Le dure risposte del

 

Venezuela hanno fatto

 

crollare gli attacchi Usa

 

 


 - 17 marzo 2006 - PL -


Le dure risposte del governo del Venezuela, ai continui attacchi verbali degli Stati Uniti, hanno fatto crollare gli intenti destabilizzatori contro questa nazione sudamericana.

Alle aggressioni delle diverse istanze del potere esecutivo dell’Unione, tra cui spiccano il Dipartimento della Difesa e i servizi segreti, si somma, ora, anche il Comando Sud.

Analisti politici osservano che la Casa Bianca cerca d'influire sull’opinione pubblica internazionale, così come sugli organismi mondiali, con il proposito d'intorbidare i processi, di cambio sociale ed economico, spinti dal governo di Hugo Chávez.

Il vice presidente venezuelano, José Vicente Rangel ha posto l'accento sulla militarizzazione della politica statunitense verso l’America Latina ed il Venezuela, dopo le dichiarazioni del generale Bantz Craddock, capo del Comando Sud. Il militare nordamericano ha detto che il Venezuela avrebbe un’influenza destabilizzante nella regione.

“E’ inquietante” ha detto Rangel “che questi signori, la cui preoccupazione fondamentale dovrebbe essere ciò che sta succedendo in Iraq, si stiano preoccupando di questa area del mondo”.
A suo giudizio, questa impostazione militare giustifica le denunce del presidente Chávez, sul pericolo permanente d’una aggressione nordamericana contro la nazione sudamericana.

Il vice ministro venezuelano per l’America del Nord e gli Affari Multilaterali, Mary Pil Hernández, ha ripetuto che il suo paese non costituisce una “minaccia” ed è invece una nazione rispettosa della sovranità e l’autodeterminazione dei popoli. Ha anche osservato che dichiarazioni come quelle di Craddock non stupiscono e formano parte del tentativo di screditare il Venezuela. L’intervento di funzionari militari in pronunciamenti di questa natura, per le implicazioni che hanno, sono un “tema delicato”, ha concluso il vicecancelliere.

Numerosi rappresentanti della società e della politica venezuelana hanno rifiutato il recente documento presentato dal Dipartimento di Stato di Washington su supposte violazioni dei diritti umani, così come il dossier sulla droga.

Una simile resistenza trovò, a suo tempo, l’appello del capo della diplomazia statunitense, Condoleezza Rice, quando esortò a formare un fronte comune contro il Venezuela e imputò Chávez di essere un pericolo per la democrazia nella regione.