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Ai medici cubani Questo testo è stato inviato a Granma dal noto cantautore portoricano Danny Rivera, assieme alla registrazione di una canzone dedicata al popolo haitiano |
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27 febbraio 2010 - Danny Rivera www.granma.cu
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I medici cubani e la loro opera umanitaria in Haiti, hanno dato al mondo un degno esempio di dedizione fraterna, generosità umana ed alta professionalità, con una grande esperienza in medicina e puro amore per il prossimo, azioni che vanno ammirate e divulgate da tutti i media di comunicazione del pianeta, anche se questi medici non lavorano per ricevere ringraziamenti, indubbiamente questi sono la loro sola ricompensa.
Il regalo del servizio che questi angeli della medicina stanno offrendo al popolo di Haiti viene occultato dai media di comunicazione internazionale, che cercano di non far conoscere questa grande dignità spirituale ed umanista, che non si può nascondere dietro l’avarizia ed il morboso egoismo dei grandi consorzi e degli organismi mediatici che sono al servizio della malvagità politica.
Il sorriso di un bambino, una madre che ringrazia, un popolo tormentato che sa chi è l’amico sincero che gli offre la sua mano franca, è come un sole umano che giunge in soccorso, con l’energia del vero sentimento d’amore e rispetto.
Tutto questo annulla l’atteggiamento indifferente dei media della notizia, perchè l’azione dei medici cubani è pura e sta al disopra del male ed elimina con il suo carico d’amore, così forte che porta e trasmette i felici ringraziamenti di chi lo riceve.
Gli haitiani vedono i fatti, che provano che i medici cubani sono lì per curarli, per riscattarli dalle sofferenze senza armi per uccidere, ma con strumenti d’amore fraterno e conoscenza efficiente, per rendere loro la fiducia, il sorriso e la speranza, perchè questi medici sono venuti per curare le ferite fisiche e spirituali. Questo grande lavoro dei medici cubani in Haiti si svolge già da decenni nel paese ed anche nel mondo intero, là dov’è stato richiesto.
Questo sacerdozio della medicina rivendica la professione del medico, che in questi tempi si pratica con il desiderio di grandi guadagni economici, unicamente trasformando il servizio nell’affare della medicina, in cui i pazienti sono trattati come cifre e numeri e si usurpa l’essenza del servizio che dev’essere e si deve offrire: la professione della medicina.
Con questo gesto eroico i medici cubani salvano ed elevano la loro professione sul piedestallo vero del servizio cristiano e nello stesso tempo questa offerta d’amore pone in evidenza il falso umanesimo di coloro che sono giunti in Haiti con armi e carri armati, come se il popolo haitiano avesse dichiarato una guerra.
Guardare le scene degli arrivi dei marine armati sino ai denti, con l’arsenale dell’esercito USA, che giungevano in un paese devastato da un terremoto, con atteggiamento da guerrieri e vedere i caschi blu della ONU scontrarsi contro la popolazione disorientata, che cercava riparo, aiuto e comprensione, contrasta con l’agenda d’azione immediata e senza ritardi, per salvare vite umane, dei soccorritori venezuelani, cileni, cubani, del Nicaragua e di altre nazioni.
Le scene dell’arrivo dei marine ci hanno confuso molto, perchè ci chiediamo: dov’erano l’amore e la forza mentale e persuasiva nell’affrontare il popolo con la destrezza del potere mentale e spirituale dell’amore e della parola certa e convincente, per controllare la popolazione che soffre e vive in stato di disperazione, spogliata di tutto e coperta di miseria?
È evidente che gli haitiani sono disperati, ma con le armi da fuoco non si cura, non si risana, e non si convince nessuno di coloro che sono giunti nel territorio devastato con intenzioni oneste, buone ed umanitarie.
Le mani sincere degli amici, dei medici cubani e degli altri paesi, che sono giunti il giorno dopo la catastrofe e che, spalla a spalla, senza l’affanno del protagonismo, si sono dedicate al servizio del prossimo, riceveranno per molte generazioni della storia umana, amore, perchè, come dice la famosa frase, l’amore si paga con amore.
Poveri coloro che con la loro “bontà bellica” vogliono e cercano d’essere riconosciuti! Avranno la ricompensa nel modo e nella forma che hanno imposto.
È buono che i dimenticati, i respinti dalla stampa venduta ai più meschini interessi, siano ricordati, e sono i medici cubani ed il resto dei medici di differenti paesi che si sono uniti con la stessa intenzione: porre in pratica prima di tutto l’amore sacro per il proprio simile, come protagonisti di gesta della medicina mondiale senza precedenti nella storia umana.
