Il programma
di
"democrazia"
per Cuba
promosso dal
governo
degli Stati
Uniti è un'
"attività
operativa"
che richiede
"discrezione
continua"
nel quadro
di diversi
"piani di
transizione"
che
Washington
contempla
nei suoi
sforzi
contro il
regime del
presidente
Raul Castro,
secondo
documenti
ufficiali
degli Stati
Uniti
divulgati
oggi dal
National
Security
Archive.
Gli scritti
ufficiali
rilasciati
oggi
sono stati
presentati
in tribunale
come parte
di una
causa
intentata da
Alan
Gross,
un
contrattista
incarcerato
a Cuba nel
2009 per
aver tentato
di
trasferire
clandestinamente
apparecchiature
per le
comunicazioni
a Cuba.
Gross e sua
moglie Judy
hanno
intentato
una causa,
lo scorso
anno, contro
l'Agenzia
USA per lo
Sviluppo
Internazionale
(USAID)
e la
Development
Alternatives
Inc
(DAI)
-
quest'ultima
sua datrice
di lavoro
quando fu
arrestato
sull'isola e
una delle
principali
contrattiste
dell'USAID
-
accusandoli
di non aver
fornito la
preparazione,
l’addestramento
e la
supervisione
adeguate, di
fronte ai
pericoli
delle
attività per
la quali fu
inviato
nell’Isola.
I testi sono
stati
presentati
al
tribunale,
dalla DAI,
la settimana
scorsa. Uno,
con la
dicitura
"confidenziale"
(scaricare
documento),
rivela che
in una
riunione tra
la DAI e l'USAID,
nell'agosto
2008,
funzionari
del
Programma
per la
Democrazia a
Cuba e
Pianificazione
di Emergenze
riferiscono
all'impresa
contrattista
che l' "USAID
non sta
informando i
cubani come
o perché
hanno
bisogno di
una
transizione
democratica,
ma che
l'agenzia
desidera
fornire la
tecnologia e
gli
strumenti
per
comunicare
la chispa
che potrebbe
beneficiare
alla
popolazione",
e che il
programma
aveva lo
scopo di
"stabilire
una base da
cui i cubani
potrebbero
'sviluppare
visioni
alternative
del futuro'
".
Nello stesso
documento si
segnala che
"il governo
degli Stati
Uniti ha tra
i 5 e 7
diversi
piani di
transizione"
per Cuba, e
che il
programma
non prevede
la creazione
di un altro.
Aggiunge che
"non è un
progetto
analitico,
ma
un'attività
operativa".
Un altro
documento
specifica la
convocazione
della USAID
per proposte
di
dipendenti
per il
programma in
Cuba, datato
2008, e
sostiene che
“l’obiettivo
principale
del governo
degli Stati
Uniti è
accelerare
la
transizione
pacifica (in
Cuba) a una
società
democratica
e orientata
al mercato,
dando
assistenza
umanitaria
addizionale
e appoggio
alla Società
civile.
Sviluppare e
se lo
permettono
le
condizioni
legali e
altre
circostanze,
attivare
piani per
mettere in
moto una
piattaforma
programmatica
di risposta
rapida, che
attenda gli
interessi
della USAID
per tenere e
coordinare
una presenza
di
programmazione
nell’Isola”.
I documenti
resi
pubblici
oggi dal
National
Security
Archive,
organizzazione
indipendente
di ricerca
che si
occupa di
rendere
trasparenti
le attività
di politica
estera
dell'amministrazione,
include
anche
comunicazioni
dell'USAID
con la DAI
sul
programma e
le proposte
di Gross per
trasferire i
computer,
telefoni
cellulari e
sistemi di
comunicazioni
via
satellite
nell'isola.
Negli
scritti
figura la
testimonianza
di un
dirigente
della DAI ,
in
tribunale,
per quanto
riguarda la
causa civile
di Gross, in
cui si
afferma che
i funzionari
dell'USAID
"sottolinearono"
che il
programma su
Cuba aveva
"rischi", in
particolare
"nei termini
di costruire
la rete
richiesta
per i
promotori
della
democrazia e
diritti
umani a
Cuba". (I
documenti
possono
essere
visitati sul
sito del
National
Security Archive:
www.gwu.edu/
nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411
~ /).
Peter
Kornbluh,
analista del
National
Security
Archive
responsabile
del
programma su
Cuba, tra
altri, ha
detto che
durante un
incontro che
ebbe con
Gross, nel
novembre
2012 a Cuba,
lo
statunitense
ha insistito
che
"le mete non
erano le
stesse del
programma
per cui era
stato
inviato" e
ha esortato
l'amministrazione
Obama a
negoziare e
risolvere il
suo caso con
le autorità
cubane, tra
le altre
questioni
bilaterali.
