamento dell'accordo di complementarietà economica tra le due repubbliche, che inaugura un processo diretto a potenziare le relazioni commerciali.
Oltre agli accordi in settori come la salute, la cultura, l'educazione e lo sport, è stato firmato un documento per l'esenzione reciproca di visti per i titolari di passaporti ufficiali ed un altro tra il Ministero dell'Industria Basica di Cuba ed il Ministero dell’Elettricità ed Energia Rinnovabile dell’Ecuador.
Ugualmente, è stato adottato un accordo quadro tra la Segreteria Nazionale ecuadoriana della Scienza e Tecnologia ed i Centri d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia e d’Immunologia Molecolare dell'Isola, con l’obiettivo di stabilire le linee di cooperazione tra le parti in aree fondamentali della scienza e della tecnologia.
UN’AMICIZIA STORICA
Il Presidente dell’Ecuador ha ribadito l’appoggio a Cuba e le ansie d’integrazione dell’America Latina, chiedendo agli Stati Uniti un cambio nella sua politica estera verso l'isola, per la permanenza da quasi 50 anni di un blocco, che ha definito ingiustificabile.
Nell’Avenida de los Presidentes della capitale cubana, dopo aver posto un'offerta floreale in onore del patriota ecuadoriano Eloy Alfaro, il presidente ha conversato con la stampa, criticando, tra l’altro, la mancanza di condanne da parte di Washington agli attuali attacchi d’Israele a Gaza.
Emozionato, ha parlato dell’incontro con Raúl: "Abbiamo avuto una lunga conversazione, di fronte ad una leggenda come lui molte volte è una gioia solo ascoltare. E’ stato un immenso piacere".
Durante la cerimonia di tributo ad Alfaro, Universi Zambrano, rappresentante diplomatico dell’Ecuador a Cuba, ha sottolineato i legami storici tra le due nazioni, ricordando la profonda amicizia del leader del movimento liberale con José Martí.
Nella visita al monumento, eretto dallo scultore cubano Andrés González, Correa è stato accompagnato Rodrigo Malmierca, ministro cubano per gli Investimenti Stranieri e la Collaborazione Economica, dal vice ministro degli Esteri Alejandro González e da membri della sua delegazione.
Lì, davanti agli studenti ecuadoriani di medicina, presenti per dargli il benvenuto, il presidente ha sottolineato il bisogno di continuare i cambiamenti nel settore sanitario dell’Ecuador. Ha ringraziato la solidarietà di Cuba e ha detto ai giovani che un modo per restituire quest’aiuto è prepararsi, sforzarsi per completare la rivoluzione cittadina in Ecuador. Il presidente ha iniziato la sua agenda di lavoro con un'offerta floreale a José Martí nella Piazza della Rivoluzione.
L’INCONTRO CON ALARCÓN
Nel pomeriggio, Correa ha incontrato Ricardo Alarcón, presidente dell'Assemblea Nazionale, a cui ha espresso la volontà di approfondire le relazioni bilaterali, in un contesto favorevole per America Latina.
|
||
Il presidente Raúl presiede il ricevimento
ufficiale del Presidente Correa |
||
9 gennaio '09 - I.R.Echevarria www.granma.cu
|
||
L’Unità di Cerimonia dello Stato Maggiore Generale delle FAR ha reso gli onori al visitatore.
Era presente la delegazione che lo accompagna, integrata - tra gli altri - da Fander Falconí ministro degli esteri, e dai ministri d’Educazione, Raúl Vallejo; di Salute, Caroline Chang, alla Cultura, Galo Mora e per il Coordinamento della Politica, Ricardo Patiño.
Per la parte cubana erano presenti Ricardo Cabrisas, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e i ministri José Ramón Balaguer, di Salute Pubblica; Yadira García, dell’Industria Básica; Abel Prieto, alla Cultura; Rodrigo Malmierca, per gli Investimenti Stranieri e la Collaborazione Economica e il ministro degli esteri, Felipe Pérez Roque, tra i vari dirigenti.
Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente di Cuba e l’Onorevole Signor Rafael Correa Delgado, Presidente della Repubblica del Ecuador, hanno poi svolto conversazioni ufficiali nella mattina di giovedì 8, nel Palazzo della Rivoluzione, come parte della visita ufficiale che realizza nell’Isola il Capo di Stato della fraterna nazione sudamericana.
In un ambiente di amicizia e di mutuo rispetto che caratterizza le relazioni tra i due paesi, i due presidenti hanno dato continuità alla cordiale ed estesa conversazione su vari temi che avevano già toccato in Brasile in occasione dei Vertici che si sono svolti là lo scorso mese di dicembre.
