Terroristi

 

I Vertici dei Presidenti  e Capi dei Governi

Iberoamericani e i piani assassini (I/II)

 

 

 

 

19/11/11 - José Luis Méndez Méndez www.cubadebate.cu

 

 

 

Alla fine del 1959 - ancor prima di costituirsi nella struttura della CIA il gruppo WH-4 Group [1] creato per l'attuazione del programma presidenziale degli Stati Uniti di aggressione contro Cuba - già l'ordine esecutivo di assassinare i leader della Rivoluzione cubana, in primo luogo il suo leader storico Fidel Castro Ruz, era stato dato.

Nel corso di una riunione di questo gruppo, il 9 marzo 1960, il suo capo, il colonnello della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti Joseph Caldwell King, meglio conosciuto nell'ambito dell'Agenzia con il nome leggendario di JC king, offrì la sua visione di come risolvere, ciò che da allora si qualificò come: "caso cubano". Guardò tutti i presenti e lapidariamente disse: "A meno che Fidel e Raul Castro e Che Guevara possono essere eliminati in un ‘solo pacchetto’, il che è altamente impossibile, questa operazione sarà lunga... questo governo può solo essere rovesciato dall’uso della forza".[2]

Già l’11 dicembre 1959,  questo ufficiale aveva preparato un documento, in cui avvertiva che la Rivoluzione cubana era guidata da dirigenti con tendenze comunista ed esortava a prendere decisioni prima che la stessa fosse fuori controllo nord americano. Ora aveva fatto una proposta concreta per, secondo il suo parere, eliminare la minaccia.

Si effettuava uno degli incontri precedenti, che il Ramo n. 4 della Divisione dell'Emisfero Occidentale della CIA (WH/4) aveva convocato per successivamente approcciarsi alle proposte che dovevano essere elevate alla decisione esecutiva in relazione al rovesciamento della Rivoluzione cubana. Questo settore era stato creato il 18 gennaio dello stesso anno come una squadra speciale, che poteva ampliarsi, per dirigere la proposta operazione cubana e che sarebbe stata approvata dal Presidente degli Stati Uniti il ​​17 marzo e che passerà alla storia come
‘Un programma d'azione segrete contro il regime di Castro', che quest’anno ha compiuto cinquantuno anni.

Una vera e propria caccia si scatenò , da allora, per assassinare il presidente cubano. Più di 600 cospirazioni sono stati registrati da più di mezzo secolo

 

L'origine e la storia
 


Il 26 luglio 1953, un gruppo di donne e uomini decisi a produrre un cambio trasformatore nella realtà cubana si lanciarono all'assalto contro la dittatura imperante. Il tentativo fallì, ma sarebbe stato l'inizio di una fase che porterà alla caduta di Fulgencio Batista. Nel settembre dello stesso anno iniziò il processo ai partecipanti, che non era caduti in battaglia o non erano stati assassinati in seguito. Il giorno 26, Fidel Castro non fu portato dinanzi al Tribunale per presentare la sua arringa di denuncia e difesa, il pretesto fu che l'imputato soffriva di una "malattia nervosa." La risposta fu immediata, i suoi compagni denunciarono i tentativi di avvelenare il leader rivoluzionario, che da diversi giorni si rifiutava di mangiare cibi preparati in prigione e solo provava quelli che gli portavano i suoi famigliari o i suoi amici.

Avvennero altri tentativi, così il 25 dicembre 1958 vicino al campo dove si trovava il Comandante dell'Esercito Ribelle, fu catturato un nord americano, che aveva con sé una fucile nel tentativo di assassinare Fidel Castro, era stato assunto dai militari della dittatura di Batista , che in più occasioni aveva anche inviato sicari nella Sierra per eliminarlo.


Questo fu l'inizio di una lunga lista di piani falliti con questo obiettivo perpetrati da gruppi controrivoluzionari guidati dalla CIA e con l'impiego dei membri della mafia nord americana.

I laboratori dell'agenzia statunitense idearono diversi metodi per raggiungere l'obiettivo omicida, i suoi esecutori ordirono diversi piani a tal fine. Tra questi penne velenose, pillole di cianuro, tute subacquee impregnate di funghi, tabacco tossico, armi poste in videocamere di pseudo-giornalisti, ordigni esplosivi camuffati da molluschi, fucili di alta precisione, missili teleguidati, aerei carichi di esplosivi, commando terrorista e altre varianti criminali.

