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Le ragioni di Cuba

Continuano i piani di terrorismo degli USA

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24 settembre 2010 - www.cubadebate.cu

 

Le dichiarazioni di Francisco Chávez Abarca e i piani che si tramavano  contro il Venezuela, rivelano la continuità delle azioni  di terrore contro l’Isola e aprono nuovi interrogativi sulla complicità tra la CIA, FNCA, Posada Carriles ed i congressisti anticubani.

 

Chávez Abarca riconosce che dal settembre del 2005 si è pianificato  d’assassinare il Presidente del Venezuela.
Chávez Abarca riconosce che dal settembre del 2005 si è pianificato d’assassinare  il Presidente del Venezuela

In coincidenza  con le notizie che Luis Posada Carriles e varie organizzazioni estremiste radicate negli Stati Uniti si propongono di continuare i piani di azioni  violente e paramilitari contro Cuba, è stato  catturato lo scorso  1º luglio in Venezuela il terrorista internazionale Francisco Antonio Chávez Abarca, uno degli anelli  principali della connessione  centroamericana, utilizzato nelle  azioni violente contro Cuba del noto criminale dalla Fondazione Nazionale Cubanoamericana (FNCA) e da  elementi che oggi   integrano un ramo separato dalla questa, denominato Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC).

 

Posada Carriles  evaso dalla  giustizia venezuelana segue attivo e studiando piani anticubani dentro e fuori dal territorio nordamericano, facendosi pagare debiti e favori  da politici, funzionari ed agenti locali o centroamericani, come se non si ricordasse, non lo preoccupasse  o non gli importasse l’udienza per fissare la data del processo  o simulacro che dovrà  affrontare al principio del prossimo anno, per un delitto migratorio minore.

 

Cuba, che non ha mai permesso nè permetterà  l’utilizzo del suo territorio per la realizzazione, pianificazione o finanziamento di azioni  di terrorismo contro qualsiasi  altro Stato, ha guardato per più di cinque decenni  il nostro vicino del nord, e specialmente nella  città di Miami, come si offre rifugio sicuro a noti  terroristi di prima e dopo il  Trionfo della Rivoluzione; come si riforniscono e raccolgono fondi, operano conti  bancari che finanziano queste  azioni e come si permette l’uso del territorio a coloro che  auspicano, pianificano e commettono  azioni  criminali contro il nostro paese, molti dei quali sono o sono stati  membri della CIA e del FBI.

 

 

È PASSATO DI MODA IL TERRORISMO?

 

 

Il terrorista Posada Carriles, con assoluto cinismo, sfila per le strade di Miami ed è intervistato dalla radio e dalla TV mal chiamate Martí, finanziate dal governo degli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Il terrorista Posada Carriles, con assoluto cinismo, sfila per le strade di Miami ed è intervistato dalla radio e dalla TV mal chiamate Martí, finanziate dal governo degli Stati Uniti.

"Invitato d’onore" al Congresso Annuale dell’organizzazione terrorista Alpha 66, effettuato il 27 e 28  febbraio del 2010, Posada ha proposto di riprendere i piani di azioni  violente e paramilitari contro Cuba.

 

Anche se i capi del gruppo hanno segnalato che come strategia dovranno fingersi un partito politico civilista e  pacifico, hanno ratificato che il terrorismo è la loro principale linea d’azione e strumento per distruggere la Rivoluzione. In questo senso hanno proposto  di raccogliere fondi per comprare nuove imbarcazioni ed armarle con mitragliatrici per sbarcare a Cuba o attaccare le nostre coste.

 

In coincidenza, il 22 marzo, pochi giorni dopo  quel congresso, fu attaccata la residenza dell’ambasciatore di Cuba in Guatemala con proiettili esplosivi sparati con un lanciagranate, che provocarono danni materiali.

 

In questo contesto, torna ad  a essere notizia il congressista Lincoln Díaz-Balart, animatore numero uno delle peggiori  cause contro il nostro popolo, che vanno dalla  promozione nel Capitolio delle aggressioni militari contro Cuba, all’assassinio del Comandante in Capo, e sino  al  sequestro del piccolo Elián González o allo stimolo degli scioperi della fame come metodi di lotta dei mercenari.

