ALTRI 29 MILIONI DI $ AI MERCENARI DELLA DISINFORMAZIONE
Menard continuerà a
negare i
suoi vincoli con la CIA?
Jean Guy Allard – Speciale per Granma Internacional
Una relazione di 423 pagine della Commissione for Assistence to a free Cuba, la commissione anticubana di “ transizione” · creata da George W. Bush e dai suoi amichetti di Miami lo dice testualmente: Verrà aumentato l’appoggio dato alle ONG’s in determinati “terzi paesi”, che si dedicano a porre in rilievo gli abusi contro i diritti umani a Cuba, come parte di uno sforzo ampio per scoraggiare il turismo.
La descrizione non potrebbe essere più chiara: si designa quella ONG di un “terzo paese” che si dedica già da vari anni a scoraggiare il turismo a Cuba. Manca nella relazione solo il nome: Reporters senza Frontiere, la macchina della disinformazione del parigino Robert Menard, che realizza questo compito affidato dalla CIA in stretta relazione con altri collaboratori dei servizi segreti nordamericani con sede a Miami.
I vincoli di Menard con Miami sono ampiamente provati: è sufficiente leggere i reportage del Nuevo Herald di Miami, nelle cui pagine Nancy Pérez Crespo, la sua ex capo, ha descritto il presunto successo di questa collaborazione. Lei ha accolto personalmente Menard nella città e lui, pentito progressista di sinistra, ha avuto l’opportunità di esibirsi a lato di varie personalità dell’estrema destra della Florida del sud, tutte strettamente vincolate al terrorismo cubano.
Menard ha sempre negato i suoi vincoli con la CIA.
La Casa Bianca si è incaricata adesso d'informare il pubblico che questi vincoli sono persino troppo evidenti.
Le sfacciate dichiarazioni della Casa Bianca sono accompagnate dall’annuncio di un sostanziale aumento dei fondi di aiuto alla ONG mercenaria, che passeranno da 7 a 36 milioni di dollari.
Nientemeno che 29 milioni di aumento!
Nei saloni dorati dell’Hotel Intercontinental
Pochi giorni fa a Parigi si sono incontrati nei lussuosissimi saloni dell’Hotel Intercontinental 93 personalità tra le più famose del “tutto Parigi”, per partecipare a un’asta di attrezzature per fotografie usa e getta che alcuni personaggi avevano usato scattando immagini della loro vita privata. Un’idea originale, che ha attratto tra le mura dorate dell’immensa sala un pubblico numeroso.
La spettacolare assemblea era stata convocata da RSF, segretario generale apparentemente vitalizio: Robert Menard.
Nella lista dei partecipanti che Menard si è affrettato a pubblicare nel suo sito appaiono i nomi di persone veramente insospettabili, per lo meno per il loro talento, in Francia e, parlando in senso internazionale, di Cuba.
C’erano le attrici Juliette Binoche, Sophie Marceau, Laetitia Casta i cantati Renaud, Maxime LeForestier, Patrick Bruel e Francis Cabrel, i registi Chabrol e Claude Zidi, il sarto Karl Lagerfield e molti altri nomi celebri della capitale francese.
L’obiettivo della riunione era ovviamente raccogliere denaro per “l’opera” dichiarata da RSF, la difesa della libertà di stampa.
Che obiettivo nobile! Nessuno si può rifiutare di sostenerlo!
La cosa più comica con Menard, auto definitosi il superman del giornalismo neoliberista, è che è giunto ad ergersi come referente, non solo a Parigi, ma nel mondo intero, grazie alle agenzie di stampa che lo usano con una compiacenza abbastanza sospetta.
Questo quando il suo profilo fa di lui se non un agente dell’impero di grande talento, per lo meno il prosseneta dell’informazione più globale che si sia mai visto!
Il difensore della libertà di stampa e del giornalista, ha consegnato a se stesso una libertà senza limiti se si tratta di mangiare da ogni piatto possibile. Buon opportunista, questo specialista della ONG più fruttifera, con accenti di gerente di un’opera di carità, di predicatore disinteressato, di monaco del medioevo, va raccogliendo fondi...
Quelli dell’asta dell’Hotel Intercontinetal, raccolti pubblicamente, sono comunque innocenti: 53.000 Euro, una somma insignificante e appena necessaria per coprire le spese di un trimestre degli uffici di RSF negli Stati Uniti, precisamente a New York e ovviamente a Miami.
Quei padrini molto “succosi”
Ci sono però altri fondi che provengono da padrini molto più interessanti.
Ci sono quelli che provengono dalla corporazione pubblicitaria mondiale Publicis, una multinazionale creata a Parigi, che oggi controlla una vasta porzione del mercato globale della pubblicità. Attraverso la Saatchi & Saatchi di New York, Publicis regala a RSF servizi di promozione a livello dei suoi più grandi clienti, come nientemeno che US Army, l’esercito nordamericano e la fabbrica di Rum, Bacardí.
