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Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

La Direttrice dell'UNESCO

 

andrà ad Haiti

 

19 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

La Direttrice generale della UNESCO, Irina Bokova, visiterà Haiti il prossimo 9  marzo per esaminare  con le autorità nazionali l’avvio dei programmi di aiuto alla nazione dei  Caraibi, ha informato una fonte ufficiale, riporta Prensa Latina.

 

In accordo con l’agenzia della ONU la titolare darà continuità ad una serie d’iniziative di collaborazione con il popolo haitiano.

 

La Bokova ha invitato questa settimana una delegazione del governo di Port au Prence, per creare le basi di un comitato internazionale di coordinamento - CIC - per la cultura haitiana, durante una riunione effettuata a Parigi.

 

In presenza della ministra di Cultura e Comunicazioni di Haiti, Marie-Laurence Jocelyn Lassgue, e la vice direttrice Generale della sfera dell'UNESCO, Francoise Riviere, è stato dato il primo impulso a quest’idea con il concorso degli integranti dell’entità.

 

Si tratterà di definire le modalità d’azione che permetteranno di contribuire alla messa in moto di un programma congiunto a favore della cultura haitiana, partendo dalle vaste capacità della comunità culturale locale, ha detto ancora la Bokova.

 

Dopo aver ricordato che il terremoto del 12 gennaio ha provocato perlomeno 230000 morti e mezzo milione di senza tetto, la ministra Jocelyn Lasségue ha sottolineato che il suo paese ha appena perso quasi 200 anni di architettura.  L’oggetto della riunione è stato creare un riferimento centrato nell’inventario, la preservazione ed il recupero di tutti valori e le impronte relazionate con il patrimonio di Haiti.

 

Erano presenti 150 delegati degli Stati membri della UNESCO e di organismi come Interpol, l’Organizzazione Mondiale delle Dogane, il Consiglio Internazionale dei Musei (ICOM), il Centro Internazionale per lo Studio della Preservazione e il Restauro del Patrimonio Culturale (ICCROM), la Federazione  Internazionale delle Associazioni e Istituzioni della Biblioteca (IFLA) e musei come quello di  Quai Branly (Francia) e la Smithsonian Institution (USA).

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

UNESCO a Parigi s’impegna a

 

raddoppiare le azioni per Haiti

 

16 febbraio 2010 - Fausto Triana www.granma.cu (pl)

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO)  si è impegnata a raddoppiare le azioni per aiutare Haiti in tutte queste sfere oltre a creare un gruppo speciale di lavoro.

 

La direttrice generale della UNESCO Irina Bokova, ha presentato a Parigi alla  ministra haitiana di Cultura e Comunicazioni, Marie Laurence Jocelyn Lassegue,  ad una delegazione di specialisti della nazione dei Caraibi questo progetto.

 

Duramente colpita dal terremoto del 12 gennaio, Haiti è divenuta il centro delle attenzioni di questa entità dell'ONU, che ha dedicato una giornata alla creazione di un Comitato Internazionale per la protezione dei beni culturali.

 

“Abbiamo il dovere di salvare i ricchi tesori del patrimonio haitiano, materiali e immateriali, restaurare il sistema d’educazione e fare tutti gli sforzi per trovare finanziamenti di progetti e per riportare la speranza in questo paese”, ha detto La Bokova.

 

La titolare ha segnalato l’invio ad Haiti di due missioni della UNESCO per valutare la situazione delle installazioni e dei dispositivi dei tre punti  centrali delle azioni dell’agenzia.

 

“Ho scritto una lettera al segretario generale Ban Ki-moon per far sì che la ONU adotti misure a favore della preservazione e salvaguardia delle collezioni pubbliche e private, per evitare il saccheggio ed il contrabbando”, ha commentato, segnalando che la UNESCO ha un ruolo privilegiato per gli aiuti, incamminato allo ristabilimento del suo tessuto sociale mediante la cultura e l’educazione ed anche con il lavoro della scienza  e la comunicazione.

 

Tra gli edifici ed i monumenti distrutti in Haiti, ci sono il forte  Jacques, costruito nel 1804; il Palazzo Nazionale, opera dell’architetto  George Baussan e inaugurato nel 1924, la cattedrale di Notre-Dame, del 1912, e la chiesa  del Sacro Cuore  di Turgeau, inaugurata nel 1908.

 

Inoltre la chiesa  Saint Louis (1880), a Turgeau; la chiesa  San Joseph, a la Croix de Bossales (1876); la chiesa Saint-Gerard de Carrefour-Feullé, nel centro storico di Puerto Príncipe, ed il Palazzo dei Ministeri (1891), tra gli altri.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

Salvato un haitiano sopravvissuto

 

per 27 giorni sotto le macerie

 

10 febbraio 2010 - www.granma.cu (cd)

Un haitiano di 28 anni è sopravvissuto per più di 3 settimane sotto le macerie causate dal sisma del passato 12 gennaio. Il medico che ha assistito il giovane ha affermato che si tratta di una cosa “incredibile”.

 

“È incredibilmente uscito dopo 27 giorni. È incredibile e siamo orgogliosi di averlo qui” ha affermato Dushyantha Jayaweera, dottore della tenda-ospedale dell’Università di Miami a Port-au-Prince.

 

Il giovane, che si chiama Evans Monsigrace, ha detto ai medici del centro di assistenza universitaria che al momento del terremoto stava cucinando del riso.

 

“Oggi è vigile, ha capacità di orientamento”, ha detto il medico. “La sua prognosi è buona”, ma ad ogni modo, fino ad ora, non è stato possibile comprovare il racconto di Monsigrace, ne tanto meno capire come abbia potuto sopravvivere per tanto tempo senza acqua.

 

Il ragazzo è stato portato lunedì all’ospedale e trattato nel reparto di urgenza.

 

“Ieri, intorno a mezzogiorno, il paziente è stato portato qui dalla famiglia. Era in stato confusionale ed evidentemente disidratato” ha raccontato Jayaweera, mentre la madre ha riferito che il giovane è stato trovato da un gruppo di persone che stavano spostando le macerie, e che hanno immediatamente avvisato i fratelli.

 

Nel frattempo, il dottore ha spiegato che non si sa bene cosa aspettarsi dalla ripresa del paziente, ma anche che il giovane non ha riportato danni agli organi interni.

 

“Credo che questo ci dica molto sulla gente che non abbandona i suoi cari e che continua a cercare mantenendo la speranza”, ha aggiunto il professionista.

 

Lo scorso 12 gennaio Haiti è stato vittima di un devastante terremoto di magnitudine 7,3 nella scala Richter, che ha coinvolto buona parte della popolazione. Fino all’ultimo rapporto ufficiale delle autorità haitiane risalente al 20 gennaio, i superstiti trovati vivi sotto le macerie sono stati 121, mentre superano i 200mila i deceduti.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Circa 200 bambini danneggiati vanno a scuola

nell’accampamento dell’ALBA ad Haiti

 

8 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

Almeno 191 bambini stanno andando a scuola gratuitamente nell’accampamento Simón Bolívar istallato dall’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America (ALBA) fuori da Port-au-Prince, grazie alla collaborazione dell’organizzazione con quella nazione che sta pagando le conseguenze del devastante terremoto di 7,3 gradi Richter del 12 gennaio.

 

Secondo il professore della delegazione cubana di alfabetizzazione Javier Labrada, si sta lavorando assieme ai rappresentanti venezuelani per dare istruzione ai quasi 200 bambini e giovani che sono rifugiati nell’accampamento quando il Governo haitiano ha dovuto sospendere l’attività scolastica per mancanza di risorse.

 

Labrada ha affermato che adesso, con questo piano di alfabetizzazione, “i bambini ed i giovani apprenderanno a leggere dalle 7 alle 13 settimane, dipende dalla frequenza con la quale verranno impartite le lezioni attraverso la televisione”.