Raúl e Correa hanno espresso la loro soddisfazione per la buona marcia delle relazioni bilaterali, basata sulla solidarietà, la collaborazione e i benefici mutui. Inoltre hanno coinciso sull’importanza di continuare ad accrescere i vincoli tra Cuba e l’Ecuador ed hanno affrontato vari temi regionali e globali, scambiando criteri sull’attuale crisi economica mondiale e le sue conseguenze, alle quali si sommano quelle derivate dal cambio climatico.
|
||
“Siamo onorati di stare in questa terra piena di dignità” Ha affermato Rafael Correa giungendo a L’Avana
|
||
8 gennaio '09 - M.F.Lozano www.granma.cu |
||
“Siamo molto contenti di stare nella fraterna Repubblica di Cuba, celebrando con voi il 50º Anniversario della Rivoluzione, assieme all’eroico popolo cubano. Siamo onorati di stare in questa terra piena di solidarietà, di latino-americanismo, di dignità”.
Queste sono state le parole di una breve dichiarazione alla stampa fatta da Rafael Correa, presidente del Ecuador, giungendo nella notte di mercoledì 7 nella capitale cubana, invitato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente di Cuba.
Alle 22.40 circa, sotto una pioggia incessante, Correa è stato ricevuto all’aeroporto José Martí da Rodrigo Malmierca, Ministro agli Investimenti stranieri e la Collaborazione economica e dal vice ministro degli Esteri, Alejandro González.
Durante questa sua prima visita ufficiale, che dimostra l’interesse di continuare nel cammino ascendente delle relazioni bilaterali e la cooperazione, il capo dello Stato ecuadoriano terrà conversazioni ufficiali con il presidente Raúl Castro.
Nei suoi tre giorni di soggiorno cubano, Correa sarà ricevuto da Ricardo Alarcón, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular; terrà una conferenza magistrale nell’Aula Magna dell’Università de L’Avana e incontrerà gli studenti del suo paese nella ELAM, la Scuola Latinoamericana di Medicina.
Accompagnano il presidente Correa il ministro degli Esteri Fander Falconí, d’Educazione, Raúl Vallejo; della Sanità, Caroline Chang, tra gli altri.
Nel 2006 Correa aveva visitato l’Isola in occasione dell’Incontro Internazionale su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo.
|
||
Oggi a Cuba il presidente
dell’Ecuador, Rafael Correa |
||
7 gennaio '09 - www.granma.cu (PL) |
||
Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, giungerà oggi in Cuba in visita ufficiale per rafforzare i vincoli bilaterali e la cooperazione nei temi della sanità, l’educazione, il risparmio energetico, la scienza e tecnologia, dice una nota ufficiale.
Accompagnato dal suo ministro degli esteri, Fander Falconí e da vari ministri, Correa incontrerà a L’Avana il suo omologo cubano, Raúl Castro e il presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular (il Parlamento), Ricardo Alarcón, tra i vari dirigenti cubani, precisa la fonte.
Questo è il primo viaggio all’estero del presidente Correa nel 2009, nel quale si prevede di rafforzare il posizionamento geopolitico dell’Ecuador e di rafforzare i vincoli nei settori della sanità, l’educazione, il risparmio energetico, la scienza, la tecnologia e la gestione dei rischi, dice un comunicato del ministero degli esteri.
Durante la visita, che durerà sino a sabato 10, le parti firmeranno alcuni strumenti bilaterali in cooperazione scientifica, gestione dei rischi, educazione sanità, sport ed economia, dice ancora la nota ufficiale.
Il capo di Stato ecuadoriano terrà anche una conferenza nell’Università de L’Avana su “L’inflazione latino americana e la crisi finanziaria internazionale”, e percorrerà i Laboratori Biologico Farmaceutici LABIOFAM e il Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia.
Inoltre incontrerà i giovani dell’Ecuador che studiano medicina nella ELAM, la Scuola Latinoamericana di Scienze mediche, da dove trasmetterà il suo abituale saluto radiofonico del sabato.
Annunciando questo viaggio alcuni giorni fa, Rafael Correa ha segnalato la coincidenza della sua presenza in Cuba quando domani si compirà mezzo secolo dall’entrata trionfale del Comandante in Capo, Fidel Castro e dell’Esercito Ribelle a L’Avana.
La delegazione dell’Ecuador è formata dai ministri degli Esteri, della Politica, Sanità, Educazione, Cultura, Elettricità ed Energie Rinnovabili, Agricoltura e Allevamento del bestiame, Acqua - Cultura e Pesca, Lavoro Produzione e Sport.
|
||