Ci sono i fondi che provengono da Vivendi, dove regnava sino a poco tempo fa Jean Marie Messier del quale si è saputo, in ritardo, che per poco trascinava la multinazionale in fallimento a forza di investire illegalmente negli Stati Uniti miliardi di milioni di Euro, sviati da una riserva destinata al rinnovo della rete degli acquedotti dei municipi francesi. Si tratta della Vivendi Universal Publishing Service, che garantisce a Menard le necessita nei termini dei materiali di promozione.
E i fondi di Jean Guy Lagardere, il venditore di missili morto di recente e di Serge Dassault, altro negoziante di armi di fama mondiale.
Robert Menard non teme le incongruenze e nessuno a Parigi, la detta città della luce, ha il coraggio di prendere dei proiettori e puntarli su di lui, denunciarlo, dirgli in faccia che la sua difesa della libertà di stampa è una farsa, una truffa, un racconto grottesco che non corrisponde minimamente a quello che lui pone in pratica.
La spiegazione è persino troppo semplice: nessuno a Parigi o nel mondo delle comunicazioni, salvo forse Le Monde Diplomatique, può correre il rischio di affrontare Publicis, perché semplicemente il gigante della pubblicità non solo fornisce le entrate pubblicitarie ai mezzi di comunicazione, ma inoltre amministra giornalmente le vendite di pubblicità di vari di questi mezzi di comunicazione attraverso un’agenzia sussidiaria.
In queste condizioni, come si potrebbe negare a Menard tutto lo spazio che vuole per farsi un’auto promozione e per divulgare le sue denunce e le sue menzogne, le calunnie che pubblica quasi ogni giorno?
Così appare per ciò che riguarda Cuba, l’altra faccia di questo pericoloso personaggio dalle mille facce!
Le sue relazioni con Freedom House di Frank Calson sono un fatto dimostrato soprattutto dalle sue isteriche negazioni accompagnate in simultanea dal ritratto così rispettabile che Menard traccia del vecchio agente imperiale.
I vincoli di Menard con la CIA sono decisamente provati da anni, con un preciso profilo delle sue attività ridicolmente “clandestine”, realizzate a Cuba.
Nel corso di un’intervista recente, Nestór Baguer, il veterano giornalista cubano, agente della sicurezza di Stato di Cuba, raccontava nei dettagli l’incontro avvenuto il 20 settembre del 1998 con Menard, che era venuto a fare reclute, come faceva abitualmente, mentre Baguer, in accordo con i servizi segreti cubani era il presidente della “Associazione dei giornalisti indipendenti.”
Quel giorno Menard convocò misteriosamente Baguer in casa di un ex recluso, presunto “dissidente”, che aveva contattato da Parigi proprio per quel proposito.
Menard non volle parlare con Baguer nella casa di quel contatto però! Così lo invitò a fare una passeggiata con la lussuosa automobile che aveva noleggiato e conversò con il vecchio giornalista cubano, seduto nel sedile posteriore, mentre Regis Borgeat, il suo aiutante guidava.
Percorsero così tutto il Vedado per un’ora conversando delle condizioni che RSF offriva alla nuova recluta.
Il difensore con licenza della libertà di stampa ha metodi di lavoro che non somigliano per niente a quelli di un dirigente di una ONG!
Lo dimostrò alcuni giorni dopo il primo incontro, quando Baguer ricevette dal suo nuovo capo un computer portatile nuovo di zecca naturalmente. Menard lo aveva invitato ad andare nel parco Victor Hugo a un’ora precisa e a sedersi su una panchina per aspettare la consegna.
Baguer andò nel parco e dopo una breve attesa apparve Borgeat con il computer che lasciò vicino al giornalista cubano, scomparendo con la stessa rapidità con la quale era giunto!
Una scena da romanzo di Le Carré, senza dubbio, ma il famoso romanziere inglese non aveva nulla a che spartire con la scena perché era la CIA che stava dietro il palcoscenico e l’attuazione apparentemente ingenua di Menard seguiva una sceneggiatura già vista varie volte.
Alcune amicizie molto particolari
A Miami, lontano dagli occhi della sua corte parigina, Menard esce con individui poco raccomandabili.
Tutti hanno partecipato con entusiasmo alla campagna di raccolta dei fondi a favore del terrorista internazionale Luis Posada Carriles e i suoi complici, attualmente detenuti a Panama.
Sono gli stessi individui che hanno animato la campagna a favore della liberazione di Orlando Bosh, il terrorista più pericoloso del continente, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Sono gli stessi che hanno combattuto con odio e fanatismo vicino all’isteria contro il ritorno di Elián a Cuba.
Sono queste le persone che hanno portato Bush nella Casa Bianca.
Sono i capoccia della mafia che domina Miami e che fanno della Florida del sud un ostaggio dei loro affari, includendo la droga.
Sono coloro che attraverso i vincoli cubano americani di Washington, ogni giorno fanno pressioni sull’amministrazione nordamericana per trasformare l’Avana in Baghdad.
Hanno nomi che dovremo ricordare se un giorno riusciranno a scatenare a Cuba lo stesso massacro che avviene in Iraq e che loro applaudono.