 

Il delegato cubano ha indicato che a causa delle condizioni nelle quali vertono i bambini, si potranno dare loro fino a 2 tele-lezioni diarie, diminuendo il tempo dell’apprendimento.

 

L’inviata speciale di teleSUR Patricia Villegas, ha raccontato che alcuni di quei giovani non hanno mai ricevuto istruzione, e che, per la maggior parte, non sapevano ne leggere ne scrivere.

 

L’accampamento Simón Bolívar 1 è stato il primo rifugio istallato dall’ALBA per ospitare 2000 sfollati. Le capanne hanno bagni e acqua potabile per offrire la maggiore comodità. Il tendone si trova nella località di Leoganne, approssimativamente a 50 Km da Port-au-Prince, luogo di attività agricola, che ha sofferto una grandi danni a causa del movimento tellurico.

 

Attualmente esiste un secondo accampamento chiamato Alejandro Petión, sempre ubicato nel paesino di Leoganne, nel quale si sono istallate 15 tende in più che stanno dando un rifugio, ognuna delle quali ha la capacità di alloggiare 4 famiglie.

 

Oltre a questo, si sono innalzate altre 13 tende che stanno dando rifugio a 118 famiglie. Ciò vuol dire che più o meno 700 persone hanno in questo momento un tetto provvisorio. Anche in questo accampamento si è creata una tenda di alfabetizzazione.

 

Labrada ha affermato che ad ora stanno funzionando due accampamenti degli 8 previsti, e che in ciascuno verrà installata la tenda-scuola per le persone che vogliano cominciare a ricevere un’educazione decorosa.

 

Così come per l’assistenza educativa, si sta fornendo nei rifugi anche assistenza medica ed alimentaria proveniente dalle collaborazioni ricevute dalle nazioni membro dell’ALBA.

 

Haiti è stata colpita da un forte terremoto che ha provocato la morte di almeno 212mila persone e che ha lasciato senza tetto 3 milioni di persone secondo la Croce Rossa Internazionale.

 

Fino al febbraio passato, gli accampamenti Simón Bolívar e Alejandro Petión avevano assistito circa 10mila persone, inclusi i casi di emergenza, visite e vaccini.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

212000 morti accertati in Haiti

 

6 febbraio 2010 - Daniel Lozano www.granma.cu Frammento da Publico

 

"Tutto questo ha una dimensione inconcepibile". Ed è così!

 

Il capo civile della missione delle Nazioni Unite in Haiti, il cileno Edmond Mulet, ha riassunto in due parole quello che noi giornalisti cerchiamo di dettagliare usandone centinaia.

 

Mentre le scavatrici lavorano lentamente tra migliaia di tonnellate di macerie, una minima parte di quel che è crollato, si sommano i morti della più grande catastrofe naturale dallo tsunami del 2004.

 

Il primo ministro , Jean-Max Bellerive, è incaricato di comunicare queste cifre: 212000 vittime è il totale di sabato 6 e poi le solite frasi.

 

"Non sono sommati i morti seppelliti direttamente dalle famiglie, quelli bruciati per evitare epidemie e soprattutto le migliaia ancora sotto le macerie. Nel mondo dei vivi sono più di 300000 i feriti che necessitano assistenza sanitaria e di loro 4000 sono amputati.

 

E 1100000, quelli rimasti senza casa dopo la catastrofe. Tutti dormono negli accampamenti dei senzatetto o ai piedi di quella che era la loro casa. Il governo parla di due milioni, sommando chi non aveva casa anche prima del terremoto.

 

Questa è l’Haiti che ha incontrato Bill Clinton, ex presidente degli USA, dopo aver accettato l’incarico d’inviato speciale della ONU.

 

"Questo è uno dei peggiori disastri mai visti", ha confermato, e questa è la ricetta che ha trasmesso al presidente Preval e a Mulet: "Che Haiti abbia una sua propria economia", e "Conseguire più fondi."

 

Clinton è atterrato con l’idea di tappare i buchi nel lavoro della comunità internazionale e con il compito d’incontrare altri fondi per il programma "Cibo per lavoro", grazie al quale si remunerano, con cinque dollari al giorno, 3200 haitiani impegnati a sgombrare e sistemare infrastrutture danneggiate.

 

"Il compito di Clinton è enorme", ha detto chiaramente Ban Ki-moon, chiedendogli d’essere il coordinatore della pioggia di aiuti internazionali.

 

"Un’opportunità storica! È giunto il tempo di guidare i principi di una miglior ricostruzione", ha detto ancora il segretario generale della ONU.

 

Un altro membro delle Nazioni Unite, Cephas Lumina, ha criticato fortemente il Fondo Monetario Internazionale, che ha concesso ad Haiti un prestito di 114 milioni di dollari.

 

"Haiti ha necessità urgente di aiuti senza condizioni e non di nuovi prestiti", ha sottolineato questo specialista in debiti esteri e diritti umani.
 

 

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La buona distribuzione degli aiuti negli

accampamenti dell’ALBA in Haiti

 

4 febbraio 2010 - Enrique Torres www.granma.cu

 

In mezzo al disordine che regna nella distribuzione degli aiuti internazionali in Haiti, i primi accampamenti della Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America – ALBA - evidenziano che è possibile far terminare il caos.

 

Nella località di Leoganne già funzionano due delle otto comunità che l’ALBA prevede di costruire nel paese ed una delle caratteristiche è lo spirito di cooperazione tra la popolazione, i cui leader organizzano equamente la ripartizione dei desiderati aiuti.

 

Ogni mattina gli attivisti popolari si riuniscono in una sorta di consiglio comunitario ed adottano decisioni sulla dinamica della vita nell’insediamento e come portare ad ognuno gli alimenti.  

 

Prensa Latina ha visto giungere le provviste: riso, fagioli, latte, zucchero, olio, pesce e pasta  e a differenza dell’anarchia che regna in vari punti della capitale, la distribuzione avviene per famiglie.

 

Si nota lo spirito di cooperazione: i fagioli giungono, prodotti dall’impresa ALBA, dal Nicaragua; il latte in polvere dal Venezuela, tutto coordinato dalle Forze del Lavoro Haiti, incaricate da Chávez di stabilire gli accampamenti.

 

Anche se le famiglie rimaste senza tetto vivono in accampamenti, si respira un ambiente d’armonia nel quale non ci sono accaparramenti, un’atmosfera distante da quella di Port au Prince.

 

Bambini con gli aquiloni, madri che lavano o cucinano, uomini che lavorano le terre vicine con la mente verso il futuro, sono le scene che si vedono qui.

 

Negli accampamenti Simón Bolívar  e Alexandre Petion si pensa  che i bambini possano continuare a studiare, gli analfabeti ad imparare a leggere e scrivere e che i cittadini debbano avere i mezzi e gli spazi per la ricreazione, ricette adeguate per arrestare lo stato di tensione psicologica d’una popolazione che ha nella mente le sequele del terremoto.

 

Nel primo accampamento di rifugiati è stato realizzato un censimento che include la distribuzione della popolazione per sesso, età, livello scolastico ed anche per le prime 10 cause d’assistenza medica, tra le quali le infezioni respiratorie acute e le infezioni della pelle.

 

L’attenzione alla salute è garantita da un consultorio venezuelano e da un ospedale da campo cubano situato a pochissimi chilometri.

 

A queste comunità disegnate per ospitare duemila persone ognuna, si avvicinano cittadini di altri paraggi in cerca di rifugio, perchè sta circolando la notizia che in questi angoli di Leoganne risorge la speranza.

 

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La tragedia di Haiti:

 

più di 200000 i morti 

 

3 febbraio 2010 - Raimundo López www.granma.cu

 

USA: ripreso il ricovero di
feriti gravi di Haiti in Florida

 

Gli Stati Uniti hanno riannodato l’evacuazione sanitaria in Haiti, dopo  vari problemi su chi deve pagare le spese.

