Genocidio alla luce del sole

 

 

8 novembre 2012 - http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/ Angel Guerra Cabrera
 

 

 

Non esiste un embargo bilaterale contro Cuba come sostiene falsamente il governo degli Stati Uniti. C'è un blocco di carattere extraterritoriale con cui, attraverso pesanti sanzioni  a paesi terzi, gli USA rendono estremamente difficili le relazioni economiche di Cuba. Incorre in una flagrante violazione della sovranità degli Stati e del loro diritto di commerciare liberamente e in un gravissimo attentato al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite.

Il blocco viola anche il diritto internazionale perché si tratta di una misura genocida ai sensi della Convenzione per la Prevenzione e Sanzione del Delitto di Genocidio che si riferisce ad atti "perpetrati con l'intenzione di distruggere, in tutto o parzialmente, un gruppo nazionale etnico, razziale o religioso in quanto tale."

 

Il carattere genocida del blocco si esprime in dolorosi eventi giornalieri che si ripetono da più di mezzo secolo. Tra questi l'aggravarsi di disturbi curabili o la morte di cubani di tutte le età per mancanza di farmaci o dispositivi oncologici, cardiologici e, in generale, medici la cui vendita è negata da parte degli Stati Uniti all'isola sapendo che non esiste altro fornitore.

 

E' precisamente il genocidio l'obiettivo più importante del blocco secondo lo consegna, con eloquenza insuperabile, un memorandum dal Dipartimento di Stato scritto tanto tempo fa,  il 6 aprile 1960: "L'unico mezzo prevedibile per alienare appoggio interno è mediante la frustrazione e lo scoraggiamento (...) deve utilizzarsi immediatamente qualsiasi mezzo concepibile per debilitare  la vita economica di Cuba (...) per causare fame, disperazione e il rovesciamento del Governo".

Alcuni esempi dell'extraterritorialità del blocco: alle navi straniere che toccano i porti cubani è fatto divieto di entrare negli Stati Uniti per 180 giorni; i prodotti di qualsiasi paese contenenti più del 10% di componenti cubani - per il nichel - non possono essere venduti sul mercato statunitense; i fabbricanti di prodotti contenenti più del 10% di componenti USA hanno il divieto di venderli a Cuba.

 

C'è di più, ai dirigenti e famigliari della società canadese Sherritt si é negato il visto degli Stati Uniti da che ha investito nel nichel cubano e la spagnola Sol Meliá ha dovuto decidere se mantenere i suoi investimenti a Cuba o continuare con quelli nello stato della Florida. Persino i programmi di salute infantile delle Nazioni Unite nell'isola si vedono colpiti perché Washington non permette che con i suoi fondi si acquistino medicinali essenziali e tecnologia di di fabbricazione USA.

Anche se la prima somministrazione di Barak Obama ha flessibilizzato i viaggi e le rimesse ai cubano statunitensi all'isola e permesso alcuni viaggi di scambio accademici e di gruppi artistici cubani verso gli Stati Uniti (senza ricavo per le loro performance), al contempo ha anche portato a estremi senza precedenti l'applicazione extraterritoriale del blocco e la persecuzione delle transazioni finanziarie di Cuba.

 

Questo è il caso della banca olandese ING, a cui il Dipartimento del Tesoro USA ha imposto, nel giugno di quest'anno, una multa di 619 milioni di dollari - la più grande nella storia della misura punitiva - perché ha realizzato operazioni in dollari con Cuba attraverso il sistema finanziario USA. Gli ha anche impedito proseguire le sue operazioni con l'isola.

 

Un'altra, l'azienda svedese Ericsson è stata multata dal Dipartimento del Commercio USA per 1,75 milioni di dollari perché la sua controllata panamense ha riparato, negli USA, attrezzature cubane.

Il blocco ha inflitto danni a Cuba da un milione di milioni (1.000.000.000.000)  di dollari considerando la svalutazione del dollaro contro l'oro, ma il dato non spiega l'enorme ostacolo che implica allo sviluppo economico dell'isola data l'onnipresenza dittatoriale di Washington in un'economia totalmente globalizzata.

L'industria turistica cubana, per esempio, è fiorita notevolmente ma agli statunitensi, il suo più grande potenziale mercato, è fatto divieto di viaggiare a Cuba. Il più grande paradosso è che questa politica non ha alcun sostegno pubblico negli Stati Uniti perché c'è una forte corrente per porvi fine e normalizzare le relazioni con il suo vicino più prossimo.

