Lo scorso 30.05.2013 il quotidiano El Nuevo Herald ha pubblicato un articolo intitolato "Rappresaglie contro i dissidenti cubani che ritorno nell'isola", dando così inizio alla campagna falsa ed attesa sui viaggi di questi dipendenti di Washington.

In particolare si dice che "il laureato dell'Università cubana di Informatica e residente nella provincia di Las Tunas, Eliecer Avila, fu oggetto di un minuzioso controllo della durata di quattro ore da parte dei funzionari dell'immigrazione e della polizia politica e, infine, gli sequestrato più di una dozzina di riviste e libri che portava con sé".

Sanno i giornalisti di questo quotidiano dei disagi subiti dai cubani e nordamericani che ritornano a Miami nell'aeroporto di quella città proveniente da Cuba?

Gli ispettori della Dogana di Miami o di una qualsiasi delle città degli Stati Uniti che trattano voli provenienti dall'isola, esaminano attentamente i passeggeri che "scelgono" secondo i loro desideri, confiscando qualsiasi articolo che loro reputino violi l' ingiusto e criminale blocco, potendosi fermare quattro o cinque ore nell'installazione.

Un passeggero non può importare un semplice sigaro fatto a Cuba, o una maglietta con l'immagine di Ernesto Guevara, o un libro di Fidel Castro, un poster con una foto che non gli aggrada, tutto ciò che può dimostrare che sull'isola non c'é la situazione repressiva che loro disegnano quotidianamente sulla stampa.

Non conosceranno questi giornalisti che i cubani che arrivano a New York per partecipare alle riunioni delle Nazioni Unite sono condotti in una stanza dove rimangono ore e gli si ritira il passaporto benché questo sia diplomatico e detiene una posizione elevata nel Ministero degli Affari Esteri o nel governo? Meglio sarebbe per la stampa di Miami precisare come agiscono le autorità statunitensi prima di diffamare le cubane cercando di satanizzarle, e soprattutto con la pretesa di far passare per santi coloro che hanno venduto, da tempo, l'anima al diavolo.

Prima di lanciare campagne contro Cuba, paese aggredito da 50 anni dall'impero più potente del mondo, devono chiedersi chi pagò i viaggi di questi salariati e perché l'istruirono perché tentino invano di distruggere la Rivoluzione, incluse le lezioni offerte dal polacco Lech Walesa, a Eliecer, di come la CIA lo ha aiutato nelle sue azioni.

Presumibilmente, se uno degli Occupanti di Wall Street tornasse a Miami da L'Avana, per aver terminato un addestramento come hanno appena ricevuto Yoani Sánchez, Berta Soler, Orlando Pardo, Antonio González-Rodiles, o lo stesso Eliezer Avila, sarebbe subito imprigionato e accusato di cospirare contro il sistema.

Pertanto, campagne tendenziose a parte. A Cuba è ben noto come agiscono gli yankee, senza vedere quello che fanno, ogni giorno, nell'illegale carcere nella Base Navale di Guantanamo o in Iraq, Libia o Afghanistan.

Lezioni di democrazia agli altri.