Ad Haiti le forze militari degli USA hanno ripreso l’evacuazione sanitaria delle vittime del terremoto, gravemente lesionate, dopo una sospensione di cinque giorni per un problema di costi.

I voli per la Florida si erano interrotti dopo che un funzionario statale di questo Stato ed il Governo Federale avevano discusso su chi doveva pagare le spese per questi feriti. 

Alcuni osservatori hanno segnalato l’intenzione del Governatore della Florida, Charlie Crist, d’essere nominato dai repubblicani del Senato come elemento determinante per il ruolo, ma poi lunedì 2, Crist ha negato di non voler soccorrere le vittime di Haiti.

Il Governatore Crist ha dichiarato: “La Florida non ha mai detto che non voleva ricevere più gli haitiani; la sola cosa che abbiamo detto è che dovevamo valutare come ricevere aiuti per continuare ad assistere i nostri amici dell’isola, e questo è accaduto oggi”.

L’elevatissimo numero di morti, ormai più di 200000, conferma l’impressionante peso della tragedia che si è abbattuta su Haiti con il terremoto che ha devastato la capitale, Port au Prince.

 

Questi dati terribili sono stati riferiti dal Primo Ministro, Jean Max Bellerrive, durante un intervento nel Senato, che conta due morti tra i suoi membri.

 

Bellerrive ha anche precisato che la cifra non include i cadaveri ancora sotto le macerie, nè le vittime seppellite dalle famiglie.

 

Il terremoto di sette gradi della scala Richter, ha lasciato anche 190000 feriti, molti amputati, un elevato numero di orfani e tre milioni e mezzo di danneggiati.

 

La catastrofe, considerata la peggiore nella  storia del paese,  ha distrutto edifici emblematici come il Palazzo Presidenziale e la sede del Parlamento e migliaia di case, oltre alla maggioranza delle scuole e degli ospedali.

 

Il Primo Ministro ha proposto ai senatori la creazione di un gabinetto per affrontare l’emergenza e la ricostruzione del paese. 

 

Sia il governo che il Parlamento, 99 deputati e 28 senatori, si riuniscono in luoghi provvisori dopo i danni subiti dalle sedi abituali.

 

La difficile situazione ha portato alla sospensione delle elezioni legislative  programmate per il 28 febbraio ed il 3 di marzo, ha annunciato il Consiglio Elettorale Provvisorio.

 

In un breve comunicato, l’organismo ha precisato che vari dei suoi dipendenti sono morti per il terremoto e che una parte importante delle sue installazioni è  stata seriamente danneggiata; tra queste la sede principale.

 

Intanto continuano gli interrogatori di un giudice ai membri di un gruppo di 10 nordamericani che sono stati arrestati mentre cercavano di far uscire illegalmente dal paese 33 bambini  senza documenti.

 

La ministra alle Comunicazioni, Marie Laurence Jocelyn Lassegue, ha informato che il magistrato ha conversato con le cinque donne del gruppo e che domani lo farà con i cinque uomini. Le prove saranno presentate a un procuratore del Distretto, per far sì che decida se si presenteranno accuse contro gli statunitensi, che dicono di far parte di un’associazione religiosa del Idaho Dopo il terremoto il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia ha allarmato sul traffico dei bambini di Haiti per presunti processi d’adozione

 

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Almeno 100000 i bambini

 

feriti nel terremoto di Haiti 

 

28 gennaio 2010 - Vivian Collazo www.granma.cu

 

Esperti statunitensi hanno indicato che almeno 100000 bambini haitiani hanno riportato ferite nel terribile terremoto  che ha colpito Haiti il 12 gennaio scorso.

 

Uno studio dell’Università del Sud della California indica che la cifra dei minori lesionati è straordinariamente alta, e che i principali problemi che presentano sono traumi addominali, danni alla colonna vertebrale, ansia, asma, ustioni e fratture.

 

L’investigazione  segnala anche che almeno mille bambini presentano lesioni per schiacciamento.

 

I dati statistici sono molto importanti per molte e varie ragioni, ma in questo caso possono facilitare l’organizzazione degli aiuti medici e degli strumenti da portare al luogo del disastro, hanno dichiarato gli autori del lavoro.

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite  - ONU - stima che sono almeno 194000 le persone ferite e che ci sono circa 112000 morti per il terremoto che ha devastato la capitale haitiana.

 

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Haiti senza il suo

Palazzo Nazionale

 

27 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández e Juvenal Balán www.granma.cu

 

Dicono che il solo edificio maestoso della capitale di Haiti era il suo Palazzo Nazionale, una costruzione superba e bianchissima che era anche un altro paradosso di questa terra d’enorme povertà e brillava con lo stile del regale Petit Palais di Versalles.

 

La storia racconta che il Palazzo Nazionale  fu costruito in cinque anni, ma che è bastato meno di un minuto per distruggerlo.

 

Il terremoto del 12 gennaio ha colpito senza pietà questo simbolo della nazione haitiana.  

 

Granma ma è giunto sino alle sue macerie ed ha parlato con Fritz Longchamp, Ministro della Presidenza, che nel momento del nostro arrivo lavorava assieme al suo gruppo in un improvvisato ufficio all’ombra di un albero.

 

A poche ore dalla tragedia e quando non si conosceva ancora  l’enormità dei danni, già tutti immaginavano che se le scosse avevano fatto crollare il Palazzo, non si poteva certo sperare il contrario con le costruzioni più fragili. 

 

Quando siamo stati lì, anche gli elicotteri facevano tremare le pareti lesionate.

 

Longchamp ha spiegato che le tre cupole dell’edificio sono distrutte: quella della destra e la centrale sono cadute giù e quella di destra è crollata in avanti.

 

L’ufficio del presidente René  Preval, la sala del Consiglio dei Ministri, l’ufficio della Prima Dama e la sala delle conferenze sono state sepolte, quando il tetto è crollato giù. Il padiglione centrale di colonne è demolito.

 

Durante il terremoto sono morte quattro persone nell’edificio centrale del Palazzo ed altre nove nella Caserma  della Guardia del Presidente, oggi  quasi in rovina.

 

I calcoli preliminari parlano di una distruzione del 30% e la proposta è riparare invece di demolire, dato che non esistono problemi strutturali.  “Vogliamo ricostruire le cupole, ha detto Longchamp,  ma stavolta saranno resistenti ai terremoti”.

 

Per questo sono stati convocati gli specialisti haitiani dell’Istituto Nazionale del Patrimonio che, assieme ad ingegneri ed architetti giapponesi e nordamericani faranno risorgere il Palazzo.

 

In questi giorni si sta realizzando una valutazione delle strutture e dei valori patrimoniali che sono ancora sotto le macerie. 

 

Il Ministro della Presidenza, anche se molto addolorato per la tragedia, ha sottolineato che il Palazzo e molto vincolato all’identità nazionale di Haiti, come la sua Bandiera  ed il suo Scudo.

 

 

APPUNTI DI UN PALAZZO

 

 

Il Palazzo Nazionale è stato costruito nel 1918 e disegnato da Georges Baussan, famoso architetto haitiano che realizzò i suoi studi nella Ecole d’Architecture di Parigi. Sei anni prima, l’8 agosto del 1912, una bomba aveva distrutto il primo edificio nazionale, durante un attentato al presidente Cincinnatus Le conte.

 

Come altri immobili di Haiti,  il Palazzo di Baussan fu costruito seguendo i precetti dell’ architettura del rinascimento francese.

 

Prima del terremoto mostrava tre  livelli e nel padiglione d’entrata aveva un portico con quattro colonne ioniche.