 

Al punto de terminare  la sua condizione di legislatore, Díaz-Balart ha rilanciato alla fine  di maggio del 2010 l’organizzazione terrorista "La Rosa Bianca", creata da suo padre  pochi giorni dopo il Trionfo della Rivoluzione, e della quale ora si è  proclamato Presidente, con il proposito di farsi riconoscere come  capo principale della mafia di Miami.

 

"La Rosa Bianca" fu la prima organizzazione controrivoluzionaria fondata negli USA dagli sbirri della dittatura di Fulgencio Batista fuggiti da  Cuba per  i loro abusi  e crimini; si vincolò dal  1959 all’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) e al dittatore dominicano Rafael Leonidas Trujillo per organizzare un sollevamento  nelle  montagne dell’Escambray, e li si  ricorda per aver bruciato scuole, case di contadini, campi di canne da zucchero, ed altri luoghi  di lavoro, con un saldo di numerosi feriti e mutilati, ed ingenti danni economici.

 

Perchè e per chi  riattivare un’organizzazione di questa indole in pieno Secolo  XXI da parte di  un congressista degli Stati Uniti ?

 

L’attuale imbroglio di Díaz Balart non nasconde l’intenzione di ricevere e canalizzare parte dei  fondi milionari destinati dal governo degli USA alla sovversione, bottino del quale tutti si vogliono appropriare, ed al quale non rinunciano latri noti  terroristi come Roberto Martín Pérez ed i suoi condiscepoli discendenti di torturatori della dittatura di Batista, che hanno partecipato a loro volta  alla  rifondazione de "La Rosa Bianca".

 

La sua collega Ileana Ros-Lehtinen, vincitrice del soprannome "Lupa Feroce" per il suo ruolo vergognoso durante il  sequestro di Elián, porta sulle sue spalle la responsabilità d’aver fatto più di ogni altro,  durante la sua  campagna politica nel 1988, per la liberazione di Orlando Bosch, coautore intellettuale, con Posada Carriles, dell’ attentato contro un aereo cubano che costò la vita a 73 persone, intimo amico di Enrique Ros, padre della deputata.

 

Nel 1991, durante l’amministrazione di  George Bush padre, la congressista Ileana Ros-Lehtinen fece la gestione con il Presidente per la consegna di 3 aerei di proprietà della Forza Aerea degli USA, di tipo 0-2, versione militare del Cessna utilizzato nei lavori d’ esplorazione, per il gruppo Hermanos al Rescate, diretto da José Basulto, ex mercenario di Playa Girón, famoso terrorista ed agente della CIA. Il 19 luglio del 1992, all’inizio delle  operazioni aeree, apparvero per la prima volta nella stampa le foto degli aerei  consegnati  a questo gruppo controrivoluzionario con le sigle USAF (Forza Aerea degli USA) chiaramente visibili, in un reportage dell’editore del quotidiano  Miami Herald, che realizzo un volo con loro.

 

Incitati dai congressisti Ileana Ros e Lincoln Díaz-Balart, ed anche da altre organizzazioni della controrivoluzione a Miami, Hermanos al Rescate realizzo provocazioni sul territorio cubano per danneggiare il favorevole  processo di conversazioni aperto tra Cuba e gli Stati Uniti dopo gli accordi migratori nel settembre del 1994 e nel maggio del 1995.

 

Con  gli auspici della mafia di Miami, questo gruppo controrivoluzionario concentrò tutti i  suoi sforzi per provocare un incidente e per 20 mesi realizzò 25 violazioni dello spazio aereo cubano, includendo voli su L’Avana, per lanciare dall’aria  distinti oggetti, sino a terminare con i gravi fatti del 24  febbraio del 1996, quando avvenne l’abbattimento  dei due aerei.

 

Quella  provocazione danneggiò nuovamente le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti e stimolò l’approvazione della Legge Helms-Burton, il cui contenuto aggrava la ricerca di soluzioni di fronte  al futuro della divergenza  tra le due nazioni, codificando in Leggi tutte le misure che hanno dato luogo al ferreo blocco economico, commerciale e finanziario nordamericano.

 

Un altro impegno a favore della mafia  avvenne nel 2008, con l’indulto Presidenziale concesso al terrorista Eduardo Arocena Pérez, autore intellettuale  dell’assassinio del diplomatico cubano presso la ONU, Félix García Rodríguez, nel 1980 e della collocazione  di bombe in luoghi  pubblici degli USA.

 

Più  recentemente la Ros-Lehtinen ha giocato un ruolo  importante nella  raccolta di fondi per pagare gli avvocati  di Posada Carriles.

