Il regime nordamericano di George W. Bush pressa disperatamente l'Unione
Europea (UE) col proposito di evitare che il Gruppo dei 27 assuma
un'eventuale politica indipendente rispetto a Cuba e si smarchi
dall'aggressiva e fallimentare condotta di Washington contro l'Isola.
La perversa reazione della Casa Bianca di cercare di obbligare il chiamato
Vecchio Continente a mantenere una posizione ostile verso Cuba è diventata
più evidente nelle ultime settimane, dopo la positiva
visita ufficiale nella nazione
caraibica, agli inizi dello scorso aprile, del ministro degli Esteri della
Spagna, Miguel Moratinos.
Pochi giorni dopo il viaggio del Cancelliere spagnolo a L'Avana, per
normalizzare i legami dei due paesi, Washington ha scatenato un'altra
nuova escalation diplomatica diretta ad impedire, ad ogni costo, un
possibile cambio della politica UE rispetto a Cuba.
Da allora vari funzionari della Casa Bianca sono stati inviati
in Europa con questo obiettivo, alcuni anche in maniera segreta come Caleb
McCarry, il proconsole designato dal governo nordamericano per
materializzare il Piano Bush contro Cuba.
Di certo McCarry, l'equivalente all'amministratore
dell'occupazione
statunitense in Iraq, Paul Bremen, fu criticato e
respinto, in ognuno dei suoi scali europei, dai rappresentanti
dell'ampio Movimento di Solidarietà con Cuba che esiste in questo
continente.
Il percorso per la UE del riferito proconsole é stato preceduto da un
soggiorno in Spagna della vicesegretaria di Stato aggiunta, Collen Graffy,
che a Madrid ha pubblicamente chiesto spiegazioni a Moratinos per la
sua visita a L'Avana, con la complicità del conservatore e "aznarista"
Partita Popolare (PP), conosciuto per la sua sottomissione a Washington e
la sua patologica ossessione anticubana.
Giorni prima simili richieste, in un altro atto di ingerenza nei temi
interni della Spagna, le fece il sottosegretario aggiunto, Thomas Shannon,
che inizialmente aveva previsto un viaggio a Madrid ma all'ultimo minuto
lo ha sospeso allegando problemi di agenda.
L'affrettata offensiva di Washington ha incluso, questa settimana, una
visita lampo del sottosegretario di Stato, John Negroponte, a
Bruxelles, sede dell'UE, che sarà seguita da un'altra nella capitale
spagnola, il prossimo 1 giugno, della segretaria di Stato, Condolezza Rice.
L'amministrazione Bush tenta in generale in Europa ed in Spagna in
particolare ciò che non gli riesce di evitare negli stessi Stati Uniti,
dove oggi esiste, nel Congresso, un crescente movimento avviato a che si
materializzino cambiamenti nella politica verso Cuba.
Attualmente nel Congresso statunitense esistono 18 disegni di legge
relazionati con Cuba, di essi 13 patrocinano trasformazioni nella condotta
di Washington rispetto a L'Avana.
Nel frattempo, in settori politici, religiosi, accademici ed economici è
ogni volta maggiore la tendenza a lavorare in funzione della modifica del
fin ora fallimentare atteggiamento aggressivo degli Stati Uniti contro
l'isola caraibica.
Un esempio di ciò é costituito dalla visita a Cuba, nel dicembre scorso,
di 10 congressisti nordamericani, dei
partiti Democratico e Repubblicano, per dialogare con le autorità della
nazione latinoamericana, fatto che il regime di Bush non ha osato
discutere.
Tuttavia, la Casa Bianca esige spiegazioni dal governo spagnolo per il
viaggio di Moratinos a Cuba e con altri paesi dell'UE utilizza perfino il
ricatto per frenare qualunque azione di avvicinamento con l'isola e
mantenere piegato ai suoi interessi il Gruppo dei 27.
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