 

 

EMBLEMI DISTRUTTI

DAI TERREMOTI

 

 

Nel 1842 un terremoto fece crollare i due principali simboli culturali ed architettonici di Haiti: una parte della fortezza  La Citadelle e quasi tutto il  Palazzo del Sans Souci, tutti  e due a  Cabo Haitiano, nel nord del e 168 anni  dopo il peggior terremoto mai registrato nei Caraibi  ha danneggiato altri due emblemi:  la Cattedrale di Haiti ed il suo Palazzo Nazionale.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Fermo, per il momento, il corso scolare

e la campagna di alfabetizzazione

Il Segretario di Stato per l’alfabetizzazione ha elogiato la cooperazione cubana con il popolo haitiano

 

26 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández e Juvenal Balán www.granma.cu

 

Sean Penn è in Haiti e propone di collaborare con l’ALBA

 

Il Presidente venezuelano Hugo Chávez ha informato, lunedì 25, a Caracas, che ci sono personalità che desiderano lavorare con l’ALBA e tra queste ha nominato l’attore del cinema  Sean Penn.

In una riunione straordinaria dell’ALBA, Chávez ha riferito che  Penn lo ha chiamato telefonicamente perchè i membri di un gruppo della sanità degli Stati Uniti con i quali lui si trova  in Haiti desidera coordinare azioni con l’ALBA per assistere le vittime del terremoto che ha devastato questa nazione lo scorso 12 gennaio.

Sean Penn ha preso un aereo in compagnia dell’Armata degli Stati Uniti, per distribuire più di mille bottiglioni di acqua e varie tonnellate di alimenti.

La stella del cinema - ha vinto due Oscar - ha vistato Haiti in compagnia d’una imprenditrice con cui ha creato una fondazione privata a favore delle famiglie di Haiti.

Sean Penn starà in questa nazione tutto il tempo necessario, per lavorare  e verificare che tutti i viveri che giungono dagli USA giungano alle persone che più li necessitano.

A due settimane dal terremoto che ha devastato la capitale haitiana, l’anno scolastico continua interrotto, e si è deciso per il momento di interrompere anche la campagna di alfabetizzazione, secondo quanto ha informato Carlos Joseph, segretario di Stato per l’Alfabetizzazione di Haiti.

 

Si stanno ancora valutando i danni provocati dal terremoto alle risorse della campagna di alfabetizzazione.

 

Ha detto Joseph che il sisma ha totalmente distrutto il Ministero dell’Educazione, e tutti i documenti sono rimasti sotto le macerie, dove ci sono ancora cadaveri intrappolati e molti lavoratori permangono ricoverati in ospedale. “Dal punto di vista umano, materiale, e finanziario sarà molto difficile riaprire le istituzioni scolastiche nei prossimi giorni. Ma la decisione del Governo è che aprano le porte il prima possibile”.

 

Sulla campagna di alfabetizzazione ad Haiti, paese con più di tre milioni di analfabeti, ha precisato che si posporrà l’applicazione del programma nei dipartimenti più danneggiati, e si valuterà con gli specialisti cubani la possibilità di riprenderli posteriormente.

 

In questi momenti il Governo dà la priorità a impegni più urgenti e vari ministeri si stanno rio-orientando verso altri lavori. Per esempio, ha spiegato, la Segreteria dello Stato per l’Alfabetizzazione è adesso responsabile del recupero della città di Carrefour, luogo duramente colpito dal terremoto.

 

Nella campagna di alfabetizzazione lavorano 25 cubani, 12 nella città di Port-au-Prince. Per noi il loro aiuto è un aiuto pratico, che ha un’importanza capitale. Adesso, e da prima della catastrofe, continuiamo ad apprezzare la loro solidarietà verso di noi.

 

Questa non è solo una mia valutazione, ma anche il Consiglio dei Ministri apprezza molto la collaborazione haitiano-cubana.

 

Cuba collabora con Haiti in materia di educazione dal 1998.

 

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Il Governo haitiano ha interrotto

 

i lavori di ricerca dei sopravvissuti

 

22 gennaio 2010 - www.granma.cu (jr)

 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite  ha informato, sabato 23, che il  Governo di Haiti ha considerato terminata la tappa di ricerca e riscatto di eventuali sopravvissuti del tragico terremoto che ha colpito questa nazione, e che ha lasciato più di 111000 morti, anche se la popolazione sostiene che ci sono ancora persone vive sotto le macerie.

 

Almeno 132 persone sono state incontrate vive dai gruppi internazionali di ricerca e riscatto, dal 12 gennaio, il giorno del terremoto  di 7.3 gradi che ha fatto tremare la nazione. 

 

Due persone sono state salvate venerdì 22: una donna di 82 anni ed un uomo di 22, estratti dalle macerie di Port au Prince, dieci giorni dopo  la catastrofe.

 

Alla grave situazione si somma l’inefficiente attenzione data ai 60.000 e più danneggiati che chiedono aiuto e reclamano  che le centinaia di tonnellate di aiuti non giungono dove dovrebbero.

 

I saccheggi ed i furti hanno provocato il caos nella capitale e ci sono state due vittime degli spari della polizia, che voleva allontanare i saccheggiatori che cercavano alimenti e vestiti tra le macerie.

 

Nel comunicato del Ministero degli Interni di Haiti, si specifica che sino al momento il bilancio dei morti si situa in 11499, con più di 11000 case completamente distrutte e 32321 danneggiate.

 

Inoltre 55000 famiglie sono state danneggiate dal terremoto.

 

Nelle prossime settimane si realizzeranno diversi incontri di leader  del mondo per discutere la ricostruzione di Haiti e dai quali si spera un consenso per migliorare i problemi della distribuzione degli aiuti umanitari, che continua ad essere gestita dai soldati degli Stati Uniti nella zona, nonostante i reclami della comunità internazionale.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

Haiti: vasta operazione per

 

alloggiare i senzatetto

 

22 gennaio 2010 - www.granma.cu

 

Il Governo di Haiti ha lanciato una vasta operazione per alloggiare in differenti punti del paese le migliaia di persone che hanno perduto la casa per il terremoto del 12 gennaio, ha reso noto AFP.

 

“Il Governo ha disposto il trasporto gratis per la popolazione. È una grande operazione: siamo in processo di trasferimento di senza tetto”,  ha detto il ministro haitiano degli Interni,  Paúl Antoine Bien-Aime, spiegando che si creeranno accampamenti per ospitare sino a 10000 persone ognuno.

 

Almeno 500000 vittime del terremoto sono rimaste senza casa, solo nella capitale haitiana di Port au Prince, dove sono stati creati 477 accampamenti improvvisati, ha fatto sapere l’Organizzazione internazionale di migrazione - OIM - con sede a Ginevra.

 

“Abbiamo tre priorità: la prima è continuare ad offrire aiuti umanitari; la seconda garantire la sicurezza e la stabilità ad Haiti e la terza cominciare gli sforzi di ricostruzione”, ha indicato  Ban Ki-moon, segretario generale della ONU, citato da Notimex.

 

Prensa Latina ha informato che l’Associazione degli Stati dei Caraibi - AEC - ha richiamato tutti i creditori internazionali di Haiti perchè cerchino strade per la cancellazione degli obblighi di questa devastata nazione.

 

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Haiti: l’inferno di questo mondo (IV)

 

22 gennaio 2010 - www.granma.cu

 

A Port-au-Prince sento addirittura la mancanza della mia insistente sveglia.

 

Questo ho pensato quando all’alba di ieri mi sono svegliata per una scossa di 6.1 gradi della scala Richter. Lo confesso: tutti ci siamo messi a correre. I pochissimi metri che separano i nostri materassi dalla porta sono sembrati kilometri.

 

E mentre noi correvamo, nella Piazza di Marzo, Jeoncajó Magda alzava le sua mani al cielo e metteva le sue ginocchia sulla terra. Chiedere a Dio di salvarsi in questo nuovo sisma era l’unica cosa che ancora le rimaneva da fare.

