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Con Alarcón, veterani e giovani esigono di liberare i Cinque |
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15 marzo 2010 - Maria Elena Alvarez Ponce www.ganma.cu (ain)
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Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, ha ribadito in nome dei giovani di tutte le generazioni di cubani, la richiesta di libertà immediata dei Cinque.
Alarcón, che è anche membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista di Cuba ha riassunto l’atto centrale commemorativo dei fatti del 13 marzo 1957, omaggio specialmente dedicato dai “nuovi pini” della Rivoluzione ai cinque compatrioti incarcerati dal 1998 negli Stati Uniti per aver combattuto il terrorismo.
Proprio sabato, dalla cima del Picco Reale del Turquino, e d’accordo con l’Ufficio Nazionale dell’Unione di Giovani Comunisti, Gerardo Hernández, René González, Antonio Guerrero, Ramón Labañino e Fernando González sono stati proclamati Delegati di Onore al IX Congresso della gioventù cubana.
In loro vive e prospera l’indomabile volontà e l’esempio di José Antonio Echevarría e dei suoi compagni, ha assicurato Alarcón nell’incontro che di fronte alla fiamma eterna agli eroi della Patria Nuova, nel Museo della Rivoluzione, ha chiuso sabato un’intensa giornata di omaggio in tutta Cuba.
Alarcón ha valutato giusta l’onorificenza consegnata ai Cinque per un Congresso i cui dibattiti hanno come asse centrale che e come devo fare i giovani per garantire la continuità di un processo, soprattutto nei giorni in cui, come lo stesso 13 marzo, si ricorda che la Rivoluzione è stata e sempre sarà un’opera della gioventù.
Se Antonio, René, Gerardo, Ramón e Fernando resistono, senza vacillare ne cedere, nella più totale solitudine, e nelle dure e crudeli condizioni carcerarie, cosa saremo capaci di fare noi, che siamo liberi e che possiamo unirci e agire insieme, si è chiesto Alarcón.
Nella sua eroica storia, questo popolo ha ed avrà l’energia e la forza per andare avanti, ha sentenziato il leader cubano analizzando la trascendenza dei fatti del 13 marzo ed il valoroso contributo dei protagonisti dell’attacco al Palazzo Presidenziale e la presa di Radio Reloj.
Per José Antonio, Fructuoso Rodríguez e chi, assieme a loro combatterono fino alla fine, Cuba, e l’Università cambiò per sempre e non tornerà mai al passato vergognoso che con il loro sangue riuscirono a sconfiggere, ha ricordato.
Gladys Gutiérrez, presidente della Federazione Studentesca Universitaria, ha assicurato che quelle vicende non furono un’azione isolata, ma il frutto dell’unità e del compromesso che con la Carta del Messico, firmata da José Antonio e Fidel, segnò il destino del movimento studentesco giovanile cubano assieme alla Rivoluzione Socialista.
Miguel-Díaz-Canel, membro dell’Ufficio Politico e Ministro dell’Educazione Superiore, ed Olga Lidia Tapia, membra del Segretariato del Comitato Centrale del Partito, hanno presieduto l’atto nel quale l’edificio dell’antico Palazzo Presidenziale, oggi Museo della Rivoluzione, è stato dichiarato Monumento Nazionale.
I Combattenti del Direttivo Rivoluzionario, guidato da Faure Chomón, hanno accompagnato i giovani negli eventi in questo ed in altri scenari, come il panteon dei martiri del 13 marzo, nel cimitero di Colón, l’emittente Radio Reloj e Cárdenas, città natale di José Antonio Echeverría.
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