Gli scenari per consumare il crimine sono stati diversi dentro e fuori Cuba. Per ogni viaggio all’estero del dirigente ci fu un complotto omicida, con la partecipazione di terroristi. Nelle richieste di informazioni degli analisti della CIA ai loro agenti, questa informazione aveva permanente priorità. Dal 1991 con l'inizio del summit dei Presidenti e Capi di Governo Iberoamericani, questi eventi si costituirono in un contesto ricorrente per la loro esecuzione.

Le organizzazioni terroristiche negli Stati Uniti come la Fondazione Nazionale Cubano Americana,
FNCA, si specializzarono per ottenere questo risultato.

 

Nel I Vertice tenutosi a Guadalajara, Messico, il suo tentativo fu sventato, e allora, la FNCA, creò un gruppo chiamato Commissione Nazionale per la Sicurezza che sarebbe stato l’incaricato di selezionare, armare e guidare i professionisti per nuovi tentativi.

Al II Vertice tenutosi a Madrid, Spagna nel 1992, il terrorista
Gaspar Jimenez Escobedo pianificò di abbattere l'aereo di linea cubano che portava il Presidente di Cuba con un missile acquistato in America Centrale. Già questo criminale aveva partecipato ad un altro tentativo in occasione della prima visita del Presidente in Giamaica nell’ottobre 1977. Nel 1993, ancora una volta, prese parte ai preparativi di un altro progetto simile durante la probabile presenza di Fidel alla presa di possesso del presidente dell'Honduras Carlos Roberto Reina.

Nello stesso anno si ideò un altro complotto terroristico che sarebbe dovuto essere eseguito nell'ambito del III Vertice celebrato a Salvador de Bahia, in Brasile.

Un altro progetto che raggiunse un pericoloso sviluppo fu quello preparato per essere eseguito con l'uso di fucili ad alta precisione forniti dalla FNCA al IV Vertice convocato a Cartagena de Indias, Colombia. Il terrorista internazionale
Luis Posada Carriles ebbe una partecipazione determinante nei preparativi, che sono continuati per tentare l'aggressione durante la visita di Fidel Castro in Sud Africa in quello stesso anno. Il presidente della FNCA, Francisco José Hernández Calvo, era il proprietario di una delle armi destinate all’assassinio.

Nello stesso anno, i terroristi andarono in Sud Africa per studiare la possibilità di attentare contro Fidel Castro durante la presa di possesso di Nelson Mandela, alla quale avrebbe partecipato.

Di fronte a questi rovesci la FNCA cambiò squadra, questa volta inviò a Bariloche, in Argentina, dove si teneva il V Vertice, nel 1995, un gruppo di terroristi con a capo il suo Direttore, Roberto Martín Pérez Rodríguez, torturatore della polizia di Batista, che dopo aver studiato e preparato, per mesi, l'azione desistette a causa dei pericoli che includeva l’azione per chi vi avrebbe partecipato.

Il leader principale di questa organizzazione terroristica Jorge Mas Canosa era stanco della mancanza di professionalità e dedizione dei suoi terroristi e per i ripetuti fiaschi sofferti in diversi tentativi di assassinare Fidel. Era una questione che colpiva la sua leadership e
si appellò alla sua carta vincente. Convocò l’agente CIA e noto criminale Félix Ismael Rodríguez Mendigutía, che in quel momento era direttore della scaduta Brigata  2506, composta da mercenari di origine cubana sconfitti, mezzo secolo fa, alla Baia dei Porci.

Il terrorista selezionò un gruppo di esperti criminali e viaggiò a Viña del Mar, in Cile dove  si sarebbe celebrato il VI Summit Ibero-Americano. Come stratagemma, parte del piano assassino, fu inviata una delegazione di controrivoluzionari cubani della cosiddetta Giunta Patriottica Cubana del Venezuela con Nelly Rojas, una stretta collaboratrice di Posada Carriles, e a capo Salvador Romani, per realizzare disordini e proteste con il sostegno di gruppi fascisti cileni e far credere che ciò fosse solo la reazione alla visita di Fidel.