 

Così, con le mani alzate ed invocando l’abbiamo incontrata ore dopo davanti alle lenzuola che delimitavano lo spazio nel quale viveva dalla notte di martedì 12. Il giorno del terremoto, ha perso 3 dei suoi bambini, e dopo la replica di ieri, stava ringraziando per essere rimasta viva.

 

Lo stesso ha fatto la piccola Joanny Susel, sveglia dalle quattro della mattina nella piazza, oggi piena di migliaia di persone senza casa. Dice di aver sentito come tutto tremava questa mattina, e di aver allora chiamato Gesù. La piccola racconta che da qualche giorno si lava per strada, e che quando sua madre va a cercare cibo, lei e i suoi fratelli la seguono per tutta Port-au-Prince.

 

Il giorno del terremoto Joanny era a scuola, quarto anno, e sua mamma era andata a prenderla prima. È uscita viva dal collegio, ma i suoi compagni di classe non hanno avuto la stessa fortuna.

 

Con un’innocenza che ferisce, questa bambina dice che la sua città è piena di morti, e che non c’è nessuno ad aiutarli.

 

Pero Joanny è solo una delle migliaia di bambini che soffrono ad Haiti l’inferno di questo mondo. Tra loro ci sono anche io, ed ho avuto una stretta al cuore quando molti mi hanno circondata per dirmi che avevano fame.

 

In tasca avevo due caramelline, ma loro erano più di cinque.

È stata la cosa più triste che ho vissuto fino ad oggi.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

 

L’Assemblea Generale ONU

analizza la catastrofe in Haiti

 

 22 gennaio 2010 - Victor M. Carriba www.granma.cu

 

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite  farà un richiamo internazionale di aiuti immediati sostenibili ed adeguati per Haiti, dopo il terremoto del 12 gennaio che ha devastato quest’isola.

 

Il massimo organo della ONU si riunirà oggi venerdì 22, in sessione plenaria per approvare una risoluzione il cui progetto convoca i paesi membri, gli organi e corpi delle Nazioni Unite, istituzioni finanziarie ed agenzie di sviluppo, ad appoggiare il popolo haitiano.

 

Il testo segnala che si tratta di aiuti immediati sostenibili ed adeguati agli sforzi di soccorso, recupero, riabilitazione, ricostruzione e sviluppo di questo Stato dei Caraibi devastato da un terremoto di sette gradi d’intensità. Inoltre stimola la comunità internazionale ad  assecondare il ruolo della ONU per il coordinamento dell’assistenza di Haiti e del suo governo, per poter garantire una risposta coerente all’emergenza umanitaria.

 

Il testo indica l’alto numero di morti, feriti e danneggiati, il severo impatto della tragedia sulla salute della popolazione e le grandi perdite materiali in edifici e infrastrutture di base nella capitale e nel resto del paese.

 

In questo senso esprime preoccupazione per le conseguenze del disastro a medio e lungo termine, in materia di sviluppo sociale ed economico.

 

Elogia la pronta risposta, l’appoggio,  il contributo e l’assistenza offerta dagli Stati membri della ONU, dalla comunità internazionale, la società civile, il settore privato e le persone singole di fronte alla tragedia.

 

Uno dei punti del progetto rende omaggio a tutti i membri della Missione delle Nazioni Unite che hanno perso la vita per il terremoto, ed invita a continuare con i lavori di ricerca e riscatto delle vittime.

 

I dati ufficiali più recenti elevano e 61 il numero dei dipendenti della ONU morti (24 militari, 12 poliziotti e 25 lavoratori civili) e a 180 gli scomparsi.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

L’Italia invia portaerei-ospedale
verso Haiti

 

21 gennaio 2010 - www.granma.cu (pl)

 

La portaerei italiana Cavour è partita l’altro ieri verso Haiti con materiale e personale medico per assistere alle vittime del terremoto avvenuto il 12 gennaio. La nave è equipaggiata con tre sale chirurgiche ed altre per la terapia intensiva, ustionati, rianimazione e feriti, oltre ad un equipe di Risonanza Magnetica ha informato il giornale La Repubblica.

 

L’equipe di assistenza medica è composta da cinque dottori specializzati in chirurgia, cardiologia, anestesia, ortodonzia e psicologia, e da 29 paramedici.

 

Il carico del Cavour sarà rinforzato in uno scalo in Brasile, con militari di quel paese che, assieme ai colleghi italiani, lavoreranno nelle operazioni di sgombero, per i quali l’aereo trasporta macchine specializzate e camion.

 

Completano l’invio sei elicotteri a fini sanitari e generatori elettrici per la popolazione di quell’isola caraibica. La portaerei arriverà ad Haiti in 10 giorni, con 800 persone a bordo, tra personale medico, ingegneri ed equipaggio.

 

Questa è la prima missione di quella che si considera la migliore costruzione navale italiana del post-guerra, e che è stata buttata in acqua il 20 luglio del 2004, ma messa in completa disposizione operativa solo il 10 giugno dell’anno passato.

 

Tra le caratteristiche principali del veicolo ci sono la sua capacità di 30 mila tonnellate e le dimensioni di 244 metri di lunghezza e 39 di larghezza con 7,5 di profondità massima del casco.

 

La missione umanitaria del Cavour rientra nella risposta europea alla tragedia e differisce dal ruolo che stanno giocando i militari statunitensi ad Haiti, il cui protagonismo è criticato da molti politici, anche tra gli alleati, che considerano che non si sta dando la priorità alla tragedia.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Salvataggi ad Haiti

 

21 gennaio 2010 - www.granma.cu (cd)

 

SALVATA UNA NEONATA AD HAITI

Una neonata di 23 giorni è stata tirata fuori viva dalle macerie di una casa di Jacmel, nel sud di Haiti, da tre equipe di salvataggio francesi dopo cinque ore di lavoro.

 

La piccola, che si trova in buone condizioni, è stata trasportata in una tenda-ospedale statunitense per essere visitata.

 

Secondo l’ONU, i soccorritori hanno salvato in tutto 121 persone dalle rovine delle case crollate a causa del sisma che ha colpito Haiti il 12 gennaio.

 

 

RITROVATA VIVA UNA GIOVANE SOTTO

LE MACERIE DI UN SUPERMERCATO

 

 

Un operatore italiano, Cristiano Mascaro, che ha partecipato nel salvataggio ha raccontato che una giovane è stata ritrovata viva sotto le macerie di un supermercato a Puerto Principe, capitale di Haiti. 

 

Natalie è si trovava sotto le rovine dell’Olympic Market, nel centro della capitale haitiana.

 

“Ho parlato con lei per tutto il tempo, e mi ha detto di non aver bevuto ne mangiato nulla per sette giorni. Mi ha colpito la tranquillità che aveva nel parlare”, ha raccontato Mascaro alla stampa locale.

 

 

SALVATA ANZIANA TRA LE

MACERIE DELLA CATTEDRALE

 

Tutti lo definiscono un miracolo: un’anziana è stata salvata dalle macere della Cattedrale di Puerto Principe dai vigili del fuoco messicani che si sono emozionati nel vedere che cantava quando è emersa dalla chiesa crollata.

 

I salvatori si sono abbracciati tra le lacrime mentre la settantenne, coperta di polvere, veniva fatta sedere su un lettino improvvisato, dove le hanno fatto una flebo e le hanno dato una coperta per portarla in camion all’ospedale.

 

“Sembra che i soccorritori si comunicassero con le e che le dessero acqua attraverso un tubo”. Stava cantando quando è apparsa. Tutti hanno applaudito e celebrato”, ha raccontato Sarah Wilson, dell’organizzazione britannica Christian Aid.

 

“È stato un qualcosa di incredibile da vedere. Nessuno poteva credere che fosse ancora viva”.

