Negli Stati Uniti un silenzio utile al terrorismo
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13 luglio '09 - Y.D.Gazan www.granma.cu (PL) |
Questa è stata la costante denuncia di professionisti, giuristi, personalità e gruppi di solidarietà con l’isola, oltre che la parola d’ordine del Presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcón, che nei suoi interventi esorta nella lotta contro il vero terrorismo.
La situazione che Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González vivono da oltre una decada, è un esempio di come la politica statunitense agisca con due pesi e due misure relativamente al tema del terrorismo.
Paradossalmente loro da più di 10 anni, stanno compiendo smisurate condanne negli Stati Uniti per aver informato le autorità dei piani aggressivi contro il proprio Paese, organizzati dall’estrema destra anti-cubana radicata a Miami.
In un breve discorso, Alarcón ha ricordato che il 6 marzo sono stati presentati di fronte alla Corte Suprema di Giustizia statunitense 12 testi di Amici della Corte (Amicus Curiae), in appoggio alla petizione degli avvocati della difesa dei Cinque per la revisione del caso.
Com’è stato giustamente constatato, proprio perché si tratta un gran numero di documenti presentati di fronte ai principali magistrati del Paese del nord, l’azione costituisce un fatto senza precedenti nella giurisprudenza statunitense, Alarcón ha puntualizzato che la documentazione include i testi firmati da 10 Premi Nobel: José Ramos Horta (presidente di Timor Est), Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchú, José Saramago, Wole Soyinka, Zhores Alferov, Nadine Gordimer, Günter Grass, Darío Fo e Mairead Maguire.
Altri documenti provengono dal Senato del Messico in sessione plenaria, dall’Assemblea Nazionale di Panamá, e da Mary Robinson, ex-Presidente d’Irlanda (1992-1997) ed ex Alta Commissaria dei Diritti Umani nelle Nazioni Unite (1997-2002) tra gli altri.
Eppure, la più importante stampa statunitense cerca di ammutolire l’appoggio mondiale, ed è il caso di sottolineare che ciascuno degli Amici deve pagare alla Corte Suprema due mila dollari per essere accettato.
Questi sono stati gli strumenti presentati da un avvocato nordamericano, e, altro fatto senza precedenti, tutti hanno rinunciato a ricevere i rispettivi onorari (ascendenti in media ai 30mila dollari).
L’animazione giuridica contro i Cinque contrasta con il singolare comportamento del Tribunale del Paso, in Texas, che ha accettato, l’11 giugno, di rinviare il giudizio al terrorista Luís Posada Carriles fino al 1 febbraio 2010.
Con questo comportamento si confermano le analisi dei professionisti del diritto internazionale che parlano di un procedimento dilatorio, così come di una evidente compiacenza del giudice in carica.
Con il pretesto di permettere agli avvocati di Posata Carriles di avere più tempo per prepararsi, il giudice Kathleen Cardone ha ammesso le argomentazioni della difesa.
Cardone è lo stesso magistrato che assolse l’ex agente dell’Agenzia Centrale di Intelligenza (CIA) la prima volta, e che il 14 aprile gli concesse per la seconda volta la libertà sulla fiducia.
Posada Carriles è sotto processo per la violazione di insignificanti leggi migratorie quando, tuttavia, la sua storia è costellata di azioni terroristiche.
Fu il responsabile dell’attentato contro l’aereo di Cubana de Aviación che esplose in pieno volo, con 73 persone a bordo, sul mare di fronte alle coste delle Barbados.
È un profugo per la giustizia venezuelana, che lo condannò per quel barbaro crimine.
Posada Carriles, durante gli anni nei quali lavorò come assessore dei corpi repressivi e capo degli squadroni della morte, torturò ed assassinò.
Su di lui pesa, tra le atre, la responsabilità degli attentati realizzati contro una serie di hotel nell’Avana nel 1997, in uno dei quali morì il turista italiano Fabio di Celmo.
Tentò un eminente omicidio nel 2000, che venne frustrato a causa della sua detenzione, preparando un attentato con esplosivo per assassinare l’allora Presidente cubano Fidel Castro, durante un atto di solidarietà di massa nel Paraninfo dell’Università di Panamà, nel quale avrebbero potuto morire migliaia di giovani simpatizzanti.
Il Presidente venezuelano Hugo Chávez, lo ha accusato di aver organizzato un attentato più recente contro la sua persona, senza che le autorità di polizia e giudiziali statunitensi mostrassero la minore reazione.
Prove sufficienti indicano che mentre gli anti-terroristi Gerardo, Ramón, Fernando, Antonio e René languono nelle prigioni nordamericane, settori della comunità anti-cubana a Miami continuano a cospirare per commettere atti violenti nel continente e permangono impuniti i crimini di Posada Carriles.
Come ha espresso Antonio González, Presidente del Southwest Voter Registration Education Project, un’organizzazione di latini negli Stati Uniti: “Le azioni della Corte hanno approfondito la differenza tra l’osservanza dei valori americani di equità, contro la pratica di tolleranza o impunità per quelli che praticano terrorismo”.
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