Li ricorderemo con l’estensione e la scienza del potere dell’amore buono, come medici che rappresentano la scienza umanista al servizio dei diseredati e dei poveri della terra: loro mettono in pratica le parole cristiane che gli ultimi saranno i primi!
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Medici nordamericani lavorano negli ospedali cubani di Haiti |
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5 febbraio 2010 - Leticia Martínez Hernández - Juvenal Balán www.granma.cu
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Sono appena giunti nell’ospedale da campo di Croaix des Buquet sette giovani medici che provengono dagli Stati Uniti e vogliono condividere con i loro fratelli cubani gli aiuti per il sofferente popolo di Haiti.
“Stiamo convalidando le nostre lauree, ma sentiamola necessità di stare qui e per ora tralasciamo il resto per dire presente”, hanno detto ed hanno cominciato ad assistere i pazienti haitiani.
A nome di tutti parla Elsie Walter, che spiega che hanno studiato nella Scuola Latinoamericana di Medicina in Cuba.
Cinque sono di New York, e due della California. Sono stati convocati dal reverendo Lucius Walker, e non hanno avuto dubbi nell’accettare.
“Eravamo molti a voler venire qui, ma considerando le responsabilità che abbiamo anche là, per ora siamo venuti qui in sette. Altri pensano d’incorporarsi dopo, perchè sappiamo che la brigata della sanità cubana starà qui per parecchio tempo.
Questo primo gruppo resterà ad Haiti per un mese, in questo ospedale di Cuba dove sono stati assistiti già 3590 pazienti e condivideranno con loro la vita da accampamento.
L’ortopedico William Álvarez, direttore del centro, ha spiegato che l’idea d’inserirli nelle attività dell’ospedale ed in quelle del terreno, come nelle consultazioni, si farà in forma progressiva.
La maggior preoccupazione delle dottoresse è che non conoscono il creolo, ma in questo aiutano gli studenti haitiani che studiano in Cuba ed ora si trovano in Haiti.
I giovani nordamericani laureati nella ELAM sono giunti con i loro moduli di acqua e di alimenti, ma li hanno sommati alle riserve dell’ospedale. Inoltre hanno portato zaini pieni di medicinali che hanno immediatamente donato e si sono inseriti molto bene nel gruppo dei cubani.
“Indiscutibilmente sono un grande appoggio, ha detto il medico cubano e sono anche una responsabilità, perchè siamo responsabili della loro preparazione e si trovano in uno scenario mai visto prima. Non avevano mai dovuto affrontare malattie come il Chagas o la Leishmaniasi”.
Elsie commenta che condivideranno tutto come hanno appreso nella ELAM.
“Per questo non abbiamo problemi nel dormire sotto le tende da campo o a lavorare a qualsiasi ora. L’esperienza è fantastica e ci hanno trattato molto bene con questa grande ospitalità. Ci sentiamo privilegiati per essere qui! Grazie a Cuba, che ci ha aperto le porte come sempre”.
Hélice ha detto che tutti loro stanno affrontando gli esami per convalidare il titolo di laurea (gli USA non riconoscono le lauree cubane NdR) e che la forma di valutare nel suo paese è deferente, ma che sono preparate per affrontarlo.
Parlano così queste ragazze formate a Cuba che si sommano ai medici cubani per continuare a salvare vite in Haiti.
Quando cominceranno le visite, oggi, i pazienti incontreranno nuove facce, ma senza dubbi l’attenzione sarà sempre la stessa.
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Medici nordamericani laureati
nella ELAM ad Haiti
Integreranno il gruppo dei professionisti cubani |
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4 febbraio 2010 - www.granma.cu
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Sette medici statunitensi, laureati nella Scuola Latinoamericana di Medicina, a L’Avana, sono partiti per Haiti dove lavoreranno assieme ai cubani che si trovano in questo paese dei Caraibi, assistendo le vittime del terremoto.
“Questi bravi e capaci medici sono pronti per servire. Si sono laureati in Cuba e sono stati preparati in una maniera unica per le molteplici sfide di questa missione urgente”, ha detto il reverendo Lucius Walker, direttore esecutivo della Interreligious Foundation for Community Organization (IFCO), l’organizzazione che gestisce le borse di studio degli studenti nordamericani nell’università cubana.
“I medici che sono partiti dall’aeroporto di Newark, nel New Jersey, hanno viaggiato con i loro zaini pieni di medicinali”, ha aggiunto Walker.
La Scuola Latinoamericana di Medicina è stata creata nel 1999 come parte del programma cubano d’assistenza ai danneggiati degli uragani Mitch y George.
