Una storia mal raccontata

 

 

5.06.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

Come se avessero scoperto l'acqua calda, alcuni libelli si fanno eco di uno studio condotto da un professore della Princeton University che, in base a questi media digitali, é giunto alla conclusione che "L'emigrante cubano degli ultimi decenni, é sempre più come gli altri latinoamericani".

Quello che per questi gazzettini è qualcosa di nuovo, in realtà è qualcosa di molto vecchio, poiché la prima ondata di emigrati cubani, dello stesso gennaio 1959, era composta da fuggitivi della giustizia cubana, (assassini, torturatori e ladri di fondi pubblici della Repubblica), così come i membri della stantia borghesia; ma dopo tale fase i cubani emigrarono in cerca di migliori condizioni di vita in un paese del primo mond, come fanno i latinoamericani, asiatici e africani.

Non so per quali ragioni quando affrontarono il ​​profilo del'immigrato cubano degli anni sessanta e settanta non hanno chiarito che questi erano ben istruiti grazie al patrimonio di famiglia che accumularono, poiché l'educazione cubana era prevalentemente privata e i figli degli operai e dei contadini non potevano aspirare a pagare i suoi alti costi  e le scuole pubbliche erano in totale abbandono dalle autorità dell'epoca pre -rivoluzionaria.

Un altro aspetto omesso nello studio è che molti dei rifugiati negli Stati Uniti, prima di arrivarci contavano su succosi conti bancari e persino proprietà in quel paese, e gli assassini e i torturatori entrarono con bagagli pieni di dollari, gioielli e altri oggetti di valore rubati dai fondi pubblici, che servirono per i loro successivi investimenti nell'economia statunitense. Pertanto, il successo di quella prima emigrazione non fu soltanto per la sua formazione professionale, ma che era sostenuta dai milioni di dollari su cui contava.

Dagli anni 70, coloro che riuscirono ad ottenere un visto per riunirsi ai loro figli, inviati  in questo paese ingannati dalla fittizia Legge della perdita della Patria potestà, messa in moto dalla CIA negli anni '60 come parte della tenebrosa e crudele
Operazione Peter Pan, con il sostegno incondizionato della chiesa cattolica, non avevano capitale finanziario.

Neppure lo avevano quelli che sotto la Legge di Aggiustamento Cubano raggiunsero le coste USA, stimolati dalle stazioni create contro la Rivoluzione, che cercavano, e ancora lo fanno, di formare una corrente di opinione secondo cui fuggono dal comunismo quando, in realtà, non avevano altra scelta di viaggio dato il rifiuto di un visto che ne garantisse uno ordinato e sicuro.

Non è un segreto che la Guerra Economica dichiarata dagli USA da che JF.Kennedy approverà il suo noto Piano Mangusta, cerca "
la stanchezza, la delusione per insoddisfazione economica e penuria", come espresse nell'aprile 1960, l'allora vice Segretario di Stato per gli Affari Iberoamericani degli Stati Uniti Lester D. Mallory. Quindi, i cubani immersi in grosse necessità materiali cercano un miglioramento economico nel paese più potente del mondo e non per motivi politici.

Ma ciò che non dicono gli studiosi del settore, è che questi stessi cubani vanno con un capitale incorporato che li staglia sopra il resto degli immigrati del terzo mondo, ed é il loro alto livello accademico e di salute.

Ali Stati Uniti non arriva neppure un solo cubano analfabeta, con meno del 9° grado e meno che meno ammalato. Tutti vanno con 12 vaccini contro le principali malattie trasmissibili e una elevata percentuale con titoli tecnici o universitari, che permettono loro di farsi strada rapidamente nel mercato del lavoro, anche sopra i nordamericani.

Inoltre, con la preparazione nella resistenza che hanno acquisito di fronte alle limitazioni imposte dal blocco commerciale e finanziario, i cubani sono meno spreconi e dispongono di qualcosa che forse non hanno gli altri immigrati, lo spirito di lotta e gli alti valori morali inculcati dal sistema socialista, come la solidarietà, l'umiltà, l'onestà e il non lasciarsi umiliare né sopraffare da parte di chiunque.

La vecchia emigrazione formata da fuggitivi e borghesi si subordinò immediatamente ai piani della CIA, composero la brigata mercenaria 2506 e parteciparono a tutte le azioni contro Cuba, da qui il loro odio viscerale per il regime di Castro per non essere stati in grado di rovesciarlo, come erano i loro sogni iniziali, opponendosi ad un miglioramento delle relazioni tra i due paesi.

Con il pieno sostegno dell'Agenzia, furono convertiti nei leader politici della comunità e persino spinti a formare una lobby anti-cubana nel Congresso che impedisse qualsiasi misura a favore dell'isola, esempi di cui c'è abbondanza.

I recenti immigrati sono persone nate con la Rivoluzione e segnate dal Blocco yankee pertanto aiutano i loro famigliari come tutte le altre comunità, cosa malvista dai vecchi politici della dittatura di Fulgencio Batista, dovuto al fatto che gli termina il gioco di continuare a politicizzare il fenomeno migratorio e dare per terminata una epoca piagata di azioni che gli hanno permesso di salire alte posizioni nel governo degli Stati Uniti.

