Yoani Sanchez: i segni della

repressione castrista

 

 

11.10.2012 - Vincenzo Basile (Capítulo Cubano)

 

 

Lo scorso 5 ottobre, la blogger cubana Yoani Sanchez, dopo un 'fermo' di poche ore - da parte delle autorità cubane, al fine di impedire che la donna e suo marito orchestrassero un nuovo show mediatico durante il processo contro lo spagnolo Angel Carromero -, ha denunciato, come di abitudine, atti di repressione e d'estrema violenza nella gigantesca 'prigione ideologica cubana'.

Ore dopo, sulla sola base di una chiamata, praticamente tutti i principali media occidentali hanno riprodotto all'unisono la notizia dell'arresto.

Il giorno dopo, il
6 ottobre, il quotidiano spagnolo El País - per il quale la bloggher lavora come corrispondente illegale - pubblicava un testo scritto, dalla stessa donna, intitolato "Hanno cercato di spogliarmi. Ho resistito e l'ho pagato".

E' molto interessante riprodurre una specifica parte di questo lungo racconto di 'violenza e repressione'. La blogger ha scritto:

I primi sono state tre donne in divisa che mi circondarono e mi hanno portato via il telefonino. Fin lì c'era una situazione confusa, aggressiva, ma non aveva ancora connotazioni di violenza. Poi quelle stesse grosse  signore mi hanno introdotto in una stanza e hanno cercato di spogliarmi. Ma c'è una parte di te stesso che nessuno può strapparci. Non lo so, forse l'ultima foglia di fico cui ci aggrappiamo quando si vive in un sistema che sa tutto della nostre vite. In un brutto e contraddittorio verso sarebbe come "potrete avere la mia anima ... il mio corpo no". Così ho resistito e ho pagato le conseguenze.

Dopo questo paragrafo, il testo continua raccontando altri avvenimenti di questa 'notte di fermo', ma non si lasciano intendere quali furono le conseguenze che Yoani Sánchez ha pagato per resistere al tentativo di spogliarla. Il fatto è rimasto un mistero per ore.

Solo ore dopo, sul suo account Twitter, finalmente era possibile capire che cosa era ciò che gli era stato fatto pagare: un dente. Così scriveva:
 


"La mia piccola vanità femminile: non mi ricordino senza un dente, ricordami sopra l'uccellino azzurro di Twitter libero, completa"

Inoltre pubblica una foto del suo volto sorridente e senza un dente in un'ombra oscura, qualcosa di veramente insolito per qualcuno che vuole, presumibilmente, mostrare le tracce di una notte di violenza.

Ma la cosa più insolita non é stata tanto la  foto confusa e opaca quanto  la risonanza internazionale che l'evento ebbe. A questo proposito, i media internazionali, che proprio il giorno prima avevano riempito pagine intere con la notizia dell'arresto e che di solito riproducono minuziosamente e con grandi titoli tutti i racconti della blogger cubana, questa volta - molto stranamente - si sono limitati a riprodurre, in breve, un fatto così violento.

Sanchez assicura che gli agenti tentarono denudarla, ma ella si oppose. Nella lotta, ha sbattuto la testa sul pavimento, ciò che ha causato un po' di lividi e la perdita di un dente [El Pais]

Come ha subito colpi alla testa e ha perso un dente mentre resisteva alla denudamento [Voice of America]

Inoltre, molti giornali che da sempre danno un grande sostegno alla donna, come ABC o Infobae, nascondendo completamente quello che è successo.

Abituati a riprodurre racconti di estrema violenza e rapimenti che si sono sempre rivelati essere storie fantasiose e risultato dell'estremo ingegno della blogger, forse questa volta, i citati media, hanno preferito essere cauti ed evitare di dare aperto sostegno a una bugia di breve durata.

In realtà, forse per caso, pochi giorni dopo, la fotografia incriminante era sparita dall'account  Twitter di Yoani Sánchez e solo rimaneva un'icona a una pagina inesistente. Poi la foto é riapparsa e ha iniziato un lungo ciclo di apparizioni e scomparse della stessa.

Forse é stata una pura coincidenza. Forse è stata una svista da parte dei media internazionali non pubblicare la vaporosa fotografia. In ogni caso, i dubbi circa la veridicità dei fatti inevitabilmente sorge. Per esempio, citando Gloria Rekarte, di Diario Gara, è incredibile l'abilità della polizia cubana, che oltre ad essere castrista, è dentista e ha fatto un ottimo lavoro per strappare un dente dalla radice, senza lasciare un labbro spaccato, infiammato, ferito.

Poiché è solo un dubbio e non una prova definitiva di un altro show mediatico, nel rispetto della verità, si vuole contribuire al lavoro dei media internazionali e qui si pubblica l'unica immagine che mostra definitivamente la faccia della repressione castrista.

