26 giugno 2007 - www.granma.cubaweb.cu |
Dichiarazioni della Commissione
delle Relazioni Internazionali
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Dichiarazione
Secondo le agenzie di stampa, il Senato della Repubblica del Cile ha deciso,
lo scorso 6 giugno, di sollecitare il suo governo di chiedere a L'Avana la
"stretta attuazione delle raccomandazioni delle Nazioni Unite sulla situazione
dei diritti umani" nell'Isola; ciò che é stato approvato con 19 voti a favore,
quattro contro e tre astensioni.
I senatori hanno inoltre chiesto l' "energica" votazione del Cile
nell'approvazione di ogni relazione delle Nazioni Unite e dei suoi organi
dipendenti che renda conto, a Cuba, della critica situazione dei diritti
umani, così come di ogni dichiarazione nello stesso senso. La petizione si é
basata sulla spuria relazione della relatrice imposta a Cuba, Christine Chanet,
il cui mandato è appena stato interrotto a Ginevra, come simbolo del carattere
ingiusto, selettivo e discriminatorio delle azioni che, mediante la coazione,
la minaccia ed il ricatto del governo nordamericano, si perpetrarono,
per due decadi, contro il nostro paese nella scomparsa Commissione dei Diritti
Umani.
Non c'è nella "preoccupazione" dei legislatori cileni né una sola menzione
sulla grave politica aggressiva degli Stati Uniti che oggi Cuba affronta, come
il blocco economico incrudito negli
ultimi anni dall'Amministrazione di George W. Bush che costituisce un crimine
internazionale di genocidio, secondo la Convenzione per la Prevenzione e la
Sanzione del Delitto di Genocidio approvata dall'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite il 9 dicembre 1948.
Nel loro intromissorio pronunciamento non c'è neppure riferimento alcuno alla
scandalosa impunità con cui sono accolti i noti terroristi come
Luis Posada Carriles ed
Orlando Bosch Ávila, legati alla dittatura fascista di Pinochet durante la
terribile Operazione Condor che
tanto lutto provocò in Sud America, o criminali come
Robert Ferro, detenuto in California col
maggiore arsenale di armi mai sequestrato dall'Ufficio Federale di
Investigazioni degli USA, col dichiarato proposito di attentare al popolo
cubano, o i malviventi Santiago Álvarez
Fernández-Magriñá ed Osvaldo Mitat, anche loro processati per detenzione
di un altro gran deposito di armi ed esplosivi.
Tanto meno nel testo dei Senatori si trova la benché minima evocazione su ciò
che sta succedendo, in questi momenti, nel Congresso degli Stati Uniti
dell'America quando si è approvato un bilancio di 46 milioni di dollari
per finanziare i mercenari che portano avanti, in Cuba, la sua politica di
aggressione ed un altro pacchetto monetario, di 33 milioni di dollari, per le
trasmissioni radio-televisive dirette
allo spettro radiofonico cubano in violazione delle norme del diritto
internazionale stabilite dall'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni.
La Commissione delle Relazioni Internazionali dell'Assemblea Nazionale del
Potere Popolare della Repubblica di Cuba considera che i senatori cileni non
solo incorrono in un'intromissione caratterizzata da un'ignoranza supina;
inoltre risulterebbe consigliabile che usassero meglio il loro tempo nel porre
attenzione ai gravi problemi che richiede la loro società:
· La grave decisione legislativa, che stabilisce un precedente dannoso in
America Latina, di diminuire la responsabilità penale da 18 a 14 anni.
· La richiesta sociale di abolire la costituzione pinochetista e stabilire una
nuova legge suprema non esclusoria, dove il sistema binominale sia
definitivamente proscritto, così come il rispetto e il riconoscimento dei
popoli originari del Cile.
· La domanda popolare di annullare la vigente legge di amnistia che beneficia
i repressori e i noti autori di gravi violazioni dei diritti umani.
· La ripetuta petizione di annullare la legge antiterrorista 18.314 che fu
adottata dalla dittatura militare e per la quale i membri della comunità
indigena Mapuche sono stati accusati di terrorismo per atti di protesta o
richiesta sociale, relazionati con la difesa dei diritti sulle loro terre.
Senza contare le gravi violazioni della discriminazione culturale,
l'esclusione sociale e politica, la disuguaglianza, la povertà ed il razzismo
di cui sono vittime e la continuata violenza che denunciano le comunità
indigene da parte di istituzioni ufficiali, le quali agiscono con assoluta
impunità.