Numerosi alunni statunitensi frequentano l’università cubana, eludendo l’embargo (NR: blocco) con permessi speciali per studenti.
Secondo il IFCO, sono più di cento i professionisti in medicina provenienti da Cile, Spagna, Venezuela, Messico, Colombia e Canada che lavorano con il gruppo cubano in Haiti, dove più di 200000 persone sono morte per il terremoto
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A 20 GIORNI DAL TERREMOTO |
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2 febbraio 2010 - Leticia Martínez Hernández - Juvenal balán www.granma.cu
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Sono passati 20 giorni da quando il terribile terremoto ha devastato senza misericordia questa capitale e mentre molti partono verso i loro tranquilli mondi con la foto finale che conferma il loro passaggio nella terra haitiana, i 938 collaboratori cubani, tra i quali 380 medici haitiani che hanno studiato in Cuba, continuano a salvare vite qui, pur nella difficile situazione vissuta e che si vive.
Cuba è stata il primo paese che ha teso una mano al disperato popolo di Haiti. Quando la nuvola di polvere non terminava ancora di dissiparsi la notte del 12 gennaio, furono centinaia a correre con i familiari tra le braccia, al luogo dove da dieci anni lavoravano i medici cubani.
Una legione di feriti ed anche di morti aveva inondato quel luogo.
E se nelle prime ore l’assistenza fu la prima necessità, oggi l’organizzazione prevale nei tre ospedali della capitale, Port au Prence, e nei quattro ospedali da campo dove lavorano i medici cubani.
Il dottor Carlos Alberto García, membro del coordinamento cubano dice che molti collaboratori di altre nazioni ritornano nei loro paesi perchè dicono che l’emergenza è passata.
“Per noi l’emergenza continua da un’altra dimensione e non da un punto di vista chirurgico, ma per altre malattie che adesso appaiono come conseguenza del disastro, tra le quali le infezioni respiratorie, le diarree, le lesioni della pelle ed anche il paludiamo, i parassiti, la febbre tifoidea...”
A 20 giorni dal terremoto, la cosa più significativa degli aiuti cubani è aver offerto un’assistenza integrale ai pazienti.
Questo è confermato con il lavoro nelle cure, con la promozione della salute, il controllo dei vettori e con il recupero fisico, servizio indispensabile in una popolazione danneggiata da traumi fisici e da amputazioni.
Queste sono alcune cifre: sino a ieri erano stati assistiti più di 50000 pazienti, dei quali 3400 operati chirurgicamente, con 1500 casi complessi e 1100 amputazioni.
Il dottor Carlos Alberto ha detto che sono state installate altre sale per il recupero fisico, che avranno un forte impatto, perchè anche prima del terremoto, Haiti non contava su questo servizio pubblico.
Non tutto è stato morte e disgrazia: dopo il terremoto i medici cubani e haitiani formati in Cuba hanno realizzato 280 parti, tra i quali 183 cesarei, soprattutto negli ospedali da campo, dove ci sono ottime condizioni per farlo.
I medici cubani “assaltano” le piazze ed i parchi dove sono riuniti migliaia di haitiani per la campagna di vaccinazione contro il tetano, nello stadio del calcio per esempio, invaso da centinaia di persona senza tetto.
Molti bambini sono stati vaccinati, come tutti coloro che passavano, e un cartoncino giallo lo conferma. Inoltre si inietta il vaccino triplo contro la difterite, morbillo e pertosse.
La cooperazione sanitaria cubana include la salute mentale e per questo sono giunti da Cuba psicologi e psichiatri che svolgeranno attività con bambini e giovani negli accampamenti, nelle piazze e nei parchi di Port au Prence.
Per aiutare nello svolgimento di questo lavoro, i costruttori hanno reso agili i lavori di recupero di cinque Centri Diagnostici Integrali paralizzati dopo il terremoto: due saranno pronti in pochi giorni e diventeranno così sette i luoghi dove si presta attenzione sanitaria nei vari dipartimenti della nazione.
Gli altri tre saranno invece pronti in alcune settimane.
Sono stati 20 giorni di dedizione, pur vivendo in tende da campo, in condizioni difficili, in assoluta austerità, vivendo vicino all’orrore, i medici cubani ogni giorno si alzano con tutta la forza per guarire.
Cuba sarà presente in Haiti sino a quando questo popolo lo necessiterà.
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I medici cubani hanno iniziato i servizi di recupero fisico in Haiti |
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1 febbraio 2010 - www.granma.cu (jr)
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La missione della sanità cubana in Haiti ha iniziato il servizio di recupero dei pazienti come parte dell’assistenza da prestare alle vittime del terremoto, ha reso noto PL.
