Le denunce del governo dell’Ecuador sulla parzialità dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) in funzione degli interessi degli Stati Uniti, continuano oggi in pieno sviluppo.
Dopo la rinuncia la vigilia di quattro paesi membri dell’Alternativa Bolivariana per i Paesi della Nostra America (ALBA), Venezuela, Ecuador, Bolivia e Nicaragua, al Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), segue ora l’analisi del tema dei diritti umani.
L’Ecuador potrebbe ritirarsi dal Sistema Interamericano dei diritti umani e continuare spingendo la creazione di un organismo che protegga il compimento degli stessi nel seno dell’Unione delle Nazioni Sud-Americane (UNASUR), ha sottolineato il Presidente Rafael Correa.
Il Capo di Stato ha confermato la sua proposta se l’OSA non si rifonda, perché manifestò che questo organismo ha voltato le spalle ai problemi gravi dell’America, come il bloqueo che da mezzo secolo gli Stati Uniti mantengono contro Cuba e l’esistenza di una colonia britannica (isole Malvine) di fronte all’Argentina.
In questo contesto, Correa ha informato che “analizzeremo molto seriamente la possibilità di ritirarci dal Sistema Interamericano dei diritti umani, ci ritiriamo già dal TIAR, questa pantomima che non è servita a niente, solo agli interessi degli Stati Uniti”.
Nell’UNASUR, ha aggiunto, “spingeremo la creazione di un Sistema dei diritti umani, che sta già incominciando, che difenda i diritti umani e non i diritti del grande capitale, non i diritti dei mezzi di comunicazione commerciali”.
Questo ultimo ha enfatizzato è uno dei grandi problemi di questo pianeta, perché il potere mediatico è cresciuto troppo e condiziona il potere politico, il potere dello Stato per difendere gli interessi privati e non il bene comune, con le eccezioni di sempre.
Inoltre, ha detto, si dovrà fortificare la Comunità
degli Stati Latinoamericani e Caraibici
(CELAC) affinché
sia il forum dove si processino i conflitti ed in questo
modo non dover interpellare l’OSA, dal momento che non è
necessaria.
Voglio ricordare, ha puntualizzato, che attraverso l’OSA ci hanno utilizzati molte volte; questa è la posizione molto chiara dell’Ecuador, che abbiamo manifestato in Cochabamba, lo abbiamo detto prima e lo continueremo a manifestare, fino ad un certo tempo prudenziale.
Perché, ha concluso, se non cambiano le cose, prenderemo decisioni più serie.