 

"Le mete della FNCA sono le mie". Questo fu il suo precoce impegno  nel 1989 con l’organizzazione terrorista, che la postulò ed usò tutto il suo potere economico e politico per garantire uno scanno nel Congresso degli Stati Uniti.

 

"Approvo  la possibilità di vedere qualcuno assassinare Fidel Castro”, disse ad un documentarista britannico della BBC nel marzo del 2006, tranquillamente seduta nel suo ufficio a Washington.

 

Vari analisti hanno rivelato la preoccupazione e  le aspettative create negli USA per la cattura  di Chávez Abarca, tra i  congressisti ed i funzionari che hanno fatto carriera politica all’ombra  di amici molto legati a Posada, la CIA e la FNCA. Si commenta che tra i più inquieti in questi giorni  appaiono i congressisti anticubani per il New Jersey, Bob Menéndez e Albio Sires il primo ha sempre auspicato i terroristi, da quando aveva come "assessore" per la comunità Alfredo Chumaceiro Anillo, che il 24 luglio del 1976 tentò di far saltare in aria il teatro Lincoln Center, durante l’attuazione di un gruppo di artisti cubani.

 

Menéndez era il genero  e fu  intimamente legato al defunto direttore della FNCA, Arnaldo Monzón Plasencia, che oltre ad essere un contribuente delle sue campagne elettorali, apportò 25000 dollari per sostenere in parte le azioni di terrorismo del 1997; ebbe come aiutante personale  José Manuel Álvarez, alias El Oso, gestore nella preparazione  ed esecuzione dell’omicidio  del citato diplomatico cubano. A quel crimine, oltre al sanzionato Arocena, ex capo di Omega 7, era coinvolto direttamente il sicario Pedro Remón Rodríguez, che sparò contro il nostro funzionario.

 

Quel crimine, come molti altri, non è mai stato punito.

 

Un altro anello rivelatore è l’avvocato Guillermo Hernández, uno dei più  attivi consulenti  di Menéndez, che attualmente  è assessore indipendente di Posada Carriles, per cercare  d’evitare la  sua estradizione al Venezuela ed affrontare le accuse che potrebbero apparire.

 

Il congressista Albio Sires conta sul suo  gruppo di assessori più vicino, con Ángel Manuel Alfonso Alemán, alias La Cota, integrante del commando terrorista detenuto a Puerto Rico nel 1997, a bordo di un’imbarcazione  della FNCA, mentre si dirigeva verso Isla Margarita, in Venezuela, con il proposito di assassinare il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, usando fucili ad alto potere, durante la sua partecipazione  al VII Vertice dei Capi di Stato  Ispanoamericani. Alfonso Alemán è uno dei suoi principali vincoli con Posada Carriles e la mafia radicata a Miami.

 

Nessuno si sorprende nemmeno che  la tristemente celebre Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA), patrocinatrice per molto tempo dei più dissimili legami  terroristici per  danneggiare i  nostri interessi dentro e fuori dal territorio nazionale, assuma pubblicamente, come molte altre, un’immagine apparentemente moderata, mentre finanzia e rifornisce  con molte risorse  le azioni di provocazione delle dette  "Dame in Bianco" e cerca di provocare lo scontento interno, pagando con denaro proprio e delle assegnazioni consegnate dalle entità statunitensi.

 

 

LE ELEZIONI DEL VENEZUELA

COME BERSAGLIO

 

 

Se il terrorismo fosse passato di moda, quale era il proposito del viaggio di Chávez Abarca in Venezuela? A cosa si dedicava durante i suoi sospetti  movimenti per il Centro America? Chi c’era dietro le sue azioni? Cosa hanno fatto le autorità degli USA  per impedire la materializzazione dei suoi piani terroristici a Miami, in El Salvador, in Guatemala o a Cuba? Quanto furono efficaci le misure adottate dai precedenti  governi salvadoregni  per  frenare la sua libertà d’uccidere?

 

Il detenuto  ha ammesso i piani destabilizzanti che avrebbe sviluppato in Venezuela, con il proposito d’attentare contro i dirigenti del governo bolivariano e danneggiare la sua immagine nel processo delle elezioni del prossimo 26 settembre.

 

Chávez Abarca ha dichiarato che  aveva il proposito di "bruciare impianti, provocare disturbi nelle strade,  attaccare un partito politico per far sì che ricadesse su un altro la responsabilità”.

