Come se avessero scoperto l'acqua calda,
alcuni libelli si fanno eco di uno studio condotto da un professore
della Princeton University che, in base a questi media digitali, é
giunto alla conclusione che "L'emigrante cubano degli ultimi decenni, é
sempre più come gli altri latinoamericani".
Quello che per questi gazzettini è qualcosa di nuovo, in realtà è
qualcosa di molto vecchio, poiché la prima ondata di emigrati cubani,
dello stesso gennaio 1959, era composta da fuggitivi della giustizia
cubana, (assassini, torturatori e ladri di fondi pubblici della
Repubblica), così come i membri della stantia borghesia; ma dopo tale
fase i cubani emigrarono in cerca di migliori condizioni di vita in un
paese del primo mond, come fanno i latinoamericani, asiatici e africani.
Non so per quali ragioni quando affrontarono il profilo del'immigrato
cubano degli anni sessanta e settanta non hanno chiarito che questi
erano ben istruiti grazie al patrimonio di famiglia che accumularono,
poiché l'educazione cubana era prevalentemente privata e i figli degli
operai e dei contadini non potevano aspirare a pagare i suoi alti costi
e le scuole pubbliche erano in totale abbandono dalle autorità
dell'epoca pre -rivoluzionaria.
Un altro aspetto omesso nello studio è che molti dei rifugiati negli
Stati Uniti, prima di arrivarci contavano su succosi conti bancari e
persino proprietà in quel paese, e gli assassini e i torturatori
entrarono con bagagli pieni di dollari, gioielli e altri oggetti di
valore rubati dai fondi pubblici, che servirono per i loro successivi
investimenti nell'economia statunitense. Pertanto, il successo di quella
prima emigrazione non fu soltanto per la sua formazione professionale,
ma che era sostenuta dai milioni di dollari su cui contava.
Dagli
anni 70, coloro che riuscirono ad ottenere un visto per riunirsi ai loro
figli, inviati in questo paese ingannati dalla fittizia Legge
della perdita della Patria potestà, messa in moto dalla CIA negli anni
'60 come parte della tenebrosa e crudele
Operazione Peter Pan, con il
sostegno incondizionato della chiesa cattolica, non avevano capitale
finanziario.
Neppure
lo avevano quelli che sotto la
Legge di
Aggiustamento Cubano
raggiunsero le coste USA, stimolati dalle stazioni create contro la
Rivoluzione, che cercavano, e ancora lo fanno, di formare una corrente
di opinione secondo cui fuggono dal comunismo quando, in realtà, non
avevano altra scelta di viaggio dato il rifiuto di un visto che ne
garantisse uno ordinato e sicuro.
Non è un segreto che la Guerra Economica dichiarata dagli USA da che
JF.Kennedy approverà il suo noto Piano Mangusta, cerca "la
stanchezza, la delusione per insoddisfazione economica e penuria",
come espresse nell'aprile 1960, l'allora vice Segretario di Stato per
gli Affari Iberoamericani degli Stati Uniti
Lester
D. Mallory. Quindi, i cubani
immersi in grosse necessità materiali cercano un miglioramento economico
nel paese più potente del mondo e non per motivi politici.
Ma ciò che non dicono gli studiosi del settore, è che questi stessi
cubani vanno con un capitale incorporato che li staglia sopra il resto
degli immigrati del terzo mondo, ed é il loro alto livello accademico e
di salute.
Ali Stati Uniti non arriva neppure un solo cubano analfabeta, con meno
del 9° grado e meno che meno ammalato. Tutti vanno con 12 vaccini contro
le principali malattie trasmissibili e una elevata percentuale con
titoli tecnici o universitari, che permettono loro di farsi strada
rapidamente nel mercato del lavoro, anche sopra i nordamericani.
Inoltre, con la preparazione nella resistenza che hanno acquisito di
fronte alle limitazioni imposte dal blocco commerciale e finanziario, i
cubani sono meno spreconi e dispongono di qualcosa che forse non hanno
gli altri immigrati, lo spirito di lotta e gli alti valori morali
inculcati dal sistema socialista, come la solidarietà, l'umiltà,
l'onestà e il non lasciarsi umiliare né sopraffare da parte di chiunque.
La vecchia emigrazione formata da fuggitivi e borghesi si subordinò
immediatamente ai piani della CIA, composero la brigata mercenaria 2506
e parteciparono a tutte le azioni contro Cuba, da qui il loro odio
viscerale per il regime di Castro per non essere stati in grado di
rovesciarlo, come erano i loro sogni iniziali, opponendosi ad un
miglioramento delle relazioni tra i due paesi.
Con il pieno sostegno dell'Agenzia, furono convertiti nei leader
politici della comunità e persino spinti a formare una lobby anti-cubana
nel Congresso che impedisse qualsiasi misura a favore dell'isola, esempi
di cui c'è abbondanza.
I recenti immigrati sono persone nate con la Rivoluzione e segnate dal
Blocco yankee pertanto aiutano i loro famigliari come tutte le altre
comunità, cosa malvista dai vecchi politici della dittatura di Fulgencio
Batista, dovuto al fatto che gli termina il gioco di continuare a
politicizzare il fenomeno migratorio e dare per terminata una epoca
piagata di azioni che gli hanno permesso di salire alte posizioni nel
governo degli Stati Uniti.
