Nell’ultimo anno, diverse agenzie di
Washington si sono impegnate a finanziare, promuovere e organizzare
gruppi di giovani e di studenti in Venezuela, Iran e Cuba, per creare
movimenti di opposizione contro i loro governi. I tre paesi, due dei
quali sono considerati “nemici” dal governo statunitense, sono stati
vittime dell’intensificazione delle aggressioni di Washington, che cerca
di provocare un cambiamento di “regime” favorevole ai propri interessi.
Nelle ultime settimane, l’offensiva è continuata con la visita
effettuata dal dirigente studentesco venezuelano Roderick Navarro in
territorio statunitense. Navarro, presidente della Federazione dei
Centri Universitari dell’Università Centrale del Venezuela (FCU-UCV), si
è recato anche a Miami, per “incontrare il movimento studentesco
venezuelano all’estero” e lavorare alla creazione di “una rete
internazionale che comprenda gli studenti di Iran e Cuba”. Secondo
Navarro, la rete verrà creata “perché il mondo sappia delle violazioni
dei diritti umani che avvengono nei nostri paesi”.
Durante la sua visita, Navarro ha incontrato rappresentanti della Fondazione
per la Difesa dei Prigionieri, Esiliati e Familiari (Fundaprefc) di
Miami, un piccolo gruppo di venezuelani anti-chavisti che risiedono a
Miami; la Rete degli Studenti Venezuelani Uniti (Revu), un altro piccolo
gruppo di venezuelani che studiano negli USA; e membri del Direttorio
Democratico Cubano, organizzazione di cubani a Miami finanziati da
USAID,
da National Endowment for Democracy
(NED)
e da altre agenzie di Washington.
Dal 2005, Washington ha stanziato risorse attraverso NED e USAID per il
settore studentesco in Venezuela. Dei 15 milioni di dollari investiti e
canalizzati da queste agenzie statunitensi in Venezuela, più del 32% è
indirizzato ai giovani. Il suo programma principale mira all’
“abilitazione all’uso delle nuove tecnologie che faciliti
l’organizzazione politica delle reti sociali”, si legge nei rapporti di
USAID sul suo lavoro in Venezuela.
L’offensiva
imperiale
Nell’agosto 2009, Washington ha avviato un’offensiva internazionale
utilizzando gli studenti venezuelani come “portavoce” dell’opposizione
al Presidente Chávez. Da agosto a settembre, il Dipartimento di Stato ha
organizzato la visita negli Stati Uniti di otto giovani politici
venezuelani, per denunciare il governo venezuelano e stringere rapporti
fra i giovani repubblicani di questo paese e la destra venezuelana. Gli
otto giovani venezuelani sono stati selezionati dal Dipartimento di
Stato nell’ambito del programma “La democrazia per i giovani leader
politici” del progetto di interscambio “Líderes Visitantes
Internacionales – Venezuela”, utilizzato dal governo di Washington per
reclutare e formare agenti politici che in seguito promuovano i
programmi nordamericani per il Venezuela.
I giovani venezuelani, pagati e accompagnati durante la loro visita
negli USA, hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa statunitense,
attaccando, denunciando e cercando di screditare il presidente Chávez e
la politica del governo venezuelano.
Subito dopo la loro visita negli USA, è stata organizzata una
manifestazione attraverso Facebook, dal titolo “Mai più Chávez”, che si
proponeva di incitare all’odio e di promuovere la destabilizzazione e il
rovesciamento del Presidente Chávez.
Un mese dopo, il 15 e 16 ottobre 2009, Città del Messico è stata la sede
del secondo Vertice dell’Alleanza dei Movimenti Giovanili (AYM, la sigla
in inglese). Patrocinato dal Dipartimento di Stato, l’evento ha contato
sulla partecipazione della Segretaria di Stato Hillary Clinton e di vari
“delegati” invitati dalla diplomazia statunitense, come i venezuelani
Yon Goicochea (Primero Justicia), il dirigente dell’organizzazione
Primera (gruppo fondato da Goicochea), Rafael Delgado, e la ex dirigente
studentesca Geraldine Álvarez, ora militante della Federazione Futuro
Presente, organizzazione creata da Yon Goicochea con finanziamenti
dell’Istituto Cato degli Stati Uniti. Hanno partecipato anche Marc
Wachtenheim di Cuba Development Iniziative (progetto finanziato dal
Dipartimento di Stato e da USAID attraverso la Fondazione Panamericana
dello Sviluppo “PADF”) e altri rappresentanti di Cuba, Iran, Bolivia,
Ecuador, Sri Lanka, India, Canada, Regno Unito, Colombia, Perù, Brasile,
Libano, Arabia Saudita, Giamaica, Irlanda, Turchia, Moldavia, Malaysia,
Stati Uniti e Messico.
La AYM nacque nel 2008 in seguito all’apparizione “…nella scena mondiale
di alcuni quasi sconosciuti, generalmente giovani, in grado di dominare
le tecniche più recenti, che hanno realizzato cose sorprendenti. Hanno
provocato grandi trasformazioni nel mondo, in paesi come Colombia, Iran
e Moldavia, avvalendosi di queste tecniche per mobilitare la gioventù. E
questo è stato solo l’inizio”.
Il movimento studentesco di opposizione “Manos Blancas” in Venzuela,
finanziato e formato dalle agenzie statunitensi; le proteste
anticomuniste in Moldavia; le manifestazioni contro il governo iraniano
e le proteste virtuali contro il Presidente Chávez sono esempi di come
si stia attuando questa nuova strategia. Le nuove tecnologie - Twitter,
Facebook, YouTube e altre ancora – sono le loro armi principali, mentre
i mezzi tradizionali, come CNN e i suoi consociati, contribuiscono ad
esagerare l’impatto reale di questi movimenti, promovendo correnti di
opinione false e distorte in merito alla loro importanza e legittimità.
Ciberdissidenza
Nell’aprile di quest’anno, l’Istituto
George W. Bush, insieme
all’organizzazione
statunitense Freedom House, ha convocato un incontro di “attivisti per
la libertà e i diritti umani” e di “esperti di Internet” per analizzare
il “movimento globale dei ciberdissidenti”.
All’incontro celebratosi a Dallas, Texas, sono stati invitati Rodrigo
Diamanti, dell’organizzazione Futuro Presente del Venezuela, Arash
Kamangir, iraniano, Oleg Kozlovsky, russo,
Ernesto Hernández Busto,
di Cuba (vive a Barcellona ed è conosciuto nella rete cubana come
“Pájaro Tieso”), Isaac Mao, cinese, e Ahed Alhendi, siriano.
Erano anche presenti membri del governo statunitense e di altre
organizzazioni legate alla comunità di intelligence di Washington. Il
proposito di questa iniziativa era “coordinare una campagna
internazionale attraverso Internet per denunciare i governi di Cuba,
Iran, Venezuela, Siria, Russia e Cina” per presunte “violazioni dei
diritti umani” e della libertà di espressione.
La stessa settimana, un gruppo di studenti venezuelani è stato invitato
alla conferenza annuale del Movimento Mondiale per la Democrazia (WMD,
in inglese), un’organizzazione creata e finanziata da NED. Nella
riunione, che ha avuto luogo a Giacarta (Indonesia), gli studenti
venezuelani hanno denunciato e attaccato il governo del Presidente
Chávez, presentandolo come “dittatoriale” e “violatore” dei loro
diritti.
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