 

Ha rivelato che tra i piani  attuali di Posada Carriles è prioritaria  l’intenzione di affondare le navi cariche di  petrolio che viaggiano  dal Venezuela  a L’Avana. E che inoltre  la FNCA destina quasi 100 milioni di dollari in  piani antivenezuelani, considerando questo paese sudamericano come  la "colonna finanziatrice" di Cuba, Ecuador, Bolivia e Guatemala.

 

Stando alle sue dichiarazioni, alla fine di settembre del 2005,  si pianificò  di assassinare il presidente Hugo Chávez, e per quell’azione  Posada orientò di utilizzare  un fucile Barret calibro 50.

 

Da quando questo mercenario è uscito  di prigione, nel settembre del 2007, dopo aver scontato  una sanzione per traffico di auto rubate, in coordinamento  con  Posada, si propose  di realizzare azioni  violente contro Cuba ed altri paesi  dell’ALBA, includendo attentati al presidente Chávez come forma per  ottenere benefici monetari.

 

Nel momento della  sua detenzione, con  il fine d’assicurare quegli  obiettivi, aveva istruzioni dei suoi capi in Florida di realizzare  azioni  d’intelligence nel territorio venezuelano, con il fine di creare la logistica  necessaria per strumentare operazioni segrete.

 

Con l’appoggio di Posada, il mercenario aveva operato e si era nascosto in Costarica, Guatemala e El Salvador.

 

Nel  processo d’istruzione, il detenuto ha riconosciuto che  fu reclutato come mercenario ed addestrato  personalmente da Posada Carriles,  dal quale ricevette  indicazioni di prima mano ed il pagamento di 2000 dollari  per ogni bomba fatta esplodere in Cuba. Le istruzioni le aveva ricevute durante riunioni in hotel ed in altre entità di El Salvador, Costarica e Guatemala, durante le quali conobbe i terroristi della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) Arnaldo Monzón Plasencia, Pedro Remón Rodríguez, Guillermo Novo Sampol e Gaspar Jiménez Escobedo.

 

"Assolutamente, tutti  mi dissero che erano della Fondazione, che Posada è della Fondazione Cubano Americana di Miami", ha dichiarato  Chávez Abarca.

 

 

CON IL PERMESSO DELLA CIA

E DEGLI AMICI  PRESIDENTI

 

 

Chávez Abarca  ha aggiunto che  Posada vantava che per ognuna delle sue azioni violente contro Cuba doveva chiedere il permesso alla CIA e in un’occasione gli aveva assicurato che chi aveva  interrotto  una delle sue conversazioni era un ufficiale dell’agenzia, che lo seguiva e lo stava chiamando  per telefono. Nello stesso tempo assicura che gli era stato facile  burlare le scarse  occasioni in cui il  FBI e l’Organismo d’ Intelligence dello Stato (OIE) di El  Salvador  indagarono sulle sue azioni.

 

A proposito dei vincoli personali di Posada in El Salvador ha assicurato che  aveva magnifiche relazioni con quasi tutti i presidenti della destra che hanno preceduto l’attuale governo. Ha citato Calderón Sol, Alfredo Cristiani e Francisco Flores, con il quale andava anche  a pescare.

 

Inoltre ha citato il suo amico Rodrigo Ávila, che fu direttore della polizia due volte. "Tutti  visitavano la gente della Fondazione  a Miami", ha confermato.

 

Chávez Abarca ha detto che, quando nel 1997 apparve alla Televisione Cubana un programma, nel quale il terrorista salvadoregno Raúl Ernesto Cruz León confessava i suoi vincoli con la FNCA e Posada Carriles, quest’ultimo gli indicò  d’assassinare i  membri della famiglia di Cruz León, per cui  ora teme per la sorte della moglie e dei figli.

 

Chávez Abarca non solo reclutò e preparò altri mercenari centroamericani, che furono catturati in Cuba (un salvadoregno e tre guatemaltechi), ma collocò bombe nella discoteca Aché e al 15º piano dell’hotel Meliá Cohíba, il 12 e il 30 aprile del 1997, rispettivamente, ed un’altra nell’hotel Comodoro, mentre si effettuava un torneo internazionale infantile di scacchi, per il quale  erano presenti più di 40 bambini dei quali parecchi rischiarono la vita  perché si misero a giocare con la borsa in cui era nascosto l’ordigno.