Una historia mal contada.
Arthur Gónzalez.
Como si hubiesen descubierto el agua tibia, algunos libelos se hacen eco
de un estudio realizado por un profesor de la Universidad de Princeton,
en el que según esos medios de prensa digital, llegó a la conclusión de
que “El inmigrante cubano de las últimas décadas, es cada vez más
parecido a los demás latinoamericanos”.
Lo que para estos gacetilleros es algo novedoso, en realidad es algo
bien añejo, pues la primera oleada de emigrados cubanos del mismo enero
de 1959, estuvo conformada por fugitivos de la justicia cubana, (asesinos,
torturadores y ladrones de las arcas públicas de la república), así como
los miembros de la rancia burguesía; pero después de esa etapa los
cubanos salieron en busca de mejores condiciones de vida a un país del
primer mundo, como hacen los latinoamericanos, asiáticos y africanos.
No sé por cuales razones cuando abordaron el perfil del inmigrante
cubano de los años sesenta y setenta, no aclararon que esos tenían una
buena educación gracias a la fortuna familiar que amasaron, pues la
educación cubana era mayoritariamente privada y los hijos de obreros y
campesinos no podían aspirar a pagar su alto costo y las escuelas
públicas estaban en total abandono por las autoridades de la época
pre-revolucionaria.
Otro aspecto omitido en el estudio es que muchos de los refugiados en
Estados Unidos, antes de llegar contaban con jugosas cuentas bancarias y
hasta propiedades en ese país, y los asesinos y torturadores entraron
con equipajes repletos de dólares, joyas y otros valores robados de los
fondos públicos, que sirvieron para sus inversiones posteriores en la
economía norteamericana. Por tanto, el éxito de esa primera emigración
no fue solo por su preparación profesional, sino que estuvo sustentada
en los millones de dólares con los que contaban.
A partir de los años 70, los que lograron obtener una visa para reunirse
con sus hijos, enviados hacia ese país engañados ante la ficticia Ley de
la pérdida de la Patria potestad, echada a rodar por la CIA en los años
60 como parte de la tenebrosa y cruel Operación Peter Pan, con el apoyo
incondicional de la iglesia católica, no contaban con capital financiero.
Tampoco lo tenían los que bajo la Ley de Ajuste Cubano alcanzaron las
costas norteamericanas, estimulados por las emisoras creadas contra la
Revolución, que buscaba y aun lo hacen, conformar la matriz de opinión
de que huían del comunismo, cuando en realidad es que no tenían otra
opción de viaje, ante la negativa de un visado que garantizara uno
ordenado y seguro.
No es un secreto que la Guerra Económica declarada por EE.UU. desde que
JF.Kennedy aprobara su conocido Plan Magosta, busca “el desencanto y el
desaliento basado en la insatisfacción y las dificultades económicas”,
como expresó en abril de 1960, el entonces Subsecretario de Estado para
Asuntos Iberoamericanos de los EE.UU. Lester D. Mallory. Por tanto, los
cubanos sumidos en amplias necesidades materiales buscan una mejoría
económica en el país más poderoso del mundo y no por causas políticas.
Pero lo que no dicen los estudiosos en la materia, es que estos mismos
cubanos van con un capital incorporado que los destaca por encima del
resto de los inmigrantes tercermundistas, y es su alto nivel académico y
de salud.
A Estados Unidos no arriba ni un solo cubano analfabeto, con menos de
9no grado y mucho menos enfermo. Todos van con 12 vacunas contra las
principales enfermedades transmisibles y un alto por ciento alto con
carreras técnicas o universitarias, lo que les permite abrirse paso
rápidamente en el mercado laboral, incluso por encima de los
norteamericanos.
Además, con la preparación en resistencia que han adquirido ante las
limitaciones que impone el bloqueo comercial y financiero, los cubanos
son menos derrochadores y disponen de algo que quizás no tengan otros
inmigrantes, el espíritu de lucha y los altos valores morales inculcados
por el sistema socialista, como son la solidaridad, la humildad,
honradez y el no dejarse humillar ni avasallar por nadie.
La vieja emigración conformada por fugitivos y burgueses, se subordinó
de inmediato a los planes de la CIA, integraron la brigada mercenaria
2506 y participaron en todas las acciones contra Cuba, de ahí su odio
viseral al régimen de Castro por no haberlo podido derrocar, como fueron
sus sueños iniciales, oponiéndose a un mejoramiento de relaciones entre
ambos países.
Con la ayuda total de la Agencia, fueron convertidos en los líderes
políticos de la comunidad e incluso impulsados a conformar un lobby
anti-cubano en el Congreso que impidiera cualquier medida a favor de la
Isla, ejemplos de esto hay de sobra.
Los emigrados recientes son personas nacidas con la Revolución y
marcadas por el Bloqueo yanqui, por tanto ayudan a sus familiares como
cualquier otra comunidad, algo mal visto por los viejos políticos de la
dictadura de Fulgencio Batista, debido a que se les acaba el juego de
seguir politizando el fenómeno migratorio y dar por terminada una época
plagada de acciones que les permitió escalar altas posiciones en el
gobierno norteamericano.
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