Il primo dei gruppi che compie questa funzione opera nell’ospedale da campo della località di Leoganne, a 30 Km a ovest della capitale.
Lo specialista Luis Rafael Alfonso ha spiegato che la sala è dotata degli strumenti necessari, tra i quali il sistema a raggi infrarossi, i magneti, il laser e il Enraf, un dispositivo capace di combinare gli ultrasuoni con differenti modalità di corrente, con fini terapeutici.
Con l’Enraf che lavora a media o bassa frequenza, si possono migliorare le contratture, si allevia il dolore e si migliorano i problemi circolatori, tra le molte funzioni, mentre il laser, oltre all’effetto fisio – terapeutico, permette di cicatrizzare le ferite.
Alfonso ha detto che la maggioranza delle persone assistite nella prima giornata presentavano casi di politraumi, fratture delle braccia e delle gambe e schiacciamenti.
L’ospedale da campo cubano di Leoganne ha iniziato l’attenzione alla popolazione quattro giorni dopo il terremoto che ha devastato Haiti. Vi lavorano 42 collaboratori, tra specialisti di medicina interna, terapia intensiva, pediatria, ginecologia, ostetricia, psichiatria, anestesia e ortopedia.
Oltre al gruppo per il recupero fisico, vi lavorano anche gli specialisti nella lotta contro i vettori che, con alcuni studenti di medicina e vari medici haitiani, completano lo staff.
I medici cubani ogni giorno assistono più di mille persone, alcune sul terreno e altre in varie installazioni.
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A Leoganne è nato un bambino: lo hanno chiamato Fidel |
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1 febbraio 2010 - Enrique Torres www.granma.cu
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Nella sala parto dell’ospedale da campo cubano, a Leoganne, si è sentito il pianto di una neonato venuto al mondo sano e salvo e sua madre non ci ha pensato due volte: “Si chiamerà Fidel!”, ha detto.
È che Clotilde, la mamma, è una delle tante persone che esprimono eterna gratitudine per gli aiuti ricevuti dall’Isola che non sono circoscritti alle conseguenze del terribile terremoto che ha devastato Port au Prince, ma datano da dieci anni.
Il piccolo Fidel è nato il 30 gennaio nelle mani del dottor Rodez Montumaire, medico haitiano laureato in Cuba, che frequenta il terzo anno di specializzazione di ginecologia e ostetricia nell’ospedale clinico-chirurgico di Santiago di Cuba.
Tre settimana fa, quando il terremoto ha scatenato un’ondata di panico nel paese, Clotilde non immaginava che avrebbe partorito poco dopo in una delle tende da campo poste dai cubani per soccorrere le vittime, e tanto meno che sarebbe stato un suo conterraneo, il dott. Montumaire a ricevere il piccolo, un medico che ha stabilito vincoli tali con l’Isola cubana da sceglierla per vivere.
“A Santiago studio, ma ho anche una moglie, Idelsis Machado, e due figli, Carlos e Liss Marian”, ha detto. “Qui a Leoganna nascono sette, otto bambini al giorno e non importa l’ora: ovviamente siamo sempre qui!”.
L’ospedale di Leoganna all’inizio ha cominciato a prestare assistenza con possibilità limitate, ma ora oltre alla sala parto e la terapia intensiva, conta sul servizio d’urgenza, radiologia, ultrasuoni, sala di sterilizzazione, sala operatoria, assistenza pre e post operatoria, laboratorio clinico ed una sala per ricoverare adulti e bambini e dove attualmente ci sono circa 100 pazienti.
Inoltre dispone di una sala di recupero fisico e di un centro per la lotta contro i vettori. Questo lavoro viene svolto da studenti di medicina e medici haitiani laureati in Cuba.
In questo ospedale - Leoganne è una delle città più colpite dal terremoto - sono assistite ogni giorno circa mille persone.
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Battaglia cubana contro le epidemie sulle strade haitiane |
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Porto Principe, 29 gennaio 2010 - (Prensa Latina)
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Tra i maggiori pericoli che incombono su questa
capitale dopo il terremoto ci sono le possibili epidemie che i collaboratori
cubani trattano di evitare con l'esperienza ottenuta in altri paesi e le risorse
a loro disposizione. Si lavora per intercettare i fattori di rischio, da lì
l'importanza dell'educazione sanitaria alle persone, ha spiegato a Prensa
Latina Gonzalo Estevez, specialista in epidemiologia della brigata medica
cubana in questo paese.