 

La bomba scoperta il giorno prima del Primo Maggio del 1997 al 15º piano dell’hotel Meliá Cohíba conteneva un chilo e mezzo di esplosivo plastico di uso militare C-4, di alto potere demolitore, capace di distruggere edifici, ponti ed imbarcazioni.

 

La rete terrorista di Posada Carriles - e la FNCA - introdusse nel paese in quel periodo più di 30 ordigni esplosivi (18 in meno di un anno), e 11 esplosero in differenti installazioni  turistiche, provocando anche la morte del giovane turista italiano Fabio Di Celmo, vari feriti ed ingenti  danni materiali.

 

In realtà, le vittime potevano essere migliaia, se riuscivano  a realizzare i piani contro i centri ricreativi e turistici più frequentati, come il cabaret Tropicana, discoteche, hotel e monumenti, piani frustrati dalla Sicurezza cubana in stretta collaborazione con la popolazione. 

 

La FNCA e coloro che dal governo degli USA  incitavano e permettevano questo  genere di azioni, avevano obiettivi evidenti: creare l’immagine che gli autori di quegli attentati erano gruppi dell’opposizione interna, destare il panico e l’instabilità, dare un forte colpo al turismo e provocare il ca0s nell’economia nazionale.

Con queste azioni violente, la mafia di Miami, tra il 1990 e i primi anni del presente decennio,  organizzò nello stesso territorio degli USA più di 25 azioni  terroristiche, che  andavano  dalla collocazione di bombe, alle aggressioni con armi da fuoco, a minacce  verbali e provocazioni contro interessi cubani, emigranti, agenzie di viaggi, personalità ed organizzazioni solidali  con Cuba, sino a minacciare di morte il presidente William Clinton e la sua segretaria di Giustizia, Janet Reno, per la decisione di consegnare il piccolo Elián González al padre.

 

Inoltre in quel decennio Cuba dovette affrontare i piani degli attentati contro il Comandante in Capo in quasi tutti i Vertici  Ispanoamericani che si effettuarono nelle distinte capitali e durante i suoi viaggi all’estero, come  dimostrò la cattura in flagrante di Posada e dei suoi seguaci a Panama, dove, con l’intenzione di assassinarlo, erano disposti a provocare un massacro nel qual avrebbero perso la vita  centinaia di studenti universitari ed altri partecipanti in un incontro presieduto dal compagno Fidel.

 

Sono forse sparite dalla testa di Posada Carriles e dei nemici acerrimi della Rivoluzione che comunque occupano  gli scanni del  Congresso statunitense, queste intenzioni ? Sarà capace l’attuale governo degli USA di frenare gli impulsi e le ambizioni degli ex membri e dei rifondatori nel territorio nordamericano delle vecchie  organizzazioni assassine?

 

Il complesso sistema giudiziario statunitense potrà, un giorno far terminare l’impunità di Miami, che compie già 51 anni, e fare giustizia nel caso dei nostri Cinque Eroi che hanno già sofferto più di 12 anni di crudele reclusione?

 

Si  porrà un termine alla riproduzione di mercenari, quando la minaccia del golpismo è una realtà così palpabile nell’area, come il traffico di armi, il narcotraffico e la proliferazione  di bande di ogni  tipo?

 

Anche se ingiustamente ed inesplicabilmente è stata inclusa nella lista degli Stati patrocinatori del terrorismo, Cuba ha dato infinite prove agli Stati Uniti di serietà e fermezza nella lotta contro questo flagello. Nonostante  il terrorismo di Stato che viene applicato, come politica ufficiale da cinque decenni, da parte di Washington, sono avvenuti importanti scambi bilaterali  di informazioni su questo tema, che vanno dall’allerta  cubana su un piano di attentato contro il presidente Ronald Reagan nel 1984, alle  intenzioni di Posada Carriles di ripetere nel 1998 un’azione  similare al crimine di Barbados, contro aerei  di passeggeri  che operavano tra il Centro America e Cuba.

 

In questa opportunità, (il 16 e il  17 giugno del 1998) si svolsero conversazioni con una delegazione del FBI che visitò L’Avana  e le  sue  installazioni aeroportuali, che ottenne informazioni di prima mano su tutta la documentazione disponibile su piani, prove, dati personali dei terroristi, indirizzi esatti, vincoli negli USA ed in Centro America, modus operandi, nomi falsi utilizzati nei loro documenti migratori, luoghi dove nascondevano mezzi  navali per la realizzazione delle loro azioni, esplosivi e ordigni sequestrati o resti di quelli che erano esplosi.

