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Gli Stati Uniti hanno annunciato
un nuovo ufficiale della CIA per curare i temi di Cuba e Venezuela. Dicono alla
Casa Bianca che la nomina di Jack Patrick Maher
come responsabile della "missione" è destinata a raccogliere ed analizzare
informazione di intelligence in entrambe le nazioni latinoamericane.
Questa mossa, a quel che pare, è conseguente a ciò che manifestò il presidente
George W. Bush dopo gli attentati dell' 11.9.2001. Allora espresse che si
rinforzassero i servizi di intelligence della nazione per aiutare a cercare i
terroristi lì dove si trovino.
Ma in questa storia c'è qualcosa che non quadra, perché sebbene sia certo che
tale nomina potrebbe significare un "rafforzamento" del loro apparato di
spionaggio, lo fanno contro il bersaglio sbagliato.
Come mai gli Stati Uniti cercano terroristi fuori dalle loro frontiere, se nel
proprio territorio ne cullano e proteggono vari dei più pericolosi?
BOSCH IL TERRORISTA
Mentre i
cinque lottatori antiterroristi scontano smisurate ed ingiuste pene in
pericolosi penitenziari federali nordamericani per aver combattere quel flagello
a cui l'amministrazione Bush ha dichiarato una guerra infinita, Orlando Bosch
Ávila, qualificato dalle stesse autorità statunitensi come "uno straniero
inammissibile (per)... dedicarsi ad attività che sarebbero pregiudiziali
all'interesse pubblico o che potrebbero mettere in pericolo il benessere e la
sicurezza degli Stati Uniti, relative allo spionaggio, il sabotaggio ed il
disordine pubblico o altra attività sovversiva per la sicurezza nazionale",
cammina libero, senza novità, dando interviste a distinti mezzi di stampa nelle
quali esalta la violenza.
Così risulta nelle confessioni che ha concesso al quotidiano
"L'Avanguardia", di Barcellona, Spagna,
dal bungalow dove risiede nella periferia di Miami, in cui rivendica la sua
filiazione terroristica. "Tutto l'avrei rifatto uguale. O il doppio. Il doppio
di quello che feci", affermò. Si vanta, senza pudore alcuno, delle volte —
innumerabili — che ha organizzato il magnicidio del Presidente cubano, Fidel
Castro. La sua gran frustrazione, come lui stesso confessa al giornalista, è non
avere potuto realizzare quest'obiettivo.
Ciò spiega come lo stato di necessità, che spinse Cuba ad inviare in territorio
statunitense uomini come Gerardo Hernández, Ramón Labañino, René González,
Antonio Guerriero e Fernando González, che s'infiltrarono nelle organizzazioni
terroristiche di origine cubana collocate nel sud della Florida, é ancora
vigente.
LA MISSIONE DI FERNANDO
Precisamente,
Fernando, che sconta una condanna a 19 anni nel penitenziario di Oxford, in
Wisconsin, aveva tra i suoi compiti vigilare e conoscere le attività di questo
noto criminale. Cooperò in missioni come 'Arcobaleno' che consisteva nel filmare
riunioni tra Bosch ed altri terroristi; 'Murena' per tentare di localizzare
Bosch, che era coinvolto nella pianificazione di atti terroristici... perché
egli è stato sempre al fianco "dell'azione, della guerra", come assicura nel suo
dialogo con "L'Avanguardia".
Questi ed altri elementi si sono spiegati nell'Amicus
presentato dalla Corporazione Nazionale degli Avvocati nel 2003, e prima,
durante il disonesto giudizio di Miami contro i Cinque.
La difesa argomentò il perché del lavoro di Fernando. L'informazione ottenuta
dai Cinque, sulle azioni terroristiche, Cuba la condivise anche con gli USA.
Esiste un'ampia documentazione che include testi, fotografie e registrazioni,
consegnata nel giugno 1998 alle autorità di quel paese, affinché potessero far
rispettare le proprie leggi e fermare i piani criminali.
Come si espresse proprio Fernando nel suo
allegato nel dicembre 2001: "Orlando
Bosh vive ora libero in questa comunità grazie al "Parole"
(libertà condizionale, N.d.T.) ,concessa dall’ex presidente George Bush,
nonostante fosse considerato un pericolo ed un noto terrorista dalle stesse
autorità del Dipartimento di Giustizia di questo paese.
(...)
Orlando Bosh continua cospirando da Miami per
commettere azioni terroristiche contro Cuba. Nessuno è andato ad
arrestarlo.
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