Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti permetterà la concessione
di visti multipli validi per cinque anni a cubani in visita negli Stati
Uniti per motivi personali.
Il provvedimento, in vigore dal primo di agosto, è valido solo per i
permessi di non immigrati di tipo B2, vale a dire, quelli rilasciati a
persone che viaggiano come turisti, per visitare i parenti, ricevere cure
mediche o per altri motivi
personali.
Così, è possibile estendere questo tipo di visto "per sei mesi, con
ingresso singolo, come avviene ora, a cinque anni con multiple
entrate, per i
cubani che si qualificano", ha detto la portavoce del Dipartimento
di Stato Marie Harf, in una conferenza stampa.
I funzionari della Sezione di Interessi degli Stati Uniti all'Avana
(SINA), hanno detto al Ministero degli Affari Esteri che i
visti multipli per cinque anni si concederanno caso per caso e
sempre a persone che abbiano già viaggiato negli Stati Uniti e
ritornati a Cuba.
Allo stesso modo, l'informazione sul sito web della SINA chiarisce che la
nuova misura si applicherà "a discrezione di un funzionario
consolare".
E questo cambiamento non significa che si siano modificati i requisiti
per ottenere un visto degli Stati Uniti.
In un'intervista a Granma pubblicata in marzo, il Console Generale
della Sezione di Interessi degli Stati Uniti, Timothy Roche, ha
spiegato che le loro leggi sono molto esigenti per quelli che
richiedono visti turistici.
"Dobbiamo mostrare che (la persona che è in viaggio) ha forti legami
a Cuba, che non ha intenzione di rimanere negli Stati Uniti per
lavorare" ha detto.
Le loro leggi richiedono che "i funzionari consolari presumono che tutti i richiedenti
di visti temporanei siano possibili
immigrati" ha detto.
Il Console Generale ha riconosciuto che è "molto difficile" per un
giovane ottenere i permessi necessari per questo tipo di viaggi.
"Molti sono alla ricerca di opportunità economiche al di fuori del
paese", mentre "i pensionati più anziani hanno forti legami qui, e
di solito ritornano nel loro paese".
Il regolamento è entrato in vigore a partire da questo giovedì non
influenzerà i visti che permettono viaggi d'affari - conosciuti come B1-, né
i combinati B1/B2 come precisa il sito web SINA.
Inoltre specifica che "le persone a cui di recente é stato concesso un visto
B2 per un solo ingresso non possono cambiare né trasferire questo visto
già ricevuto in un visto per ingressi multipli".
Aumentare il tempo di validità dei visti alleggerirà l'onere
finanziario
per i cubani - che pagano 160 CUC per ogni intervista per
richiedere il
permesso, anche se non lo ottengono - e l'onere burocratico per la Sezione
di Interessi degli Stati Uniti, che a partire dall'aggiornamento
della
politica
migratoria
cubana ha ricevuto un sacco di richieste di
visti temporanei.
Secondo i dati forniti dalla SINA, se si confrontando i primi sei mesi del
2012 con lo stesso periodo del 2013, il numero di visti temporanei
concessi ai richiedenti cubani per recarsi negli Stati Uniti è
aumentato del 79%, da 9369 a 16767.
La misura è "una decisione pragmatica che alleggerisce il lavoro
dell'Ufficio Consolare della Sezione di Interessi degli Stati Uniti
all'Avana", ha detto a questo giornale il ricercatore ex
diplomatico cubano Carlos Alzugaray, studioso del conflitto USA-Cuba.
A suo avviso, questo "ampia qualcosa a cui si oppone la destra
cubano-americana, l'aumentando di contatti e il riavvicinamento tra tutti
i cubani".
"Inoltre, possiamo dire che toglie i cubani dalla situazione
discriminatoria in cui si trovavano poiché questa facilitazione é
concessa ai cittadini di
altri paesi", dice l'esperto.
I dichiarazioni alla stampa i funzionari del Dipartimento di Stato
USA hanno chiarito che questa nuova possibilità per quanto riguarda
il visto non implica un cambiamento significativo nella
politica ostile del governo degli Stati Uniti
verso Cuba.
Secondo il portavoce Harf, la decisione "fa parte della politica
generale" degli USA per
"migliorare le comunicazioni con i cubani e promuovere
l'apertura".
L'analista politico Ramon Sanchez-Parodi ritiene che il governo degli
Stati Uniti ha compiuto questo passo perché "in pratica e amministrativamente
gli risulta conveniente, tenendo conto che fa risparmiare denaro,
tempo, risorse finanziarie e umane".
"Allo stesso tempo, gli risulta favorevole dal punto di vista
politico, poiché dà l'immagine - e solo l'immagine - dell'allentamento nei rapporti con Cuba" ha detto lo specialista
a Granma,.
"E 'anche una risposta alle misure che Cuba ha adottato in materia
migratoria ed è una formula utile per gli Stati Uniti al fine di
evitare possibili 'complicazioni' con la
Legge di Aggiustamento
Cubano".
"Inoltre, non cambia di una virgola la politica ostile nei confronti
di Cuba che rimane sempre la stessa. Questa misura non toglie nulla
agli 'interscambi
popolo a popolo" né alle misure di divieto ai nord americani di viaggiare a Cuba. Eppure
non può essere qualificata come una misura apertamente ostile; è
conveniente pratica politicamente per il governo degli Stati Uniti,
specialmente nel terreno delle 'pubbliche relazioni'" ha concluso Sanchez-Parodi.
