Definiscono fallita la politica

 

statunitense dei viaggi a Cuba

 
 

 

30 maggio 2012 - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi
 

 

 

I tentativi di limitare i viaggi dei cubani residenti negli Stati Uniti all’isola sono condannati al fallimento, perché attaccano i sentimenti umanitari del popolo, ha considerato Max Lesnik, direttore di Radio Miami.

 

In dichiarazioni allo spazio radiotelevisivo Mesa Redonda, il giornalista cubano radicato negli Stati Uniti ha osservato che le politiche restrittive ostacolano i desideri di ricongiungimento familiare, e ha definito deplorevole la posizione di ostilità degli Stati Uniti contro Cuba.

 

In realtà, ha affermato, queste misure pregiudicano il popolo cubano, ed ogni volta che l’estrema destra di Miami continua con un atteggiamento di questo tipo, ottiene ancora più gli odi degli abitanti dell’isola e dei cubani radicati qui.

 

Nel gennaio 2011 il Governo del presidente Barack Obama modificò parzialmente le leggi su viaggi a Cuba, ma mantenne intatte le normative fondamentali del bloqueo economico e commerciale imposto da più di mezzo secolo contro L’Avana.

 

Agli inizi di maggio del presente anno, lo stato della Florida ha ufficializzato una polemica legislazione diretta ad aumentare le misure del bloqueo finanziario ufficialmente stabilito dal 1962.

 

L’iniziativa cerca di frenare una corrente di leader politici ed imprenditoriali che promuovono la normalizzazione del commercio e dei viaggi a Cuba, e proibisce l’accesso ai fondi pubblici delle compagnie che vogliano commerciare con l’isola.

 

Per Lesnik, queste azioni, oltre a vincolarsi col bloqueo, fanno riferimento all’ostilità verso la causa dei Cinque cubani imprigionati negli Stati Uniti dal 1998 per monitorare le azioni contro Cuba di gruppi violenti radicati in questo paese.

 

Quello che li disturba, espresse, è l’appoggio che il popolo cubano e che tutto il mondo offre ai Cinque, come le questioni dei cubani di qui e di là verso una politica vigente da più di 50 anni.

 

 

Cubanoamericani chiamati a respingere

le azioni contrarie ai viaggi a Cuba
 

 

Un opinionista del sud della Florida ha chiamato i cubanoamericani a manifestare la loro opposizione al nuovo progetto di legge che vuole restringere i viaggi tra Stati Uniti e Cuba.

 

La Camera dei Rappresentanti valuterà, il 31 maggio, un emendamento che nega la possibilità di viaggiare ai cubani residenti che non hanno la cittadinanza statunitense, secondo quanto riportato dal sito digitale, Progreso Semanal.

 

Un progetto di legge del congressista David Rivera, la H.R. 2831, che modificherebbe la Legge Pubblica 89-732 (conosciuta come Legge di Accomodamento Cubano), sarà discusso giovedì prossimo durante una riunione del Sottocomitato sulle Politiche di Immigrazione ed Implementazione della Camera bassa.

 

La norma prevede che coloro che viaggiano a Cuba, perdano automaticamente la loro condizione di “rifugiati politici”, come stabilisce la chiamata Legge di Accomodamento, per coloro che emigrano da Cuba e giungono nel territorio statunitense.

 

Al perdere il loro “accomodamento”, questi cubani sarebbero considerati illegali se tornassero negli Stati Uniti, ha denunciato il giornalista Álvaro F. Fernández in un commento pubblicato sul suddetto sito web.

 

Una volta approvata, la H.R. 2831 si applicherebbe a quasi il 50% delle persone che viaggiano a Cuba senza avere la cittadinanza statunitense, cosa che impedirebbe il contatto fisico con i propri familiari e non possiamo permettere che questo succeda, ha assicurato il giornalista.

 

Lo scorso anno, Rivera presentò per la prima volta il suo emendamento e fu respinto.

 

Anche nel dicembre del 2011, il rappresentante repubblicano della Florida, Mario Díaz-Balart, integrante del gruppo dei legislatori anticubani, propose un progetto di legge per restringere nuovamente i viaggi degli statunitensi e dei cubanoamericani, così come l’invio di merci a Cuba.

 

L’iniziativa, inclusa nella legge finanziaria federale del 2012, esigeva di reintrodurre le restrizioni approvate durante l’amministrazione di George W. Bush, che prevedevano un solo viaggio ogni tre anni per i cubanoamericani per ragioni di “riunificazione familiare” ed un limite di 1.200 dollari l’anno per l’invio di merce.

 

In questo modo verrebbe annullato il presunto ammorbidimento delle sanzioni approvato dal presidente Barack Obama a gennaio del 2011, favorevole a propiziare i viaggi accademici, religiosi, culturali o sportivi, se rispecchiano ciò che la Stanza Ovale denomina “promozione del contatto persona a persona”.

 

Il consenso raggiunto tra vari legislatori e la minaccia di veto del mandatario fecero naufragare la misura.

 

Mesi fa ho messo in guardia sulla necessità di prepararci, perché i nostri affari, lavori ed interessi sono danneggiati a causa delle limitate relazioni con Cuba, ed è ora di creare un gruppo organizzato o un’associazione per far fronte contro questi temi che a volte ci prendono di sorpresa, ha commentato Fernández.

 

Ha inoltre raccomandato ai cittadini statunitensi e votanti, di telefonare all’ufficio del Sottocomitato per non lasciarli credere che sono solo le persone senza la cittadinanza statunitense ad opporsi a questo emendamento.