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“Cuba è il primo paese che ci ha aiutato” Ha detto Jean Renald Clerismé, consiguiere del gabinetto privato del presidente haitiano René Preval |
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29 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández - Juvenal Balán www.granma.cu (jr)
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Haiti? La risposta della comunità internazionale per aiutare Haiti è stata molto importante, ma Cuba è stato il primo paese che ci ha aiutato, perchè i cubani stavano già lavorando da prima del terremoto, ed hanno collaborato salvando un numero molto importante di vite umane”, ha assicurato Jean Renald Clerismé, consigliere del gabinetto privato del presidente René Preval, durante un incontro con la stampa cubana.
Renald inoltre ha riconosciuto l’immediato appoggio della Repubblica Dominicana, il cui presidente, Leonel Fernández, è andato a Port au Prince il giorno dopo la catastrofe, ed anche la Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha dato un forte aiuto.
“Possiamo dire che il mondo ispanico della regione è molto presente in Haiti” ha aggiunto.
Renald ha ringraziato in modo particolare Fidel, che aveva cominciato il programma di collaborazione con Preval; il Presidente Raúl, e quest’altro grande amico che è il vicepresidente cubano Esteban Lazo, che ha accompagnato Haiti per tanti anni.
Parlando del numero delle vittime, ha detto che si parla di circa 150000, anche se il totale potrebbe giungere anche a 200000, perchè molte persone sono restate sotto le macerie.
“È stato più violento di una guerra”, ha commentato.
Renald ha deplorato che ci sono problemi di coordinamento per ripartire il cibo. “A livello di gabinetto sono stati creati dei gruppi di lavoro, ma in una situazione di catastrofe il coordinamento diventa molto complicato. Stiamo cercando di realizzare questo coordinamento perchè la gente riceva bene gli aiuti”, ha sottolineato.
A proposito del delicato tema delle adozioni dei bambini di Haiti che hanno perso i genitori per il terremoto, ha precisato che nel paese ci sono il Ministero del Temi Sociali e l’Istituto dei Beni Sociali, che s’incaricano di questo. Il Governo non ha problemi per le adozioni, ma si devono fare seguendo le regole del paese. È pronto un piano per costruire accampamenti al di fuori della città e creare spazi dove sistemare almeno 600000 persone che sono rimaste senza casa”, ha detto ancora il funzionario.
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Cuba e Norvegia hanno firmato
un accordo per aiutare Haiti |
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26 gennaio 2010 - www.granma.cu (jr)
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La Reale Ambasciata della Norvegia in Cuba ed il Ministero del Commercio Estero e gli Investimenti Stranieri (MINCEX), hanno firmato un accordo nel pomeriggio di venerdì 22, con il quale il paese europeo ha donato, come aiuto d’emergenza al popolo haitiano, cinquemilioni di corone norvegesi, circa 885.000 dollari per appoggiare l’importante lavoro che realizzano i medici cubani ad Haiti.
I fondi sono destinati all’acquisto e all’invio di medicinali, mezzi e strumenti per l’assistenza medica che offre la Brigada della Sanità di Cuba, composta da più di 400professionisti e da altri specialisti della salute che, assieme a 217 giovani haitiani, vincolati direttamente al lavoro della missione, sommano 663 Collaboratori.
Dati d’interesse sulla cooperazione medica cubana in Haiti.
Attualmente prestano assistenza sanitaria in Haiti 417 collaboratori cubani della salute. A costoro si sono sommati 240 residenti, interni e studenti haitiani del 5º anno della facoltà di medicina, che erano a Cuba.
Sino al 22 gennaio sono stati assistiti 20095 pazienti e sono state realizzate 1954 operazioni chirurgiche.
I medici cubani lavorano in 21 punti d’assistenza organizzata a tre livelli:
• Città di Port au Prince: Ospedale La Renaissence, Ospedale de La Paz, Ospedale Ofatma, e Brigata Itinerante di Pronto Soccorso.
• Periferia della Capitale: Ospedali da Campo di Leoganne, Arcahaie, Isola Lagonave, Carrefourt, Centri di Diagnosi Integrale di Grand Goave, Petit Goave e Thomasó.
• Altri dipartimenti: Ospedale da Campo di Jacmel, Centri di Diagnosi Integrale di Mirebalais, Anse-a-Veau, Raboteau e Aquin, Les Cayes, Cabo Haitiano, Port de Paix, Grand'Anse e Nippes Cuba ha posto in funzione in Haiti 14 sale operatorie con 16 gruppi di chirurghi.
Assieme al personale cubano lavorano più di 100 specialisti di vari paesi (Venezuela, Cile, Spagna, Messico, Colombia, Canada) e 17 monache, in maggioranza nell’Ospedale de la Paz.