 

Anna Zizi è stata salvata dalle macerie alle 15:30 ora locale, due ore prima che si compisse una settimana esatta dal terremoto di 7 gradi di magnitudo che ha distrutto la capitale haitiana con un saldo, ancora aperto, di 75 mila morti.

 

“Non ho mai perso le speranze, mai. Abbiamo pregato molto”, ha assicurato il figlio di Zizi, Maxime Janvier, intervistato negli Stati Uniti dalla catena CNN poco dopo aver saputo di sua madre.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

 

Forse sono 200000

i morti in Haiti 
Le città periferiche contano solo sulle proprie risorse

 

20 gennaio 2010 - www.granma.cu (PL)

 

Le autorità di Haiti affermano che sono morte almeno 200.000 persone per il terremoto che ha devastato l’isola di Haiti, e che un milione e mezzo è rimasto senza casa. 

 

Forse sono 200.000 i morti in Haiti La cifra dei morti aumenta mentre le agenzie degli aiuti umanitari lottano per distribuire alimenti ed acqua a coloro che ne sono necessitati.

 

Il Programma Mondiale degli Alimenti ha detto d’aver dato cibo a centomila persone a Port au Prence in una giornata, cioè ad una parte dei tre milioni di persone che necessitano assistenza.

 

Sino ad ora gli sforzi degli aiuti  si sono concentrati nella capitale, mentre gli abitanti delle zone periferiche, come Carrefour e Leogane dipendono dalle proprie risorse. 

 

La mancanza di combustibile rende difficili i compiti di assistenza,  e mentre molti haitiani fuggono nelle  campagne, centinaia di famiglie si sono stabilite in un accampamento provvisorio nella piazza di Saint Pierre, nel distretto Petionville di Port au Prence. 

 

IL SINDACATO DELLA SALUTE

AI COOPERANTI CUBANI 

 

 

Il Sindacato Nazionale della Salute di Cuba ha trasmesso un messaggio ai membri della brigata medica e al contingente Henry Reeve per l’esempio che danno al mondo d’amore al prossimo e solidarietà, promossi dalla Rivoluzione cubana.

 

María del Carmen Rodríguez Reyes, segretaria generale di questa organizzazione, ha definito come una vera prodezza quello che stanno realizzando i cooperanti di questa missione, che non si può paragonare con le altre che hanno già affrontato in varie nazioni del mondo.

 

La dirigente ha segnalato che è impressionante vedere come i cooperanti cubani lavorano in Haiti con abnegazione, senza  riposo, come rischiano la vita nell’attenzione ai feriti, tutti fatti che riempiono d’orgoglio il popolo cubano e pongono in alto la solidarietà della Patria.

 

Rodríguez Reyes ha lodato questi collaboratori della salute a nome della Centrale dei Lavoratori di Cuba del Sindacato Nazionale della Salute, e della umanità intera

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

PMA: riserve alimentarie saccheggiate

a Porto Principe

 

19 gennaio 2010 - www.granma.cu (PL)

 

Gli aiuti cominciano ad arrivare molto lentamente a più di 48 ore dal terremoto. Voli di aiuti sono stati sviati per più di cinque ore giovedì per mancanza di spazio e combustibile nell’aeroporto di Porto Principe. Oggi, il Programma Mondiale di Alimenti (PMA) ha informato che i suoi depositi nella capitale haitiana erano stati saccheggiati. Le Nazioni Unite hanno previsto di fare un appello urgente per richiedere 550 milioni di dollari di aiuto per l’emergenza. I primi soldati statunitensi sono cominciati ad arrivare ad Haiti nella prima ondata di uno spiegamento previsto di oltre 5500 effettivi di questa nazionalità. Giovedì, il Presidente Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti, inizialmente, regaleranno ad Haiti 100 milioni di dollari.

 

Il Presidente Obama ha dichiarato: “Il primo invio dei nostri lavoratori è arrivato ieri. L’equipe di ricerca e di riscatto stanno lavorando adesso notte e giorno per salvare vite. Continueranno ad arrivare più contingenti importanti di somministri. Questa mattina ho annunciato l’invio immediato di 100 milioni di dollari per appoggiare gli aiuti nei primi giorni di crisi. La maggior parte del denaro si spenderà per le necessità elementari: equipe di salvataggio, cibo, acqua, medicine.

 

Questo investimento aumenterà con gli anni durante i quali aiuteremo i nostri vicini a intraprendere quello che sarà un recupero di lungo periodo”.

 

Bush co-presiederà gli aiuti ad Haiti, anche se tagliò gli aiuti a tale paese e appoggiò il golpe contro Aristide

 

Nel frattempo, Obama ha annunciato anche di aver chiesto agli ex-presidenti George W. Bush e Bill Clinton di presiedere congiuntamente l’iniziativa statunitense di aiuti ad Haiti. Durante il suo primo mandato Bush tagliò gli aiuti necessari all’urgenza in Haiti ed appoggiò il rovesciamento del presidente Jean-Bertrand Aristide. Il padre di Bush, l’ex presidente George H.W. Bush appoggiò il primo colpo di stato contro Aristide nel 1991. Nel frattempo, Clinton appoggiò la restituzione di Aristide, ma sotto la condizione di dure misure neoliberali. Aristide ha rilasciato dichiarazioni dal suo esilio in Sudafrica.

 

Aristide vuole tornare

 

In piedi, assieme a sua moglie Mildred Aristide, l’ex presidente haitiano ha detto di voler tornare nel suo paese.

 

Così si è espresso Jean Bertrand Aristide: “Come tutti sappiamo, molta gente continua ad essere sepolta sotto tonnellate di macerie aspettando di essere riscattata. Quando pensiamo nella sofferenza, sentiamo profondamente che dovremmo essere lì, ad Haiti, con loro, dando il meglio di noi per impedire le morti”.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Haiti: Lutto Nazionale

di 30 giorni

 

19 gennaio 2010 - Carmen Esquivel Sarría www.granma.cu

 

Più di 70000 morti, 250000 feriti e un milione e mezzo di persone senza casa, sono oggi il saldo preliminare del terremoto che ha devastato la capitale di Haiti e le città vicine, hanno informato le autorità.

 

In accordo con il Segretario di Stato  per l’alfabetizzazione, Carol Joseph, sono già stati seppelliti 70000 cadaveri, anche se la cifra totale delle vittime è ancora molto difficile da stabilire, perchè ci sono ancora migliaia di corpi sotto le macerie.

 

Le autorità e gli incaricati dell’assistenza umanitaria stimano che il numero dei morti potrà raggiungere anche un totale di 150000.

 

Il governo haitiano ha proclamato un lutto nazionale di 30 giorni, in memoria delle vittime di questa catastrofe ed ha imposto lo stato d’emergenza sino alla fine di gennaio.

 

“Questo terremoto è la crisi umanitaria più grave da decenni”, ha dichiarato il segretario generale della ONU, Ban Ki-moon, che ha appena percorso la zona devastata.

 

1700 soccorritori lavorano nel terreno alla ricerca di possibili sopravvissuti e dei corpi sepolti sotto le macerie.

 

Nelle aree di disastro, i medici di vari paesi, tra i quali Cuba, Venezuela e Cile, ed anche haitiani che studiano nella Scuola di Medicina Latinoamericana -ELAM- de L’Avana prestano soccorso.

 

Sei giorni dopo il terremoto le priorità sono salvare la maggior quantità di persone possibile, offrire alimenti, acqua e medicinali ai danneggiati e coordinare gli aiuti esterni, ha detto Ban  Ki-moon.

 

Da lunedì 18 sono aperti 280 centri d’urgenza con capacità per 500 persone, per dare una sistemazione ai senza tetto e offrire loro aiuto.  I centri sono installati nelle pubbliche piazze, nei cortili delle scuole e nelle chiese della capitale e di sei città vicine.

