Evo, trasparente

 

Marcos Salgano* 28 aprile 2006 PL

 

 

 
 

Poco tempo dopo essere a capo del governo della Bolivia, Evo Morales ha accumulato già vari mal di testa. La grave crisi economica, la consegna delle risorse naturali e lo svuotamento dello Stato - in un lungo processo che é cominciato nelle dittature della decade degli anni 70 e si é aggravato coi governi eletti, crisi dietro crisi, dal 1985 - mettono la Bolivia in una situazione molto delicata.

Tra due fuochi, il presidente ha deciso di andare a fondo ed in poco tempo, qualcosa molto inusuale nella storia recente del continente.

 

I giochi sono complessi ed appena cominciati.

 

La prima stoccata é arrivata  da un settore sempre sensibile per l'ampia ripercussione sociale delle sue misure di forza: il trasporto. I padroni di autobus interurbani aderenti alla Confederazione degli Autisti della Bolivia paralizzarono il servizio per protestare contro la decisione del governo che il settore passi al Regime Tributario Generale. Cioè paghino le tasse.

Non si tratta né più né meno che di questo: in media, gli imprenditori apportano per ogni autobus circa 60 boliviani all'anno (8 dollari), meno di un passaggio tra Cochabamba e La Paz in alta stagione. In totale, nel 2005, si sono riscossi  meno di 4.000 dollari, quando -secondo i calcoli del governo- il settore dovrebbe tributarne circa 18 milioni di boliviani all'anno (circa 2.300.000 dollari).

La decisione di far loro pagare le tasse è contemporaneamente una misura pratica (lo Stato ha bisogno di liquidità per affrontare con urgenza domande sociali tanto legittime come posticipate) ed anche una decisione politica: che comincino a pagare quelli che hanno con che cosa farlo. Tanto grande come infrequente, questa decisione politica ha lasciato intravedere quello che può trasformarsi in uno scenario abituale nei prossimi mesi: una destabilizzazione, da dentro, del governo indigeno e progressista della Bolivia.

E se gli autotrasportatori si difendono con accuse settoriali, la classe più agiata di Santa Cruz non lo fa. Il ministro dell' Educazione e Cultura, Félix Patzi Paco, ha accusato gruppi di potere di Santa Cruz, che dirigono il Comitato Civico di questa regione, e le autorità del Comune di Santa Cruz di sabotare il Piano Nazionale di Alfabetizzazione, creato con la cooperazione dei governi di Cuba e Venezuela.

Patzi ha segnalato che il Comitato Civico Pro Santa Cruz iniziò una campagna di sabotaggio con l'argomento che i paesi che cooperano al piano vogliono, con esso, introdurre la loro ideologia; la stessa posizione, ancora oggi, dell'opposizione in Venezuela, che condanna le missioni, cioè gli estesi piani sociali affrontati dal governo di Hugo Chávez.

Il Governo di Morales, per dimostrare questa tesi,  ha sostenuto che  un sindaco della regione ha cercato di sabotare la campagna di alfabetizzazione rifiutandosi di consegnare i televisori e videoregistratori disposti per tale fine.

In queste regioni ci sono grandi proprietari terrieri ed a loro conviene avere una popolazione analfabeta per continuare a sottometterla e che questa popolazione non si ribelli. Questo è il tema di fondo, ha detto il ministro di Educazione, che inoltre ha assicurato che, nonostante questo tentativo di sabotaggio, il Potere Esecutivo continuerà con la campagna d'alfebetizzazione con l'appoggio delle organizzazioni contadine, come l'Assemblea del Popolo Guaranì, e le forze armate della Nazione.

C'è un'oligarchia che resiste a tutto questo cambiamento per continuare a mantenere i suoi privilegi come ha fatto durante la storia, ha commentato il ministro. Senza peli sulla lingua il presidente Evo Morales ha deciso di anticipare, per questo stesso mese di aprile, la nazionalizzazione completa degli idrocarburi.

Insieme all'Assemblea Costituente prevista per il prossimo 2 luglio, questo annuncio di anticipare una nazionalizzazione storica sembra mettere una data al confronto con le elite, parzialmente spaesate, del potere in Bolivia. Non arriverò al governo per negoziare, disse Evo Morales a teleSUR poche ore prima di vincere, in maniera schiacciante, le elezioni al primo turno  meno di quattro mesi fa. A poco tempo dalla vittoria l'uomo sembra più che mai padrone delle sue parole.


*Pubblicato da Telesur