 

 

IMPUNITÀ E INGIUSTIZIA 

COME RISPOSTE

 

 

La delegazione si portò negli USA quasi  una decina di cartelle,  centinaia di pagine con prove indiscutibili molto forti, e  le evidenze riferite  durante moltissime ore di scambi con i capi e gli specialisti del Ministero degli Interni. Prima di partire l’ufficiale del FBI che la guidava e l’allora capo della Sezione d’Interesse Nordamericana in Cuba promisero di  rispondere in 15 giorni, comunicando i risultati delle loro investigazioni.

 

Dodici anni dopo, l’unica risposta è l’impunità con cui passeggiano, e anche marciano, per le strade degli Stati Uniti i  responsabili di quei fatti ripugnanti e l’ ingiustizia di mantenere in prigione  Cinque patrioti, combattenti antiterroristi, che hanno contribuito a scoprire ed avvisare opportunamente su quei piani.  Il loro unico "delitto" è l’aver evitato che i danni materiali e la perdita di vite umane risultasse molto più elevata.

 

Il primo risultato di quelle conversazioni con il FBI fu la cattura dei nostri compagni e gli attacchi momentaneo degli autori dei crimini.

 

Cuba ha definito inaccettabile l’impunità e la doppia morale degli USA nel combattere il terrorismo, ed ha reiterato il suo impegno con la lotta contro questa pratica. Il nostro paese condanna tutte le azioni, metodi e pratiche terroristiche in tutte le loro forme e manifestazioni di chiunque, contro chiunque ed in qualsiasi luogo si commettano e qualsiasi siano le motivazioni. Questo, Cuba lo ha appena ratificato nell’Assemblea Generale delle  Nazioni Unite, dove ha anche denunciato come il più abominevole il terrorismo di Stato, del quale l’Isola è vittima da più di mezzo secolo.

 

L’attuale governo degli USA  ha ereditato questo oscuro e pericoloso curriculum, nel quale si mescolano i  servizi sociali ,  gli ufficiali poco scrupolosi, le organizzazioni terroristiche, noti criminali, mercenari, processi investigativi e giudiziari manipolati, investigatori, pubblici ministeri e giudici  corrotti, congressisti ed ex funzionari di governo.

 

Washington dispone di sufficienti informazioni per dipanare le verità occulte, che i tribunali necessitano  per fare giustizia nel caso di Posada Carriles  e di molti  altri terroristi che vivono liberamente negli USA, elementi indispensabili  per chiarire e far terminare una volta per tutte l’impunità di quelli che hanno attuato, e l’ingiustizia di cui sono vittime i Cinque  patrioti cubani.

 

Il mondo necessita che s’imponga la verità. Nelle mani  dell’attuale amministrazione statunitense, dei suoi servizi speciali e delle autorità giudiziarie c’è la possibilità  di  apportare e rendere pubblici tutti i  documenti necessari per smascherare e sanzionare ai colpevoli ed  evitare nuove  azioni di terrorismo contro Cuba, Venezuela ed altri paesi dell’ALBA che sono sempre il bersaglio di questo flagello In questo impegno non si possono sottovalutare, nè ignorare le rivelazioni del detenuto Chávez Abarca rispetto i  piani contro le prossime elezioni in Venezuela; le implicazioni dei terroristi di Miami nei  colpi di Stato contro questo fraterno paese e contro l’Honduras, che emergono dalle investigazioni, nè le nuove congiure contro i governi democratici in Centro America, rivelate dal detenuto, che fanno sorgere interrogativi sui possibili vincoli degli elementi dell’ultradestra, la CIA e la mafia della Florida.

 

Condannare Posada Carriles è tanto giusto e necessario, quanto mettere in libertà i Cinque Eroi, se Washington vuole essere coerente con il suo presunto impegno  nella lotta  antiterrorista.

 

Cuba ha infinite ragioni  per difendersi e proseguire la lotta contro il terrorismo e per la giustizia. I 3478 morti ed  i 2099 compatrioti che sono stati resi invalidi fisicamente come conseguenza del terrorismo di Stato e la continuità dei piani di coloro che sono stati i principali ispiratori ed autori, confermano la  decisione cubana di non cedere mai di fronte a queste minacce.