 

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Haiti: l’inferno di questo mondo

 

18 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández www.granma.cu

 

Ad Haiti tutti i giorni della settimana sembrano uguali.

 

Domenica ho aperto gli occhi, e per quelle rare sensazioni che ci accompagnano al risveglio ho pensato di essere nella mia Cuba.

 

In pochi secondi mi sono pianificata il giorno: leggerò un po’, vedrò la televisione, farò colazione tardi. Improvvisamente ho sentito un suono, e, una dopo l’altra, sono tornate le immagini violente. Sono ad Haiti, mi sono detta, i miei piedi continuano a calpestare l’inferno di questo mondo.

 

Sono uscita per strada, e, non so se per ingenuità, ho sperato che le cose fossero migliorate, ma sfortunatamente non è stato così. Migliaia di persone si sono di nuovo svegliate in parchi, senza molto da mangiare o bere, si sono di nuovo lavate nelle pozzanghere della strada, di nuovo hanno pianto per i loro morti, e di nuovo hanno percorso la città alla ricerca delle proprie famiglie. Hanno nuovamente frugato tra i resti per cercare i cari, e sentito la triste puzza; i bambini hanno domandato una volta in più il perché di tanta angustia, e i genitori hanno sollevato gli occhi al cielo in cerca di risposte che ancora mancano.

 

Ogni giorno ad Haiti è un enigma. Ogni immagine shocka. Oggi, nella città di Puerto Principe anche avere una molletta per tapparsi il naso è un privilegio, quelli che non ce l’hanno si mettono nelle narici del dentifricio per non sentire la puzza dei cadaveri. E anche se i cadaveri per strada sono già meno, aumenta il fetore che esce dalle macerie, di fronte alle quali si raggruppano decine di persone quando i servizi di riscatto realizzano l’impossibile per liberare un corpo.

 

I distributori di benzina si sono convertiti in zone di combattimento. Lì, decine di uomini si azzuffano per un po’ di combustibile, immagine identica a quella dei camion che trasportano acqua e cibo.

 

Ed è tanta la desolazione di questa nobile gente che anche i giornalisti ricevono forti risposte: “Non abbiamo bisogno di domande, ma di aiuti”. Allora non resta altra opzione se non girare la schiena e continuare a percorrere l’inferno di questo mondo.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Vertice mondiale per
Haiti a Santo Domingo 

 

18 gennaio 2010 - Raimundo López www.granma.cu (PL)

 

I presidenti haitiano e dominicano, René Preval e Leonel Fernández, ed i rappresentanti di altri paesi realizzeranno oggi una riunione preparatoria del Vertice Mondiale per Haití.

 

La Direzione d’Informazione, Stampa  e Pubblicità della Presidenza ha aggiunto che parteciperà anche la prima vice presidentessa della Spagna María Teresa Fernández de la Vega, che ha ratificato l’impegno dell’Unione Europea - presieduta dalla Spagna in questo primo semestre dell’anno - d’inviare tutti gli aiuti possibili ad Haiti, devastata dal terremoto  martedì 12.

 

Il tema centrale del dibattito della riunione sarà come la cooperazione internazionale per Haiti si trasformi in un progetto a breve e medio termine, precisa la proposta ufficiale, ed aggiunge che i lineamenti generali di questo programma sono già stati analizzati da Fernández, Preval e dal primo ministro di Haití, Jean Max Bellerive, quando, giovedì 14, il presidente dominicano ha visitato Port au Prence.

 

Fernández ha invitato i rappresentanti degli organismi multilaterali come le Nazioni Unite, il Banco Mondiale, la Comunità dei Caraibi (CARICOM), il Banco Interamericano di Sviluppo (BID) ed altre entità di cooperazione regionale. 

 

Il Presidente ha disposto a poche ore dal terribile terremoto, l’invio immediato di aiuti in alimenti, medicine, coperte, personale e  strumenti per soccorrere le vittime della tragedia.

 

La Repubblica Dominicana condivide l’isola La Española con Haití ed ha sentito fortemente il terremoto, pur non riportando vittime o danni di considerazione.

 

La capitale di Haiti è distrutta e le autorità, con gli organismi, stimano che i morti sono decine di migliaia ed almeno 250000 i feriti.

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

Haiti: 50000 morti, 250000 feriti ed

un milione e mezzo di senzatetto

 

16 gennaio 2010 - www.granma.cu

 

“Almeno 50000 persone sono morte e 250000 ferite per il devastante terremoto di martedì ad Haiti”, ha informato il Ministro di Salute Pubblica di questa nazione dei Caraibi, Alex Larsen, in una conferenza stampa riportata da AFP. 

 

Haiti: 50.000 morti, 250.000 feriti e un milione e mezzo di senzatetto   “Quasi 1.5 milioni di haitiani sono senza tetto e la sede del governo è stata trasferita in un commissariato  di polizia  non lontano dall’aeroporto internazionale.  Inoltre tutti i centri sportivi di Puerto Principe sono stati requisiti per essere trasformati in ospedali per curare gli innumerevoli feriti.

 

Il primo ministro haitiano, Jean-Max Bellerive, ha informato che più di 15000 corpi senza vita delle vittime del terremoto sono stati ritirati e sepolti, ed ha riconosciuto che si tratta di un bilancio assolutamente parziale. 

 

Il Segretario generale della ONU, Ban Ki-moon, ha chiesto alla comunità internazionale 550 milioni di dollari in aiuti urgenti, per assistere i milioni di danneggiati dalla catastrofe di Haiti, ha reso noto EFE.

 

“La maggioranza dei fondi è per le necessita più urgenti”, ha detto alla stampa il massimo responsabile delle Nazioni Unite, che ha anche segnalato la generosità dimostrata sinora dalla comunità internazionale. 

 

Il  Venezuela ha inviato ad Haiti un secondo volo di aiuti umanitari: 25 specialisti e 12 tonnellate di medicinali, acqua potabile e alimenti per soccorrere le migliaia di vittime, ha segnalato PL.

 

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Desolazione e morte

 

15 gennaio 2010 - www.granma.cu

 

Il primo ministro di Haití, Jean Max-Berllerive, ha segnalato che l’alto numero di vittime del terremoto di martedì  è provocato dall’alto livello di povertà che obbliga molte famiglie a vivere in case precarie ed in una gran promiscuità.

 

Una nota di PL segnala che la popolazione della capitale di Haiti sta vivendo oggi un’altra giornata d’angoscia, nel caos e la desolazione provocate dal crollo di gran parte della città.

 

L’enormità della tragedia, che non è ancora stata valutata con precisione, supera la possibilità delle autorità, come ha riconosciuto il primo ministro haitiano in una dichiarazione alla stampa.

 

“Manchiamo di risposte di fronte ad un fatto come questo, e dipendiamo dagli aiuti internazionali per affrontare il disastro”, ha detto.  

 

I paesi della regione e di altre parti del mondo, oltre alle organizzazioni internazionali hanno annunciato la mobilitazione di risorse d’emergenza per aiutare le vittime delle catastrofi.

 

Il cubano Joel Melo Torres, che era assistito a Puerto Principe, dov’era stato ricoverato, per la sua gravità, è stato portato in volo a Santiago di Cuba e si trova nell’ospedale  Juan Bruno Zayas, di questo territorio.  

 

Sono tornati a Cuba per lesioni lievi Alberto Bravo Carbonell, capo della  Brigata d’Educazione, e Alina Almeida Rivera, della stessa brigata. 

 

I medici cubani lavorano attivamente, quasi senza riposo, ed hanno già assistito 1987 pazienti ed eseguito 111 operazioni  importanti e 60 minori, in un improvvisato ospedale da campo.

 

Haiti: riflessioni - la solidarietà di Cuba - l'invasione USA?