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La OPS qualifica come eccellente la collaborazione cubana ad Haiti |
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25 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández e Juvenal Balán www.granma.cu
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Mirta Roses, direttrice dell’Organizzazione Panamericana della Salute, ha ieri qualificato come eccellente e meravigliosa la collaborazione medica cubana ad Haiti durante una visita all’Ospedale Universitario La Paz, una delle tre istituzioni della capitale haitiana nella quale lavorano i medici cubani.
Al principio eravamo disperati, ha detto, perché non potevamo metterci in contatto con la brigata medica cubana. Volevamo farle sapere che il centro medico ProMed, dell’OPS era attivo.
Visto che i cubani si trovavano ad Haiti da prima del terremoto, godevano di un vantaggio nella risposta, ha commentato.
Roses ha assicurato che le prossime azioni dell’OPS saranno di continuare a collaborare con Haiti e con la Repubblica Dominicana, soprattutto nei servizi che quest’ultimo paese sta fornendo alla frontiera, e coordinare gli aiuti internazionali nel campo della salute.
Sugli aiuti ad Haiti, ha detto che stanno arrivando molti volontari in modo spontaneo che non hanno luoghi assegnati, né tanto meno infrastrutture, e finiscono per lottare per le risorse come il cibo, l’acqua, e l’appoggio logistico. Per questo stiamo cercando di fare una selezione di questa offerta volontaria per ubicarla dove ci sono organizzazione e disciplina. Ha considerato che il tipo di persone che oggi si richiedono non è lo stesso dei primi giorni.
La direttrice ha continuato spiegando che anche se la priorità è assistere i feriti, devono comunque cominciare ad essere ristabiliti i programmi contro la tubercolosi, l’HIV e la malaria.
Abbiamo cominciato a chiedere i rinforzi con i vaccini necessari, grazie ai quali non vedremo grandi catastrofi epidemiche ad Haiti, ha concluso.
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Cuba ha curato più di 18000 haitiani Disposti quattro ospedali. Sommano a 657 i collaboratori in Haiti. Rafforzano le postazioni mediche prima del trasferimento in altre regioni. Lavoreranno alla riabilitazione dei mutilati e feriti, e anche al controllo di vettori e roditori. |
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"I medici cubani hanno assistito, dal giorno del terremoto e sino al 22 gennaio, più di 18000 pazienti haitiani ed hanno eseguito 1700 interventi chirurgici, tra i quali 800 di chirurgia complessa", ha informato il dottor Carlos Alberto García, capo della Brigata della sanità cubana in Haiti.
García ha precisato che lavorano in questo paese 657 collaboratori, tra i quali 417 cubani e 240 haitiani.
"A Port au Prince offrono assistenza sanitaria in tre ospedali: La Paz, La Renaissance e Ofatma; inoltre sono stati montati due ospedali da campo, a Leoganne e a Jacmel, ed ora se ne stanno montando altri due, uno in Carrefour, luogo vicino all’epicentro del terremoto e l’altro a Croix des Bouquet", ha detto ancora.
Da alcuni giorni gli hatiani hanno cominciato ad emigrare dalla capitale verso gli altri dipartimenti, cosa che ci ha obbligato a rafforzare l’assistenza medica cubana in questi luoghi. Per esempio: 1500 pazienti sono stati sfollati con una nave delle Nazioni Unite verso la Grand Anse. Tre autobus trasferiscono persone e pazienti verso Fort Liberté, un dipartimento ubicato nell’estremo nord del paese. Abbiamo appena rafforzato le posizioni mediche di Fort Liberté e Gonaives e tre giorni fa sono giunti nuovi medici cubani che lavorano nei dipartimenti di Nippes e Sur, zone colpite dal sisma".
"Sono una fortezza anche i cinque Centri di Diagnosi Integrale - CDI – donati da Cuba e dal Venezuela, che funzionavano prima del terremoto e contano su una ventina di letti, una sala di terapia intensiva, sala parto ed altre locazioni. La prossima settimana saranno pronti altri due CDI che erano quasi terminati, nei dipartimenti di Grand Anse e Nordest. Potremo così rispondere al flusso di persone che stanno emigrando verso questi luoghi", ha aggiunto il dottore.
In questo momento, 30 gruppi di quattro, tra dottori cubani e studenti haitiani che studiano in Cuba, realizzano una campagna di vaccinazione contro il tetano con le 400000 dosi che Cuba ha donato.
Inoltre si stanno realizzando lavori di prevenzione sanitaria e, con l’uso di altoparlanti, si avvisa sulle misure sanitarie e igieniche che si devono osservare.
Il dottor Garcia ha detto che è adesso che cominciano ad apparire come conseguenze della catastrofe, le infezioni respiratorie e le diarree.