 

Una historia mal contada.

Arthur Gónzalez.

Como si hubiesen descubierto el agua tibia, algunos libelos se hacen eco de un estudio realizado por un profesor de la Universidad de Princeton, en el que según esos medios de prensa digital, llegó a la conclusión de que “El inmigrante cubano de las últimas décadas, es cada vez más parecido a los demás latinoamericanos”.
Lo que para estos gacetilleros es algo novedoso, en realidad es algo bien añejo, pues la primera oleada de emigrados cubanos del mismo enero de 1959, estuvo conformada por fugitivos de la justicia cubana, (asesinos, torturadores y ladrones de las arcas públicas de la república), así como los miembros de la rancia burguesía; pero después de esa etapa los cubanos salieron en busca de mejores condiciones de vida a un país del primer mundo, como hacen los latinoamericanos, asiáticos y africanos.
No sé por cuales razones cuando abordaron el perfil del inmigrante cubano de los años sesenta y setenta, no aclararon que esos tenían una buena educación gracias a la fortuna familiar que amasaron, pues la educación cubana era mayoritariamente privada y los hijos de obreros y campesinos no podían aspirar a pagar su alto costo y las escuelas públicas estaban en total abandono por las autoridades de la época pre-revolucionaria.
Otro aspecto omitido en el estudio es que muchos de los refugiados en Estados Unidos, antes de llegar contaban con jugosas cuentas bancarias y hasta propiedades en ese país, y los asesinos y torturadores entraron con equipajes repletos de dólares, joyas y otros valores robados de los fondos públicos, que sirvieron para sus inversiones posteriores en la economía norteamericana. Por tanto, el éxito de esa primera emigración no fue solo por su preparación profesional, sino que estuvo sustentada en los millones de dólares con los que contaban.
A partir de los años 70, los que lograron obtener una visa para reunirse con sus hijos, enviados hacia ese país engañados ante la ficticia Ley de la pérdida de la Patria potestad, echada a rodar por la CIA en los años 60 como parte de la tenebrosa y cruel Operación Peter Pan, con el apoyo incondicional de la iglesia católica, no contaban con capital financiero.
Tampoco lo tenían los que bajo la Ley de Ajuste Cubano alcanzaron las costas norteamericanas, estimulados por las emisoras creadas contra la Revolución, que buscaba y aun lo hacen, conformar la matriz de opinión de que huían del comunismo, cuando en realidad es que no tenían otra opción de viaje, ante la negativa de un visado que garantizara uno ordenado y seguro.
No es un secreto que la Guerra Económica declarada por EE.UU. desde que JF.Kennedy aprobara su conocido Plan Magosta, busca “el desencanto y el desaliento basado en la insatisfacción y las dificultades económicas”, como expresó en abril de 1960, el entonces Subsecretario de Estado para Asuntos Iberoamericanos de los EE.UU. Lester D. Mallory. Por tanto, los cubanos sumidos en amplias necesidades materiales buscan una mejoría económica en el país más poderoso del mundo y no por causas políticas.
Pero lo que no dicen los estudiosos en la materia, es que estos mismos cubanos van con un capital incorporado que los destaca por encima del resto de los inmigrantes tercermundistas, y es su alto nivel académico y de salud.
A Estados Unidos no arriba ni un solo cubano analfabeto, con menos de 9no grado y mucho menos enfermo. Todos van con 12 vacunas contra las principales enfermedades transmisibles y un alto por ciento alto con carreras técnicas o universitarias, lo que les permite abrirse paso rápidamente en el mercado laboral, incluso por encima de los norteamericanos.
Además, con la preparación en resistencia que han adquirido ante las limitaciones que impone el bloqueo comercial y financiero, los cubanos son menos derrochadores y disponen de algo que quizás no tengan otros inmigrantes, el espíritu de lucha y los altos valores morales inculcados por el sistema socialista, como son la solidaridad, la humildad, honradez y el no dejarse humillar ni avasallar por nadie.
La vieja emigración conformada por fugitivos y burgueses, se subordinó de inmediato a los planes de la CIA, integraron la brigada mercenaria 2506 y participaron en todas las acciones contra Cuba, de ahí su odio viseral al régimen de Castro por no haberlo podido derrocar, como fueron sus sueños iniciales, oponiéndose a un mejoramiento de relaciones entre ambos países.
Con la ayuda total de la Agencia, fueron convertidos en los líderes políticos de la comunidad e incluso impulsados a conformar un lobby anti-cubano en el Congreso que impidiera cualquier medida a favor de la Isla, ejemplos de esto hay de sobra.
Los emigrados recientes son personas nacidas con la Revolución y marcadas por el Bloqueo yanqui, por tanto ayudan a sus familiares como cualquier otra comunidad, algo mal visto por los viejos políticos de la dictadura de Fulgencio Batista, debido a que se les acaba el juego de seguir politizando el fenómeno migratorio y dar por terminada una época plagada de acciones que les permitió escalar altas posiciones en el gobierno norteamericano.