Kornbluh ha
considerato
che la
decisione
del DAI di
presentare
questi
documenti
dinanzi al
tribunale ha
una tinta
ricattatoria
contro il
governo
degli Stati
Uniti. Nella
sua
richiesta al
tribunale di
archiviare
il caso, la
società
afferma che
"è
profondamente
preoccupata
in questo
caso durante
le more del
giudizio, in
questo caso
tutto il
contenzioso,
potrebbe
creare
rischi
significativi
agli
interessi
della
sicurezza
nazionale,
della
politica
estera e dei
diritti
umani del
governo
degli Stati
Uniti".
Ossia,
secondo Kornbluh, si
tratta di un
avvertimento
al governo
che se non
intensifica
i suoi
sforzi per
liberare
Gross il
caso legale
potrebbe
rivelare
ulteriori
dettagli dei
programmi di
intervento
degli Stati
Uniti
nell'isola.
Per
l'avvocato
José
Pertierra,
esperto di
questioni
giuridiche e
politiche
nelle
relazioni
Cuba-Stati
Uniti e
vicino alla
questione
legale dei
Cinque
(cubani
incarcerati
negli Stati
Uniti, che
erano
impegnati in
attività
antiterroristiche
per L'Avana
in Florida),
"questi
documenti
confermano
che tutta
tale
questione fa
parte di un
piano per
destabilizzare
Cuba
clandestinamente"
e, allo
stesso
tempo,
dimostrano
che "Gross è
colpevole di
ciò di cui è
accusato".
In
un'intervista
a La Jornada,
Pertierra ha
commentato
che questo è
solo
l'inizio di
una serie di
documenti
che
usciranno
alla luce
mostrando
che "non si
tratta
semplicemente
di
consegnare
strumenti
alla piccola
comunità
ebraica a
Cuba, ma di
stabilire
una rete
alternativa
di
dissidenti
azionata
intorno agli
interessi
degli Stati
Uniti".
L'avvocato
ha
sottolineato
che "ciò è
illegale a
Cuba e in
tutti i
paesi del
mondo -
nessun
governo
sovrano
accetta che
una potere
straniero
sia
coinvolto in
attività
interne, il
cui scopo è
quello di
promuovere
un
cambiamento
di regime".
Pertierra ha
concluso che
"magari, per
ragioni
umanitarie,
liberino
Gross. Come,
per motivi
umanitari,
gli Stati
Uniti
rilascino i
Cinque.
Chiaro che i
due casi non
sono uguali.
Così come si
sostiene
qui, ci sono
ragioni. Il
programma di Gross aveva
l'intenzione
di
destabilizzare
Cuba; i
Cinque non
avevano
l'obiettivo
di
destabilizzare
gli Stati
Uniti, ma
stavano
lavorando
per
prevenire
atti di
terrorismo
contro Cuba
lanciati da
e protetti
dagli Stati
Uniti".
Revelan en
EU más
planes para
desestabilizar
al gobierno
cubano
El programa
de
“democracia”
para Cuba
promovido
por el
gobierno
estadunidense
es una
“actividad
operacional”
que requiere
“discreción
continua” en
el marco de
varios
“planes de
transición”
que
Washington
contempla en
su esfuerzo
contra el
régimen del
presidente
Raúl Castro,
según
documentos
oficiales
estadunidenses
divulgados
hoy por el
National
Security
Archive.
Los escritos
oficiales
dados a
conocer hoy
fueron
presentados
ante un
tribunal
como parte
de un caso
legal
promovido
por Alan
Gross, el
contratista
encarcelado
en Cuba en
2009 por
intentar
trasladar de
manera
clandestina
equipos de
comunicaciones
a Cuba.
Gross y su
esposa Judy
interpusieron
una demanda
el año
pasado
contra la
Agencia de
Estados
Unidos para
el
Desarrollo
Internacional
(Usaid) y el
Development
Alternatives
Inc (DAI),
este último
su empleador
cuando fue
arrestado en
la isla y
uno de los
principales
contratistas
de la Usaid,
acusándolos
de que
fallaron en
prepararlo,
capacitarlo
y
supervisarlo
de manera
adecuada
ante los
peligros de
las
actividades
a que fue
enviado a la
isla.
Los textos
fueron
presentados
ante el
tribunal por
el DAI la
semana
pasada. Uno,
marcado como
“confidencial”,
revela que
en una
reunión
entre el DAI
y la Usaid,
en agosto de
2008,
funcionarios
del Programa
para la
Democracia
en Cuba y
Planeación
de
Contingencias
relatan a la
empresa
contratista
que la
“Usaid no
está
informando a
los cubanos
cómo o por
qué
necesitan
una
transición
democrática,
sino que la
agencia
desea
otorgar la
tecnología y
los medios
para
comunicar la
chispa que
podría
beneficiar a
la población”,
y que el
programa
tenía la
intención de
“establecer
una base
desde donde
los cubanos
podrían
‘desarrollar
visiones
alternativas
del
futuro’”.
En el mismo
documento se
señala que
“el gobierno
de Estados
Unidos tiene
entre cinco
y siete
diferentes
planes de
transición”
para Cuba, y
que el
programa no
contempla
redactar
otro. Agrega
que ello “no
es un
proyecto
analítico,
sino una
actividad
operacional”.