Dichiarazione
L'Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba, come
membro pieno dell'Unione Interparlamentare (UIP) e del Parlamento
Latinoamericano (PARLATINO), ha onorato sempre puntualmente i suoi impegni
finanziari con entrambe le organizzazioni internazionali.
Tuttavia, i pagamenti corrispondenti al presente anno 2007 non hanno potuto
farsi effettivi dato il rifiuto delle banche, che operano sui conti di
entrambi gli organismi, di ricevere l'importo corrispondente alle quote che la
nostra Assemblea deve abbonare.
Si tratta, rispettivamente, dell'Unione
delle Banche Svizzere (UBS) ubicata in Ginevra, Svizzera e BANISTMO,
ubicata in Bogotà, Colombia e filiale del Lloyds Bank di Londra, le quali si
sono piegate alle brutali pressioni dell'Amministrazione di George W. Bush per
rinforzare il suo criminale e genocida blocco contro il nostro paese.
La Commissione Permanente delle Relazioni Internazionali dell'Assemblea
Nazionale rifiuta fermamente le decisioni di entrambe le banche e denuncia,
queste pratiche, davanti all'opinione pubblica internazionale ed agli altri
parlamenti del mondo per il loro carattere discriminatorio, selettivo ed
illegale.
Chiamiamo, inoltre, l'UIP ed il PARLATINO ad adottare le misure pertinenti per
difendere il diritto dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare della
Repubblica di Cuba a fare uso di quelle istituzioni bancarie per il pagamento
dei nostri impegni finanziari, come qualunque altro paese membro, e far valere
il diritto internazionale che consacra l'uguaglianza degli stati ed il
rispetto della loro sovranità ed autodeterminazione.
Dichiarazione
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha negato, un'altra volta, il visto
di entrata al suo territorio dei deputati dell'Assemblea Nazionale del Potere
Popolare di Cuba, impedendo questa volta la partecipazione cubana alla
riunione del Comitato Esecutivo della Confederazione Parlamentare delle
Americhe (COPA) che si é svolta nella città di Los Angeles dal 22 al 25 del
presente mese.
La decisione ha escluso la presenza dei deputati Tubal Páez ed Elsa Rojas,
rispettivamente vicepresidente per i Caraibi e presidentessa della Commissione
per la Salute e Protezione Sociale della menzionata Confederazione; essa
evidenzia il cinismo del discorso del Governo degli Stati Uniti sulla
democrazia e, pertanto, non possiede le condizioni minime di un paese sede
d'incontri di questo tipo.
È inoltre una chiara dimostrazione che dentro le priorità della politica
estera del Governo della principale potenza mondiale, centrate su aggressioni
e guerre genocide, pressioni e ricatti di ogni tipo, non ci sono le garanzie
per l'interscambio, ampio e democratico, che ha caratterizzato sempre il COPA.
Davanti al sicuro fatto che Washington avrebbe tentato di impedire che si
ascoltasse la nostra voce, la delegazione cubana ha previamente inviato una
relazione sul tema centrale dell'agenda "Emigrazione, Commercio e Sviluppo",
di straordinario significato per il momento ed il luogo in cui si porterebbe a
termine. Gli organizzatori dell'incontro hanno in seguito comunicato che, nel
Panel 1 del primo giorno di lavoro, sarà letto detto testo che denuncia,
tra altri temi, il carattere propagandistico e criminale della Legge
nordamericana di Accomodamento Cubano.
L'atteggiamento intollerante e discriminatorio del governo degli Stati Uniti,
contrasta con quello dei legislatori statali di quel paese, rappresentati nel
COPA, molto interessati alla presenza di Cuba, e dell'Assemblea dello Stato
della California che sempre si é mostrata come anfitrione fraterna di tutti i
partecipanti, senza esclusione alcuna.
La Commissione delle Relazioni Internazionali dell'Assemblea Nazionale
denuncia davanti ai parlamenti del mondo che il rifiuto di concedere i visti ai
legislatori, per ragioni di discriminazione ideologica, si incornicia nel
quadro d'irrazionalità totale che caratterizza la politica attuale della Casa
Bianca, ostinata nell'imporre al resto del mondo un ordine basato sul
saccheggio, la bugia ed il disprezzo delle pratiche civilizzate tra le quali
si trovano le relazioni interparlamentari.
Commissione Permanente
delle Relazioni Internazionali
Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba
L'Avana, 26 giugno 2007