Nuevos instrumentos, misma política
Estados Unidos permitirá el otorgamiento de visas múltiples a
cubanos
DALIA GONZÁLEZ DELGADO
El Departamento de Estado norteamericano permitirá el otorgamiento
de visas múltiples válidas por cinco años a cubanos que visiten
Estados Unidos por motivos personales.
La medida, que entró en vigor desde este primero de agosto, es solo
válida para los permisos de no inmigrantes del tipo B2, o sea,
aquellos emitidos a personas que viajan como turistas, para visitar
familiares, recibir tratamiento médico, o por otros motivos
personales.
Así, es posible extender ese tipo de visas "de seis meses con
entrada única, como ocurre ahora, a cinco años con entradas
múltiples para los cubanos que cualifiquen", explicó la portavoz del
Departamento de Estado Marie Harf, en conferencia de prensa.
Funcionarios de la Sección de Intereses de Estados Unidos en La
Habana (SINA) dijeron al Ministerio de Relaciones Exteriores que las
visas múltiples por cinco años se concederán caso a caso y siempre a
personas que anteriormente hayan viajado a Estados Unidos y
regresado.
De igual forma, una información en la página web de la SINA aclara
que la nueva medida será aplicable "a discreción de un funcionario
consular".
Y es que este cambio no significa que se hayan modificado los
requerimientos para la obtención de un visado estadounidense. En una
entrevista con Granma publicada en marzo pasado, el Cónsul General
de la SINA, Timothy Roche, explicó que sus leyes son muy exigentes
para quienes solicitan visa de turistas. "Hay que mostrar que (la
persona que va a viajar) tiene lazos fuertes en Cuba, que no se va a
quedar en Estados Unidos para trabajar", afirmó.
Sus legislaciones requieren que "los funcionarios consulares asuman
que todos los solicitantes de visas temporales son posibles
inmigrantes", comentó.
El Cónsul General reconoció que es "bien difícil" para un joven
obtener los permisos necesarios para este tipo de viajes. "Muchos
van buscando oportunidades económicas fuera del país", mientras "los
jubilados mayores de edad tienen los lazos más fuertes aquí, y
generalmente regresan a su país".
La regulación que desde este jueves entró en vigor no afectará las
visas que permiten viajes de negocios —conocidas como B1—, ni a las
combinadas B1/B2, según precisa la web de la SINA.
Asimismo, especifica que "las personas a quienes recientemente se
les ha otorgado una visa B2 de una sola entrada no podrán cambiar ni
transferir esta visa ya recibida a una visa de múltiples entradas".
Aumentar el tiempo de validez de los visados aligera la carga
financiera para los cubanos —que pagan 160 CUC en cada entrevista
para solicitar el permiso, aunque no lo obtengan— y la carga
burocrática de la Sección de Intereses, que a partir de la
actualización de la política migratoria cubana ha recibido gran
cantidad de solicitudes de visas temporales.
Según datos ofrecidos por la SINA, si se comparan los primeros seis
meses del 2012 con el mismo periodo del 2013, el número de visas
temporales concedidas a solicitantes cubanos para viajar a los
Estados Unidos aumentó en un 79 %, de 9 369 a 16 mil 767.
La medida es "una decisión pragmática que aligera el trabajo de la
Oficina Consular de la Sección de Intereses en La Habana", expresó a
este diario el investigador y exdiplomático cubano Carlos Alzugaray,
estudioso del conflicto Estados Unidos-Cuba.
A su juicio, esto "amplía algo a lo que se opone la derecha
cubano-americana, el incremento de contactos y acercamiento entre
todos los cubanos".
"Adicionalmente se puede decir que saca a los cubanos de la
situación discriminatoria en que se encontraban pues esta facilidad
se otorga a ciudadanos de otros países", opina el experto.
En declaraciones a la prensa los funcionarios del Departamento de
Estado norteamericano han dejado claro que esta nueva posibilidad en
cuanto al visado no implica un cambio significativo en la política
hostil del gobierno de EE.UU. hacia Cuba. Según afirmó la portavoz
Harf, la decisión "forma parte de la política general" de EE.UU. de
"mejorar las comunicaciones con los cubanos y promover la apertura".
El analista político Ramón Sánchez-Parodi considera que el gobierno
norteamericano tomó esta medida porque "práctica y
administrativamente le resulta conveniente, teniendo en cuenta que
le ahorra gastos, tiempo, recursos financieros y humanos".
"Al mismo tiempo, le resulta favorable desde el punto de vista
político, pues va dando la imagen —y solo la imagen— de
flexibilización en sus relaciones con Cuba", aseguró el especialista
a Granma.
"También es una respuesta a las medidas que Cuba ha tomado en el
terreno migratorio y es una fórmula útil para EE.UU. para evitarse
‘complicaciones’ eventuales con la Ley de Ajuste Cubano".
"Por lo demás, no cambia un ápice la política de hostilidad hacia
Cuba que sigue siendo la misma. Esta medida no cubre nada de los
‘intercambios pueblo a pueblo’ ni a las medidas de prohibición a los
norteamericanos de viajar a Cuba. Sin embargo, no puede calificarse
de una medida abiertamente hostil; es conveniente, práctica y
políticamente para el gobierno de Estados Unidos, sobre todo en el
terreno de las ‘relaciones públicas’", concluyó Sánchez-Parodi. |