Según otro
documento,
la
convocatoria
de la Usaid
para
propuestas
de
contratistas
para el
programa en
Cuba,
fechado en
2008,
sostiene que
el “objetivo
principal
del gobierno
de Estados
Unidos es
acelerar la
transición
pacífica (en
Cuba) a una
sociedad
democrática
y orientada
al mercado,
al otorgar
asistencia
humanitaria
adicional y
apoyo a la
sociedad
civil.
Desarrollar
y, si así lo
permiten las
condiciones
legales y
otras
circunstancias,
activar
planes para
lanzar una
plataforma
programática
de respuesta
rápida que
atienda los
intereses de
la Usaid
para tener y
coordinar
una
presencia de
programación
en la isla”.
Los
documentos
divulgados
hoy por el
National
Security
Archive,
organización
independiente
de
investigación
dedicada a
transparentar
las
actividades
de política
exterior del
gobierno,
también
incluyen
comunicaciones
de la Usaid
con el DAI
sobre el
programa y
las
propuestas
de Gross
para
trasladar
computadoras,
teléfonos
celulares y
sistemas de
comunicación
satelital a
la isla.
En los
escritos
figura el
testimonio
de un
ejecutivo
del DAI ante
el tribunal
en torno a
la demanda
civil de los
Gross, en el
cual afirma
que
funcionarios
de la Usaid
“enfatizaron”
que el
programa
sobre Cuba
tenía “riesgos”,
particularmente
“en términos
de construir
la red
requerida de
promotores
de
democracia y
derechos
humanos en
Cuba”. (Los
documentos
se pueden
revisar en
el sitio del
National
Security
Archive:
www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411/).
Peter
Kornbluh,
analista del
National
Security
Archive
encargado
del programa
sobre Cuba,
entre otros,
comentó que
durante una
reunión que
sostuvo con
Gross en
noviembre de
2012, en
Cuba, el
estadunidense
le insistió
en que “mis
metas no son
las mismas
que las del
programa que
me envió”, e
instó al
gobierno de
Barack Obama
a negociar y
resolver su
caso con las
autoridades
cubanas,
entre otros
asuntos
bilaterales.
Kornbluh
consideró
que la
decisión del
DAI de
presentar
esos
documentos
ante el
tribunal
tiene un
tinte
chantajista
contra el
gobierno
estadunidense.
En su
solicitud
ante el
tribunal
para que
descarte el
caso, la
empresa
afirma que
“está
profundamente
preocupada
porque el
desarrollo
del
historial,
en este caso
a lo largo
del litigio,
pudiera
crear
riesgos
significativos
a los
intereses de
seguridad
nacional,
políticas
exterior y
de derechos
humanos del
gobierno de
Estados
Unidos”. O
sea, según
Kornbluh, se
trata de un
aviso al
gobierno de
que si no
intensifica
sus
esfuerzos
para liberar
a Gross el
caso legal
podría
revelar aún
más detalles
de los
programas de
intervención
estadunidense
en la isla.
Para el
abogado José
Pertierra,
experto en
asuntos
jurídicos y
políticos en
la relación
Cuba-Estados
Unidos y
cercano al
asunto legal
de Los cinco
(cubanos
encarcelados
en Estados
Unidos que
realizaban
actividades
antiterroristas
para La
Habana en
Florida),
“estos
documentos
confirman
que todo ese
asunto es
parte de un
plan para
desestabilizar
Cuba
clandestinamente”
y, a la vez,
comprueban
que “Gross
es culpable
de lo que
está acusado”.
En
entrevista
con La
Jornada,
Pertierra
comentó que
ello es sólo
el inicio de
una serie de
documentos
que van a
salir a la
luz pública
demostrando
que “esto no
se trata
simplemente
de otorgar
equipo a la
pequeñísima
comunidad
judía en
Cuba, sino
de
establecer
una red
alternativa
de
disidentes
operada en
torno a los
intereses de
Estados
Unidos”. El
abogado
subrayó que
“eso es
ilegal en
Cuba y en
todos los
países del
mundo –ningún
gobierno
soberano
acepta que
un poder
extranjero
se involucre
en
actividades
internas,
cuyo
propósito es
promover un
cambio de
régimen”.
Pertierra
concluyó que
“ojalá, por
razones
humanitarias,
liberen a
Gross. Igual,
por razones
humanitarias,
Estados
Unidos
libere a Los
cinco. Claro
que los dos
casos no son
iguales. Tal
como se
argumenta
aquí, tienen
razón. El
programa de
Gross tenía
la intención
de
desestabilizar
Cuba; Los
cinco no
tenían el
objetivo de
desestabilizar
Estados
Unidos, sino
estaban
trabajando
para evitar
actos de
terrorismo
contra Cuba
lanzados
desde y
protegidos
por Estados
Unidos”.
(Tomado de
La Jornada)
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