A proposito del deterioramento della situazione igienico - epidemica, il capo della missione della sanità cubana ha informato che giungeranno a Port au Prince domani, domenica 24, laureati in epidemiologia, entomologi e specialisti in fumigazione, 63 cubani che formano sette brigate, che lavoreranno al controllo dei vettori e contro la diffusione di topi e ratti.
"Si stanno creando le condizioni per cominciare la riabilitazione delle persone che sono rimaste mutilate per la catastrofe. Fisiatri, diplomati in Cultura Fisica e infermieri specializzati in riabilitazione, presteranno aiuto ai necessitati in Haiti".
Il dottor García ha informato che i pazienti assistiti dai medici cubani si dividono in 2800 che hanno sofferto fratture alle estremità inferiori, più di 1500 alle superiori e 2680 che sono polifratturati.
"La presenza di cadaveri per le strade del capitale haiatina è minore, ha apprezzato il dottor García e si comincia a raccogliere la spazzatura; le brigate raccolgono le macerie, ma è tutto insufficiente di fronte alla gravità dei danni provocati dal terremoto!"
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Cuba ha aperto due nuovi |
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21 gennaio 2010 - www.granma.cu
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La forte replica sentita mercoledì 20, di 6,1 gradi della scala Richter, ha distrutto altri tre edifici che erano in piedi ed ha accentuato nella capitale haitiana il panico della popolazione, che vive nelle piazze, nei parchi e per le strade, ma non ha interrotto l’eroico lavoro del personale medico di Cuba.
I collaboratori dell’Isola hanno adottato misure di protezione adeguate e si mantengono allerta di fronte al possibile arrivo di altri lesionati.
Due giorni fa è stato montato un ospedale da campo a Leoganes, una del zone più colpite, ed in meno di12 ore, rapidamente e con efficienza, sono state eseguite 16 operazioni chirurgiche.
Ieri, mercoledì è stato installato un altro ospedale a Jacmel.
Intanto, migliaia di persone vagano per le strade, molti con bidoni, tubi, contenitori di media capacità ed altri recipienti, per ricevere un poco di acqua nei punti in cui situano i camion cisterne e gli altri veicoli di distribuzione.
C’è angoscia, ma si è giunti ad un livello di disperazione: basta guardare le decine di luoghi nelle strade di Petionville dove, tutto post su teli nella strada, si commerciano banane, malanga, boniato, carote, lattughe, qualcosa di bigiotteria, articoli commestibili e bibite, senza agglomerazioni o disturbi.
Nel centro di Port au Prence, dove si trovano i grandi negozi ed i supermercati, si vedono invece scene di saccheggi tentati da alcuni, che vengono affrontati dalla polizia di Haiti e dalla Missione delle Nazioni Unite, per stabilizzazione di Haiti, la MINUSTAH.
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I medici cubani continuano a salvare i bambini haitiani |
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Porto Principe, 19 gennaio 2010 (Prensa Latina)
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Una settimana dopo il sisma che ha devastato questa città, i bambini haitiani sono in salvo grazie all'intervento dei medici cubani che proteggono la loro vita perfino dopo averli dimessi.
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CUBA AIUTA HAITI DA OLTRE UN DECENNIO |
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19 gennaio 2010 - ambasciata cubana a Roma
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· La solidarietà
del popolo cubano non é giunta ad Haiti con il terremoto, la nostra
collaborazione verso quel popolo fratello viene offerta da oltre un decennio.
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Nuovi aiuti di Cuba per Haiti |
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18 gennaio 2010 - Raymundo Gómez Navia www.granma.cu (ain)
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Aerei cubani con medicinali ed altri risorse, specialisti della salute e di situazioni d’emergenza naturale continuano ad arrivare all’ aeroporto internazionale di Port au Prence.
Sabato 16 sono giunti altri medici e strumenti per rafforzare gli integranti della brigata Henry Reeve, che lavorano in diversi punti della capitale.
Nel Campo di Marte, in Piazza della Repubblica ed altri luoghi di questa capitale, sono sistemati punti all’aria aperta per offrire assistenza d’urgenza ai traumatizzati, curare ferite e soprattutto agire preventivamente contro le infezioni. I casi più gravi di fratture, come i più complessi, sono inviati negli ospedali in funzione.
Gli specialisti cubani ricevono manifestazioni di gratitudine per l’appoggio e la solidarietà di Cuba, ed è comune sentire - e non senza emozione – in creolo, francese, inglese ed anche in spagnolo, gridare Viva Cuba, Viva Fidel, Grazie Raul.