Nel 1971, in occasione della visita di Fidel Castro in quel paese, un comando terrorista con l'appoggio degli agenti CIA,
Antonio Veciana Blanch e Luis Posada Carriles, aveva progettato di assassinarlo, con varie alternative,  durante i suoi tragitti. La caccia continuerà ...

 

 

[1] Grupo de tarea creado en la estructura del Hemisferio Occidental de la CIA para operar contra Cuba.

[2] Reunión del grupo WH-4 de la CIA el 9 de marzo de 1960.

 

 

Quale può essere la fine di Castro?

“Una palla nel suo cervello…”

Jorge Mas Canosa, Università Internazionale della Florida,

giugno 1990.

 

 

 

Il completo fallimento del nuovo tentativo di assassinare Fidel Castro Ruz durante il VI summit Ibero-Americano in Cile, non scoraggiò i leader della Fondazione Nazionale Cubano Americana da altri progetti d’ assassinio, aspirazione del suo massimo leader espresso nel giugno 1990 davanti ad un gruppo di studenti in una università in Florida.

Mas Canosa, per raggiungere il suo scopo, si affidò ai suoi antichi condiscepoli nella CIA, non volevo un'altra delusione, la sua vita si stava avvicinando alla fine a causa di una malattia terminale (morì il 23 novembre 1997) e voleva passare ai posteri come magnicida. Si  formò una squadra di veterani terroristi, tutti con un ampio curricolo in aggressione contro Cuba. Li si dotò di tutto il necessario in attrezzature, armi, esplosivi, logistica e un sacco di soldi per uno scopo specifico: uccidere il Presidente di Cuba all'Isla Margarita, in Venezuela in occasione del VII Vertice Iberoamericano.

Il gruppo esecutivo era composto da Mosè Angel Hernandez Rojo, capitano di una nave scuola della CIA e membro del suo gruppi contro-insurrezione in America Latina, Juan Bautista Márquez Hernandez, anch’egli capitano di nave scuola e sequestratore di pescatori cubani nelle Bahamas, Jose Antonio Rodriguez Sosa, capitano di nave di questa agenzia, che diede supporto alle operazioni a terra, insieme a suo fratello Alexis Rodriguez Sosa, entrambi membri dei gruppi in missioni speciali in operazioni marittime contro Cuba. Due altri membri dell'equipaggio, che erano a bordo con fucili ad alta precisione della FNCA ,completarono il criminale equipaggio.

Nell'ottobre 1997, il comando nella nave La Esperanza salpò da Miami con destinazione Venezuela, alcuni giorni dopo avarie alla nave la obbligarono a chiedere assistenza a Puerto Rico dove furono arrestati al sequestrargli il materiale bellico e quando Angel Manuel Alfonso Aleman,  uno dei membri dell'equipaggio, confessò che l'obiettivo era quello di uccidere il Presidente cubano durante il Vertice.

Furono processati, giudicati e rilasciati in Porto Rico due anni più tardi come prova dell’abituale complicità e tolleranza delle autorità statunitensi quando i delinquenti sono terroristi di origine cubana.

Nel 1998, durante il IX Vertice a Oporto, Portogallo, i terroristi studiarono la possibilità di attentare nuovamente contro il leader cubano, ma le legittime e provate denunce di Cuba di fronte a tali tentativi, fecero rinviare i piani per un'altra occasione di quegli eventi. Ideavano per quell’anno un piano analogo nella Repubblica Dominicana.

Il 9 agosto 1998 si apprese che un comando terrorista agli ordini di Luis Posada Carriles e composto da altri tre criminali cospirarono per assassinare il Presidente cubano durante la sua partecipazione alla Riunione Speciale dei Capi di Stato e di Governo de CARIFORUM, un organismo regionale che riunisce i quattordici paesi della Comunità dei Caraibi (CARICOM), Haiti e Repubblica Dominicana. Cuba come membro osservatore, avrebbe assistito alla riunione che si sarebbe celebrata il 20-22 agosto.

Il IX Vertice si effettuò a L'Avana nel 1999 e i terroristi sapevano che la X giornata presidenziale sarebbe stata effettuata l'anno successivo a Panama e verso quella opportunità  procedettero i loro preparativi. Un comando di professionisti  del crimine si incontrarono per compiere un atto di terrore progettato per assassinare centinaia di persone tra cui il Presidente di Cuba durante il discorso che Fidel avrebbe pronunciato nell'auditorium dell'Università di Panama, che si progettava far esplodere con decine di chilogrammi di esplosivi ad alto potenziale.