 

 

 

Yoani Sánchez: las huellas de la represión castrista

FUENTE: Vincenzo Basile (Capítulo Cubano)

El pasado 5 de octubre, la bloguera cubana Yoani Sánchez, tras una 'detención' de unas horas -hecha por las autoridades cubanas con el fin de impedir que la mujer y su esposo orquestasen un nuevo show mediático durante el proceso contra el español Ángel Carromero-,  denunciaba, como de costumbre, actos de represión y de extrema violencia en la gigantesca 'prisión ideológica cubana'.

Horas más tarde, sobre la sola base de una llamada, prácticamente todos los más importantes medios occidentales reproducían al unísono la noticia de la detención.

El día después, el 6 de octubre, el periódico español El País -por el cual la bloguera trabaja como corresponsal ilegal- publicaba un texto escrito por la misma mujer que titulaba "Intentaron desnudarme. Me resistí y lo pagué".  

Es muy interesante reproducir una específica parte de ese largo cuento de 'violencia y represión'. Escribía la bloguera:

Lo primero fueron tres mujeres uniformadas que me rodearon y me quitaron el móvil. Hasta allí era una situación confusa, agresiva, pero todavía no tenía visos de violencia. Después, esas mismas fornidas señoras me introdujeron en un cuarto e intentaron desnudarme. Pero hay una porción de uno mismo que nadie puede arrancarnos. No sé, quizás la última hoja de parra a la que nos aferramos cuando se vive bajo un sistema que lo sabe todo sobre nuestras vidas. En un mal y contradictorio verso quedaría como “podrás tener mi alma… mi cuerpo no”. Así que me resistí y pagué las consecuencias.

Tras ese párrafo, el texto continuaba contando otros acontecimientos de esa 'noche de detención' pero no se dejaban entender cuál fueran las consecuencias que Yoani Sánchez pagó por resistirse al intento de desnudarla. El hecho quedó un misterio durante horas.

Sólo horas después, en su cuenta twitter, finalmente era posible entender que era lo que le habían hecho pagar: un diente. Así escribía:

"Mi pequeña vanidad femenina: no me recuerden sin un diente, recuerdenme volando sobre el pajaro azul de Twitter libre, completa"

Además publicaba una foto de su cara sonriente y sin un diente en una sombra oscura, algo verdaderamente inusual para alguien que supuestamente quiere demostrar las huellas de una noche de violencia. 

Pero, lo más inusual no fue tanto esa fotografía borrosa y opaca mas la resonancia internacional que el particular acontecimiento tuvo. En ese sentido, los grandes medios internacionales, que apenas un día antes habían llenado páginas enteras con la noticia de la detención y que suelen reproducir minuciosamente y con grandes titulares todos los cuentos de la bloguera cubana, esta vez -de manera muy extraña- se limitaron a reproducir en pocas líneas un hecho tan violento.

Sánchez asegura que las agentes la intentaron desnudar, pero que se negó. En el forcejeo se golpeó la cabeza contra el suelo, lo que le provocó algunos hematomas y la pérdida de un diente [El País]

Cómo sufrió golpes en la cabeza y perdió un diente mientras se resistía a que la desnudaran [Voice of America]

También, muchos periódicos que siempre otorgan gran respaldo a la mujer, como por ejemplo ABC Infobae, ocultaban completamente lo ocurrido.

Acostumbrados a reproducir cuentos de extrema violencia y secuestros que siempre se han relevado ser historias fantasiosas y fruto del extremo ingenio de la bloguera, quizás esta vez los citados medios hayan preferido guardar bastante cautela y evitar dar abierto respaldo a una mentira de corta duración. 

De hecho, tal vez por casualidad,  pocos días después, la fotografía incriminatoria había desaparecido de la cuenta twitter de Yoani Sánchez y sólo quedaba un icono que enlanzaba a una página inexistente. Luego la fotografía reaparecía y empezó un largo círculo de apariciones y desapariciones de la misma. 

Quizás haya sido una pura casualidad. Quizás haya sido un descuido por parte de los medios internacionales no publicar la vaporosa fotografía. De todo modo, la duda sobre la veracidad de los hechos inevitablmente surge. Por ejemplo, citando a Gloria Rekartede Diario Gara, es incríble la habilidad de la policía cubana que, ademas de castrista, es dentista e hizo un fino trabajo al sacudirle un diente desde la raíz, sin dejar un labio partido, inflamado, herido.

Como se trata sólo de una duda y no de una prueba definitiva de un show mediático más, en el respeto de la verdad, se quiere contribuir al trabajo de los medios internacionales y se publica aquí la única y estable fotografía que enseña definitivamente el rostro de la represión castrista.