Nuestra America - Ecuador

  

 

L’Ecuador conferma le sue posizioni

 

sull’OSA e sui diritti umani

 

 

 

 

6.06.12 - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

 

 

Le denunce del governo dell’Ecuador sulla parzialità dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) in funzione degli interessi degli Stati Uniti, continuano oggi in pieno sviluppo.

 

Dopo la rinuncia la vigilia di quattro paesi membri dell’Alternativa Bolivariana per i Paesi della Nostra America (ALBA), Venezuela, Ecuador, Bolivia e Nicaragua, al Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), segue ora l’analisi del tema dei diritti umani.

 

L’Ecuador potrebbe ritirarsi dal Sistema Interamericano dei diritti umani e continuare spingendo la creazione di un organismo che protegga il compimento degli stessi nel seno dell’Unione delle Nazioni Sud-Americane (UNASUR), ha sottolineato il Presidente Rafael Correa.

 

Il Capo di Stato ha confermato la sua proposta se l’OSA non si rifonda, perché manifestò che questo organismo ha voltato le spalle ai problemi gravi dell’America, come il bloqueo che da mezzo secolo gli Stati Uniti mantengono contro Cuba e l’esistenza di una colonia britannica (isole Malvine) di fronte all’Argentina.

 

In questo contesto, Correa ha informato che “analizzeremo molto seriamente la possibilità di ritirarci dal Sistema Interamericano dei diritti umani, ci ritiriamo già dal TIAR, questa pantomima che non è servita a niente, solo agli interessi degli Stati Uniti”.

 

Nell’UNASUR, ha aggiunto, “spingeremo la creazione di un Sistema dei diritti umani, che sta già incominciando, che difenda i diritti umani e non i diritti del grande capitale, non i diritti dei mezzi di comunicazione commerciali”.

 

Questo ultimo ha enfatizzato è uno dei grandi problemi di questo pianeta, perché il potere mediatico è cresciuto troppo e condiziona il potere politico, il potere dello Stato per difendere gli interessi privati e non il bene comune, con le eccezioni di sempre.


Inoltre, ha detto, si dovrà fortificare la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici
(CELAC) affinché sia il forum dove si processino i conflitti ed in questo modo non dover interpellare l’OSA, dal momento che non è necessaria.

 

Voglio ricordare, ha puntualizzato, che attraverso l’OSA ci hanno utilizzati molte volte; questa è la posizione molto chiara dell’Ecuador, che abbiamo manifestato in Cochabamba, lo abbiamo detto prima e lo continueremo a manifestare, fino ad un certo tempo prudenziale.

 

Perché, ha concluso, se non cambiano le cose, prenderemo decisioni più serie.

 

L’Ecuador si ritirerà dal TIAR

annuncia Rafael Correa

 

 

5.06.12 - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

 

 

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha annunciato nelle ultime ore che il suo paese si ritirerà dal Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), organismo che, ha detto, è servito agli interessi statunitensi.

 

Al suo arrivo a Quito proveniente da Cochabamba, in Bolivia, dove ha assistito all’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), il mandatario ha esposto le ragioni per le quali si é adottata questa decisione.

 

Ha precisato che il TIAR implicava il compromesso di tutta l’America di unirsi di fronte a qualunque aggressione extraregionale, tuttavia, quando nel 1982 Inghilterra ha invaso le isole Malvine ed il TIAR obbligava a difendere l’Argentina, gli Stati Uniti appoggiarono l’Inghilterra.

 

In una conferenza stampa al suo arrivo a Quito, ha ratificato il suo messaggio espresso davanti al forum della necessità di rifondare l’OSA concorde con i tempi che vive l’America.

 

Lo scopo è il benessere dei nostri paesi, costruire la Patria grande, senza miseria, con dignità, e se non c’accompagna in questo l’OSA bisognerà creare qualcosa di nuovo e migliore, ha manifestato.

 

Correa ha segnalato che ha denunciato nella città boliviana gli errori nel Sistema Interamericano dei diritti umani, specialmente gli abusi della CIDH, come l’abuso di facoltà nelle sue funzioni.

 

“Per esempio, dove dice nello Statuto di creazione della Commissione che ha capacità per sollecitare misure cautelative. Loro stessi si sono auto-consegnati questa funzione con il loro Regolamento”, ha dichiarato.

 

Ha messo in evidenza che questo organismo è influenzato dai paesi egemonici, come gli Stati Uniti, dove si trova la sua sede, malgrado questa nazione non riconosca la CIDH, perché non ha firmato il Patto di San Josè.

 

Ha denunciato che la CIDH agisce come un’Organizzazione Non Governativa e partecipano in temi delicati a livello dei paesi, senza capire quello che succede, e da Washington vogliono dire che cosa bisogna fare o non fare.

 

“Questo è inaccettabile, non so con chi hanno creduto che stessero trattando, forse con delle colonie, ma qui trovano un Governo che rappresenta un popolo degno e sovrano”, ha aggiunto.

 

Correa non ha escluso la possibilità che l’Ecuador si ritiri dalla CIDH, ma ha assicurato che sì lo farà dal TIAR.