La tragedia di Haiti

Almeno 7000 cadaveri sono stati sepolti in una fossa comune.

 

Il presidente di Haiti, René Preval, ha informato che a soli due giorni dal devastante terremoto che ha colpito l’Isola di Haiti, 7000 cadaveri sono stati sepolti in una fossa comune. Questa triste notizia l’ha data dall’aeroporto di Puerto Principe, mentre accompagnava il presidente della Repubblica Dominicana, Leonel Fernández, il primo capo di Stato che ha visitato questo povero paese dopo il terremoto. 

 

Il presidente dominicano ha detto che: “Ora l’importante per Haiti  è l’aiuto per seppellire i suoi morti”, e questo è stato confermato dal segretario generale della  Organizzazione degli Stati Americani (OEA), José Miguel Insulza, che ha definito la situazione “desolante”.

 

“Ci sono persone sotto le macerie c’è molta distruzione, ci sono molti feriti, molti senza casa, senza alimenti, senza medicine”, ha detto ancora Insulza.  “Haiti necessita tutti gli aiuti che si vorranno  dare, per affrontare l’emergenza”.

 

Almeno 1500 cadaveri si trovano dentro e fuori dalla morgue del principale ospedale di Puerto Principe, molto danneggiato dalle scosse. 

 

Senza guanti e con batuffoli di cotone imbevuto di alcol per via dell’odore, le famiglie cercano i loro cari  tra montagne di corpi mutilati, seminudi, coperti di polvere e circondati da mosche, con il desiderio di seppellire degnamente i loro cari. 

 

“Centinai di corpi sono sotto le macerie, a un lato delle strade o dentro i veicoli” ha detto  Víctor Jackson, responsabile della Croce Rossa di Haiti, che ha informato che questo organismo calcola che il numero delle vittime è tra 45000/50000, con tre milioni di danneggiati.

 

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Decine di migliaia

di morti  in Haiti

 

14 gennaio 2010 - www.granma.cu (JR)

 

Persone che cercano di riscattare i familiari dalle macerie con le proprie mani, morti stesi per le strade e tanti danneggiati in attesa di aiuti in mezzo alla confusione, sono scene che si ripetono nella capitale di Haiti, dopo il feroce terremoto  di martedì 12.

 

La quasi totale mancanza di comunicazioni ed il collasso delle infrastrutture del paese più povero dell’emisfero hanno reso più difficile l’implementazione di azioni organizzate di salvataggio.

 

Nelle prime ore il primo Ministro Jean Max Bellerive  aveva stimato che le vittime erano più di centomila ed il portavoce della Croce Rossa Internazionale  Paul Conneally, ha calcolato che almeno tre milioni di persone sono state danneggiate.  In un’intervista concessa alla CNN nella notte di martedì,  il presidente Preval ha detto di non poter dire con esattezza il totale dei morti,  perchè era troppo presto per dare cifre precise, ma che la cosa più preoccupante erano tutte le persone da due giorni per la strada,  con l’impossibilità di trasferire i feriti  negli ospedali.  

 

“L’assistenza medica è la prima necessità”, ha aggiunto Preval, che ha ringraziato per gli aiuti di  Venezuela, Cuba, Francia, Stati Uniti, Canada e Repubblica Dominicana, tra i primi e tra i tanti.

 

Tra le vittime ci sono14 membri della Missione di Stabilizzazione della ONU in Haiti (MINUSTAH) —dieci brasiliani,  tre giordani ed un haitiano-  morti sotto le macerie dell’edificio sede crollato, e la lista si apre con  Hedi Annaba, capo del contingente.

 

PL ha informato che altri 56 funzionari della MINUSTAH sono feriti e 150 scomparsi. “ Questo terribile terremoto ci ha colpito  da vicino”, ha detto il capo delle nominate Forze di Mantenimento di Pace della ONU, Alain Le Roy.

 

È morto il Vescovo di Puerto Principe, monsignor Joseph Serge-Miot, il cui corpo è stato trovato tra le macerie dell’arcivescovado, mentre il vicario generale  Benoît Seguiranno, è scomparso  ha reso noto l’agenzia cattolica  Zenit.

La cattedrale cattolica e l’episcopale sono crollate completamente. 

 

È morta anche la coordinatrice della Pastorale per l’infanzia, la pediatra brasiliana Zilda Arns.

 

L’aeroporto sta cominciando ad operare nel mezzo del caos, hanno detto fonti della ONU, anche se con limitazioni, perchè la torre di controllo è molto danneggiata.

 

Mancano acqua e viveri.

 

 

LA SOLIDARIETÀ

MONDIALE

 

 

* I primi aiuti del Venezuela sono giunti a Puerto Principe mercoledì, con un aereo Hércules delle Forze Nazionali Bolivariane, con medicine, acqua potabile, alimenti a lunga durata e 50 uomini e donne specialisti in situazioni di disastri.

 

* Cuba sta lavorando all’invio di nuovi aiuti d’emergenza nella fraterna isola,  che consistono in farmaci e materiale sanitario. Un numero addizionale di medici andrà ad  assistere le vittime.

 

* La Cina ha inviato uno staff  di riscatto di 50 persone oltre ad alimenti, strumenti e medicinali.

 

* Dal Brasile sono partiti due aerei con 11 tonnellate d’acqua e dieci di alimenti, ha reso noto ANSA.

 

* il Messico sta inviando i suoi primi aiuti e che

 

* la Francia ha inviato 65 specialisti in raccolta di macerie. 

 

* La Spagna ha mandato tre aerei con cento tonnellate di tende, coperte e tre milioni di Euro, ha reso noto AP ed altri paesi europei hanno annunciato aiuti.

 

* Uno staff canadese di riconoscimento  valuterà le necessità sul terreno.

 

* Il Gruppo di Río, ha informato EFE,  ha manifestato la sua solidarietà con Haiti in una dichiarazione diffusa dalla Segreteria delle Relazioni Estere del Messico, che svolge la funzione di segreteria pro-tempore  dell’organizzazione.

 

* Dalla Santa Sede, il Papa Benedetto XVI ha richiamato alla solidarietà “per questi  fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore”. La chiesa cattolica aiuterà i necessitati dalle sue istituzioni di carità.

 

* Il Consiglio di Sicurezza della ONU ha espresso la sua solidarietà e l’Assemblea Generale ha svolto una sessione informale  per ascoltare un riassunto da parte del massimo responsabile,  Ban Ki-Moon, sull’evoluzione dei fatti dopo la catastrofe.

 

* Da Washington è giunta la notizia che  segretaria de Stato, Hillary Clinton, ed il capo del Pentagono, Robert Gates, hanno alterato i loro viaggi programmati ed il  Comando Sur ha annunciato l’invio di 30 militari, tra i quali ingegneri militari, pianificatori d’operazioni e specialisti in comunicazione, tra gli altri.

 

* L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha offerto sostegno ad Haiti ed ha espresso le sue sentite condoglianze al popolo di quella nazione caraibica aggredita da un feroce terremoto.

 

* In un comunicato officiale, la direttrice generale dell’UNESCO, Irina Bokoya, ha manifestato la sua tristezza ed il suo dolore per quanto avvenuto ad Haiti ed ha ribadito che le vittime della catastrofe riceveranno appoggio da quest’agenzia dell’ONU.

“Le informazioni sui danni causati dal sisma sono sconvolgenti. (…) Mi impegno per far sì che la nostra Organizzazione faccia tutto il possibile per aiutare la popolazione e per far fronte a questo terribile evento”, ha affermato.

D’altra parte, l’UNESCO ha ammesso che con grande ansia sta aspettando di avere notizie del suo gruppo di Porto Principe, la capitale di Haiti, del quale fino ad ora non si conosce nulla. L’ufficio dell’UNESCO di Porto Principe ha un effettivo di 14 impiegati, dei quali non ci sono notizie per adesso.