HOME AMERICA LATINA

Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Controrivoluzione agitata
 

 

30 agosto 2012 - Angel Guerra Cabrera http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

La tragica esplosione della raffineria di Amuay, in Venezuela ha creato una commozione nazionale che é palesemente manipolata dall'imperialismo e dalla destra con finalità elettorali e sovversive. Facendo le veci di periti investigatori, pubblici ministeri e giudici i suoi portavoce sono stati utilizzati a fondo nella ragnatela mediatica per creare la percezione che l'origine della tragedia stia nella negligenza e incapacità del governo del presidente Hugo Chavez.

 

Appena sentita la notizia, Henrique Capriles Radomsky, uno dei leader del colpo di stato del 2002 e candidato di Washington alla presidenza, ha accusato l'autorità e ha pubblicato la sua consulenza tecnica, "Le cose non si fanno bene". Insinuò che inoltre aveva la responsabilità nelle inondazioni prodotte dall'uragano Isaac e il crollo di un ponte. Per certo, tutto indica che la manutenzione non ha nulla a che fare con quello che è successo e a giudicare dalla malcelata gioia della destra, dopo decine di morti e feriti, c'é il diritto di sospettare che se non si é trattato di un sabotaggio, si era alla ricerca di qualcosa di simile, nella scala della psicologia sociale, per lanciare un'offensiva controrivoluzionaria.

Non si deve dimenticate il suo DNA antidemocratico e senza scrupoli. Nel 2002, senza dar peso al doloroso costo umano ed economico che avrebbe causato, implementò una non comune scalata sovversiva: sciopero padronale, colpo di stato e sciopero petrolifero. Sconfitta dal popolo e dai militari patrioti, si è affrettata a tornare ai vecchi modi sfruttando il clima unico di libertà politiche instaurato dalla rivoluzione bolivariana; lontano dalla persecuzione e repressione degli oppositori dei governi precedenti proclamati da Washington esempi continentali di democrazia. Verranno le  marce delle classi medie e dopo dei bambini bene, unite ad atti di violenza nelle strade - le guarimbas - da gruppi precedentemente addestrati. Tutto dentro un progetto di guerra di quarta generazione. Sono diversi i trucchi che ha usato l'opposizione compreso la dichiarazione ripetuta che è stata vittima di frode nei processi elettorali più osservati del pianeta e per questo motivo si spinse fino all'estremo di non presentare candidati a deputati nel
2005, ciò che gli costò rimanere cinque anni fuori del legislativo.

In questi sforzi, l'imperialismo e la controrivoluzione, da lui diretta, hanno sempre utilizzato come strumento principale il dispositivo di guerra psicologica locale (quasi tutti i mezzi di comunicazione privati) e internazionale, in cui si mettono in evidenza i giornali della Società Interamericana della Stampa, i consorzi TV dell'America Latina, degli Stati Uniti e alcuni tra i più importanti d'Europa. Il linciaggio di Chavez, da questa muta, è stato costante benché ha imperversato all'inizio di quest'anno con l'avvicinarsi dell'elezioni e si é raddoppiato da quando si é visto il notevole vantaggio nell'intenzione di voto. Ma ha registrato un intensificarsi dopo l'esplosione in Amuay e serpenti mediatici come il Gruppo Prisa e CNN versano veleno senza limiti.

I sondaggi danno Chavez come amplio vincitore nelle elezioni che si terranno tra 5 settimane (7/10). La sua stessa energica reazione, immediata e solidaria e del suo staff di fronte a quanto avvenuto a Amuay conferma la ragione di tale sostegno. Ma voci autorevoli come quella del veterano giornalista ed ex presidente José Vicente Rangel, hanno rivelato che esiste un piano sovversivo per creare malcontento all'interno delle forze armate, disconoscere il risultato delle elezioni allegando frode e immediatamente mobilitare nelle strade gruppi d'assalto incaricate di provocare violenti scontri e spargimento di sangue. In Venezuela vi è ancora un segmento significativo della popolazione che crede negli altoparlanti oligarchici e anche intossicata da vecchi e nuovi pregiudizi anticomunisti e razzisti e affascinata dal Miamiam way of life, ora insostenibile a causa della grande crisi economica, ma vivo nel loro immaginario. Non c'è da stupirsi che la controrivoluzione cerchi di usarla, di nuovo, come carne da cannone.

