Una storia che si ripete

 

 

11.09.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

Non è nuovo o casuale che i capi della Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana una volta che concludono la loro missione, emettano dichiarazioni a favore di un cambiamento della politica nei confronti di Cuba.
 

Uno dei punti importanti è Wayne Smith, che da personaggio che sosteneva la controrivoluzione interna - ed anche responsabile che un gruppo di questi tirasse pietre ai vetri della porta principale dell'edificio che occupa la Sezione e penetrasse in essa, traendo, come conseguenza, una grave crisi migratoria - sia passato oggi ad essere uno dei più forti difensori di un cambiamento di questa politica ostile.
 

Mentre questi diplomatici sono sotto pressione da parte del Dipartimento di Stato e delle Agenzie Federali di Intelligence, che devono appoggiare nelle loro attività illegali sull'isola, mantengono una posizione. Ma, quasi senza eccezione, quando lasciano Cuba esprimono giudizi diversi, al conoscere in prima persona la caparbietà e la crudeltà della politica del loro governo contro il popolo cubano.
 

Ora è la volta di Michael Parmly, capo della Sezione tra il 2005 e il 2008; amico intimo e difensore dei salariati di Washington, in particolare della vecchia controrivoluzionaria Martha Beatriz Roque Cabello, che amava tenere per mano nel passeggiare per le aree verdi della sua signorile residenza nell'antico quartiere Country Club avanero.
 

Parmly venne sorpreso, all'Avana, dalla malattia del Presidente Fidel Castro e il suo trasferimento di poteri al Generale dell'Esercito Raúl Castro e cercò ansiosamente un qualche indizio di sollevazione popolare, e non trovandolo incitò i salariati dal suo governo a fare "qualcosa" per le strade, ricevendo come risposta dalla stessa Martha Beatriz che Fidel era malato, ma il popolo rivoluzionario no, e che era meglio rimanere a casa in attesa dello sviluppo degli eventi.
 

Parmly soffrì personalmente l'insofferenza della mafia anticubana di Miami e fu accusato da Ileana Ros-Lehtinen e Lincoln Díaz-Balart di non essersi coinvolto, ancora più, con la controrivoluzione, per cui ha ricevuto come punizione un voto contrario per occupare incarichi superiori dopo la sua partenza da Cuba,  ed é stato inviato in Africa.
 

Ora, dopo diversi anni e già in pensione dal Dipartimento di Stato, ha segnalato in un rapporto di 26 pagine che sarà presentato prossimamente al Forum Fletcher degli Affari Mondiali, pubblicato dalla Scuola Fletcher, in Massachusetts, che il presidente Barack Obama dovrebbe restituire a Cuba la base navale di Guantanamo, considerandola un' "anomalia storica e Cuba è la proprietaria finale".


Quasi sempre avviene lo stesso, una volta pensionati perdono il timore e, forse, in un atto di pentimento, molti esprimono i loro veri criteri contro la criminale
Guerra Economica, l'organizzazione e il sostegno ad atti terroristici organizzati da Miami e parlano persino della
necessità di normalizzazione delle relazioni tra i due stati.
 

Solo rileggendo alcuni cablo pubblicati su Wikileaks si può valutare come agiscono e pensano quando eseguono la politica contro Cuba.


Ci vuole un grande coraggio ed etica professionale, da responsabile  della Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana, passare serie raccomandazioni per il miglioramento dei rapporti e non dopo, terminata la missione,  quando già non sono più ascoltati.


Quindi una cosa é con la chitarra e un'altra con il violino.

 

 

Una historia repetida

No es novedoso ni casual que los jefes de la Sección de Intereses Norteamericanos en la Habana una vez que terminan su misión, emitan declaraciones favorables a un cambio de política hacia Cuba.
Uno de los más destacados es Wayne Smith, quien de personaje que apoyaba a la contrarrevolución interna, e incluso responsable de que un grupo de estos apedreara los cristales de la puerta principal del edificio que ocupa la Sección y penetrara en la misma, trayendo como consecuencia una seria crisis migratoria; pasó ahora a ser uno de los más fuertes defensores de un cambio de esa política hostil.
Mientras estos diplomáticos están presionados por el Departamento de Estado y las Agencias Federales de Inteligencia, a las que tienen que apoyar en sus actividades ilegales en la Isla, mantienen una posición. Sin embargo, casi sin excepción cuando salen de Cuba expresan criterios distintos, al conocer en carne propia la tozudez y crueldad de la política de su gobierno contra el pueblo cubano.
Ahora tocó el turno a Michael Parmly, jefe de la Sección entre los años 2005 y 2008; íntimo amigo y defensor de los asalariados de Washington, en especial de la añeja contrarrevolucionaria Martha Beatriz Roque Cabello, a la que gustaba tomar de la mano para pasear por las áreas verdes de su majestuosa residencia, en el antiguo reparto Country Club habanero.
A Parmly lo sorprendió en la Habana la enfermedad del presidente Fidel Castro y su traspaso de poder al General de Ejercito Raúl Castro y buscó con ansiedad algún indicio de sublevación popular, y al no encontrarlo incitó a los asalariados de su Gobierno a realizar “algo” en las calles, recibiendo como respuesta de la propia Martha Beatriz que Fidel estaba enfermo pero el pueblo revolucionario no, siendo mejor quedarse en la casa en espera del desarrollo de los acontecimientos.
Parmly sufrió en carne propia la intolerancia de la mafia anticubana de Miami y fue acusado por los congresistas Ileana Ros-Lehtinen y Lincoln Díaz-Balart de no haberse involucrado aun más con la contrarrevolución, por lo cual recibió como castigo un voto en su contra para ocupar una plaza superior a su salida de Cuba, siendo enviado a África.
Ahora al cabo de varios años y ya retirado del Departamento de Estado, señala en un informe de 26 páginas que será presentado próximamente en el Foro Fletcher de Asuntos Mundiales, publicado por la escuela Fletcher, en Massachussets, que el presidente Barack Obama debería devolverle a Cuba la Base Naval en Guantánamo, considerando que la misma es una “anomalía histórica y Cuba es el dueño final”.
Casi siempre sucede lo mismo, una vez retirados pierden el temor y quizás en un acto de arrepentimiento, muchos expresan sus verdaderos criterios en contra de la criminal Guerra Económica, de la organización y apoyo a los actos terroristas organizados desde Miami y hablan hasta de la necesidad de la normalización de las relaciones entre ambos estados.
Solo con releer algunos cables publicados en Wikileaks se puede apreciar como actúan y piensan cuando ejecutan la política contra Cuba.
Hace falta mucho valor y ética profesional para desde el cargo en la Sección de Intereses en la Habana, trasladar recomendaciones serias para el mejoramiento de las relaciones y no después de culminada la misión cuando ya no son escuchados.
Por eso una cosa es con guitarra y otra con violín.