Tra gli aerei giunti dall’Isola cubana, uno ha portato dieci tonnellate di medicinali e prodotti d’alta domanda, per aiutare la critica situazione che si vive in Haiti.
Ora sono 447 i componenti del contingente sanitario cubano presenti in Haiti, e 220 sono concentrati a Port au Prence.
BAMBINA DI 18 MESI TROVATA VIVA DOPO 3 GIORNI
Un miracoloso riscatto di una piccola di 18 mesi ad Haiti, Zinnie, strappata dalla tomba di rovine di un edificio è avvenuto dopo ben 3 giorni che vi era sepolta. Un gruppo di persone ha sentito il suo pianto ed un gruppo di giornalisti di un canale TV dell’Australia è riuscito a riscattarla viva.
Si ignora dove si trovano i genitori o i familiari della bambina.
CUBA APRE LO SPAZIO AEREO AGLI USA
Il governo cubano ha aperto lo spazio aereo per consentire agli aerei statunitensi di portare aiuti ad Haiti ed evacuare i feriti.
Un portavoce della Casa Bianca ha spiegato noto che è stato raggiunto un accordo perché gli aerei che partono dalla base statunitense nella baia cubana di Guantanamo diretti in Florida passino sopra l'isola; e in tal modo possono accorciare il tradizionale tragitto di circa 90 minuti.
Le squadre di soccorso inviate da Washington stanno portando le vittime bisognose di cure nell'ospedale militare di Guantánamo; ma alcuni sopravvissuti devono poi essere trasferiti in Florida per ulteriori terapie.
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Brigata medica cubana “Henry Reeve” lavora in Haiti |
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14 gennaio 2010 - Ana Ivis Galán García www.granma.cu
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La Brigata Medica Cubana che presta i suoi servizi solidali nella capitale haitiana dopo il terremoto avvenuto nel pomeriggio di martedì, ha allestito un ospedale di campagna in un’istallazione annessa al centro ospedaliero crollato.
Il Telegiornale Nazionale della Televisione, ha divulgato l’informazione che nella notte di ieri, con personale cubano, si è cominciato a prestare assistenza medica nell’ospedale di Assistenza Sociale, e che stamattina è stato riaperto l’Ospedale Nazionale.
Integranti del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastri e Gravi Epidemie di Cuba Henry Reeve, sono occupati in varie località haitiane per servire alle vittime del sisma, accaduto il passato martedì. La brigata medica cubana - con esperienza in Cina, Pakistan, Guatemala, Indonesia e Bolivia - si è unita al resto del personale della salute radicato lì, il quale soccorre la cittadinanza dal principio della tragedia.
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Da Cuba più aiuti per Haiti assicura il ministro degli Esteri |
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14 gennaio 2010 - Ana Ivis Galán García www.granma.cu
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La mattina di mercoledì 13 Bruno Rodríguez ha offerto una spiegazione dettagliata sulla situazione dei cooperanti cubani che si trovano nella fraterna repubblica di Haiti, dopo il terribile terremoto avvenuto martedì 12.
Il ministro cubano ha precisato che nel devastato paese sono presenti 403 collaboratori cubani e di questi 344 lavorano nel settore della salute come medici e paramedici.
“Abbiamo avuto notizie di tutti coloro che lavorano a Puerto Principe e solo due hanno sofferto lievi lesioni, tutti gli altri stanno bene. Stiamo verificando la situazione e completando le informazioni sui collaboratori nel resto di Haiti. Abbiamo già localizzato la maggioranza e stanno tutti bene”, ha assicurato ed inoltre ha aggiunto che: “Sin dai primi momenti del terremoto, le vittime hanno ricevuto assistenza medica dalla brigata cubana. Stanno lavorando due ospedali da campagna installati negli alloggi del nostro personale medico.
Cuba sta lavorando all’invio di nuovi aiuti d’emergenza nella fraterna isola, che consistono in farmaci e materiale sanitario. Un numero addizionale di medici andrà ad assistere le vittime.
Il nostro ambasciatore e gli altri compagni che lavorano a Puerto Principe hanno passato la notte di martedì e la mattina di mercoledì percorrendo la città e contattando i cubani che lavorano lì, perchè le comunicazioni erano in collasso totale”, ha detto ancora Bruno Rodríguez Parrilla.
“II gruppo del ministero degli Esteri lavora intensamente per coordinare la risposta di tutte le nostre istituzioni. Cuba, ha dichiarato il ministro, è a disposizione e parteciperà a qualsiasi sforzo di CARICOM e si mantiene in contatto con le missioni; sicuramente lavoreremo insieme prestando assistenza al popolo di Haiti.
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