In ogni caso, ci sono prove che si sta implementando la creazione, da ora, di uno scenario post-elettorale propiziatorio di uno scontro civile, il caos e l'intervento yankee. Per controllare la più grande riserva di petrolio conosciuta del pianeta e distruggere il sostenuto processo di unità e integrazione dell'America Latina e dei Caraibi, l'imperialismo non ha altra scelta che rovesciare Chavez. Di qui l'importanza eccezionale del 7/10. Ojo Pelao, direbbe un venezuelano.

 

 

 

Venezuela: contrarrevolución alborotada

Ángel Guerra Cabrera

La trágica explosión en la refinería de Amuay en Venezuela ha creado una conmoción nacional que está siendo manipulada descaradamente por el imperialismo y la derecha con fines electoreros y subversivos. Haciendo las veces de peritos investigadores, fiscales y jueces sus voceros se han empleado a fondo en la telaraña mediática para crear la percepción de que su origen está en la negligencia e incapacidad del gobierno del presidente Hugo Chávez. Recién conocida la noticia, Henrique Capriles Radomsky, uno de los líderes golpistas de 2002 y candidato de Washington a la presidencia, culpó a la autoridad y emitió su dictamen técnico: “las cosas no se hacen bien”. Insinuó que también tenía responsabilidad en las inundaciones producidas por el huracán Isaac y el desplome de un puente. Por cierto, todo indica que el mantenimiento no tiene nada que ver con lo ocurrido y a juzgar por el mal disimulado regocijo de la derecha después de decenas de muertos y heridos hay derecho a sospechar que si no se trató de un sabotaje, algo así estaba buscando a escala de la sicología social para lanzar una ofensiva contrarrevolucionaria.

No debe olvidarse su ADN antidemocrático y falta de escrúpulos. En 2002, sin importarle el doloroso costo humano y económico que ocasionaría, puso en práctica una descomunal escalada subversiva: paro patronal, golpe de Estado y paro petrolero. Derrotada por el pueblo y los militares patriotas, no demoró en volver a las andadas aprovechando el clima único de libertades políticas instaurado por la revolución bolivariana. Qué lejos del hostigamiento y represión a los opositores de los gobiernos anteriores proclamados por Washington ejemplo continental de democracia. Vendrían las marchas clasemedieras y luego de los niños bien, unidos a actos de violencia en las calles –las guarimbas- por grupos previamente entrenados. Todo dentro de un proyecto de guerra de cuarta generación. Son diversos los trucos que ha utilizado la oposición incluyendo la declaración reiterada de que ha sido víctima de fraude en los procesos electorales más observados del planeta y por eso mismo llegó al extremo de no presentar candidatos a diputados en 2005, que le costó quedarse cinco años fuera del legislativo.

En estos trajines, el imperialismo y la contrarrevolución por él dirigida siempre han usado como instrumento principal el aparato de guerra sicológica local(casi todos los medios privados) e internacional, en el que destacan los diarios de la Sociedad Interamericana de Prensa, los consorcios televisivos de América Latina, Estados Unidos y algunos de los más importantes de Europa. El linchamiento de Chávez por esa jauría ha sido constante aunque arreció a principios de este año al acercarse las elecciones y se redobló desde que se vio la considerable ventaja que llevaba en la intención de voto. Pero ha experimentado una intensificación desde que se produjo la explosión en Amuay y ofidios mediáticos como el Grupo Prisa y CNN vierten veneno sin límite.

Las encuestas dan a Chávez como amplio ganador en las elecciones a celebrarse en 5 semanas(7/10). Su propia reacción enérgica, inmediata y solidaria y de sus colaboradores ante el suceso de Amuay confirma la razón de ese apoyo. Pero voces respetadas como las del veterano periodista y ex presidente José Vicente Rangel, han revelado que existe un plan subversivo para crear descontento en el seno de la fuerza armada, desconocer el resultado electoral alegando fraude y acto seguido movilizar a la calle grupos de choque encargados de provocar enfrentamientos violentos y derramamiento de sangre. En Venezuela existe aún una franja importante de población creyente de las bocinas oligárquicas e intoxicada, además, por los viejos y nuevos prejuicios anticomunistas y racistas y la fascinación por el Miamiam way of life, ya insostenible debido a la magna crisis económica pero vivo en su imaginario. No extrañaría que la contrarrevolución intentara usarla de nuevo como carne de cañón.

En todo caso, existen evidencias de que está en marcha la creación desde ahora de un escenario poselectoral propiciatorio de la contienda civil, el caos y la intervención yanqui. Para controlar la mayor reserva de petróleo conocida del planeta y destruir el sostenido proceso de unidad e integración de América Latina y el Caribe, el imperialismo no tiene otra opción que derrocar a Chávez. De ahí la importancia excepcional del 7/10. Ojo pelao, diría un venezolano.