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Il traduttore si scusa per gli errori 

 


Auguri: la politica statunitense nei

confronti di Cuba nel 2012

 

 

 

7 gennaio 2012 - Jesus Arboleya Cervera Progreso semanal http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

 

Il 2011 si è concluso con la sconfitta del tentativo dell'estrema destra cubano americana di limitare i viaggi a Cuba. Questo é stato influenzato dalla reazione della stessa comunità alla proposta, il rifiuto abbastanza diffuso dell'opinione pubblica USA e la posizione del governo, più ferma di altre volte, annunciando che il presidente avrebbe posto il veto al disegno di legge di bilancio se avesse incluso un emendamento di questa natura.

Di fronte al pericolo che ciò impedisse l'approvazione di una legge di capitale importanza per il paese, la leadership repubblicana ha optato per eliminarla e, come premio di consolazione, é stata anche ritirata una proposta di segno opposto, destinata a facilitare il commercio con Cuba.


Sul versante democratico, anche se i rappresentanti hanno votato in maggioranza a favore dell'emendamento contro i viaggi a Cuba, i colleghi del Senato hanno fatto pressione per escluderla, per cui è facile concludere che si trattava di una controversia che ha tracimato l'appartenenza di partito, riflettendo la complessità del
la questione cubana per la politica degli Stati Uniti.

Vale quindi analizzare questo equilibrio di forze e le tendenze che intervengono in essa, e quindi avere un'idea di cosa può accadere durante l'anno appena iniziato.


E' dimostrato che il voto cubano-americano non è decisivo per vincere lo stato della Florida, neppure la Contea di Miami-Dade, e anche la coesione degli elettori intorno al programma dell'estrema destra sta diventando sempre più fragile. Neppure i contributi della lobby cubano-americani, per benvenuti che siano, determinano il futuro dei politici USA.

Pertanto, considerato storicamente, la forza della destra cubano-americana non è radicata nel suo potere reale, ma nel potenziare la politica in corso, in particolare durante le amministrazioni di Ronald Reagan e George W. Bush, nel suo rapporto con altri settori politici USA e, per un periodo, nell'assenza di controparti interessate a un cambiamento della politica verso Cuba.

Il governo di Barack Obama ha trasformato il primo dei presupposti, dal momento che, nonostante i suoi limiti ed inconsistenze, la sua politica verso Cuba si confronta con gli interessi fondamentali dell'estrema destra cubano-americana e la posiziona tra i suoi avversari più accaniti. In questo anche influiscono ragioni ideologiche e interessi politici nazionali che hanno tradizionalmente avvicinato questi gruppi ai settori più conservatori del Partito Repubblicano, in particolare quelli che sostengono una politica molto aggressiva verso l'America Latina.

A questi settori repubblicani l'estrema destra cubano americana fornisce il controllo della politica locale nel sud della Florida, collegamenti con l'oligarchia latino-americano e un intenso attivismo politico intorno alla questione cubana, che si esprime soprattutto nelle campagne elettorali e il funzionamento del Congresso.

Forse uno dei deficit più significativi della politica di Obama, non solo riferito al caso di Cuba, ma circa i propri interessi nazionali, è stato non affrontare con più determinazione questa  perversa macchina politica cubano-americano, che, paradossalmente, in larga misura si nutre dei contributi governativi ai piani contro Cuba, in modo che ogni dollaro che si dà loro é un cappio al proprio collo.

Uno dei motivi che potrebbero spiegare questa controsenso, è che anche dentro i Democratici  agiscono forze contro Cuba, che beneficiano dell'estrema destra cubano-americana per sostenere le proprie politiche, come il caso dell'importante lobby ebraica.

E' chiaro che quando parliamo di lobby ebraica non stiamo parlando di tutta la comunità ebraica, sebbene buona parte di essa agisca sotto l'influenza di questa potente macchina in grado di esercitare un'influenza trasversale in tutto il paese, abbracciando dai liberali sino ai neo-conservatori.

Per la lobby ebraica la principale priorità  non è Cuba, ma il conflitto del governo cubano con Israele ha determinato l'ostilità verso l'isola della politica sionista in tutto il mondo. Prova di ciò è che, insieme agli Stati Uniti, Israele è l'unico paese che vota sempre
contro le condanne al blocco approvate dalle Nazioni Unite.

Gli interessi dell'estrema destra cubano-americana si collega perfettamente con questa politica, che ha anche ramificazioni nello stato della Florida, dove l'elettorato ebraico è uno dei più importanti del paese. Politici come
Ileana Ros Lehtinen hanno fatto la loro carriera sulla base di questa alleanza e proprio la Fondazione Nazionale Cubano-Americana è stata creata con la consulenza diretta della lobby ebraica, che ha trovato in questi gruppi un modo economico per ampliare la gamma della sua azione politica sul caso cubano.

Questo quadro ci permette comprendere le forze che si oppongono ad un cambiamento della politica verso Cuba. Tuttavia, contrariamente a quello che succedeva sino a pochi anni fa, quando c'erano appena controparti alla destra cubana americana, oggi altre forze non trascurabili spingono in direzione opposta.

Da anni, la lobby a favore della modifica della politica e per ampliare le relazioni economiche con Cuba non si concentra solo nella sinistra o nel settore più liberal del Partito Democratico, ma in gruppi economici di forte appartenenza conservatrice repubblicana, come il settore agro alimentare,
particolarmente interessato a scambi commerciali con l'isola

Durante l'amministrazione di George W. Bush, l'influenza di questa tendenza è stata limitata dalla minaccia del veto presidenziale, danneggiando un'alleanza che poteva avere un impatto su altri interessi, come i sussidi all'agricoltura, principale priorità di questo settore nei suoi rapporti con il governo. Con la salita di Obama la minaccia di veto é scomparsa, potenziando l'attività di questo gruppo rispetto al caso Cuba, a cui si aggiungono altri interessi, in particolare nel settore petrolifero, date le aspettative che offrono le esplorazioni a Cuba.

Alcuni analisti affermano che Cuba non è una priorità della politica USA e ciò determina la sua inerzia. Ma la causa potrebbe essere il contrario, dato che in verità il problema cubano transita per molteplici coordinate della vita politica USA; il tema appare quando si trattano di molte questioni diverse; a lui si interessano i gruppi più importanti della politica nazionale e, dal blocco fino alla politica migratoria, esiste un trattamento eccezionale per il caso di Cuba, la cui efficacia è posta in
dubbio.

E' vero che la maggior parte dei gruppi di potere finora coinvolti in questo dibattito, qualunque sia il loro segno, preferirebbero i cambiamenti radicali a Cuba e che il paese si ubicasse di nuovo nell'orbita USA. Ma solo per l'estrema destra cubana favorire tale esito costituisce una condizione esistenziale. Qui sta sia la natura eccezionale del caso, come la possibilità che s'imponga, ad un certo momento, la tendenza che favorisca forme di coesistenza che modifichino la politica attuale.

Forse nel 2012, un'altra volta a causa delle elezioni, non sarà il momento giusto per questo e continuerà ad imporsi l'inerzia. Il risultato sarà che la politica statunitense verso Cuba continuerà ad essere sempre più vecchia e a non soddisfare i desideri di molti per il nuovo anno.