Questa intenzione fu denunciata dallo stesso
Presidente il 17 novembre al suo arrivo a Panama, ciò che portò all'arresto di Luis Posada Carriles, Gaspar Jiménez Escobedo, Pedro Remon e Guillermo Novo Sampol Rodriguez, tutti esperti criminali conosciuti dalle autorità statunitensi, con tutti gli strumenti per l'azione e la testimonianza di diverse altre persone coinvolte nel piano. Per quasi quattro anni si indagò, processò, giudicò e condannò a miti pene i terroristi da parte delle autorità panamensi.

Infine l'ingiustizia prevalse e l'allora presidentessa panamense Mireya Moscoso graziò il commando terrorista il 25 agosto 2004 e nella mattina di quel giorno furono rilasciati. Posada fuggì in Honduras fino al marzo 2005 quando si trasferì illegalmente negli Stati Uniti, dove poteva essere meglio protetto e gli altri criminali si recarono direttamente in territorio USA, dove oggi vivono indisturbati.

In gesto di genuflessione e generosità
Mireya Moscoso informò immediatamente della sua decisione l'ambasciatore USA a Panama, Simon Ferro, di origine cubana e disse di aver compiuto l'ordine ricevuto per la liberazione  dei sicari. Questo non fu solo una posa di appeasement al crepuscolo del suo mandato, per esso ricevette il bottino che i terroristi di Miami avevano offerto come ricompensa per il salvataggio.

Il processo legale contro i terroristi non era finito, gli avvocati che rappresentano i querelanti avevano chiesto una revisione della condanna per aumentarla. Si ritenne incostituzionale l’indulto concesso. Le autorità di Cuba  presentarono una denuncia al Presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, attraverso la lettera del 21 settembre 2004, che tra altri aspetti segnalava: "La storia della impunità di cui godono oggi questi terroristi si stava gestendo dal 10 aprile 2001, quando la stessa Presidentessa di Panama, in quel momento, attraverso le Risoluzioni Esecutivoe 58, 59, 60 e 61, ha respinto la giusta e ben fondata richiesta di estradizione contro i quattro terroristi presentata dal Governo cubano il 12 gennaio di quello stesso anno, compiendo tutti i requisiti richiesti per tali atti sia dalla legislazione panamense come dagli strumenti internazionali esistenti".

Il gesto più ipocrita vide protagonista il Ministro degli Affari Esteri panamense il 15
luglio 2004, che secondo la dichiarazione n. 100 ha ribadito che "Posada Carriles ei suoi complici sono stati processati, condannati e dovranno scontare la condanna inflitta". Luis Posada Carriles e Gaspar Jiménez Escobedo sono stati condannati a otto anni di carcere, e Pedro Remon e Guillermo Novo Sampol a sette anni, sentenze che al momento furono appellate dagli avvocati querelanti che rappresentavano i sindacati, studenti e indigeni di Panama a causa di irregolarità nel processo e che le pene inflitte non erano commisurate alla gravità dei crimini che erano stati provati in tribunale.

Dopo essere entrato illegalmente negli Stati Uniti, Luis Posada Carriles è stato incriminato, nel 2005, per reati minori della regolamentazione dell'immigrazione e non per il suo vasto curriculum come terrorista, in uno dei processi legali più lunghi della storia di questo paese. Per oltre sei anni di truccate e lunghe azioni legali fu processato e infine, nell’aprile 2011, è stato
assolto.

I tentativi di assassinio non si sono  fermati in ​​questi cinque decenni. La vittoriosa Rivoluzione cubana è andata avanti affrontando e battendo altri centinaia di piani aggressivi contro di lei, orditi, ieri e oggi, dalle agenzie statunitensi come la CIA, ma l'aspirazione di cercare di invertire il percorso seguito da milioni di cubani continua nella chimere dell'Impero.

 

Si compiono undici anni dal tentativo di assassinio a Panama ed ancora le strutture terroristiche degli anticubani rimangono intatte negli Stati Uniti all’epoca del Premio Nobel della Pace al democratico Barack Obama, che ha mantenuto l'impunità e la protezione di questi nemici comuni per entrambi Paesi, ha onorato il terrore che dice combattere.