 

La prossima settimana l'Assemblea generale dell'ONU chiederà la revoca del blocco per il ventunesimo anno consecutivo. La sentirà il rieletto inquilino della Casa Bianca?

Twitter: aguerraguerra

 

 

Genocidio a la luz del día

http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/ Ángel Guerra Cabrera

No existe un embargo bilateral contra Cuba como afirma mendazmente el gobierno de Estados Unidos. Existe un bloqueo de carácter extraterritorial con el que mediante gravosas sanciones a terceros países la potencia dificulta extraordinariamente las relaciones económicas de Cuba. Incurre por ello en una violación flagrante de la soberanía de los estados y de su derecho a comerciar libremente y en un gravísimo atentado al derecho internacional y a la Carta de la ONU.

El bloqueo viola también el derecho internacional por tratarse de una medida genocida según la definición de la Convención para la Prevención y Sanción del Delito de Genocidio que se refiere a actos “perpetrados con la intención de destruir, total o parcialmente, un grupo nacional étnico, racial o religioso, como tal.” El carácter genocida del bloqueo se expresa en dolorosos hechos cotidianos repetidos durante más de medio siglo. Entre ellos el agravamiento de dolencias curables o la muerte de cubanos de todas las edades por falta de fármacos o dispositivos oncológicos, cardiológicos y, en general, médicos, cuya venta es negada por Estados Unidos a la isla a conciencia de que no existe otro proveedor. Y es que precisamente el genocidio es el objetivo más importante del bloqueo según lo consigna con insuperable elocuencia un memorándum del Departamento de Estado escrito tan temprano como el 6 de abril de 1960: “el único medio previsible para enajenar el apoyo interno es a través del desencanto y el desaliento (…) debe utilizarse prontamente cualquier medio concebible para debilitar la vida económica de Cuba (…) a fin de causar hambre, desesperación y el derrocamiento del Gobierno”.

Algunas muestras de la extraterritorialidad del bloqueo: a los buques extranjeros que tocan puertos cubanos se les prohíbe ingresar a Estados Unidos durante 180 días; los productos de cualquier país que contengan más de un 10 por ciento de componentes cubanos –el caso del níquel- no pueden ser vendidos al mercado estadunidense; los fabricantes de productos que contengan más de 10 por ciento de componentes estadunidenses tienen prohibido venderlos a Cuba. Hay más, a los ejecutivos y sus familiares de la compañía canadiense Sherrit se les negó la visa estadunidense desde que aquella invirtió en el níquel cubano y la española Sol Meliá debió decidir entre mantener sus inversiones en Cuba o continuar las que tenía en el estado de Florida. Hasta los programas de salud infantil de la ONU en la isla se ven afectados pues Washington no permite que con sus fondos se adquieran críticos medicamentos y tecnología de fabricación estadunidense.

Aunque la primera administración de Barak Obama flexibilizó los viajes y las remesas de los cubanoestadunidenses a la isla y ha posibilitado algunos viajes de intercambio académico y de grupos artísticos cubanos a Estados Unidos(sin cobrar por sus actuaciones), al mismo tiempo ha llevado a extremos sin precedente la aplicación extraterritorial del bloqueo y la persecución de las transacciones financieras de Cuba. Es el caso del banco holandés ING, al que el Departamento del Tesoro yanqui le impuso en junio de este año una multa por 619 millones de dólares -la mayor en la historia de la medida punitiva- debido a que realizó operaciones en dólares con Cuba a través del sistema financiero estadunidense. También le prohibió continuar sus transacciones con la isla. Otra, la empresa sueca Ericsson fue multada por el Departamento de Comercio estadunidense por 1.75 millones de dólares debido a que su filial panameña reparó en Estados Unidos equipos cubanos.

El bloqueo ha infligido daños a Cuba por un billón de dólares considerando la devaluación de esta moneda respecto al oro, pero el dato no alcanza a explicar el enorme obstáculo que implica al desarrollo económico de la isla dada la omnipresencia dictatorial de Washington en una economía totalmente mundializada.

 

La industria turística cubana, por ejemplo, ha florecido notablemente pero a los estadunidenses –su mayor mercado potencial- se les prohíbe viajar a Cuba. Lo más paradójico es que esta política no cuenta con apoyo ciudadano en Estados Unidos pues existe una fuerte corriente partidaria de ponerle fin y normalizar las relaciones con su cercano vecino. La semana entrante la Asamblea General de la ONU pedirá el levantamiento del bloqueo por vigésimo primera año consecutivo. ¿La escuchará el reelecto inquilino de la Casa Blanca?

Twitter: aguerraguerra